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Autore: iwillshineforyou    02/01/2012    1 recensioni
In sospeso
Grace, una giovane madre lasciata sola sia dalla famiglia sia da quell'uomo che amava con tutta se stessa. Maggie, la figlia ammalata di leucemia, che ogni giorno lotta contro questa malattia con il suo Winnie The Pooh. Nick, famoso cantante/attore, a New York per lavoro. Incontrerà lì due persone che gli cambieranno la vita in meglio, ricominciando a vivere.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nick Jonas, Nuovo personaggio
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Eccomi qui di nuovo con una Fan Fiction tutta nuova.
Ho cancellato tutte le FF che avevo spostato in precedenza, eccetto la One-shot che troverete nel mio profilo. Motivo? Non sono più riuscita ad andare avanti. Le ho ancora tutte salvate, quindi potrei riprenderle senza problemi e continuare, se a voi potrebbero interessare ma ora voglio dedicarmi a questa storia e cercare di portarla a termine -una grande impresa ma ci proverò, promesso. Sposterò una volta a settimana -giorno non ancora deciso-, salvo eccezioni particolari che vi farò sapere avanti.
Non so perchè ho scelto questo titolo, non ci ho neanche pensato seriamente; ho aperto iTunes, ho guardato qualche titolo delle canzoni per ispirarmi e ho deciso che Paradise dei Coldplay fosse la più adatta. Spero si addica alla storia, in quanto ho un'idea generale della storia, che cambierà sicuramente, ma niente di più.
Spero che questa storia possa piacervi e interessarvi. Per piacere lasciate una recensione anche di una parola, non importa... mi va più che bene! Sono una che si demoralizza facilmente, quindi ho bisogno dei vostri consigli e pareri, per favore.

Questo primo capitolo è corto, funge da introduzione ma prometto che gli altri saranno più lungi.
Vi lascio alla lettura, ciao e grazie.
Alessia.



Quella mattina la sveglia suonò prima del solito in quella stanza di Hotel, precisamente verso le 07:30, così segnava la sveglia. Il ragazzo assonnato allungò una mano verso il comodino di legno, tastò gli oggetti che vi erano appoggiati sopra fino a quando premette il tasto che avrebbe rinviato la sveglia di una decina di minuti. Infatti, dieci minuti dopo la sveglia risuonò e il ragazzo fu costretto a svegliarsi essendo anche a conoscenza del fatto che il suo manager sarebbe arrivato a svegliarlo in poco tempo.
 
Uscì dall’Hotel circa sessanta minuti dopo col suo Starbucks in mano, portato dal suo manager, ed entrò subito nell’auto con vetri oscurati che lo aspettava fuori. Sorseggiò la sua colazione in tranquillità, aspettando di arrivare alla meta. Era davvero una bella città New York durante il periodo autunnale/invernale; era il primo dicembre, il cielo era grigio chiaro, quasi bianco, la temperatura era davvero bassa e avrebbe iniziato a nevicare in questi giorni. Nick amava la neve, l’inverno, il Natale. Sorrise fra se rendendosi conto che mancava poco, esattamente ventiquattro giorni alla festa più bella dell’anno, per lui. Era da poco arrivato a New York; in una settimana sarebbero iniziate le prove per How to Succeed in Businesse lui aveva deciso di andarci prima per ambientarsi e per fare un po’ di volontariato -cosa che nei mesi precedenti non era riuscito a fare, in quanto era molto occupato.
 
Odiava gli ospedali. Odiava quell’odore, il colore delle stanze, le infermiere, i dottori, le sale di attesa, le poltrone, odiava … tutto. Non poteva però non andare da quei bambini che stavano lottando contro la loro malattia, sapeva che per molti, lui, Nick Jonas, era un esempio, era quella persona che non si era lasciato andare, aveva lottato contro il diabete. Non poteva deluderli, non era da lui rendere scontente le persone.
Fece un respiro profondo sentendo il suo stomaco stringersi prima di varcare la porta che portava a un enorme corridoio con numerose stanze che vi si affacciavano; l’infermiera lo bloccò prima che potesse entrare nella stanza, comunicandogli che i bambini erano stati portati in un salone, in fondo al corridoio, che Nick raggiunse subito. Appena entrò nel salone, il quale era addobbato con stile natalizio e all’angolo vi era un albero illuminato, tutti gli occhi dei presenti -bambini e genitori- si posero su di lui e molti bambini quando lo videro sorrisero come non mai. Erano felici, felici di vedere il loro idolo, eroe o semplicemente una persona famosa. Il ragazzo iniziò ad avvicinarsi alla prima bambina, s’inginocchiò davanti a lei timorosa cominciando così una breve conversazione. 
 
Ci impiegò più di un’ora a salutare tutti quei bambini e sempre, alla fine, non voleva più andarsene. Non poteva fare niente per loro eccetto che regalargli un sorriso ogni tanto e questo lo faceva sentire meglio, fiero di se stesso. Camminò lungo il corridoio sbirciando dentro le camere aperte fino a quando, in una, vide una bambina seduta sul letto e di fianco a lei non vi era nessuno. Il ragazzo si fermò di colpo avvicinandosi poi alla cameretta e, dopo aver bussato sulla porta aperta attirando così l’attenzione della bambina, vi entrò.
«Ciao» Mormorò mentre avanzava verso una sedia che si trovava vicino al letto, sedendosi subito dopo.
La bambina portò una mano sul fazzolettino usato come bandana che teneva in testa, abbassandoselo un po’ di più sulla fronte.
«Ciao» Rispose la bambina abbassando lo sguardo sul pupazzo di Winnie The Pooh che teneva fra le gambe, stringendolo al suo corpo minuto come se potesse proteggerla.
«Come si chiama?» Nick indicò l’orsacchiotto giallo polenta con la magliettina rossa.
«Winnie The Pooh» Sorrise involontariamente il ragazzo. Piaceva anche lui quel cartone animato quando era piccolo.
«E tu? Come ti chiami?» Chiese il riccio rimasto a guardare la bambina per qualche secondo in silenzio.
«Margaret, ma mia mamma e tutti i miei amici mi chiamano Maggie. Tu?» Chiese Margaret dopo aver perso quella timidezza iniziale.
«Nicholas ma puoi chiamarmi … Nick. E Maggie … » Iniziò un po’ timoroso, non sapendo se lui potesse chiamarla così; in fondo non si conoscevano, non era né sua mamma né suo amico ma la bambina sorrise e lui continuò. «… la tua mamma dov’è?» Su quella sedia vi era appoggiato sullo schienale un giubbotto da donna, quindi sua madre doveva essere nell’ospedale da qualche parte.
Maggie alzò un braccio e indicò col dito una donna che col viso basso stava entrando nella camera con una tazza bollente fra le mani.
«Amore, sono … » Alzò lo sguardo e si bloccò facendo quasi uscire il liquido dalla tazza appena vide una figura maschile accanto alla figlia. «Lei chi è?» Chiese subito corrugando la fronte.
«Io … Scusi, io … » Balbettò il ragazzo passandosi una mano sul collo imbarazzato, dopo essersi alzato dalla sedia allontanandosi un po’. «Sono Nick, Nick … Jonas »
«Oh …» Mormorò la donna, avvicinandosi al comodino del letto per appoggiare la tazza. «Io sono Grace» Porse la mano al ragazzo che strinse prontamente.
La donna guardò la bambina che fissava incantata il ragazzo.
«Maggie, vuoi rimanere un po’ con lui?» Chiese la donna alla figlia che annuì subito.
«Allora ritorno dopo» Aggiunse subito per poi riprendere la sua tazza e uscire dalla stanza, dirigendosi verso la saletta dove vi erano poltrone e delle riviste. Si sedette appoggiando il suo the sul tavolino, prese una rivista iniziando a sfogliarla aspettando un po’ prima di ritornare dalla figlia.

  
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