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Autore: AnnabelleTheGhost    01/01/2012    3 recensioni
Katherine non si è mai innamorata dei fratelli Salvatore.
E' decisa a portare a termine i suoi piani. 
Uno Stefan oppresso dalla volontà del padre, come una marionetta.
Un Damon dongiovanni, certo di poter fare breccia nel cuore di tutte le donne, in particolare di una...
Breve What if? di sei capitoli basato sulla Mystic Falls del 1864.
 
 
"Una, due, trecento, quattro miliardi… Quante erano le stelle nel cielo? Quante erano le stelle negli occhi di Katherine? Poteva starci un universo intero!
Nessuna bellezza poteva comparare la sua. Nessuna stella poteva vantarsi di essere più splendente di lei.
Lei era il Paradiso. Lei era una colomba che saliva nel cielo per formare l’arcobaleno. Lei era poesia. Lei era…
«Stefan, tutto bene?»"
Genere: Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Damon Salvatore, Katherine Pierce, Stefan Salvatore
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Give me an hope
Capitolo Primo


Villa Veritas era illuminata tenuamente dal sole che pian piano stava apparendo all’orizzonte. Gli stallieri stavano dando la biada ai cavalli, le cameriere pulivano e i domestici preparavano la colazione.
Damon Salvatore entrò nella stanza con quella sua aria soddisfatta. Il soggiorno era davvero molto ampio, pieno di poltrone rosso cremisi, libri e una scrivania d’ebano.
Damon guardò suo fratello. In quei momenti Stefan sembrava proprio suo padre. Teneva un libro tra le mani e sembrava immerso nella lettura. Molto spesso loro padre si sedeva nella medesima poltrona a leggere. Ecco perché Giuseppe prediligeva Stefan a Damon. Padre e figlio si somigliavano molto, a contrario di Damon. Lui era quello diverso, quello che non si comportava come il padre …
Damon sbuffò al pensiero e si diresse verso Stefan, che in quel momento girò la pagina.
«Che stai leggendo di bello?» lo canzonò.
Stefan lo ignorò e continuò a leggere.
«Ragione e sentimento? Jane Eyre?» continuò a sbeffeggiarlo e gli prese dalle mani il libro. «Vita di Kevin Bosh» lesse con faccia disgustata.
Stefan sollevò lo sguardo ed allungò le mani per riprenderselo. Glielo tolse dalle mani con forza.
«Solo letture approvate dal nostro paparino, eh?».
«È un libro troppo difficile per te, Damon. È inutile che ti sforzi» replicò il fratello, sarcastico.
Damon rise. «Se volessi, sarei capacissimo di leggerlo!»
Stefan non lo degnò di una risposta. Damon rise di nuovo e camminò verso la grande libreria di loro padre. Nessuno di quei titoli gli piaceva. Niente che servisse davvero nella vita di tutti i giorni.
Misurò la stanza a grandi passi e tornò nuovamente davanti a suo fratello.
Stefan era molto paziente ma in quel momento era molto tentato di dirne quattro a Damon, che lo disturbava nella lettura.
«Ehm ehm».
I due fratelli alzarono lo sguardo verso la ragazza che stava entrando nella stanza. Era stupenda; dall’aspetto così bello e innocente che sarebbe potuta sembrare una bambina. La gonna dell’abito aveva molte balze e le fasce che ricoprivano il vestito erano di un blu glassa che la faceva sembrare una torta di compleanno. I capelli erano raccolti in una crocchia dietro la nuca, tranne per qualche ricciolo ribelle che le ricadeva intorno al viso. Il vestito era bianco candido come la sua pelle.
Damon si inchinò profondamente e per poco non toccò il pavimento con la punta del naso. Stefan, notando il gesto di Damon, si alzò impacciatamente dalla poltrona, facendo ricadere il libro alla meno peggio, e si prodigò anche lui in un piccolo inchino.
Damon sorrise: aveva fatto fare una figuraccia a Stefan. Uno a zero per lui.
Il ragazzo moro si rialzò e, dedicando un sorriso alla dolce ragazza, chiese: «Cosa ci fa sveglia a quest’ora, signorina Katherine?»
Era davvero un bene che suo padre avesse deciso di ospitare quel bocciuolo di rosa in casa loro. Era la creatura più angelica, stupenda e cortese che avesse mai visto. Ogni volta che la vedeva, la giornata si illuminava.
Stefan era ancora piegato nell’inchino e notò troppo tardi che suo fratello si era rialzato, facendo l’ennesima figuraccia, secondo Damon. Due a zero.
Katherine abbassò il viso, in segno di educazione ai due ragazzi. Poi lo rialzò, e illuminando la stanza col suo candido sorriso – non troppo aperto per non essere sfacciata – rispose: «Mi sono svegliata presto per poter andare a comprare una cappelliera nuova ed essere qui di ritorno per l’ora di colazione». Abbracciò entrambi i ragazzi con lo sguardo. «Uno di voi due vorrebbe accompagnarmi?»
Damon, che era sempre tra i due quello che aveva i riflessi migliori, rispose prontamente: «Sarei lieto di farle compagnia».
Stefan aveva appena aperto bocca, ma si rassegnò.
«Sarei ben felice se voi, signor Salvatore, mi aiutaste nella scelta della mia cappelliera». Ed ecco un altro dei suoi sorrisi fantastici.
«Il tempo che mi vesto e sarò subito da voi» disse Damon e, dopo un altro inchino, salì le scale per il piano di sopra.
«È sempre così premuroso vostro fratello?» chiese Katherine.
Stefan, che in quel momento era troppo immerso in pensieri di gelosia verso Damon, tornò al mondo reale e le rispose. «Lo è con le ragazze».
«Allora sono fortunata …»
«Già …» aggiunse sottovoce Stefan.
«Spero che per colazione ci siano quelle deliziose tartine alla marmellata che hanno servito ieri …».
«Farò in modo che ci siano» replicò educatamente il ragazzo.
«Mille grazie» disse Katherine chinando nuovamente il capo.
Damon scese dalle scale, indossando sfacciatamente uno dei suoi completi migliori che aveva fatto girare la testa a diverse ragazze.
«Siete pronta, signorina?» chiese porgendole il braccio.
Katherine annuì e lo prese a braccetto.
I due uscirono e girarono per tutte le strade di Mystic Falls per trovare l’oggetto dei desideri di Katherine. Damon sperava in qualcosa di più ma la ragazza si limitò a chiedere il suo parere negli acquisti. Ogni volta si prodigava in sorrisi ed inchini superflui ma voleva conquistare in ogni modo quell’angelo. Lui riusciva sempre a conquistare le donne e quella non sarebbe stata da meno. Lei non era come le altre. Lei … lei era speciale!
Mentre i due erano fuori, Stefan non riuscì a proseguire la lettura. Si immaginava mille cose che suo fratello e Katherine avrebbero potuto fare ed ogni secondo che passava si arrabbiava con se stesso per non essere riuscito ad accompagnare lui stesso la ragazza.
Quando Damon tornò a casa, non diede modo di far capire che era stata una mattinata piuttosto noiosa – se non fosse stato che ogni secondo di noia era compensato con quella visione celestiale – e fece credere al fratello chissà quali cose.
La cameriera entrò in sala da pranzo con un vassoio d’argento e servì la prima colazione ai quattro seduti. Katherine, Stefan, Damon e Giuseppe. Damon e il padre erano a capotavola, mentre Katherine era alla destra del padrone di casa.
«Mio figlio è stato una buona compagnia, spero» disse Giuseppe a Katherine, la quale sembrava contenta di aver trovato le sue tartine.
«Oh, sì».
«La prossima volta spero che Stefan lo sia altrettanto».
«Certamente».
Stefan guardò il padre, infastidito di non essere stato interpellato nella questione, dato che Giuseppe le stava chiedendo sfacciatamente "Vuoi uscire con Stefan?". Doveva essere lui a scegliere le donne e non gli piaceva essere trattato come un bambino.
Damon invece … Suo padre non avrebbe mai osato fare una domanda del genere se avesse riguardato suo figlio maggiore. A lui sembrava mostrare più rispetto e lo trattava come se fosse un adulto.
«Sapevo che avete gradito molto le tartine con la marmellata, così ho chiesto espressamente alla cuoca di prepararne per voi» dichiarò Damon.
Stefan ribolliva di rabbia. Era lui che l’aveva chiesto alla cuoca. Lui si voleva fare bello agli occhi di quella ragazza.
Katherine alzò gli occhi dal suo piatto di fine porcellana con disegni color malachite. «In realtà mi ricordo di averlo chiesto a vostro fratello» rispose, alzando il mento.
Stefan sollevò gli occhi dal piatto. C’era forse malizia nella sua voce? Solo in quell’istante sembrò che la ragazza bambina e ingenua non esistesse più, ma quando Katherine sbatté le ciglia, i suoi occhi castani da cucciola continuavano ad affermare l’innocenza della stessa.
Il ragazzo si sentì di dover intervenire. «Sì, io l’ho chiesto alla cuoca». Incontrò lo sguardo torvo del padre, che sembrava di accusarlo di essere stato ineducato, così aggiunse: «Ma forse mio fratello era al corrente del vostro desiderio ed ha insistito anche lui».
«Forse» replicò la ragazza e diede un ulteriore morso alla tartina che aveva nel piatto.
«Sareste libera per fare una cavalcata tra qualche ora?» chiese Damon, che aveva terminato di fare colazione.
Katherine ci pensò su un secondo e poi rispose, con tono risentito: «Mi dispiace ma questa mattina sarò impegnata».
«Vi posso aiutare in qualche modo?» intervenne Stefan.
La ragazza scosse il capo. «No, vi ringrazio». Poi aggiunse, includendo anche Damon: «Ma forse questo pomeriggio potrei essere disponibile per una cavalcata …».
Non aveva precisato con chi.
«Sarò disponibile di prestarle la mia cavalla, se lo desidera» disse Stefan.
«Vedremo …» rispose enigmatica Katherine, finendo con un morso la tartina che aveva nel piatto.
«Tra qualche ora dovrò incontrare il signor Lockwood in città» intervenne Giuseppe Salvatore. «Mi spiace, signorina, di dovermi congedarmi in questa maniera …».
«Non vi preoccupate. Avevo finito».
«Bene».
Il padre dei due ragazzi si alzò ed andò nell’altra stanza, per andarsene.
«Signorina Katherine, non siete costretta a terminare di mangiare a causa di nostro padre» insistette Stefan.
«Ho delle commissioni da fare, se mi volete scusare» disse la ragazza. Si alzò dalla sedia, fece un piccolo inchino e si allontanò.
I due fratelli si guardarono negli occhi con sfida. Se fossero stati ancora dei ragazzini, avrebbero cominciato a correre, gareggiando a chi arrivava prima – in questo caso da Katherine. Ma erano troppo maturi per questo e in quello sguardo volevano dirsi a vicenda è mia.

 

 

 

Nota dell'autrice:
Ecco. Mi sono cimentata in una What if?. Chi l'avrebbe detto... Sto abbandonando per un po' la mia fan-fiction su Vampire Diaries, La trappola mortale dell'amore, perché la trama comincia a farsi più complessa, e mi dedico a questo. 
Il mio intento iniziale era fare qualcosa di tre capitoli ma mi sono accorta che capitoli di sette pagine risultavano davvero pesanti da leggere, così li ho suddivisi.
Li pubblicherò abbastanza spesso, almeno spero...
Per il prossimo capitolo, aspettatevi qualcosa di più dinamico e che metta Katherine in primo piano!
Aspetto molte recensioni, mi raccomando!

ATG

  
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