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Autore: Letizia_L    29/12/2011    4 recensioni
Loro sono solo amici.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Mattia e Lea erano amici. Si conoscevano da quando erano piccoli, condividevano ogni cosa, tra loro non c'era nessun segreto. Molto spesso lui andava a dormire da lei o lei da lui, ma i genitori non si facevano nessun problema, perchè sapevano che si consideravano come fratelli e che quindi non sarebbe mai nato nulla. 
Una sera lei andò a dormire da Mattia e gli confessò che le piaceva un ragazzo che andava in classe con lui e Mattia le chiese chi fosse e lei rispose: è Michele! è stupendo!
Mattia: no dai! michele no! è brutto e antipatico!
Lea: non è per niente brutto! tu sei un ragazzo e non capisci e non è antipatico.
Mattia: no credimi, non è molto simpatico e secondo me non è per te, ma se proprio lo vuoi conoscere ok, va bene.
Lea: grazie Tia. lo sai che ti voglio bene scemo!?
Si abbracciarono e lui le sussurrò: tu sei la mia scema, ti voglio bene.
dormirono tutta la notte abbracciati, quando stavano insieme non potevano che essere felici. Non si staccavano mai, si completavano l'un l'altro. La mattina seguente, la mamma di Mattia li svegliò e appena furono pronti uscirono e si incontrarono con Michele. Passarono tutta la mattina assieme. Lea e Michele parlarono tutto il tempo e a volte capitava che lasciavano da solo Mattia, che dentro di sé sentiva una sensazione strana, come se gli dava fastidio. Non poteva essere così, lui non provava niente per Lea, eppure era geloso. 
Lea parlando con Michele finì per farselo piacere davvero tanto. La faceva ridere ed era tenerissimo, poi a un certo punto Michele si fermò, la prese e le diede un bacio a stampo. Mattia, che vide tutta la scena, sentì dentro si sé una sensazione strana, aveva paura di perderla. 
Lea era felice: il ragazzo che le piaceva l'aveva appena baciata. Subito dopo Michele disse: adesso devo andare, questo è il mio numero, fatti sentire ogni tanto tesoro.
Le scrisse il numero sul cellulare e lo salvò con il nome "tesoro M." poi si voltò e si avviò verso casa. 
Lea mise il cellulare in tasca e corse verso Mattia e gli saltò in braccio e disse che era felice e lui sottovoce le disse che era contento per lei, ma la sua voce era rauca, si capiva che non era davvero entusiasta della situazione e quindi lei disse: ma sei geloso?
Lui: ma va! cosa cavolo stai dicendo!
Lei: e ma hai una voce stranissima, quasi fossi triste.
Lui: ma va scema! sono contento per te!
Lei: quello era il mio secondo bacio.
Lui: secondo?
Lei: si! il mio prima bacio l'ho dato a un ragazzo fantastico all'elementari. 
Lui ridendo rispose: anche io il mio primo bacio l'ho dato ha una ragazza fantastica all'elementari.
Loro due si baciarono una volta a stampo in quarta elementare, perchè volevano che il loro primo bacio fosse con qualcuno con cui sarebbe durata per sempre.
Lei: ti voglio bene scemo.
Lui: anche io sfigata.
Tornarono a casa di Mattia e, dopo mangiato, invitarono degli amici che proposero il gioco della bottiglia e naturalmente tutti accettarono. 
Ecco che accadde ciò che tutti aspettavano: i due migliori amici si dovevano baciare, Lea e Mattia. 
Entrambi si alzarono e quando le loro labbra si incontrarono sentirono entrambi una sensazione strana, come se per tutto questo tempo avessero cercato solo quel bacio. Quando si separarono si guardarono negli occhi e a lei uscì una lacrima, così corse in bagno e si chiuse dentro. Mattia le corse dietro e dall'altro lato della porta si sentiva lei piangere e poi disse: cos'era quella sensazione?
Lui: non me lo chiedere, perchè io non lo so!
Lei: non può essere Tia, noi siamo amici, non possiamo provare nulla l'un l'altro a parte il bene.
Lui: lo so, ma quella sensazione come la spieghi?
Lei: è come se per tutto questo tempo...
Insieme: NON AVESSI CERCATO ALTRO.
Lei aprì la porta del bagno e lo abbracciò e sottovoce disse: cerchiamo di dimenticare, ti voglio bene e non voglio rovinare la nostra amicizia.
Lui: ok sfigata. ti voglio bene!
Insieme tornarono dagli altri che nel frattempo avevano continuato a giocare.
  
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