Genere: Comico, Demenziale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Tutto comincio`, senza alcuna novita`, nel largo
arcolaio dove risiedeva l'obliquo Rino Magnante,
Via Trionfale 10104. In congiunta sorte, e
circonfuso dal canto dello zampognaro morto, Rino
penso` di rinnovare il suo proprio contenuto
rifacendosi alle famose parole proferite dal buio
"Bastioni Gran Sasso". Forse sbaglio`, perche` cosi`
facendo mise il bemolle al posto del diesis, e il
pezzo divenne una cagata.
Ma Rino Magnante era anche un'atleta, pronto a
pronunciarsi vinto al primo bagliore del giorno.
Presidente senza alcuna carica, preferi` visitare
correttamente che distendersi in volo per catturare
gli uccelli. Rino e` tuttora rinchiuso nel serbatoio
dell'Agip, dove riposa tranquillo e lontano dal
segreto mantenuto tale, in un modo che chiunque si
avvicini ad esso sara` simulato a vita da un'altro
essere.
Importanti le sue grandi alzate di gomito, come
quelle di:
A) Credersi bello unicamente al sole. B)
Sopravvalutarsi di fronte ai malmessi.
C) Colpire i piu` buoni solo alle spalle. D)
Dromedarsi, senza giustificazione alcuna.
Ma nel 1910, di ritorno dal totale rifacimento della
Repubblica, Rino si scopri` grande virtuoso del
bastone da circo e delle parallele.
Con un senso di colpa, ritrovarsi all'eta` di 68 anni
conficcato sul pennone centrale della tenda da
circo, fu una soddisfazione che solo Rino Magnante
poteva togliersi.
Beati i grandi che hanno il coraggio di compiere il
passo piu` lungo della gamba.
Creto Asunti e Torchio Avoni presentano la
fantastica novella: "NON C'E` CHE DIRE, E`
PASQUA"
con i fratelli, Birio Cagati e Felpo Anchise;
conduce, Tibo Gameri.
Tratta dalla vita quotidiana, "Non c'e` che dire, e`
Pasqua", e` pressapoco una storia vera, con
riferimenti e aneddoti poco chiari. Scritta in
versione non integra ma riassunta, racconta del
dominio degl'uomini delle caverne nei giorni nostri.
Il libro e` farcito da un'innumerevole quantitativo di
frasi volgari e a doppio senso, proprio come si
usavano esprimere gli uomini impellicciati di quel
tempo. Ma riportati nel ventesimo secolo, essi
aquistano fiducia reciproca che poi perderanno con
l'avvento delle guerre. Solo dopo la prima decade
riuscirono a dare spettacolo di loro stessi con
movimentati gesti, che poi vennero usati come
linguaggio per i muti. Le citta` erano la loro meta
preferita per rifocillarsi e aspettarsi di evolvere le
loro capacita` mentali. Dopo la crescita dell'impero
Siculo-Lombardo, gli uomini delle grotte iniziarono
a danneggiare la locale dottrina con messe nere e
riti infernali. Non ostacolati da nessuno, i grotteschi
esseri umani pintaldavano a destra e a sinistra; al
loro comando era il piu` ciccione dei ninnoli: Lillo
Presiutti, sano di corpo ma leggermente concavo da
una parte, e molto convesso dall'altra: un vero
mostro. Soleva umiliarsi al pianoforte, costruitogli
appositamente per lui da Richard Ginori, e pitturato
male da Costantino il Grande. Perdendo alcuni
punti, rimase fermo due giri, dovendo tornare al
punto di partenza e riprodurre le sette meraviglie
del mondo, tralasciando i particolari piu`
importanti, e riducendo tutto al minimo intuibile.