Storie originali > Nonsense
Ricorda la storia  |      
Autore: Ativana    28/12/2011    0 recensioni
Storiella surreale.
Genere: Comico, Demenziale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Tutto comincio`, senza alcuna novita`, nel largo arcolaio dove risiedeva l'obliquo Rino Magnante, Via Trionfale 10104. In congiunta sorte, e circonfuso dal canto dello zampognaro morto, Rino penso` di rinnovare il suo proprio contenuto rifacendosi alle famose parole proferite dal buio "Bastioni Gran Sasso". Forse sbaglio`, perche` cosi` facendo mise il bemolle al posto del diesis, e il pezzo divenne una cagata. Ma Rino Magnante era anche un'atleta, pronto a pronunciarsi vinto al primo bagliore del giorno. Presidente senza alcuna carica, preferi` visitare correttamente che distendersi in volo per catturare gli uccelli. Rino e` tuttora rinchiuso nel serbatoio dell'Agip, dove riposa tranquillo e lontano dal segreto mantenuto tale, in un modo che chiunque si avvicini ad esso sara` simulato a vita da un'altro essere. Importanti le sue grandi alzate di gomito, come quelle di: A) Credersi bello unicamente al sole. B) Sopravvalutarsi di fronte ai malmessi. C) Colpire i piu` buoni solo alle spalle. D) Dromedarsi, senza giustificazione alcuna. Ma nel 1910, di ritorno dal totale rifacimento della Repubblica, Rino si scopri` grande virtuoso del bastone da circo e delle parallele. Con un senso di colpa, ritrovarsi all'eta` di 68 anni conficcato sul pennone centrale della tenda da circo, fu una soddisfazione che solo Rino Magnante poteva togliersi. Beati i grandi che hanno il coraggio di compiere il passo piu` lungo della gamba. Creto Asunti e Torchio Avoni presentano la fantastica novella: "NON C'E` CHE DIRE, E` PASQUA" con i fratelli, Birio Cagati e Felpo Anchise; conduce, Tibo Gameri. Tratta dalla vita quotidiana, "Non c'e` che dire, e` Pasqua", e` pressapoco una storia vera, con riferimenti e aneddoti poco chiari. Scritta in versione non integra ma riassunta, racconta del dominio degl'uomini delle caverne nei giorni nostri. Il libro e` farcito da un'innumerevole quantitativo di frasi volgari e a doppio senso, proprio come si usavano esprimere gli uomini impellicciati di quel tempo. Ma riportati nel ventesimo secolo, essi aquistano fiducia reciproca che poi perderanno con l'avvento delle guerre. Solo dopo la prima decade riuscirono a dare spettacolo di loro stessi con movimentati gesti, che poi vennero usati come linguaggio per i muti. Le citta` erano la loro meta preferita per rifocillarsi e aspettarsi di evolvere le loro capacita` mentali. Dopo la crescita dell'impero Siculo-Lombardo, gli uomini delle grotte iniziarono a danneggiare la locale dottrina con messe nere e riti infernali. Non ostacolati da nessuno, i grotteschi esseri umani pintaldavano a destra e a sinistra; al loro comando era il piu` ciccione dei ninnoli: Lillo Presiutti, sano di corpo ma leggermente concavo da una parte, e molto convesso dall'altra: un vero mostro. Soleva umiliarsi al pianoforte, costruitogli appositamente per lui da Richard Ginori, e pitturato male da Costantino il Grande. Perdendo alcuni punti, rimase fermo due giri, dovendo tornare al punto di partenza e riprodurre le sette meraviglie del mondo, tralasciando i particolari piu` importanti, e riducendo tutto al minimo intuibile.
  
Leggi le 0 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Nonsense / Vai alla pagina dell'autore: Ativana