Anime & Manga > Dragon Ball
Segui la storia  |       
Autore: Mrs Trunks Briefs    02/01/2012    7 recensioni
A causa di una stramba serie di eventi, Goku è costretto a sposare, seppur per finta, nientepopodimeno che Vegeta! Ma cosa succede quando a mettersi in mezzo è, sorprendentemente, il vero amore?
In quello stesso momento, Yamcha era appena uscito dalla grande Capsule Corporation. Teneva una lattina di birra in mano e, con un’espressione alquanto ebete in faccia, aveva iniziato ad inspirare a pieni polmoni la fresca aria del mattino. “Ah, che meravigliosa giornata!”, disse, “Il sole brilla, gli uccellini cantano... tutto è perfetto”. Aprì la lattina e ne prese un sorso, “Sì, è davvero tutto perfetto”.
Improvvisamente Vegeta gli sfrecciò davanti, continuando a colpirsi selvaggiamente in testa, “SVEGLIATI! SVEGLIATIIIIIIII!”.
E Goku, dietro: “Quando ti avrò preso, Vegeta, ti renderò la donna più felice della Terra! Credimi!”.
Li guardò sparire all’orizzonte, versando il resto della birra per terra. “Pual ha ragione, devo smetterla di bere la mattina presto”.
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Goku, Un po' tutti, Vegeta | Coppie: Goku/Vegeta
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

MTB: Lavora alla fanfic, lavora alla fanfic, lavora alla fanfic, lavora alla fanfic...

Trunks: Salve a tutte! Trunks vi dà il benvenuto in questo nuovo capitolo di “Ouji-Sama! Become My Wife!”. Grazie mille per tutte le recensioni! È stato davvero fantastico leggerle!

Goku: Uh… Trunks? Perché stai facendo tu l’introduzione?

Trunks: Beh, come puoi vedere, MTB è entrata in modalità “sad-work”.

Goku: “Sad-work”?.                             

Trunks: Già, la sua nonna è appena morta, ed ora lei sta facendo ciò che fa sempre quando è triste. Ovvero, ignora i giorni passati. Finge che non sia successo nulla. E riesce a fare ciò solo tenendosi occupata con qualcosa. Come pulire, o mettere in ordine, o in questo caso, scrivere.

Vegeta: Aveva già fatto una roba del genere quando le era morto il gatto, vero?

Trunks: È stata in piedi fino alle due di mattina a pulire la cucina quando è morto il suo gatto. Avete presente quei contenitori di plastica per il cibo di cui non si riesce mai a trovare il coperchio? Beh, lei i coperchi è riuscita a trovarli. Tutti. E poi i contenitori li ha messi in ordine. Tutti. Per grandezza, colore e produttore. Poi ha insegnato a leggere e scrivere alla dispensa, al frigorifero e al microonde.

Goku: Come ha fatto a insegnare a leggere e a scrivere ad un microonde?

Trunks: Non lo so... ma credimi, l’ha fatto.

MTB: Lavora alla fanfic, lavora alla fanfic, lavora alla fanfic...

Vegeta: Ehi, tu! Fai i disclaimer!

MTB: (Non posseggo né DBZ né i personaggi presenti. Ora torno al lavoro.) Lavora alla fanfic, lavora alla fanfic...

Goku: Aww... dai, abbracciamola.

Trunks, Goku, Vegeta e Piccolo: *abbracciano MTB*

Trunks: Non preoccupatevi lettori, starà meglio. Ha solo bisogno di un po’ di tempo.

 


 

Capitolo 7 (1)

 

Piccolo riusciva ad evitare facilmente ogni singolo attacco di Gohan. Troppo facilmente. Avevano fatto bene a riprendere gli allenamenti, visto che il ragazzino si era indebolito. Di nuovo. Era persino troppo facile colpirlo, ora che la sua velocità era così drasticamente diminuita.

Dopo aver schivato un calcio, l’alieno gli scagliò un brutale pugno in piena faccia, scaraventandolo con violenza a terra. Gohan giacque inerme esattamente al centro del piccolo cratere formatosi solo per qualche istante, per poi scattare energicamente in piedi senza presentare grandi danni. Si diede una rapida rassettata agli abiti, dopodiché alzò lo sguardo verso il suo mentore, il quale fluttuava con espressione austera sopra di lui.

“Piccolo-san!”, lo chiamò, “Possiamo fare una pausa?”.

Il namecciano si accigliò, “Neanche per idea! Le pause si fanno a scuola! Torna subito a combattere!”.

“Ma, Piccolo-san—” tentò di protestare lui.

“Niente ma! Adesso muoviti a—”.

GROOOOWL.

Piccolo sgranò gli occhi, schiaffandosi poi una mano in fronte, sconsolato. Gohan si grattò imbarazzato la nuca – gesto che lo rese mostruosamente identico a suo padre – abbandonandosi poi ad un risolino impacciato.

“Dannati saiyan e il loro appetito”, ringhiò Piccolo.

“Posso andare a mettere qualcosina sotto ai denti?”, lo supplicò il ragazzo.

Sospirò pesantemente, consapevole che con uno studente svogliato e pure affamato non avrebbe cavato un ragno dal buco. “E va bene!”, sbottò, “Muoviti e vatti a riempire quello stomaco senza fondo che ti ritrovi!”. Senza farselo ripetere due volte, Gohan si precipitò in casa con un enorme sorrisone stampato in faccia. Piccolo tornò a terra con un sospiro irritato, incrociò le braccia e, borbottando maledizioni varie ed eventuali al metabolismo contorto degli scimmioni, si diresse anch’egli verso l’abitazione.

Quando entrò in casa, Gohan aveva appena messo l’ultima fetta di pane in cima all’agognato panino. Piccolo si chiuse la porta alle spalle e si diresse verso la cucina, intanto che l’altro trotterellava al tavolo e addentava la propria merenda con morsi voraci. Dopo essersi premurato di scoccare all’allievo una fulminante occhiataccia in tralice, emise l’ennesimo sospiro e pensò che, in fondo, avrebbe potuto approfittare di quella piccola pausa per dissetarsi.

 “Dov’è papà, Piccolo-san?”, fece ad un tratto Gohan, sollevando lo sguardo su di lui.

Il namecciano aveva appena portato il bicchiere d’acqua alla bocca quando alle orecchie gli giunse quella domanda. Ingoiò e poi disse: “È a meditare da qualche parte. Aveva bisogno di prendersi un po’ di tempo per pensare e per trovare delle risposte”.

Gohan inclinò la testa, curioso. “Credi che le abbia trovate?”.

Piccolo scrollò le spalle, “Sicuramente. Avrà trovato una sana e saggia risposta che lo leverà da ogni guaio vario ed eventuale in cui si è cacciato”.

 

***

 

Goku volava sferzante nel cielo al di sopra della periferia di West City, intenzionato a trovare Vegeta e a baciarlo, così come le visioni che aveva avuto durante la meditazione alle montagne nevose gli avevano mostrato. Era consapevole che teletrasportandosi direttamente alla Capsule Corporation avrebbe fatto molto più in fretta, ma aveva deciso di lasciar perdere sin dal principio. Innanzitutto, aveva bisogno di tempo per pensare a come agire. Come avrebbe dovuto darglielo quel maledetto bacio? Camminando con nonchalance verso di lui e rubandoglielo a tradimento? O fingendo di cadergli addosso per farlo sembrare un incidente? O magari sarebbe stato meglio sedurlo? No, un attimo, come si seduceva un principe alieno omicida?! Nonostante si fosse preso il suo tempo, in sintesi, a Goku non era venuto in mente proprio un accidente. E tale questione, mentre il saiyan oltrepassava i grattacieli della città, iniziava a divenire un tantino problematica.

Secondo punto, serviva una buona dose di coraggio. Coraggio che al momento non aveva proprio per niente. Tutto si sarebbe sicuramente rivelato un fallimento totale, lo sapeva. E tale consapevolezza, man mano che lui si avvicinava alla Capsule Corporation, non faceva che incrementare terribilmente la già notevole paura. Cosa avrebbe fatto Vegeta dopo averlo respinto – perché sì, sapeva anche questo, sarebbe stato respinto nell’arco di tre secondi –? Probabilmente l’avrebbe strangolato, oppure si sarebbe trasformato in Super Saiyan alimentato da un’ira funesta e dall’impulso omicida e l’avrebbe ammazzato nel modo più cruento possibile.

Giunto a destinazione, la prima cosa che Goku fece fu ingoiare a fatica la compatta matassa di saliva formataglisi in gola. Una volta poggiati lentamente i piedi a terra, abbassò le palpebre e prese un profondo respiro. Beh, pensò, o la va o la spacca.

Si guardò attorno, realizzando da che parte dirigersi. Valicò il lato ad est dell’imponente edificio alla ricerca della Gravity Room e, quando vide la struttura, immediatamente azzerò l’aura. Non aveva senso far sapere a Vegeta che era lì. Rallentò il passo. Più si avvicinava alla Gravity Room, più rallentava. Di lì a poco si sarebbe fermato.

D’improvviso, un nuovo pensiero gli balenò alla mente, brutale.

Questa pagliacciata non ha senso.

Scosse il capo e immediatamente diede le spalle alla Gravity Room, sospirando pesantemente. Voleva andarsene. Doveva andarsene. Se ne sarebbe andato. Fece per scattare nuovamente verso il cielo in tutte le intenzioni di darsela a gambe, quando ad un tratto qualcuno lo afferrò per le spalle, tendendogli un’imboscata. Il povero saiyan cacciò un urlo terrorizzato, voltandosi di scatto e scoprendo che nemico il “nemico” non lo era per niente. Era solo la madre di Bulma con un vassoio in mano e un sorrisone dolce come i pasticcini che vi erano sopra.

“Signora Briefs!”, ansimò lui, totalmente senza fiato per lo spavento, “S-s-s-salve!”.

“Ciao, Goku-chan!”, chiocciò lei, eccitata, “Come stai?”.

“Oh, benone!”, mentì spudoratamente.

“Tesoro”, sospirò addolorata la donna, facendo cadere tranquillamente il vassoio per terra e aggrappandosi come un koala al suo braccio muscoloso, “Ho sentito cosa è successo a tua moglie! Mi dispiace così tanto! Se c’è qualcosa che vuoi che faccia io in sua assenza, non devi che dirmelo!”.

Goku aggrottò perplesso le sopracciglia, domandandosi a cosa stesse precisamente alludendo la signora con quell’ultima frase. Abbassò lo sguardo e osservò contrariato i dolcetti, ora riversi vicino ai loro piedi. Che spreco, pensò. Le prodigò un sorriso non troppo sincero, “La ringrazio, ma io e Gohan ce la stiamo cavando abbastanza bene”.

“Sei sicuro, Goku-chan?”, rincarò lei, stringendoglisi sempre di più contro e aumentando drasticamente il suo nervosismo, “Non vuoi che faccia qualcosa che ogni brava moglie dovrebbe fare per il proprio marito?”.

Il labbro inferiore del saiyan tremò. “Q-q-qualcosa che ogni brava moglie dovrebbe fare... p-per il proprio marito?”.

La signora Briefs lo guardò ammiccante, accarezzandogli il braccio, “Lo sai, no...”.

Goku si sentì in procinto di un infarto. La madre di Bulma gli stava forse proponendo di fare—

“Il bucato!”, esclamò la donna, sventolandogli sotto al naso una maglietta sporca tirata fuori da non si sa bene dove.

Goku crollò per terra dallo shock, ma si ricompose velocemente. “NO!”, disse, in un tono di voce frammisto tra l’isterico e il disperato, “Cioè, v-voglio dire, io e Gohan sappiamo già come si fa! I-Il bucato, eh”.

La signora Briefs gli sorrise giuliva, “Oh, cielo! È così carino sapere che dei meravigliosi ometti come voi sanno fare i lavori di casa!”.

Goku ridacchiò nervosamente, senza nemmeno sapere il perché. “La ringrazio per l’offerta, ma davvero, ce la caviamo abbastanza bene”. Si voltò verso l’entrata principale dell’enorme area, sudando freddo, “O-ora devo proprio andare!”.

Fece per incamminarsi verso l’uscita, quando la madre di Bulma lo chiamò, “Goku-chan! Non eri venuto qui per vedere Vegeta-chan?”.

Istantaneamente il saiyan surgelò sul posto. In uno scatto fulmineo si voltò nuovamente verso di lei, fissandola con due occhi grandi come fanali. “C-come fa a—?!”. Si sconvolse una seconda volta, notando con orrore che il vassoio caduto a terra assieme a tutti i pasticcini era ora tornato nelle sue mani in perfette condizioni.

“Stavi camminando verso la Gravity Room, no?”, domandò candidamente la donna, inclinando leggermente il capo di lato.

“Ah... Eh... Già!”, si bloccò per qualche istante, riuscendo però ad elaborare una perfetta scusa nell’arco di pochi secondi, “M-ma visto che è impegnato ad allenarsi alla fine ho pensato fosse meglio non disturbarlo!”.

La signora Briefs scosse la testa, “Ma Vegeta-chan non è nella Gravity Room, tesoro”. Goku si schiaffò la fronte con il palmo della mano. “È in ambulatorio adesso”, continuò lei con un sospiro addolorato, “Oggi si è fatto la bua”.

A quelle parole, una dolorosa stilettata colpì il saiyan rapida come una scheggia alla parte sinistra del petto, spezzandogli il fiato, ed una piega di preoccupazione gli si materializzò in fronte, “In ambulatorio?”, domandò, con tono improvvisamente roco ed incredibilmente serio, “Cos’è successo?”.

In tutta risposta la donna fece cadere il vassoio un’altra volta e nascose il viso tra le mani, iniziando a piangere disperatamente. Subito Goku le si avvicinò, poggiandole dolcemente una mano sulla spalla. Ingoiò il nodo di saliva improvvisamente formatoglisi in gola e chiese una seconda volta: “Signora Briefs, cos’è successo?”.

“Si... sigh... si stava allenando...”, esordì lei tra i singhiozzi, “E ad un certo punto... sob... ha fatto esplodere... siiiigh... uno dei robot... OOOOOHHHH!”, e un paio di cascate iniziarono a sgorgarle dagli occhi.

“E poi?”, mormorò Goku, sempre più preoccupato.

La signora si ripulì il volto di alcune lacrime, dopodiché riprese difficoltosamente a parlare, “Poi... sigh... è voluto tornare indietro per... hoohoo... aumentare la gravità... sob... e poi... GAH!” crollò in ginocchio per la disperazione.

Gli occhi di Goku divennero lucidi, “C-cosa è...”.

La donna tirò su col naso e lo guardò con gli occhi inondati di lacrime. Ingoiò l’ennesimo singulto e finalmente concluse il racconto. “Quando è tornato nella Gravity Room per aumentare la gravità... sigh... lui... è... è... è inciampato su un pezzo del robot che aveva distrutto e... sob… si è storto una caviglia!".

Goku surgelò sul posto, strabuzzando gli occhi. Strinse i denti nel tentativo di controllare la rabbia, ma fallì clamorosamente, “SI È STORTO UNA CAVIGLIA?! TUTTO QUI?!”, ululò, paonazzo, “Da come l’aveva fatta sembrare credevo fosse riverso a pezzi sul tavolo dell’ambulatorio! Che cavolo! Starà alla grande in meno di dieci minuti, altroché!”.

La signora Briefs sollevò lo sguardo liquido, “Oh, sei sicuro? La caviglia era davvero gonfia”.

Il saiyan scosse il capo, abbandonandosi ad un sospiro sconsolato.

Diamine, era pronto a versare lacrime per Vegeta. Per quello zotico, antipatico, insopportabile principe viziato. Stava per mettersi a piangere come solo alla morte di Chichi aveva fatto. Non potè fare a meno di sbattere le palpebre, a quel pensiero. Davvero si sarebbe messo a piangere?! Seriamente? PER VEGETA?! Iniziò massaggiarsi istericamente le tempie, confuso.

La signora Briefs tornò in piedi, di nuovo col vassoio e i pasticcini in perfetto ordine. Prima o poi avrebbe indagato su come diavolo riuscisse a fare una cosa del genere. “Beh, ti lascio andare da Vegeta-chan adesso, mio caro”, disse lei, “Sai dov’è l’ambulatorio, vero?”.

Goku annuì, “Sì, grazie”.

Gli porse il vassoio, “Gradisci un pasticcino prima di andare, Goku-chan?”.

Fece per prenderne uno, poi si ricordò che erano caduti a terra. Due volte. “Ehm”, disse, ritirando il braccio, “No, grazie”.

Lei gli prodigò uno smagliante sorriso, poi trotterellò allegramente verso l’edificio principale coi suoi dolcetti. Una volta sparita dal suo raggio visivo, il saiyan si abbandonò pesante ad un sospiro di sollievo, liberando il fiato che nemmeno si era reso conto di trattenere. Fece per incamminarsi verso l’ambulatorio, ma si fermò dopo un paio di passi. Ridacchiò, stringendosi nelle spalle. “Giusto”, disse ad alta voce, “Avevo deciso di non farmi vedere, oggi”.

Lanciò un’occhiata all’entrata della Capsule Corporation. Temeva di incappare nuovamente nella signora Briefs, così decise di allontanarsi dal retro facendo il giro lungo. Oltrepassò la Gravity Room e fece per svoltare l’angolo, controllando alle spalle per vedere se l’inquietante madre di Bulma lo stesse seguendo. Proseguì senza prestare attenzione a cosa vi fosse davanti a lui, ed ovviamente finì per andare a sbattere contro qualcosa. O meglio, qualcuno.

Entrambi cadderò per terra con un “oof!” soffocato. Goku immediatamente abbassò il capo e iniziò a scusarsi freneticamente verso la sua vittima non identificata, “Mi spiace! Mi scusi! Non avevo—”.

“Guarda dove vai, pezzo di idiota!”, ruggì l’altra persona. Goku sobbalzò, rendendosi conto di essersi appena scontrato con l’unico individuo che non voleva assolutamente vedere. E no, non si trattrava della madre di Bulma.

Vegeta borbottò qualche indicibile imprecazione, rialzandosi e dandosi una nervosa rassettata. Fissò con odio il suo rivale e Goku incassò la testa tra le spalle, come se fosse pronto a ricevere un attacco. “Che diavolo ci fai qui, Kakaroth?”, sputò, con astio.

Goku si rialzò lentamente, incrociando lo sguardo torvo dell’altro solo per qualche istante, per poi guardare altrove. Si morse il labbro e disse, con voce piccola: “Niente”.

Vegeta ruotò gli occhi, “Allora vai a fare ‘niente’ da un’altra parte!”. E ciò dicendo, dopo averlo spintonato per levarselo da davanti, iniziò ad allontanarsi.

Dire che quella si stava rivelando una pessima giornata sarebbe stato un eufemismo. Prima quella donna impicciona per poco non veniva a scoprire dove fosse stato nelle due settimane passate, poi si era storto una caviglia durante l’allentamento. Aveva provato a continuare ad allenarsi nonostante il dolore in realtà, ma il suo peso più i trecento chili aggiuntivi non gli avevano reso le cose particolarmente facili. Aveva temuto di rompersi definitivamente le ossa se fosse andato avanti, così aveva deciso di prendersi una piccola pausa per andare all’ambulatorio a prendere un impacco di ghiaccio. Tutto quello che poi avrebbe voluto fare sarebbe stato sedersi poggiando i piedi da qualche parte, in attesa che il gonfiore se ne andasse. Sarebbe stata questione sì e no di cinque minuti. Ma poi, improvvisamente, quella vecchiaccia insopportabile gli era piombata – letteralmente – addosso, cominciando a blaterare qualcosa sul fatto che aveva sentito che si era fatto male e che era accorsa il più veloce possibile, distruggendo ogni suo pronostico. Avrebbe cercato fino alla morte il lurido individuo che aveva osato dirle dove fosse andato e l’avrebbe massacrato di botte, poco ma sicuro.

Ed ora, ciliegina sulla torta, era incappato nell’idiota con cui era stato sposato per due settimane. Da quello che ne sapeva di usanze terrestri – cioè più o meno niente – il divorzio si aveva quando due coniugi prendevano la decisione di non volersi più vedere. E lui difatti non voleva avere più niente a che fare quel sottoprodotto di consorte.

Il problema era che Goku non era propriamente dello stesso parere, e la cosa fu eloquente quando afferrò il principe per un braccio per fermarlo. “Senti”, disse, con voce tremante, “I-in realtà sono venuto qui perché dovevo parlarti”. Da quando in qua si sentiva così nervoso a parlare con Vegeta? E quando aveva mangiato farfalle? Le sentiva svolazzare nello stomaco.

Il principe si liberò della sua presa con uno scatto rabbioso, “Bene, mi hai parlato. Ora sparisci”.

Riprese a camminare, ma Goku lo abbrancò fulmineo un’altra volta. “Puoi ascoltarmi un attimo, per favore?”, sbottò, “Lo so che non vuoi rivedermi mai più, ma—”.

“Oh andiamo, Kakaroth”, lo interruppe Vegeta, sorridendo in maniera sospettosamente affabile, “Sai che non è vero. Certo che voglio vederti ancora!”. Goku sbattè sbalordito le palpebre e Vegeta continuò, tramutando il proprio sorriso in un ringhio rabbioso, “VOGLIO VEDERTI MORTO! MORTO STECCHITO E SANGUINOLENTO SUL CAMPO DI BATTAGLIA! CON LE MIE MANI ATTORNO AL COLLO!”.

Il giovane saiyan digrignò i denti, dandosi dello stupido per non essersi aspettato la solita frase infelice di turno. Riprese a parlare, “So che non vuoi più vedermi”, ripetè, “Ma credo che ci siamo lasciati davvero in pessimi termini”.

“E quindi?”, Vegeta sollevò un sopracciglio, “Noi siamo nemici. Siamo destinati a parlarci in pessimi termini. Se proprio dobbiamo parlare”.

“Beh”, mormorò Goku, “Io non la pensò così”.

“Beh”, lo scimmiottò lui, “E a me non frega niente”. Tentò nuovamente di allontanare il braccio, ma stavolta l’altro mantenne ferreamente la presa, “Lasciami immediatamente!”, ringhiò. Il suo cuore stava battendo all’impazzata, sempre più veementemente man mano che passavano i secondi durante i quali Kakaroth stringeva il suo braccio. Gli stava importando eccome.

Goku deglutì, aggrottando le sopracciglia. Vegeta non pareva proprio essere disposto a parlare. Ovviamente. Si morse il labbro, consapevole che non sarebbe stato in grado di convincerlo ad intrattenere una discussione civile neanche a pagarlo oro. In realtà era lui stesso a non essere pronto a parlare. Voleva solo... baciarlo. Era l’unica ragione per la quale era andato alla Capsule Corporation, in fondo. Le visioni avute sulle montagne gli avevano assicurato la felicità solo dopo aver baciato quell’isterico principe omicida che stava ora stava cercando di staccargli una mano a morsi nel tentativo di fuggire. Giunti a quel punto, non aveva senso mandare tutto all’aria. Prese un profondo respiro e abbassò le palpebre.

Beh, pensò, ingoiando l’ennesimo grumo compatto di saliva, non è stata lunga, ma è stata comunque una bella vita.

Vegeta fece per affondare i denti nella carne del suo rivale ancora una volta, quando improvvisamente, con un movimento fulmineo ed inaspettato, venne sbattuto contro la parete esterna della Capsule Corporation. Non fu un attrito doloroso né particolarmente forte, ma sufficiente per fargli abbassare la guardia.

Fissò con astio il suo aborrito rivale, che gli tratteneva ora le spalle contro il muro. Spalancò la bocca per abbagliargli contro un insulto ed ordinargli di lasciarlo immediatamente, ma la richiuse lentamente nel momento in cui si accorse dell’espressione dipinta sulla sua faccia. In quegli occhi scuri come la pece vide riflessi confusione, rabbia, guizzi di paura, determinazione. Sgranò lo sgurdo, domandandosi a cosa diamine quello stupido stesse pensando. Vide le sue palpebre abbassarsi lentamente e le labbra arricciarsi, ed immediatamente una consapevolezza serpentina lo fece raggelare.

Non vorrà farlo davvero, pensò disperatamente.

Goku invocò mentalmente qualsiasi divinità lo stesse ascoltando in quell’istante e con l’unica, mera consolazione di essere riuscito perlomeno ad ottenere la sua tanto agognata assicurazione sulla vita, si sporse velocemente in avanti.

Il principe riuscì solo a boccheggiare un mezzo “Kakaroth” prima che le la sua bocca venisse tappata da un paio di secche, frementi labbra. I pugni arrivarono rabbiosi e immediati contro il petto di Goku, ma più Vegeta lo colpiva nel tentativo di respingerlo, più il giovane saiyan premeva contro di lui. Per qualche secondo tutto ciò che si udì furono solo ovattati mugolii di protesta e contrarietà, poi anche quelli soffocarono tra le pareti della gola.

Il prode salvatore dell’universo continuò nella sua attività, anche se non troppo sicuro del perché. Si rese conto di stare semplicemente premendo la bocca contro quella di Vegeta, senza realmente baciarlo. Titubante, quindi, iniziò a succhiare piano le sue labbra, inclinando leggermente il capo. Continuò a muovere la bocca, diventando più intenso e determinato nel momento in cui si rese conto di gradire particolarmente il sapore vagamente salato dell’altro saiyan.

Troppo impegnato nella sua contemplazione, non si rese nemmeno conto che i pugni di Vegeta contro il suo petto si erano fatti sempre più lenti e deboli, fino ad estinguersi del tutto. Finalmente anche l’orgoglioso principe chiuse gli occhi, rilassò le braccia e iniziò a ricambiare il bacio, ignorando il volto che pareva incendiare. Kakaroth fece scivolare le proprie mani lungo le sue spalle, carezzando gli avambracci e arrestandosi sui suoi fianchi. Circondarono la vita stretta, spingendolo maggiormente contro di sé. In risposta, Vegeta avvolse le braccia attorno al torso e afferrò il retro della maglietta arancione, aggrappandosi disperatamente ad essa.

Rimasero così fino a quando l’ossigeno non divenne un bisogno impellente per entrambi, costringendoli a staccarsi per riprendere fiato. Una volta che ebbero regolarizzato il respiro, ripresero il contatto.

Continuarono nella loro romantica performance per qualche incalcolabile minuto, abbandonandosi di tanto in tanto a qualche mugolio e sospiro di apprezzamento. Goku poteva sentire il pesante battito del cuore di Vegeta palpitare frenetico contro il proprio petto, Vegeta sentiva il cuore di Goku bussare veemente contro la battle suit.

“Vegeta... Vegeta... Vegeta...”.

La voce risuonò debole e convusa nella sua mente totalmente annebbiata. Il principe pensò che fosse Goku a chiamarlo, e mugolò la risposta dentro la calda bocca premuta contro la sua.

Un attimo.

Strabuzzò gli occhi. Se la bocca e la lingua di Kakaroth erano occupati a fare altro, chi diamine lo stava chiamando?!

“Vegeta!”.

Goku, che prima non aveva udito nulla, stavolta sentì qualcosa. Aveva un timbro sempre più forte, come se si stesse avvicinando. I due saiyan s’immobilizzarono, drizzando le orecchie.

“Vegeta! Dove sei?”. Era una voce era femminile e familiare. Un nome comparve subito in cima alla lista dei possibili sospetti: Bulma.

I due si guardarono, dopodiché lo sguardo d’entrambi schizzò verso il basso. I loro corpi erano così vicini che non avrebbero potuto dire dove iniziava uno e dove finiva l’altro. Le mani di Goku si erano mantenute per parecchio attorno alla vita di Vegeta, ma ad un tratto si erano spostate verso l’alto, sulla schiena. Quelle del principe avevano fatto l’esatto contrario: lentamente si erano mosse sui fianchi del compagno, artigliando le estremità della fascia blu. Erano un groviglio di gambe e di braccia.

Se Bulma li avesse visti accollati in quel modo, dire che avrebbero dovuto dare qualche spiegazione sarebbe stato il minimo. E dalle espressioni totalmente stravolte dipinte sui volti accaldati, i due non erano nemmeno in grado di dare una spiegazione plausibile a loro stessi.

Entrambi si allontanarono con uno scatto, in totale shock. Vegeta fissò il suo rivale ad occhi sgranati, il volto che saggiò nell’arco di pochi secondi tutte le gradazioni di rosso esistenti. Goku arrossì vistosamente, ed i suoi occhi iniziarono a schizzare ovunque tranne che in direzione di Vegeta. Gli diede solo una finale, velocissima occhiata e, imbarazzato per quanto successo, si voltò e prese il volo, schizzando via. Dinanzi alla sua rapida fuga, tutto ciò che poté fare il principe fu ringhiargli rabbiosamente contro.

“Vegeta!”, chiamò ancora Bulma, agitata per il fatto che non avesse ancora ottenuto risposta. Voltò l’angolo e trovò il saiyan immobile contro il muro, di schiena. Si mise le mani ai fianchi, aggrottando le sopracciglia, “Eccoti qui!”, esclamò, piccata, “Accidenti, ti ho cercato ovunque! La zuppa è pronta, se vuoi degnarti di venire a mangiare!”.

Lui non osò voltarsi. Si limitò a mormorare freddamente un “Adesso arrivo”.

La ragazza annuì, rilassando le braccia, dopodiché rientrò in casa. Vegeta si rilassò, abbandonandosi ad un sospiro di sollievo. Non avrebbe potuto mostrare la sua faccia in quel momento, con quel colorito mostruosamente rosso che lo faceva sembrare un pomodoro. Dannazione, era stata ad un passo dallo scoprire la verità... ancora un volta. Era come se fosse in grado di captare l’esatto momento in cui stava succedendo qualcosa tra lui e Kakaroth.

Scosse violentemente il capo e lentamente entrò nell’edificio, augurandosi di poter scacciare celermente quell’ignominioso colorito rosso fuoco che mai, prima d’allora, aveva osato tingergli il volto.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


 

Blatereggiando – Ovvero, le note della traduttrice.

Dunque, per chi lo desidera, i sassi per lapidare Bulma li vendo alla modica cifra di cinquanta centesimi. I pasticcini della signora Briefs li trovate ad un euro dietro alla seconda porta a destra. Se volete altri sbaciucchiamenti tra i due saiyan, beh... DOVRETE ASPETTARE IL PROSSIMO CAPITOLO, OHOH. Beh, insomma, Goku-chan ha fatto il grande passo. Più o meno. Più meno che più, visto che poi se l’è data a gambe come un babbeo. Shame on you, Goku! E Vegeta... oh, beh, lo attende una divertente cenetta, garantito. Mi spiace di avervi fatto attendere così tanto, non ho scusanti. *piange* Spero solo che il capitolo sia stato di vostro gradimento! Per quanto mi riguarda, vi ringrazio sentitamente per tutte le vostre recensioni! Mi fa davvero piacere che questa storia vi piaccia, perché personalmente io l’ADORO. Beh, che altro dire... nada. Vi auguro un buon inizio 2012 pieno di yaoi e soldi felicità! Ora penso che andrò a giocare a Ultimate Tenkaichi col personaggio che ho creato a farmi massacrare. DANNATO VEGETA, PERCHÉ SEI COSÍ VELOCE?! SPERO CHE GOKU TI SFONDI IL DERETANO.

... Uhm, comunque. Ci becchiamo col prossimo capitolo od in alternativa, in una delle mie storie in prosecuzione. MMMMAH. Grazie ancora per le recensioni, adieu!

Anzi, no, prima che me ne dimentichi. Questa fiction è vecchia, quindi posso dirvi con assoluta certezza che l’autrice, fortunatamente, si è ripresa dal suo lutto. Poverina. Perdere qualcuno è sempre un brutto colpo. Nonostante ciò, ha voluto comunque continuare la storia. Grazie davvero, anche se con parecchi anni di ritardo.

 

 

 

 

 

   
 
Leggi le 7 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Dragon Ball / Vai alla pagina dell'autore: Mrs Trunks Briefs