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Autore: Airlys    29/12/2011    1 recensioni
Trenta prompt, trenta frasi per trenta momenti della vita di Kurt, per lo più con Blaine. Una sfida contro di me, giocata con MarchesaVanzetta.
Leggeri spoiler sulla 3a serie.
es: Servizio in camera. “Blaine?” “Uhm?” “Ho come l’impressione che se chiamiamo un’altra volta il servizio in camera, arriveranno armati” disse Kurt guardando verso il loro letto, dove si potevano contare minimo una dozzina di cuscini.‘solo per stare più comodi’ aveva detto Blaine. Come no. In verità ci stava saltando sopra allegramente da venti minuti buoni.
Genere: Fluff, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Kurt Hummel | Coppie: Blaine/Kurt
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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The time of my life.

Ad Anna, che mi ha proposto
questa sfida ed è stata capace di farmi
ricominciare a scrivere. Grazie.

Foglie Gialle. Vedere le foglie che erano ormai diventate per la maggior parte gialle, aveva ricordato a Kurt che erano ormai quasi tre mesi che si trovava a New York. E, voltando il viso e trovandosi davanti Blaine, pensava che non poteva chiedere di meglio.

Paura del buio. Kurt sapeva bene che il suo era un comportamento infantile, ma la paura del buio era una cosa che davvero non riusciva a superare. Il fatto che ora, però, Blaine fosse lì ad abbracciarlo e a sussurrargli che andava tutto bene migliorava un po’ la situazione.

Università. Da quando sia lui che Blaine erano stati accettati all’università di New York, Kurt aveva trovato un nuovo passatempo.
Mentre Blaine era ancora in aula a seguire un corso, lui, per aspettarlo, si sedeva sotto un grande albero nel campus e sognava la scenografia per la sua nuova opera.

Coperta. Una delle cose che Kurt amava di più era quella coperta che sua mamma gli aveva fatto quando era ancora un neonato. La teneva sempre sul suo letto, anche se ormai era diventata troppo piccola, ma quando l’assenza della madre si faceva sentire, vi ci si stringeva e poteva giurare di sentire ancora il suo fresco profumo.

Sito Web. ‘Internet sarà la mia rovina’ aveva pensato il ragazzo, mentre osservava Blaine che sdraiato sul letto continuava a ridacchiare davanti a un qualche video trovato in un sito Web e ignorava bellamente Kurt che cercava di attirare la sua attenzione.

Cosplay. “Sul serio, Blaine?” Aveva chiesto Kurt, mentre osservava il suo ragazzo che, allegro come non mai, saltellava per la stanza vestito come Harry Potter –con tanto di occhiali, cicatrice, cravatta e mantello- impaziente di andare alla gara di Cosplay che si sarebbe tenuta in città.

Attentato. “Questo è un attentato alla mia sanità mentale e fisica, ne sei consapevole, vero?” aveva domandato, mentre Blaine lo trascinava verso un’insegna che diceva espressamente “PaintBall”. Guerra con fucili caricati a vernice. Fantastico davvero. Kurt sollevò gli occhi al cielo. Cosa non si faceva per amore...

Servizio in camera. “Blaine?” “Uhm?” “Ho come l’impressione che se chiamiamo un’altra volta il servizio in camera, arriveranno armati” disse Kurt guardando verso il loro letto, dove si potevano contare minimo una dozzina di cuscini.‘solo per stare più comodi’ aveva detto Blaine. Come no. In verità ci stava saltando sopra allegramente da venti minuti buoni.

Amici di letto. “Ma ti rendi conto di cosa ti ha proposto l’ idiota?”
Kurt continuò, imperterrito. “‘It doesn’t bother me, if it doesn’t bother you’ ha detto! Ti ha proposto di essere amici di letto! Ma ti rendi conto?! Non lo sopporto! E perché non dici nulla, tu?!”
Blaine lo zittì con un bacio. A mali estremi...

Pigiama. Kurt si domandava come avesse potuto essere tanto smemorato. Si era dimenticato di lavare i suoi pigiama di seta e l’unico rimasto era uno con dei pinguini e degli orsetti bianchi disegnati sopra. Si sentiva ridicolo a passare la notte conciato così con Blaine, ma il suo ragazzo sembrava trovarlo parecchio tenero, in quella mise, dal momento che non smetteva di abbracciarlo.

Telefilm.
Una giornata di puro relax era proprio quello che gli serviva. Kurt sospirò, mentre si sdraiava sul divano, la sua diet coke in mano, pronto a vedere la nuova puntata del suo telefilm preferito.

Popcorn. Che Kurt fosse un po’ spaventato dai film horror era un eufemismo. Ne era terrorizzato.
Proprio per questo motivo i popcorn che aveva nel suo secchio erano saltati completamente in aria, accompagnati da un suo urlo, mentre il suo viso finiva nascosto tra le pieghe del maglione di Blaine.

Candela. “Kurt?” “Si, Blaine?” “Cosa fai per terra con le gambe per aria?” gli domandò perplesso e Kurt si rialzò elegantemente dal tappetino da yoga “La candela” gli spiegò come se si stesse rivolgendo a un bambino, voltandosi sulla pancia“serve ad allungare i muscoli della schiena”.

Abito da sposa.
“Quell’abito da sposa è davvero stupendo” gli aveva sussurrato Blaine, mentre osservavano le foto del matrimonio dei genitori di Kurt. “Già” aveva acconsentito Kurt, stringendosi nel suo abbraccio. “Proprio come lo era lei”.

Cappuccino. Da quando erano a New York, ogni tanto Kurt la mattina si alzava più presto del solito e passava al bar vicino al loro appartamento e ordinava sempre un latte macchiato scremato per lui, e un cappuccino medio per Blaine, solo per vedere quel sorriso che illuminava il volto del suo ragazzo quando lo svegliava con un bacio e l’aroma del suo caffè preferito.

Scarpe col tacco. Kurt non pensava che Blaine l’avesse presa così seriamente quando Burt gli aveva raccontato di quello che il suo ragazzo aveva chiesto per il suo terzo compleanno, ma aprendo la scatola che Blaine gli aveva messo tra le mani e tirandone fuori un paio di scarpe con tacco 10, Kurt non poté fare a meno di ridacchiare e baciarlo.

Lenti a contatto. Blaine si stava sfregando gli occhi da qualche minuto, quando Kurt gli prese delicatamente le mani e dopo aver osservato gli occhi rossi e stanchi del suo ragazzo, gli porse i suoi occhiali, chiedendogli di togliersi le lenti a contatto, sostenendo anche che gli occhiali gli donassero un certo fascino...

Statistiche. Mentre il suo professore parlava di statistiche e disegnava grafici apparentemente senza senso, alla lavagna, Kurt vagava con la mente e disegnava cuoricini sparsi sul foglio che avrebbe dovuto ospitare i suoi appunti, pensando a Blaine.

Sogno irrealizzabile. Mentre Blaine camminava per le vie di New York sentiva gli sguardi di molti posarsi su di lui, poi, però, arrivava Kurt che gli posava una mano sul fianco o gli sussurrava qualcosa e nel momento esatto in cui Blaine lo percepiva arrivare e sorrideva, gli altri capivano che il loro era un sogno irrealizzabile.

Gesto di Pace. Dopo la litigata con Finn con Blaine, i due si erano finalmente chiariti e si erano abbracciati, in un gesto di pace.

Bambino inatteso. Ogni tanto, Blaine, si sentiva un po’ come se un bambino inatteso, non programmato, non voluto. Aveva iniziato a sentirsi così dopo aver fatto coming out ai suoi genitori e suo padre aveva tentato in ogni modo di renderlo qualcosa che non poteva essere.

Carrello della spesa. Blaine aveva imparato una cosa. Mai dare retta a Kurt nei supermercati. Perché anche se sulla lista erano segnate solo quattro cose, Kurt sarebbe uscito con minimo quattro cestini. Allo stesso modo, Kurt aveva imparato a portare due cestini per mano, piuttosto che lasciare Blaine e un carrello della spesa nello stesso reparto.

Responsabilità. Portare avanti una relazione era una gran bella responsabilità, pensò Kurt. E anche vivere da soli a New York, lo era. Però, se significava svegliarsi ogni mattina con Blaine accanto, era più che contento di assumerla.

Fratello. A sedici anni suonati, un fratello di altrettanti anni gli era piombato nella vita. Per Kurt, avere qualcuno che girasse per casa che non fosse suo padre, era strano e un po’ fastidioso, soprattutto perché Finn sembrava non conoscere il concetto di privacy. A poco a poco, però, aveva imparato ad apprezzarlo.

Lampione. Kurt aveva imparato a non fantasticare più ad occhi aperti mentre camminava per le vie affollate di New York dopo quella volta in cui era andato a sbattere in pieno contro un lampione e un livido aveva fatto la sua comparsa sulla sua fronte. Erano serviti tanti baci di Blaine, per distogliere la sua attenzione da quella brutta macchia viola.

Fatica. “Che fatica!” ansimò Kurt dopo aver appoggiato per terra l’ultimo scatolone contenente le cose per il nuovo appartamento. Poco dopo Blaine lo aveva raggiunto e aveva appoggiato il viso sorridente nell’incavo del suo collo, cullandolo.

Competizione. Era bella, quella sensazione, decise Kurt. Un po’ di sana competizione non poteva che fargli bene, l’adrenalina nel sangue, i brividi lungo la schiena, l’ansia da palcoscenico. Anche se era con i Warbler, ora, quella sensazione non se ne era andata.

Chat. “Blaine?” “Uhm?” “Cosa fai?” “Sono su omegle” “Dove?” “Una chat dove puoi rimanere anonimo e parlare con gente di tutto il mondo. A volte è un po’ inquietante, ma spesso è interessante” Spiegò Blaine. “Vuoi provare?”
Poco dopo, Kurt era accanto a lui, a parlare con un tizio che a quando pareva veniva dalla Cina sulla qualità della seta.

Cannolo. In barba alla sua dieta povera di calorie, quando quell’estate Kurt era stato con Blaine in Sicilia, praticamente ogni sera si ritrovava a mangiare un Cannolo siciliano con gusto, mentre Blaine lo osservava malizioso.

Orologio. Quel papillon con orologio incorporato era fantastico, aveva detto Kurt rivolgendosi al suo ragazzo, mentre passavano davanti a una vetrina. Qualche giorno dopo, quando si era svegliato, aveva trovato accanto al suo cuscino una scatola ben impacchettata con all’interno quel papillon e un bigliettino. Potrà anche essere fantastico, ma mai quanto te. Ti amo. Blaine. Un sorriso gli si dipinse sul volto.


   
 
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