E'
sottile davvero, il confine tra realtà e finzione. Ma quando
fantastichi per troppo tempo su qualcosa, o su qualcuno,
le tue illusioni tendono a trasformarsi in sogni. E i sogni in
convinzione.
Prima che tu te ne renda conto, è già
troppo tardi per fermare l'audace circolo vizioso. Perchè la
notte lo pensi e ti tocchi, e ti mordi le labbra nel tentativo di non
pronunciare il suo nome, e soffochi gli ansimi tra le pieghe del
cuscino nel terrore che lui ti senta; e mentre dormi la mente divaga
in un mondo dove tutto è possibile, e dove lui ti bacia, e ti
dice che ti ha sempre amato. E quando poi ti svegli, oh; non puoi
fare a meno di pensare a quanto fosse reale quel sogno, come tutti i
sogni precedenti...
Se poi lui qualche ora dopo ti ferma in
corridoio e ti sorride, buttandoti le braccia al collo e urlando il
quotidiano 'Buongiorno, Yu!', allora diventa difficile cacciarlo alla
solita maniera, e non indugiare nemmeno per un secondo sul dolce
pensiero che il suo tono di voce quella mattina sia particolarmente
gentile. Con in mente la flebile rievocazione di quella fantasia
proibita, ti è impossibile evitare di guardarlo per tutto il
giorno, e mantenere costante e lento il ritmo cardiaco ogni qual
volta lui ti rivolge un'occhiata, o una parola, o un mezzo
sorriso.
La sua risata è cristallina, ed è così
piacevole pensare che questa sia rivolta unicamente a te, genuina e
melodiosa.
Quando la sera, mentre siete a mensa, lui ti passa
accanto e ti sfiora casualmente la mano, tu non puoi proprio credere
che quel lieve tocco sia davvero casuale. Lo guardi e cerchi di
capire le sue intenzioni, ma anche quando vedi che lui non ricambia
il tuo sguardo, ti dici semplicemente che non vuole far trapelare ciò
che prova.
E a quel punto, solo a quel punto, desidereresti così
tanto fermarlo e baciarlo, dirgli che anche tu senti qualcosa, che è
così inutile perpetuare una simile situazione di stallo...
Ma
non puoi. Tutti vi fissano, tutti lo
fissano.
Che direbbe la gente, di una cosa del genere?
Decidi quindi di
andartene, di non salutare nessuno, di non rivolgere la parola ad
anima viva. Senti perfettamente la sua voce allegra che ti da la
buonanotte, ma tu la ignori, seppur a fatica, sapendo che quello non
è l'ultimo saluto della giornata che vi aspetta. Il cuore ti
batte forte mentre ti allontani da lui per tornare a chiuderti in
camera tua, quando desidereresti solo fare dietro-front e stringerlo
tra le braccia: ma non appena ti chiudi la porta alle spalle, il
ricordo di quelle sue continue gentilezze non può davvero
frenare la nascita di un lieve sorriso appena abbozzato sulle labbra
sottili.
E' mentre ti sciogli i capelli e ti sfili la divisa, per
indossare i soliti pantaloni larghi e la solita canottiera nera, che
ti dici pronto. E' così palese, dopotutto, come lui ricambi i
tuoi sentimenti, che nemmeno temi un rifiuto.
Vuoi semplicemente
appoggiare le labbra alle sue, vuoi sentire il suo battito del cuore,
vuoi che lui ripeta ciò che ha più volte detto nei tuoi
sogni. Che senso ha, per quel coniglio, nascondersi ancora?
E'
tardi e la luna è alta quando lasci nuovamente la sua stanza,
in silenzio. Non puoi certo farti trovare in giro per la sede a
quell'ora, qualcuno potrebbe farsi delle domande, e di certo non vuoi
che vi scoprano. Dovrete fare piano, è essenziale, e ti
rammenti di ricordarglielo non appena lo vedi.
La strada per la
sua camera la conosci a memoria, l'hai percorsa centinaia di volte,
in mille notti diverse: e nonostante il battito cardiaco accelerato,
come quello di uno spettatore prima di un gran colpo di scena, non
sei neppure intimorito mentre posi le dita pallide e affusolate sulla
maniglia della porta della sua stanza. D'altronde, non è certo
la prima volta che lo fai. Pregusti già le sue labbra soffici, mentre socchiudi gli occhi e ti appresti ad entrare.
Il
suo odore ti riempie le narici ancora prima di varcare la soglia. E'
quell'odore di buono che ha la sua pelle, il profumo del suo balsamo,
il mentolo pungente del suo dentifricio. E il suo sapore: il suo
sapore è triste e dolce quanto i suoi sorrisi più
sinceri. I suoi baci, invece, sanno di zucchero.
Ti accoglie con
un abbraccio, anche quella notte. Anche quella notte ti spoglia con
gentilezza, ti adagia sul suo letto con calma, guardando il materasso
adattarsi alle forme del tuo corpo nudo. Sa sempre come toccarti,
lui, sa sempre in che modo prenderti: non ti dice nulla mentre sale
sopra di te, ma con uno sguardo ti chiede sempre il tuo tacito
consenso, prima di farti suo.
Mentre fate l'amore, dimentichi
quanto un tempo detestassi quella voce: i tuoi gemiti si alternano
alle sue parole, ed è melodia, è musica pura, è
il suono del suo cuore che batte contro il tuo petto e la morbidezza
della sua bocca che sfiora la tua pelle, che ti fa amare un po' di
più la vita e odiare un po' di più la morte.
Il
mattino dopo, lui ti ferma in corridoio. Ti butta le braccia al collo
come al solito, come al solito urla il suo prevedibile 'Buongiorno,
Yu!', e tu come al solito lo allontani in malo modo.
Mentre vi
dirigete a far colazione, la sua domanda ti coglie di sorpresa.
-
Come hai passato la notte, Yu?' -
Ma tu, dopo un primo attimo di
esitazione, chiudi gli occhi e scrolli le spalle.
- Betsu
ni. -
Anche
quella notte hai fatto quel sogno, e segretamente pensi che il suo
tono di voce sia incredibilmente dolce, troppo
per
non nascondere qualcosa.
Sì. E' sottile davvero, il confine
tra realtà e finzione.