Film > Sherlock Holmes
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Autore: giuly666    29/12/2011    2 recensioni
Attenzione: Spoiler su Sherlock Holmes - Gioco di Ombre
E se Watson, dopo aver capito che Holmes è vivo, decidesse di divorziarsi da Mary e di tornare con il suo caro collega?
La coppia è Holmes/Watson
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: John Watson, Mary Morstan, Mrs. Hudson, Sherlock Holmes
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Quando tornò nel suo studio e si risedette sua poltrona della sua scrivania, lesse le ultime parole che aveva scritto e vi trovo anche un punto interrogativo. Appena lo vide, i suoi occhi si illuminarono di quella luce presente solo negli occhi di chi aveva assistito ad un miracolo. E fu proprio così che lui si sentì. Era così felice che avrebbe voluto gridare al mondo intero quanto si sentisse di nuovo vivo. Restò a fissare quel segno di punteggiatura finchè dalla porta non entrò la signora Hudson per occuparsi di Gladston. Appena la vide, Watson le chiese se nella sua vecchia casa anzi, nella loro vecchia casa vi fosse qualcuno. La donna gli offrì un sorriso di quelli che raramente sfoggiava e, con un inchino gli confermò gli ultimi dubbi. Watson non attese che Mrs. Hudson aggiungesse altro e congedandosi velocemente uscì da quella "casa" per tornare a quella che, seppur senza accorgersene, considerava non solo come una casa, ma come un luogo fuori dal mondo. Un luogo in cui poter stare solo con lui, il suo migliore amico, il suo fedele compagno di avventura, il suo detective, la sua unica anima gemella. Arrivò senza più fiato alla casa che corrispondeva alla 221B di Baker Street. Era agitato, in preda ad una eccitazione che lo spaventava e lo rassicurava al tempo stesso. Forse è tutto un sogno, forse aprendo quella porta troverò solo l'aria ad accogliermi. Era questo il pensiero che vorticava come un ciclone nella mente del dottore. Cacciando quel pensiero, Watson si apprestò a raggiungere la porta e ad aprirla. Nell'istante in cui la serratura scattò, Watson si fiondò all'interno dell'alloggio, dirigendosi senza perdere tempo, nella stanza di Holmes. Una volta entrato, se lo ritrovò davanti a sè, con quegli occhi d'ebano a fissarlo stupiti e quelle labbra che tanto aveva bramato socchiuse in un accenno di sorriso. Non vi fu tempo per le parole che il dottore abbracciò il detective, il suo detective, con un ardore e un senso di conforto tali che Holmes, per un istante, rimase interdetto, dopodichè ricambiò l'abbraccio con un sorriso molto più accentuato del precedente. Sherlock lo sapeva, sapeva che quel testardo di un medico sarebbe tornato da lui; sapeva che il suo fidato compagno di avventura avrebbe fatto ritorno al luogo dove tutto era iniziato. Quella casa li aveva visti sotto ogni sfumatura possibile: li aveva visti litigare, scherzare, risolvere casi, sfidarsi ma soprattutto, li aveva visti amarsi come nessun'altro avrebbe mai fatto, desiderarsi come i dannati desideravano la luce, viversi in tutte le diverse sfacettature dei loro rispettivi caratteri. Adesso vi erano solo loro due, solo quella casa che fungeva da rifugio sicuro per il loro amore. Non vi erano più un insensato matrimonio o dei professori narcisisti che volevano ucciderli, solo loro due. - Non ti lascerò più fare una cosa simile, non credere di potermi abbandonare così una seconda volta perchè, a quel punto, sarò io stesso ad ucciderti, Sherlock!-. Era una frase che sembrava più una raccomandazione che una seria minaccia da parte del suo dottore. - Allora ti prometto che se ci dovesse essere una seconda volta, ti avviserò per permetterti di salvarmi, come fai sempre, Jhon...-. Udendo quelle parole, Watson si liberò dell'abbraccio e si tolse la fede che portava, lasciando sorpreso l'uomo che si trovava davanti ad osservare quel gesto. Gettò l'anello da qualche parte della stanza e, senza un attimo di esitazione, si riattaccò al suo detective e lo baciò con una tale passione e nostalgia che quasi portarono i suoi occhi a lacrimare. Quanto gli era mancata la delicata morbidezza di quelle labbra, quanto le aveva cercate in quelle della sua cosiddetta "moglie". La sensazione di quel corpo attaccato al suo e il calore che emanava gli fecero desiderare che il tempo si fermasse. All'improvviso, Holmes si staccò da Watson per osservare l'uomo che era riuscito a sottomettere lui e la sua volontà e notò che, anche tentando di nasconderlo, il suo dottore aveva due occhi colmi di desiderio che per troppo tempo era stato soppresso. - Non ci sarà bisogno di avvisarmi perchè io non mi separerò da te mai più, nemmeno se dovessimo incontrare altri pazzi sactenati come Moriarty, nemmeno se un giorno dovessi stancarti di me, non commetterò di nuovo l'errore di abbandonarti, Sherlock!-. Al suono di quelle parole, il detective appoggiò la testa sulla spalla sinistra di Watson che, al solo contatto lo strinse di più a sè. - Penso che Mary non sarà d'accordo riguardo a questa decisione, mio caro dottore-, boffonchiò appena Holmes e Watson gli offrì una risposta che fece calare ogni dubbio dell'investigatore:- Anche se non sarà d'accordo accetterà, non l'ho mai toccata, se non per baci di convenienza affinchè non mi desse troppo fastidio. E comunque, anche se non sarà facile, avrò te al mio fianco e questo mi rende sicuro della mia scelta.- e così dicendo si inginocchiò davanti a Holmes e continuò:- Sherlock, mi permetterai di restarti accanto in ricchezza e in povertà, in salute e in malattia, nella buona e nella cattiva sorte, finchè morte non ci separi?-. Il detective si inginocchiò a sua volta e, con un caldo sorriso, rispose:- Te lo permetto, Jhon, in ricchezza e in povertà, in salute e in malattia, nella buona e nella cattiva sorte finchè morte non ci separi; anche se risulterà un po' strano agli occhi della gente che tu abbia abbandonato tua moglie per tornare a stare con il tuo collega, mi caro Watson!-. Entrambi scoppiarono in una fragorosa risata e per celebrare l'evento, passarono insieme tutto il giorno, senza escludere la notte e il giorno seguente, per confermare tale promessa. Una settimana dopo la riconciliazione, Mrs. Mary decise con non molta felicità di firmare i documenti del divorzio e Mrs. Hudson fu, al contario, al settimo cielo sapendo di non dover subire le follie di quel pazzo di un detective e che quei due si erano finalmente ritrovati, anche se era all'oscuro dei veri sentimenti che provavano l'uno per l'altro. E così, Sherlock Holmes e Jhon Watson poterono tornare a formare quell'incredibile duo che risolveva tutti i casi più difficili di cui Londra si era vista teatro.

  
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