-          Emma sbrigati, non possiamo presentarci in ritardo.
La ragazza si guardò allo specchio: non era stata una delle sue migliori trovate mettersi quel vestito. Le stava davvero male. Tirava sui fianchi ed era troppo corto.
Per non parlare dei capelli: aveva deciso, pure avendoli corti, di dargli un po’ di volume, finendo col cotonarli.
Faceva proprio schifo. Sarebbe stata meglio con i jeans e una maglietta, ma quella sera tutti si sarebbero vestiti bene e lei non poteva presentarsi come se stesse andando in campeggio.
-          Eccomi Dan. – spalancò la porta e vide un piccolo ragazzo sorriderle, e strabuzzare gli occhi.
-          Sei molto carina stasera Em.
La ragazza roteò appena gli occhi: - Non dire scemenze. Muoviamoci, dove ci aspettano gli altri?
-          Al ristorante, ho chiamato il taxi.
Arrivati giù, salirono sull’auto, e dopo un viaggio di circa venti minuti scesero dal taxi, e si trovarono davanti al ristorante.
Aveva organizzato quella cena Tom. Era arrivato alla premiere dell’ultimo film, aveva sfoderato il suo sorriso radioso e aveva proposto di fare una rimpatriata quando tutti sarebbero stati liberi.
Emma era leggermente preoccupata, non capiva bene il perché; sentiva le mani sudaticce.
Dan le sorrise di nuovo, e la invitò ad entrare.
Erano tutti lì: Evanna parlottava con Bonnie, era una ragazza molto timida, ma anche molto dolce.
C’era Alan, con Ralph e con Jason. Ridevano anche loro, con un bicchiere di vino in mano.
Tutti i suoi amici se ne stavano in un gruppo, e si sentivano gli schiamazzi.
Tom faceva delle facce buffissime e Jade non riusciva a non smettere di ridere.
Dan tossicchiò e tutti si girarono, andando in contro ai due ragazzi.
-          Emma, ma sei favolosa!
-          Em come sei bella.
-          Che bel vestito.
La ragazza fu sommersa dai complimenti.
Tom le si avvicinò e le diede un pugnetto sulla spalla: - Ehi ragazza!
Maggie le sorrise radiosa con le lacrime agli occhi: - Emma, mia cara, mi ricordo ancora com’eri da piccola. Tu e i tuoi capelli crespi, eri bellissima. Ma guardati adesso che meraviglia sei diventata!
-          Maggie, sei troppo gentile. Grazie mille, grazie.
Emma era una ragazza forte e in gamba, ma si emozionava facilmente.
Ma non vedeva lui.
Eccolo, da dietro la spalla di Matthew si intravedevano dei ciuffi di capelli rossi, era proprio lui.
Si fece largo fra la gente e abbracciò la persona davanti a lei.
-          Watson, da quando tutta questa confidenza?
La ragazza con sua grande sorpresa alzò gli occhi e vide un gemello, James, che rideva.
-          Oh scusa. Credevo fossi qualcun altro. Dov’è tuo fratello?
-          Chi, Oliver?
Emma si sentì stupida: non era più sul set di Harry Potter, Rup non era il fratello del ragazzo davanti a lei.
-          No, ehm, scusa, volevo dire Rupert. Sai dov’è?
James la guardò confuso: - Si, è seduto a quel tavolo là? Sei diventata cieca, eh? L’ho sempre detto che dovrebbero mettere e te gli occhiali di Dan. Staresti bene sai? – la scrutò – sei molto carina stasera.
La ragazza lo ringraziò con un cenno della mano, e, facendosi sempre largo fra la folla (ma da dove era uscita tutta questa gente?), raggiunse Rup, che sorrideva al vuoto.
Sembrava leggermente ebete.
-          RUPERT ALEXANDER LLOYD GRINT!
-          EMMA CHARLOTTE DUERRE WATSON?
La ragazza rise, ma si sentì svenire, sapeva tutto il suo nome completo! Si sedette vicino a lui: - Perché sei qua da solo?
-          In realtà ho la febbre, Tom è andato a prendermi un’aspirina. Lo sai? Sei stupenda stasera.
La ragazza arrossì, solo alla fine dell’ultimo film aveva capito che provava qualcosa per lui.
-          G..grazie.
-          E sai Emma? Forse sarà perché sono moribondo, e ho un mal di testa lancinante, ma per me, quel bacio sul set non è stato solo un obbligo.
Lei strabuzzò gli occhi: - Dici sul serio?
Lui sorrise e le prese la mano: - Che ne dici se usciamo insieme qualche volta?
Lei si illuminò, ma che dico, la sua felicità splendette in tutta la stanza. Ecco qual era il motivo della sua preoccupazione, ecco perché voleva essere carina quella sera, era per lui, per Rup.
- M..Mi piacerebbe. – riuscì a balbettare, ma il suo cuore stava cantando.