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Autore: mamie    28/12/2011    3 recensioni
Tutti hanno paura della morte, se non per sé, allora per gli altri...
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Rabi/Lavi, Yu Kanda
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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C’erano dei momenti, nella vita degli esorcisti scandita dalle esatte sequenze dei doveri e dei compiti, in cui tutto si fermava. C’era il luogo dove questo succedeva, ed era l’Infermeria dell’Ordine. Prima o poi ci passavano tutti, costretti a starci qualche tempo, e non era certo una cosa piacevole. Però quei primi momenti: quando ti stendevano sulla branda stretta tutto infagottato nelle coperte, quanto ti arrivava sparato nelle vene il sedativo che relegava il dolore ad un puntino lontano e indistinto della tua coscienza, quando sospiravi prima di addormentarti e sapevi che, da quel momento in poi, non era più compito tuo far andare le cose come devono andare… ecco, quel momento era meraviglioso. Era una specie di assaggio di Paradiso. Durava poco naturalmente. Poi, se eri fortunato, con la coscienza ti tornava anche la voglia di andartene di lì al più presto, lontano dall’odore dei medicinali e dai rimbrotti terrificanti della capo-infermiera, a camminare di nuovo sulle tue gambe e a riprendere quella routine quotidiana che improvvisamente ti sembrava più dolce. Ma quel momento restava lì, a ricordarti che il giorno di mollare tutto prima o poi sarebbe arrivato. A volte era un sollievo saperlo. A volte però guardavi quelli che ti stavano attorno e pensavi: “No, non ho ancora finito” e ti ritrovavi a pregare “Non oggi per favore. Non ancora”. Erano quelle preghiere ingenue che facevano tutti, anche quelli che dicevano di non crederci, perché tutti sanno che la morte non ha riguardo per nessuno: quando arriva, arriva.
Lavi non aveva paura di morire. D’altra parte aveva cambiato nome e vita tante di quelle volte che non sapeva più bene a cosa aggrapparsi. Neanche Kanda aveva paura. Lui ci era passato attraverso la morte. Era un’esperienza come un’altra, forse faceva solo un po’ più male.
Quelle notti però, in cui finivano per respirarsi addosso tutta la loro passata solitudine, avevano paura. Allora Lavi rimpiangeva di avere ancora un cuore e Kanda si malediva per aver lasciato passare qualcosa attraverso la sua corazza gelida. Perché la paura, beffarda, rientrava da quelle aperture molto più subdola di prima. E la morte rideva soddisfatta, perché sapeva di avere già vinto la partita. 
  
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