Anime & Manga > Sekai-Ichi Hatsukoi
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Autore: mizuki95    31/12/2011    5 recensioni
Dovrebbe essere una specie di sequel di "Ricordi d'infanzia"...vabbè, in pratica è il racconto di un pomeriggio piovoso e di due bambini, di cui si scoprirà il grande segreto (?!) di uno di loro!
Genere: Fluff, Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai
Note: Missing Moments, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Ehilà! Torno l'ultimo dell'anno con una nuova one-shot! All'inizio ero dubbiosa sul caricarla per problemi di stima e soprattutto perchè credevo di aver usato l'idea giusta sui personaggi sbagliati (reputavo meglio una Junjou minimum), ma poi, grazie ad una ragazza gentilissima che ho conosciuto sulla mia pagina su Facebook, mi sono decisa e l'ho caricata! Ah, quando Chiaki dice "Ho solo dieci anni e sto giocando a shogi!", ebbene parla di una specie di versione giapponese degli scacchi...c'avete capito tutto, vero? xD Leggete direttamente e ditemi che ne pensate, ok?
P.s.= Se pensate che la cosa sembra un pò plagiata, ditemelo sinceramente! ç_ç

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16 Novembre

 
Ricordo che quel giorno era molto nuvoloso, e noi stavamo giocando con dei giochi da tavolo in soggiorno.

 Eravamo pure soli perché mia madre era uscita un attimo a fare la spesa.

 «Tori, ho perso di nuovo!» ammise Yoshino con tono rassegnato, poiché era la terza volta che giocavamo allo stesso gioco ed era la terza volta che perdeva

«Cambiamo gioco? Io mi sono stufato» dissi guardando fuori dalla finestra, preoccupato per il tempo che non accennava a migliorare, e lui sbottò «Certo che ti annoi, se vinci sempre!» «Ma mica è un gioco così difficile» replicai, ma lui ribatté energicamente «Ho solo dieci anni e sto giocando a shogi!».

 Dopo di questo, corse subito in bagno mentre io cercavo un altro gioco. Era decisamente snervante dover contenere l’allegria di Yoshino quando non potevamo giocare all’aperto, visto che era negato per i giochi da tavolo.

 Alla peggio, se proprio non avessi trovato nulla che lo soddisfacesse, gli avrei dato carta e colori, visto che sembrava rilassarsi quando disegnava.

Quand’ebbi trovato un altro gioco, questa volta così facile che addirittura lui avrebbe potuto comprendere, mi accorsi che era passato almeno un quarto d’ora ma Yoshino non era ancora tornato dal bagno.

 Che si fosse perso? Mica però casa mia era così grande da perdersi! Con questo pensiero nella mente mi diressi verso il bagno, sobbalzando con mia sorpresa all’ennesimo tuono.

Non so perché, forse per una tipica paura infantile, accesi tutte le luci delle stanze da cui passavo, prima fra tutte quelle del corridoio «Yoshino, hai finito?» chiesi bussando alla porta, ma non ricevetti risposta.

Bussai altre due volte per cortesia più che altro, poi entrai.

Yoshino non c’era.

«Yoshino! Dove sei?» dissi chiamandolo a gran voce e cercandolo in tutta la casa. Non solo eravamo da soli in casa, ma c’erano pure i tuoni e lui era scomparso! Lo cercai in tutte le stanze, lasciando per ultima la mia stanza.

Deglutendo accesi la luce, guardandomi intorno.

Non era nemmeno lì.

«Yoshino! Non è divertente!» dissi entrando lentamente e avvicinandomi al letto, da dove notai era scomparso il lenzuolo.

 I tuoni continuavano a cadere, insieme alla pioggia sulle finestre. Sobbalzai nuovamente quando sentii un rumorino provenire da dietro di me, che mi trovavo tra l’armadio ed il letto

«C-Chiaki…? Ti sei nascosto nell’armadio…?» chiesi sempre più spaventato avvicinando lentamente la mano alla maniglia dell’armadio quando qualcosa mi afferrò la caviglia destra, e gridai a pieni polmoni dallo spavento

«Sono io, Tori!» disse la voce di Yoshino, proveniente non dall’armadio ma da sotto il mio letto

«Yoshino, tu…! Mi hai fatto prendere un colpo!» gridai impaurito ed arrabbiato contemporaneamente, ma non si degnò di uscire da sotto il letto.

Allora, prendendolo come uno dei suoi capricci, mi inginocchiai davanti al letto e afferrandogli i polsi lo tirai a me «Lasciami, Tori!» gridava lui dimenandosi e scalciando, ma non avendo nemmeno compreso il motivo per cui si fosse nascosto lì sotto, figuriamoci se ve lo avrei lasciato!

Capii perché si trovava là sotto solo quando risuonò l’ennesimo tuono e soffocando un grido si liberò dalla mia presa e si circondò meglio con il mio lenzuolo, tappandosi le orecchie.

Stupito, rimasi immobile a guardarlo per degli istanti interminabili, ascoltando i singhiozzi del mio amico

 «Yoshino…» provai a dire, ma lui mi interruppe subito «Ti prego…solo finché non finisce di piovere…fammi stare qua, Tori…» disse con tono supplicante, ma non volli.

Avevo finalmente compreso la situazione, e  sapevo che lasciandolo fare di certo non avrei migliorato le cose.

Lo afferrai velocemente per i polsi e con un solo strattone lo tirai a me, abbracciandolo prima ancora che potesse protestare

«Non avere paura, Chiaki…» gli dissi «Ci sono qua io, i fulmini non ti faranno nulla» e rimasi in ginocchio, con Yoshino tra le braccia, ancora avvolto dal lenzuolo, stringendolo più forte tra le mie braccia ogni qualvolta sentivo il rombo di un tuono.

Ebbi conferma della sua fiducia quando, dopo un po’ di tempo passato a piangere sottovoce dalla paura e a stringersi nel lenzuolo, lasciò il lenzuolo per stringere me, che nel frattempo continuavo a confortarlo.

 Questo durò fino a quando mia madre non tornò a casa.

...
 
Sono passati anni da quel pomeriggio, ma Yoshino ha ancora paura dei fulmini e dei tuoni.

Per questo, quando non posso calmarlo io, per esempio quando lavora con i suoi assistenti, indossa gli auricolari e mette la musica a tutto volume.

Nonostante questo, quando siamo soli in casa e fuori diluvia, non mi risparmio e gli concedo la mia completa attenzione, fino a quando sorridendo non mi ringrazia e cerca una scusa qualsiasi per cambiare argomento.
Peccato che sia così prevedibile, così come i discorsi che prova ad intavolare…
Visto che da quando stiamo insieme sono io a scegliere l’argomento, sempre lo stesso.

 
 
19 Novembre


Oggi ha piovuto un sacco.

 Purtroppo c’erano anche moltissimi tuoni, ma Tori mi ha fatto compagnia tutto il tempo e questo mi è stato di grande aiuto.

Il problema è venuto dopo, quando io cercato di far passare l’accaduto a causa del mio orgoglio da uomo, e ho cercato un argomento di cui parlare…

Devo assolutamente trovare un argomento convincente la prossima volta, non posso sostenere questo ritmo!

 Il mio corpo non reggerà per molto!

 Siamo nella stagione delle piogge, e le molle del letto iniziano a fare degli strani rumori! 



The end

  
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