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Autore: FiordiCiliegio    01/01/2012    2 recensioni
Non poteva, o semplicemente non voleva, levarsi Ranma-chan dalla testa. Quel pensiero era lì, subdolo, pronto a distruggere Ryoga.
Genere: Erotico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ranma Saotome, Ryoga Hibiki
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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                                                                                                                                                                                                                         Lie under covers so,

                                                                                                                                                                                                                        are you friend or foe?

                                                                                                                                                                                                                                                     

 

 Casa Tendo era immersa nel buio. Si sentiva solo il rumore picchiettante della pioggia. E, a intervalli regolari, dei passi agili e felpati.

Ranma dormiva beato, ignaro di ciò che gli succedeva intorno.

Tendo e Saotome erano ad un ritiro di arti marziali chissà dove, e le tre sorelle avevano deciso di trascorrere una settimana tra ragazze alle terme giapponesi.

Quindi, Ranma pensava di essere solo. Ma non era così. Nella stanza c'era anche qualcun altro.

Gli arrivò una secchiata d'acqua gelida in faccia. Si svegliò di soprassalto, si guardò intorno e finalmente identificò la figura vicina a lui.

<< Ryoga, ma che cavolo ti prende? >>, strillò la ragazza scrollandosi l'acqua di dosso.

Ryoga sorrise, chiudendo per un attimo gli occhi. << Combattiamo >>, rispose semplicemente.

<< Cosa? Adesso? Ma è notte fonda! >>.

<< Non mi importa! Preparati, Ranma! >>.

<< Tu sei pazzo! Lasciami dormire! >>, mugolò Ranma-chan tirandosi le coperte fin sopra la testa.

<< Battiti con me, vigliacco! >>. Ryoga sferrò un calcio a quell'ammasso informe. Ranma gemette e uscì dal suo nascondiglio massaggiandosi la testa. Indossava una canottierina bianca e dei pantaloncini blu.

Ryoga non poté fare a meno di notare che la ragazza aveva un corpo stupendo, sodo e proporzionato, messo particolarmente in risalto da quegli abiti succinti. Anche il viso era stupendo, con gli occhi penetranti e l'espressione imbronciata. E i capelli rosso fiamma... Era... bella. No, no! Ma a che stava pensando? Lei, lui... era Ranma. Solo Ranma. Il suo nemico.

Per la frustrazione, Ryoga iniziò a dar pugni all'impazzata verso di lei, che abilmente li schivò tutti.

<< Che aspetti? Avanti, colpiscimi! >>, tuonò il ragazzo, colpendo in pieno un vaso non-so-che-dinastia. I cocci volarono ovunque.

<< La vuoi piantare di fare tutto questo casino? >>.

<< 'Sta zitto! >>.

<< Ma come siamo permalosetti oggi! Eh, P-chan? >>. La ragazza ridacchiò.

<< Non chiamarmi così! >>. Con un balzo, Ryoga si ritrovò sopra di lei. Si ritrovò a guardarlo, no, a guardarla negli occhi, e a desiderare di poterlesi avvicinare ancor di più.

<< Ryoga, ma che fai? Ti sei addormentato? >>. Ranma capovolse le posizioni, facendo sbattere l'avversario sul pavimento. Poi si rialzò subito, in attesa.

Anche il ragazzo si rimise in piedi. << Io... io... stavo solo... >>, borbottò imbarazzato. << Oh, lascia perdere! >>. Sferrò un'altra serie di potenti pugni, ma senza pensare davvero a ciò che stava facendo. Aveva in mente solo... Ranma. Il suo viso. Il suo corpo. Arrossì violentemente. No! Che cavolo stava facendo? Il suo cuore apparteneva solo e soltanto ad Akane. E poi, tutta la storia delle sorgenti maledette era colpa di Ranma. Ranma gli aveva rovinato la vita. Quindi, era più che giustificato da parte sua tentare di ucciderlo. Si sforzò di pensare a questo. Ma non ci riusciva. Non poteva ingannare se stesso. Non poteva, o semplicemente non voleva, levarsi Ranma-chan dalla testa. Quel pensiero era lì, subdolo, pronto a distruggere Ryoga.

Improvvisamente, al ragazzo arrivò un montante sul mento.

<< Ryoga, ma che ti prende? Non capisco perché hai voluto combattere, visto che sei così distratto! >>.

<< Distratto? Ah, è così. Prendi, maledetto! >>, e, così dicendo, la colpì con un calcio. Lei gli intrappolò il busto con le proprie gambe e lo trascinò giù con se. Erano di nuovo in quella posizione. L'uno sopra l'altra.

E stavolta Ryoga ne approfittò. Baciò Ranma. Il suo nemico. Dimenticando tutto ciò che era giusto o sbagliato. Dimenticando Akane, fino ad allora suo unico amore. Dimenticando se stesso. Le labbra di lei, calde e morbide sulle sue. Era come...

Ranma lo respinse, puntandogli le mani sul petto. Era sbalordita. Glielo si leggeva negli occhi spalancati. << Ry... Ry... >>, balbettò. << Che... stai facendo? >>. Cercò di rialzarsi, ma lui glielo impedì, avvolgendola con le proprie gambe.

<< Non dirmi che non ti è piaciuto >>. Ryoga si compiacque della propria spavalderia. Con le ragazze, era solitamente così timido... Ma non si trovava con una ragazza normale. Si trovava con Ranma. E questo rendeva tutto diverso.

La spavalderia tipica di Ranma, invece, chissà dov'era andata a finire. << Io... io... >>.

<< Che c'è, Ranma? Il gatto ti ha mangiato la lingua? >>. La ragazza rabbrividì. Odiava così tanto i gatti che anche la parola in se le dava fastidio. << Pensavo che tu.. .>>. Non poté finire la frase, perché lei gli stampò uno schiaffo sulla guancia. E un bacio sulla bocca. Gli allacciò le braccia attorno al collo e lo baciò, prima timidamente, poi con più passione.

<< Sapevo che ti era piaciuto >>, ridacchiò Ryoga.

<< 'Sta zitto >>. Lei cercò di invertire le posizioni, voleva stare sopra, ma Ryoga glielo impedì. Non voleva lasciare a lei il controllo della situazione.

<< Eh no, carina, qui si fa come dico io >>. La ragazza borbottò qualcosa contrariata, ma si rassegnò senza opporre resistenza.

Ryoga le sfilò la canottiera con mani impazienti, baciandole e torturandole entrambi i seni scoperti. Anche lei gli levò la maglia, scoprendogli e accarezzandogli gli addominali scolpiti. Ad ogni singolo tocco, i due erano percorsi da brividi di piacere. Ranma lo attirò, se possibile, ancor più vicino a se. I due corpi aderivano perfettamente l'uno all'altro. Sembravano fatti apposta per incastrasi così, come le tessere di un puzzle.

Ryoga non riuscì più a trattenersi: si tolse pantaloni e boxer e aiutò lei a fare lo stesso. La baciava con foga dappertutto, ogni lembo di pelle che riusciva a raggiungere, strappandole piccoli gemiti spezzati. Poi, finalmente, entrò in lei con spinte forti e vigorose. Lei gemette di nuovo, di dolore stavolta.

<< Fai piano >>, lo supplicò.

<< Scusami. Ma sta' tranquilla e rilassati. Vedrai che tra poco ti ci abituerai >>. La baciò sul collo. << E ti piacerà >>, le sussurrò malizioso. E così fu. Il piacere arrivò presto, in ondate calde che la fecero sentire come in paradiso. Ryoga si muoveva velocemente dentro di lei, su e giù, su e giù, coi gomiti puntati sul pavimento. Goccioline di sudore gli colavano dalla fronte e dalla schiena. Più il tempo passava, più il ragazzo intensificava le spinte, fino a quando i due raggiunsero insieme l'orgasmo. Ranma urlò. Ryoga urlò con lei. Poi, improvvisamente, il ragazzo uscì da lei, crollandole, sfinito ed ansante, sul collo. Ranma gli baciò la clavicola nuda e gli accarezzò delicatamente la schiena.

Lei fu la prima ad addormentarsi. Ryoga, invece, steso sul futon, continuava a pensare a Ranma.

Lui, il suo nemico. Lei, il suo nuovo amore.

 


 

  
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