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Autore: LaniePaciock    01/01/2012    3 recensioni
Cosa succederebbe se Richard Castle desiderasse non essere mai nato? Una piccola fanfic tratto dal film capolavoro natalizio "La vita è meravigliosa".
Genere: Commedia, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Quasi tutti, Richard Castle
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Contesto generale/vago
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Cap. 1 Cominciamo bene…

Richard Castle uscì fischiettante dal suo appartamento pronto per un’altra giornata al distretto insieme alla detective, nonché sua musa, Kate Beckett. Nonostante fosse il 24 dicembre, la giornata era limpida e non troppo fredda. Decise di prendere la Ferrari per recarsi a quello che ormai considerava il suo secondo lavoro. Pochi minuti dopo fermò l’auto vicino al 12th, ma prima di recarvisi passò dalla caffetteria lì vicino per prendere il solito caffè per sé e per Beckett. Pagò in contanti e uscì per tornare al distretto. Come di consueto entrò tardi, ma se ci fossero stati casi lei lo avrebbe chiamato e buttato giù dal letto a qualsiasi ora. Rick sorrise tra sé sognando il giorno in cui Kate lo avrebbe materialmente buttato giù dal letto per un caso dopo una notte che, ovviamente, immaginava estenuante insieme… Il trillo dell’ascensore che si apriva lo riportò alla realtà. Un giorno, pensò, un giorno quel maledetto muro cadrà e ci sarò io al di là ad aspettarti ancora sporco di polvere e sudore.
“Buongiorno detective” disse avvicinandosi alla scrivania di Beckett con i caffè e un sorriso a trentadue denti.
“Ehi ciao Castle” rispose Kate che lo squadrò per un momento prendendo il caffè. Come mai così allegro? Non avrà mica passato la notte con qualche donnetta da quattro soldi? si domandò iniziando a preoccuparsi. Per fortuna in quel momento arrivarono Ryan ed Esposito che espressero il suo stesso pensiero: “Yo Castle, come va? Come mai così allegro stamattina?”
“Come sarebbe “come mai”?? oggi è 24 dicembre! È la vigilia di Natale!” rispose euforico lo scrittore. I due poliziotti si scambiarono un’occhiata. Per loro Natale più che altro voleva dire più omicidi. Stavolta però Castle era così allegro che anche loro finirono per sorridere della sua felicità fanciullesca. “Inoltre è una giornata splendida anche se avrei preferito un po’ di neve. Con la neve è tutto molto più natalizio e…”
“Per favore non la neve Castle. Non si riuscirebbe più a girare per le strade e tutti rimarrebbero bloccati dove sono” sospirò Beckett alzando gli occhi al cielo anche lei però con un mezzo sorriso, segretamente sollevata da quell’affermazione.
“Beh in tal caso quando nevicherà mi premunirò di invitarti a casa mia detective” le disse rivolgendole uno sguardo malizioso. Lei arrossì un poco ma rispose: “Grazie, ma tornerei a casa a piedi o in slittino”.
“Questo significa che accetteresti il mio invito Beckett?” replicò Castle alzando un sopracciglio e sorridendo. Ops. “Non esserne così sicuro scrittore da strapazzo, io…” stava ribattendo ancora più rossa la detective sotto lo sguardo divertito di Ryan ed Esposito, quando il cellulare di Castle iniziò a suonare. Era una musichetta inquietante che avevano imparato ad associare alle chiamate di Gina Cowell, ex-moglie nonché sua editrice.
Richard si scusò e si allontanò in sala relax.
“Pronto Gina? A che devo l’onore della tua telefonata? Pensavo non ci saremmo sentiti fino all’anno nuovo. Lo sai bene che il libro…”.
“Rick che cavolo hai fatto??” gli urlò Gina al telefono. Lui rimase immobile per un attimo, stupito dalla rabbia della donna che traspariva da ogni parola.
“Perché che ho fatto? Ci sono problemi con i libri?” chiese lui un allarmato.
“Ma quali libri!! Che è successo ai tuoi soldi?? Che ne hai fatto??”
“Un momento aspetta Gina di cosa stai parlando? Cosa vorrebbe dire che ne ho fatto?”
“Vuol dire che ne hai fatto!!”
“Non è ho fatto niente!! Di che stai parlando??” stava iniziando ad arrabbiarsi anche lui, ma a sentire queste parole Gina cambiò tono.
“Niente? Sicuro?” sembrava ora che l’ira stesse lentamente scemando, ma Castle sentiva ora note di preoccupazione.
“Certo che ne sono sicuro! Va bene che è quasi Natale e ho fatto delle spese, ma non mi sembra proprio il caso di venirmi a urlare dove sono i sol…” non lo lasciò finire.
“Richard ora ascoltami bene” ahia. Brutto segno. Gina non lo chiamava mai Richard, tranne che quando aveva qualcosa si assolutamente serio da dirgli. “Pochi minuti fa mi ha chiamato la tua banca. I soldi sul tuo conto non ci sono più”.
“COSA????” si accasciò su uno dei divanetti della sala. Come può essere? Ieri c’erano, ho comprato anche gli ultimi regali! Non è possibile… “Ne sei sicura? Hai controllato?”
 “Ehi tutto bene?” Alla porta c’erano Beckett, Esposito e Ryan. Lo avevano sentito urlare al telefono e l’avevano visto sbiancare all’improvviso. Così si erano precipitati da lui preoccupati. Castle era ancora scosso, ma si riprese e con un cenno della mano gli disse di aspettare. Beckett e gli altri lo videro così sconvolto che non replicarono.
“Sei sicura di quello che dici?” mormorò Castle al telefono.
“Certo! Ho controllato meno di un minuto fa. Comunque se vuoi chiama la banca per una conferma” Era ancora arrabbiata, ma ora sembrava anche veramente angosciata.
“Senti ora provo a chiamare io. Ci sentiamo dopo” e chiuse la comunicazione senza aggiungere altro. I tre sulla porta fecero per parlare, ma ancora una volta lì fermò. Prese un respiro e chiamò un altro numero.
“Davidson”
“Pronto Michael? Sono Richard Castle”
“Rick cavolo stavo per chiamarti!” rispose il suo interlocutore. Aveva chiamato il suo riferimento con la banca Michael Davidson. Se c’era un qualsiasi tipo di transizione anomala lui la trovava e teneva perfettamente i conti. Era il migliore nel suo campo e Rick era diventato suo cliente poco dopo aver iniziato a incassare migliaia di dollari con i suoi libri.
“Che è successo? Gina mi ha chiamato e…”
“Ah bene ti ha già chiamato lei! Stavo per farlo io se non mi avessi anticipato. Stamattina ho iniziato a fare il solito controllo mensile delle spese e mi sono accorto che i tuoi soldi, che fino a ieri erano in ordine sul conto, sono spariti! Dei migliaia di dollari che hai guadagnato non c’è più nulla!” solitamente Davidson era un uomo distaccato nel suo lavoro, ma questa volta Rick sentì una nota di panico nella voce. Davidson, l’uomo che aveva una spiegazione per ogni cosa, non sapeva assolutamente che fare. Non gli era mai capitato un problema del genere. E questo non aiutava certo Rick a calmarsi.
“Ma… ma non è possibile che siano spariti così da un giorno all’altro! Deve, DEVE esserci un errore Michael!” disse disperato Castle. Non che a lui fossero importati mai molto i soldi, sì gli permettevano di avere l’autonomia che cercava, ma non era la sua principale preoccupazione al momento. Stava pensando a sua figlia Alexis. Come avrebbe fatto se non avesse più potuto sostenerla, soprattutto negli studi? E Martha? Oddio… ditemi che è un incubo pensò.
“Mi dispiace Rick, ma non so che dirti. Anzi aspetta un attimo” Castle sentì il cigolare di una porta che si apriva, poi dei rumori di fogli spostati e, dopo una pausa silenziosa, disse “eccomi. Senti sei seduto? Perché questa non ti piacerà…”
“Avanti spara… Peggio di così non può andare no?” sospirò Castle passandosi una mano nei capelli. Per un momento aveva sperato che gli annunciasse che era tutto uno scherzo.
“Ehm io non lo direi Rick. Il fatto è che non solo non hai più soldi sul conto, ma sembra anche che ci sia un ulteriore ammanco e devi riempirlo Rick oppure ti toglieranno tutto: l’appartamento, l’auto, la casa negli Hamptons…”
Fantastico pensò tetro Castle “e di quanto sarebbe quest’ammanco?”.
“Ehm… Rick… sarebbero 800mila dollari”.
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Ciao a tutti! :) Sono LaniePaciock e questa è la prima FF che scrivo quindi se vorreste lasciarmi un commentino per dirmi che ne pensate ve ne sarei eternamente grata! Commenti sia buoni che brutti s'intende! Prendetemi pure a pesci in faccia se non vi piace... no vabbè magari no... X)
  
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