Questa cosa non
dovrebbe esistere D: Perché esiste?
E comunque, mh. Gavin. Gregory. Blah.
Buona lettura ~
Dr. Horrible is here to make you quake with
fear!
Il DI Lestrade sta preparandosi a digitare il messaggio che, ne
è sicuro, gli
rovinerà una giornata particolarmente tranquilla e
soleggiata.
I coniugi Linner sono scomparsi
dalla faccia della Terra, le impronte infangate
del cane di famiglia Faith sono finite sul soffitto
della loro sala da pranzo e la figlia in coma ha tracce di polvere da
sparo addosso.
Giusto perché non c'è limite al peggio, Anderson
si trova ancora a casa dei
Linner insieme a due nuovi arrivi che cercherà sicuramente
di impressionare, e
ieri sera deve aver litigato con Sally perché appena
arrivata lei ha aperto il
suo armadietto come se fosse la cosa più naturale del mondo
e ha affogato il
suo cellulare nel proprio caffè.
Sarà sublime.
Greg ha selezionato il numero di
Holmes sulla rubrica quando un
pacchetto crepitante lo colpisce in testa.
«Ma che—»
Si volta e incontra lo sguardo
colpevole di Dimmock, in piedi con le
braccia tese lungo il corpo come se non avesse idea di che farci.
«Ho lavorato
con quel consulente, Sherlock Holmes.»
Lestrade sospira, «l'ho
sentito,» ha letto dell'Avventura
del Banchiere Cieco sul blog di John e ha semplicemente
saputo che si trattava di Dimmock. Da una parte vorrebbe prendersi a
male, però
dall'altra non avrebbe voluto trovarsi nei suoi panni e dover trattare
un
ipotetico killer che si arrampica sui grattacieli quando ancora non
esistono
prove.
«Penso che tu abbia
bisogno di zuccheri per affrontarlo,» commenta il
più giovane collega, e Greg impiega qualche secondo a capire
la battuta.
Sorride sorpreso; di fronte al gentile
pensiero del collega si chiede se possa considerarlo meno
uno—stronzo però,
a posteriori, non è come se gli avesse chiesto nulla.
Studia la merendina piena di
carboidrati per poi infilarla nella tasca
della giacca, che si appende al braccio. Saluta con un gesto della
mano, «spero
solo che mia moglie non lo venga mai a sapere».
«Muto come un
pesce!»