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Autore: reggina    03/04/2004    36 recensioni
Julian, Amy, Philip e Jenny si troveranno ad affrontare la vita.
( Storia in rielaborazione, per il momento rivista solo fino al capitolo 25)
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hikaru Matsuyama/Philip Callaghan, Jun Misugi/Julian Ross, Yayoi Aoba/Amy, Yoshiko Fujisawa/Jenny
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Cuori spezzati

Il tuo sorriso.

Lo stesso sorriso che, facendosi coraggiosamente spazio tra le lacrime, mi ha dato coraggio quel lontano giorno in cui una diagnosi crudele mi ha costretto a riscrivere la mia storia.

Il tuo sorriso è marcato a fuoco nella mia mente, indelebile. Mi da la forza di reagire, di lottare per essere ciò che ho sempre desiderato: libero.

Libero dalla schiavitù dei farmaci, dagli obblighi del mio cuore malato...libero di essere me stesso. Senza più farmi condizionare dalla paura: dalla paura della fine, dalla paura di mettermi in gioco.

Ci penso spesso, sai? Che significa avere un cuore troppo piccolo per realizzare sogni troppo ambiziosi?

Significa pensare e osare...

Significa contemplare fenomeni naturali e scontati come un'alba e saperli apprezzare.

Significa interrogarsi sullo scopo della vita umana senza trovare risposta.

Amy sorride lì sulla parete, assieme al team della Mambo e lo riporta ad un tempo felice: un tempo in cui i presagi di morte e la paura della fine non appartenevano all'adolescenza.

Un sorriso cristallino e timido al quale Julian pone le sue domande in attesa di una risposta. Aspetta che il ricordo del passato allevi il dolore del presente: è indulgente con il tempo, lo implora perchè porti via il suo male e riporti al suo capezzale Amy.

******************

Una, due, tre gocce...presto una pioggia battente inumidisce l'asfalto in una giornata plumbea e fuori stagione; specchio palese dell'animo di Julian.

Gli uccellini cercano riparo sotto le foglie colme d'acqua e sulla strada una ragazza corre a perdifiato, cercando di imitarli: anche lei cerca un riparo asciutto, contemplando con disappunto la chioma ramata ormai inzuppata d'acqua.

L'idea di dover rifare lo shampo la irrita, con il palmo della mano strofina gli occhi bagnati da lacrime miste a pioggia.

"

Cos'è che mi rende così suscettibile ed irritabile oggi? Un tempo avrei corso felice sotto la pioggia infischiandomene di bagnarmi!

Forse è questo senso di colpa che mi attanaglia lo stomaco: perchè sono ormai due giorni che non vado in ospedale?

Proprio ora che Julian ha bisogno di me sto tradendo la nostra amicizia!

Io , così sicura dell'idillio in cui mi sono sempre cullata in compagnia del Capitano, permetto ora che un'onda anomala nel mare piatto della mia vita rimescoli i miei sentimenti e mi faccia dubitare di tutto.

"Vi presento Robert Flower, nuovo componente della nostra squadra!"

Con questo imprevisto colpo di scena si sono aperti gli allenamenti della Mambo l'altro ieri. Parole di circostanza di Mister Kegan che sarebbero sicuramente passate inosservate finché non l'ho visto calcare il campo da calcio.

Può bastare un semplice sguardo a far scoccare il colpo di fulmine?

Occhi grigi nei quali perdersi per dimenticare quelli misteriosi e malinconici da sempre amati?

Tocco vellutato con cui carezzare la palla per innescare il paragone con Julian?

"Come sapete le fasi del torneo eliminatorio sono alle porte: dobbiamo provvedere alla nomina del Capitano!"

Ancora le parole dell'allenatore che mi hanno colta alla sprovvista costringendomi a fare i conti con la realtà.

E mentre uno sconosciuto, appena giunto in squadra, si è subito cucito addosso il ruolo di leader, quello stesso campo ha proiettato l'ombra di una Amy dodicenne.

Lo stesso campo su cui questa ragazzina è cresciuta strofinando palloni pieni di fango, risistemando gli attrezzi degli allenamenti, porgendo un asciugamano e una parola di incitamento ai giovani atleti. Compagni d'avventura che mi hanno svelato testardaggine autentica e serio impegno per raggiungere un obiettivo comune.

Mi hanno insegnato a dipingermi sul volto la delusione di una sconfitta o la gioia di una vittoria.

E io sempre al loro fianco, ligia ai miei obblighi, proprio come in quel lontano tramonto di Settembre. Il giorno maledetto che mi ha rubato l'infanzia, costringendo me e Julian a diventare adulti troppo in fretta.

Una banale seduta di allenamento che per anni ho ripassato al replay nella mia mente: il Capitano, indistruttibile e inarrivabile, guida i compagni nella corsa a ritmo sostenuto cercando di trasmettere a quei ragazzi le sue stesse ambizioni. Lui è la più grande promessa del Giappone calcistico: ha ragione di esigere il massimo e di godere del rispetto che si è guadagnato sul campo.

Poi tutto va più veloce, l'imprevisto squarcia la serena quotidinità e il destino gioca il suo tiro mancino: il Capitano strabuzza gli occhi, stringe forte la maglia sul petto cercando di allontanare quella stilettata improvvisa che gli ha troncato il respiro un attimo prima.

Vorrebbe riprendere a correre normalmente, come se nulla fosse successo, ma riesce solo a cascare in ginocchio e ad implorare il cielo ormai roseo.

Lascio cadere pesantemente la bici al suolo e gli sono tosto di fianco.

"Capitano!"

Lo chiamo, facendomi spazio nel cerchio formato dai ragazzi.

Julian che vorrebbe rassicurare tutti, si guarda attorno sorpreso, prima di perdere i sensi.

Poi tutto passa e si rimette in piedi...

Deve essere rimasto piegato sull'asfalto per diversi minuti se il coach è irremovibile nella decisione di accompagnarlo in ospedale.

Lo studio del Dottor Jonson come punto d'inizio del calvario di Julian e di Amy.

L'innocenza e la paura che si fondono; l'essere obbligati ad infondersi coraggio reciproco, l'incertezza del domani e dei ruoli con cui andare a ridefinire quell'amicizia.

"La crocerossina di Ross!"

Quanti mi hanno canzonato così negli anni: è una cattiveria infondata o l'osservazione maligna riflette uno spicchio di verità?

Ho sempre creduto che la vicinanza fisica, una carezza fraterna, un abbraccio consolatore o una stretta di mano per incoraggiamento siano stati i modi più adeguati per palesare a Julian la mia presenza.

"Per me sei più di un'amica!"

Parole.

Parole che si disperdono nella brezza primaverile ma che, a loro tempo, mi infiammarono le gote.

Parole lontane, dal significato mai delineato, che si confondono con i pensieri connessi a quello sconosciuto, a Robert Flower.

**************

L'aeroporto è un accozzaglia indistinta e multiforme; pullula di turisti smaniosi di imbarcarsi verso terre piene di storia, di uomini d'affari che sbuffano con la ventiquattrore in mano, di amici e parenti impazienti di ricongiungersi. Tra loro si mescola Philip.

I conti alla rovescia sul calendario sono terminati e gli occhi neri scintillano sulle lancette dell'orologio da polso: la promessa suggellata un anno prima sta per diventare realtà.

L'America sta per restituirmi quell'amore che gli mi rubato appena sbocciato.

Jenny sarà nuovamente una presenza insostituibile della mia vita.

Sarà come tornare sul campo di Sapporo per reincontrare la manager solare e ottimista che, sotto la sciarpa vinacea, celava i freddi brividi che regala la prefettura di Hokkaido.

Tra poco rideremmo insieme dello zelo di Jenny: la prima ad arrivare agli allenamenti e a nascondere i colpi di tosse e la stanchezza dietro un amichevole sorriso.

Farò i complimenti alla studentessa modello che è andata negli States per perfezionarsi e le sarò sempre debitore del mio diploma di scuola media. Li ricordo bene quei giorni, Tayoi: la testa impregnata dall'imminente avventura al torneo nazionale e poco spazio da ritagliare per i libri, mentre tu portavi dappertutto i tuoi sussidiari. Ed era stato facile per te , così sensibile alle espressioni sui volti altrui, scorgere lo sconforto del Capitano quando cercavo di studiare nello spogliatoio.

"Se ti fa piacere posso spiegarti io come si fa!"

Hai proposto una sera, arrossendo lievemente: così grazie a quelle lezioni studiare era diventato un piacere.

Stringo forte la fascia che conservo in tasca: non me ne separa mai sebbene i ricami con filo rosso siano ormai quasi sbiaditi.

Questa fascia rappresenta molto: è la nostra dichiarazione d'amore .

Un gesto criptico ma azzeccato che mi ha costretto a una forsennata corsa fino a questo stesso aeroporto. Una corsa che rifarei altre mille volte.

Un "Ti amo" appena sussurrato e un bacio a fior di labbra: così ci siamo salutati un anno fa.

Negli ultimi dodici mesi la nostalgia è stata lenita dalle e-mail, spedite con cadenza giornaliera, e da fiumi d'inchiostro. Lettere nelle quali aprire il cuore e mettersi a nudo dei propri sentimenti. Carte stropicciate da trasformare in immondizia, in preda all'imbarazzo. Convinzioni incrollabili per rafforzare un amore lontano.

C'erano una volta il Capitano e la manager.

Ci sono oggi due ragazzi innamorati. Quest' oggi per loro potrà iniziare una nuova vita. Quest'oggi è per noi.

******************

"Stiamo per iniziare la fase di atterraggio! I signori passeggeri sono pregati di allacciare le cinture!We're going to start landing..."

La laconica voce dell'hostess detta le indicazioni prima in giapponese, poi in inglese. Verso i posti di mezzo una ragazza, che veste all'occidentale, esegue meccanicamente senza distogliere i pensieri dalla terribile decisione dei genitori.

Proietta nella mente le figure di mamma e papà e le pare impossibile che i coniugi Fujisawa siano disposti ad immolare la felicità di una figlia.

Philip! Con quale coraggio potrò guardarti negli occhi e dirti tutta la verità?

Quella verità esplosa nella casa di New York qualche giorno prima, che mi ha defraudata della mia indipendenza.

"Jennifer sai perchè torniamo in Giappone?"

Ha chiesto papà. Io, galvanizzata, per l'imminente ritorno ho risposto:

"Perchè io ho terminato i miei studi e tu hai il lavoro in Oriente e quindi tornare è la decisione più saggia!"

In fondo è questo il ritornello che mi hanno propinato per mesi.

"C'è dell'altro che devi sapere!"

Si è intromessa mia madre, con aria grave.

"Sai che la nostra famiglia naviga in pessime acque e tu sei in età adatta a prendere marito!"

Ingenua, non ho colto immediatamente il nesso tra quelle allusioni.

"Frank Colis sarà un ottimo marito per te cara! Appartiene ad una delle famiglie giapponesi più rispettabili!"

Chi è questo sconosciuto?

Perchè dovrei rinunciare a quanto conquistato con sacrifici per soddisfare un capriccio paterno?

Ho diritto ai mie 17 anni!

Ma quello di Andrew Fujisawa non è un capriccio, è un ordine e gli ordini del pater familias nella famiglia Fujisawa non si discutono, si eseguono!

"Lasciatemi partire da sola!"

Almeno questa richiesta è stata esaudita: ho solo ventiquattro ore per stare con me stessa, per rivedere Philip e chiedere il suo aiuto. Il ragazzo che tra poco stringerò di nuovo a se ma che non ho mai avuto così lontano.

   
 
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