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Autore: Selene Black    30/12/2011    2 recensioni
Ginevra, una ragazza italiana, nei dintorni di Londra. Uno scontro particolare, reale, che cambia lentamente la sua vita.
"- Ah … - diede un ultima controllata in giro e, soddisfatta, ebbe finalmente il coraggio di guardarlo negli occhi. –vuoi qualcosa? Un tè?-
- Veramente preferirei un caffè – stava osservando quel trilocale con aria interessata e si accorse solo dopo un po’ che lei lo stava fissando in cagnesco, come dire: se sei venuto per essere servito, fai prima a portare il tuo bel culo reale fuori di qui.
"Ma sono davvero un idiota allora" Diventò ancora più rosso del solito quando disse: -Scusa, cioè.. quello che vuoi, non volevo…ehm… un bicchiere d’acqua va benissimo.- “Com’è che riesce sempre a sconvolgere i miei piani?”." (Tratto dal capitolo 5)
[Harry del Galles + nuovo personaggio]
Genere: Romantico, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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“Dov’è? Perché non torna?”
“Calmati sveglione, e occhio a Philippa. Non sembra gradire molto la tua agitazione e le tue continue occhiate alla porta.”
Harry ringraziò la propria coscienza e sorrise a Commando, anche se non aveva la minima idea di cosa stesse dicendo.
Gli stava sfuggendo la cosa di mano. Gin era praticamente appena uscita e già lui non ce la faceva più. Senza pensare poi che si stava immaginando qualsiasi cosa avrebbe potuto fare mentre era via, perché neanche per un secondo aveva creduto a quella stupida assurda scusa del lavoro. E allora perché era uscita?
“Ha un flirt con Blame! Sta di nuovo male, o … oddio sta scappando da me!” Mentre già vedeva chiaramente Gin che rubava una macchina e la metteva in moto, per poi sgommare via dalla proprietà per mettere quanti più chilometri possibili tra loro, gettò un occhiata ansiosa verso l’orologio appeso alla parete della cucina. Poteva essersi sentita male durante il tragitto…
-…Capitano.-
 …o visto che era così brava a combinare disastri avrebbe potuto…
- HARRY!-
La sua coscienza l’aveva chiamato? Poco probabile.
“Io te l’avevo detto di smetterla. Quanto sei stupido.” Quell’ immancabile vocina dentro di lui aveva un tono da so-tutto-io che gli dava sui nervi. E quella che lo aveva chiamato era semplicemente Commando, visto che non se la stava filando neanche di striscio e probabilmente se ne era accorta.
-Uh? Cosa?- rispose emergendo dai pensieri tormentati e mise a fuoco Pippa, davanti a lui, che lo guardava indignata soffiando come un gatto arrabbiato. Merda. Pippa, Pippa, Pippa. Doveva concentrarsi su di lei.
-Ma non sentivi? Ti stavo chiamando da un pezzo.- se avesse potuto, la sua cara amica l’avrebbe volentieri ucciso con lo sguardo, che gli stava inviando scariche elettriche. –Non mi stavi ascoltando. – Fulmini – non mi stavi ascoltando per niente.- Saette – sei distratto. –  Qualcos’altro. Niente desiderio di assassinarlo, ma uno sguardo che non aveva mai notato. Cos’era? Disgusto, fastidio, rabbia?
Mentre pian piano si accorgeva che non era proprio il caso di far arrabbiare la sua migliore amica né di raccontarle ogni particolare dei suoi rapporti con quell’attira disastri che gli stava sconvolgendo tutto, si impegnò nel fare il sorriso più strepitoso che potesse e gli occhi dolci, quel mix da rubacuori che faceva si che le ragazze cadessero ai suoi piedi. Pippa non avrebbe resistito.
-Scusa Commando, mi era venuto in mente di Will e Kate. Non arrivano e...- disse con una voce mielosa e un tono da imploro perdono umilmente mia principessa – Stavi dicendo?-
Come calcolato le guancie di Pippa si velarono di rosso, mentre lei sorridente tornava a blaterare di chissà cosa, tutta contenta, e Harry si perdeva di nuovo nei propri pensieri, preoccupandosi di annuire o sorridere ogni tanto.
Avrebbe voluto davvero stare attento a quei discorsi, ma c’era Gin. Gin dappertutto, nella sua testa.
E si prendeva tutto lo spazio, tutti i suoi sensi. Gli sembrava di vedere i suoi capelli che svolazzavano, di sentire il suo profumo,  di sfiorare quella pelle morbida e quelle labbra, di ascoltare quel rumore di pneumatici sul vialetto che portava allo chalet…
Pneumatici? Una macchina?
Senza badare a Pippa che,  sbigottita,  gli gettava sguardi stupiti, si alzò di scatto e si fiondò alla porta per poi spalancarla.
Erano tornati. Finalmente.
Corse incontro alla berlina scura proprio mentre si aprivano le portiere. Will aiutò Kate a uscire, assieme a Gin. Per un attimo Harry restò incantato, poi si riprese e si gettò sulla sua sorellona, stringendola a sé delicatamente, attento a non farle male.
-Katie- disse quando lei ricambiò l’abbraccio –stai bene?-
La sua sorella acquisita era un po’ pallida, e la sua stretta non troppo vigorosa ma traballante, però si reggeva bene sulle gambe e nei suoi occhi azzurri era tornata la luce, quella forza e quella determinazione che l’avevano sempre caratterizzata. Era tornata la sua Kate, non più la donna distrutta che aveva visto due giorni prima.
-Harry.- rispose lei affettuosamente - mi sento un po’ debole ma sto alla grande. Willy mi ha fatto trattare da regina.- staccandosi da lui gli sorrise, e poi sbirciò dietro di lui –Ginny mi aveva detto che Pippa era già qui.-
-Oh si. Credo vi aspetti dentro.- Le rispose senza neanche voltarsi, un po’ infastidito da quel “Ginny”che sembrava loro tanto naturale, come se tutti fossero in confidenza con lei. Tutti, tranne ovviamente lui. Ma non riuscì a irritarsi davvero e non si preoccupò nemmeno di dare una voce a Pippa, che probabilmente non si era accorta che erano tornati, perché era troppo preso da qualcos’altro.
Gin lo stava guardando, con un sorriso timido. All’inizio non lo notò neanche, ma dopo essersi perso abbastanza nei suoi occhi, dopo aver nuotato in un mare verde-marrone per un po’, si accorse che c’era qualcosa che la turbava. Oltre a essere timido, quel sorriso era anche…teso. E notò anche che continuava a torturare una scatoletta di cartone che aveva tra le mani. Un lampo di preoccupazione lo attraversò da capo a piedi.
-Sì sì, è dentro.- disse riprendendosi e quasi spingendo la cognata verso la porta della casa e facendo cenno di entrare al fratello. Will gli scoccò un occhiata penetrante di rimando, chiudendo gli occhi a fessura con aria pensosa, ma poi si girò e seguì Kate in casa dove già si sentiva squillare allegra la voce di Pippa. Anche Gin fece per accodarsi, ma lui la prese per un braccio mentre gli passava accanto. Lei si irrigidì e deglutì fissandolo accigliata.
Forse non era stato proprio dolce, anzi, l’aveva un po’ strattonata. Si pentì subito e si sentì in imbarazzo, ancora una volta non sapeva come comportarsi con quella ragazza che lo rendeva così insicuro e indifeso. Arrossì violentemente, chiedendole scusa con lo sguardo, e allentò la presa, senza però lasciarla andare.
-È..è tutto okay?- Stavolta era stato lui a deglutire rumorosamente. Si sentiva così stupido, e questo lo faceva incupire, ma così come gli provocava queste sensazioni, allo stesso tempo Gin lo calmava e lo rilassava. O molto probabilmente lei era la causa solo delle ultime due, e la rabbia era solo provocata dal fatto che non era abituato a dover lottare per ottenere una ragazza, come non era abituato a preoccuparsi per lei.
Gin sembrò addolcirsi, e lui fu quasi sul punto di stringerla a sé e prenderla, quando lei batté le lunghe ciglia e lo guardò imbarazzata e sorridente. “Hai fatto la mossa giusta, principino” gli sussurrò la sua saccente coscienza.
-Sì, grazie. Ehm..Ero a prendere un antidolorifico e li ho incontrati…-
Antidolorifico? Non doveva chiarire qualcosa a Blame? Senza capire Harry corrugò la fronte, ma le sorrise e decise di non chiederle altro. Lei non smise di torturare la piccola scatola, e abbassò gli occhi.
-Harry..- sentì i brividi percorrergli la schiena, una gioia immensa e allo stesso tempo un senso di paura attanagliargli lo stomaco. Lo aveva chiamato. Gioia. Brividi. Ma il tono non era proprio quello di un allegro richiamo. Lo aveva pronunciato quasi sottovoce, incerta, impaurita. E nient’affatto sorridente. Anche il suo sorriso si spense di rimando, mentre cercava di ritrovare il suo sguardo. Era successo qualcosa. E lui era ancora più preoccupato di prima.
Poi lei strinse gli occhi e scosse la testa, come per allontanare qualche pensiero cattivo. E cercando di sorridere disse:
-..No, niente. Ho conosciuto Lucas, sai, la guardia. Simpatico.- buttò fuori tutto di un fiato, parlando velocemente. Stando attenta a non incrociare mai il suo sguardo.
-Ah…- Detto così non sembrava affatto preoccupante. Una guardia simpatica. Tirò un sospiro di sollievo, ma poi ci pensò su. Lucas. Ovvero, come lui e Will lo definivano, il fustacchione. E Gin lo aveva appena definito simpatico.
-Ah.- ripetè, secco.
Il suo cervello cominciava a mettere assieme i pensieri.  Gin aveva conosciuto un fustacchione simpatico. Gin aveva parlato con una sottospecie di modello, simpatico. Gin. Fustacchione. Gin lo aveva detto quasi con paura. Gin se ne era quasi vergognata. Gin. Fustacchione. Mentre la voce di Gin e “simpatico” gli rimbombavano nelle orecchie, fece due più due. Gin, la sua Gin, aveva conosciuto Lucas, quello sgorbi etto insignificante con un fisico che Katie definiva “da urlo”, e molto probabilmente si era chiesta e richiesta cosa l’avesse spinta a baciare uno come lui (la sua autostima era chilometri sotto di lui). Gin si era pentita. E probabilmente era imbarazzata perché lui era il principe d’inghilterra, probabilmente non le era stato facile tentare di rifiutarlo. La certezza si addentrava dentro di lui.
Pentimento, rifiuto.
“Stai correndo troppo.” Gli disse la coscienza scocciata “ma non pensavo fossi in grado di fare ragionamenti del genere, complimenti.”
-Allora…Entriamo?-
Evidentemente era una domanda retorica perché Harry si riscosse e si voltò in tempo per vedere Gin che entrava sgusciandogli via da davanti gli occhi. Restò immobile e confuso fuori, guardando tristemente il nulla davanti a sé, finchè non sentì la voce di Pippa che lo chiamava, e allora si avviò mesto verso la porta.

Non può essere.

“Non è, idiota. Sei solo un masochista che si vuole complicarsi la vita inutilmente.”


 
~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~
Uccidetemi. Cioè, praticamente due mesi senza pubblicare niente! D:

In più mi sento completamente incapace di rendere lo stato confusionale in cui si ritrova il povero Harry in questo momento. Ed è la mia coscienza (che sì, è moooolto simile a quella del nostro principe, perché saccente  e sfracassa palle)  che salta fuori ogni due secondi “questo non va bene.” “okay, è assurdo, ma smettila e datti all’ippica” ecc.
Se mai mi perdonerete, vi ringrazio in anticipo (anche perché stavolta non ho affatto scusanti), e vi assssssicuro che non lo faro piùpiù! (“Se, come no. Non ti crederanno più” by coscienza cacca)
Grazie Grazie Grazie  a R o n n i e  e  r o x a n n e( tu poi  Roxie, che sei una commentatrice costante <3 ) che hanno recensito, e un grazie enorme anche a quelle che seguono, preferiscono e ricordano. *immensamentefelice*
Spero che vi piaccia anche questo capitolo, anche se, di fatto, è un po’ un capitolo di pensieri e collegamenti, forse noioso (spero di no!)

Al prossimo chappy

Sere

 

  
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