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Autore: LadyDanger    28/12/2011    4 recensioni
-Non avevo scelta.
-Io non ero una scelta abbastanza valida?
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Matthew Shadows, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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capitolo 1

 - Kimberly svegliati!

 Diciotto anni e il primo giorno di quello che sarà il tanto atteso ultimo anno al liceo. Ultime settimane piene di notti insonni, di compiti che prenderanno il sopravvento sulla mia vita, di litigi con i professori, di fughe strategiche, di ricreazioni passate alla solita colonna del pontile d’entrata.
Per 5 anni il mio buongiorno sono state ventisette facce che spesso mi sono sognata la notte e tra otto mesi tutto questo non mi apparterrà più.
Mia madre non ha avuto la figlia che desiderava, mio padre se n’è sempre fregato e mio fratello da due anni ha lasciato casa per frequentare uno dei più prestigiosi college di Los Angeles.
“Perché non prendi esempio da tuo fratello? Lui studia, si guadagna i soldi per mantenersi il college. Guarda com’è educato, come si veste bene, come tieni i capelli sempre in ordine. Cosa ho fatto di male perché tu crescessi in questo modo..”
Le parole di mie madre sono quotidianamente queste. Ogni santo giorno ripete come una macchinetta la solita ramanzina che mi entra per un orecchio ed esce dall’altro.  Se le avessero dato la possibilità di fare cambio figlia con qualche altra madre probabilmente non ci avrebbe pensato due volte.

 -Kimberly pensi di scendere o vuoi fare tardi come ogni anno?
- Perché deludere le loro aspettative, mamma?

- Dio solo sa cosa ho sbagliato per meritarmi tutto questo! Muoviti, la colazione è già pronta e tuo padre non ha intenzione di aspettarti.

 Beh, non che lo abbia mai fatto visto che per quattro anni sono andata, praticamente ogni giorno, a scuola in bicicletta, inverno o estate che fosse. Le colazioni di mia madre, poi, sono qualcosa di spettacolare: yogurt e succo d’arancia, dopotutto le ulcere mattutine chi non le ha mai amate, manca solo un bel limone in abbinamento allo yogurt.

 -Devi proprio indossare sempre quelle felpe e quei jeans così stretti?
- Preferisci una minigonna inguinale in abbinamento a una camicetta in pizzo e un bel paio di tacchi?
- Un semplice paio di pantaloni e un pullover non andrebbero bene?
- Evidentemente no.

Dovrò farle pentire di avermi fatto ingurgitare colazioni a dir poco acide per quattro anni, no?
Mio padre è il classico uomo d’affari che tradisce la moglie con la sua inseparabile ventiquattrore. Sta in ufficio circa 10/24 h e ogni week-end parte per chiudere qualche contratto con multinazionali sparse per il mondo. Due mensole all’interno della mia camera sono dedicate agli inutile souvenir che si ostina a portarmi a casa. Roba socialmente inutile, soprammobili che finiranno nel dimenticatoio nel giro di poche ore. Se mi conoscesse, forse, i ‘pensierini’, come è solito chiamarli lui, che mi porta a casa rispecchierebbero un minimo i miei gusti: chitarre, dischi in vinile, libri, quadri; invece lui è fissato con le statuine, che io ho sempre odiato da quando la sua collezione personale mi è caduta in testa quando avevo sette anni.
Le poche volte che mi accompagna a scuola, in macchina vige il silenzio. Sarebbe gradito anche il fastidioso ronzio delle mosche, quello di una zanzara, invece niente, neanche il più piccolo cenno di interesse trapela dalla sua persona. Certo volte sono indecisa se continuare a chiamarlo papà o se chiamarlo Robert, come fa mio fratello.  Ecco, mio fratello. Mr Perfezione Ian Jacob Jr. Roswell. La pupilla di famiglia. Diplomato con il massimo dei voti in ogni materia, una condotta degna di un santo e un cuore puro come quello di un bambino. Il tipico partito per cui ogni madre venderebbe l’anima al diavolo al fine di farlo fidanzare con la proprio figlia. L’unica pecca è che, beh, diciamo che i suoi gusti non rispecchiano esattamente le aspettative e il giorno in cui mamma l’ha visto baciare Kurt McGreen a momenti gli parte l’embolo. La reazione di papà è riassunta in tre parole: “Che situazione spiacevole”. L’unica cosa per cui io e mio fratello siamo ancora legati è esattamente questa: lo sconcerto dei miei e la mia soddisfazione nel vederlo imbarazzati. L’ho sempre coperto, sono stata la prima a sapere della sua omosessualità e da quel giorno i nostri litigi sono diminuiti fino a ridursi a zero. I miei fino al giorno della sua partenza per LA hanno fatto finta che nulla fosse successo e hanno, ovviamente, troncato ogni rapporto con la famiglia McGreen.
I miei genitori non sono cresciuti in città, vengono da un paesino del Kansas e queste cose a loro non le ha mai raccontate nessuno. Sono un po’ bigotti, fanno fatica a vedere a cinque centimetri dal loro naso.
Il giorno della partenza di mio fratello hanno tirato un sospiro di sollievo non capendo che a nessuno sarebbe mai fregato un cazzo se loro figlio era gay.
Perché mio padre deve continuamente ascoltare musica country?

- Ciao pà.
- Buona giornata Kimberly, mi raccomando di tenere un atteggiamento consono all’ambiente scolastico.
- Seh, vabbè.

I suoi baci sulla fronte mi hanno sempre trasmetto un senso di disagio. Forse perché non me li ha mai dati con l’intento di augurarmi buona giornata, era più che altro una routine che mi aveva dato alla nausea.

 - Hey Kim!
- Matt!

 Beh, forse il vero motivo per cui non vado a genio non sono tanto io o come sono cresciuta. Diciamo che il vero motivo per cui agli occhi dei miei sono un intrigato enigma è il mio migliore amico: Matthew Charles Sanders.

Salve! Non sono una scrittrice, diciamo che scrivere FF, o più in generale storielle, è un passatempo che mi diverte e mi fa sfogare. Spero quindi di non annoiarvi :3

   
 
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