Prima classificata
Parla con gli occhi, di margheritanicolaevna
Punteggio: 9.63
Grammatica e sintassi: 10
Capacità espressiva: 9.5
Rispetto parametri e traccia: 10
Originalità e creatività: 9
Grazie alla tua introduzione e al modo in cui, con 500 parole, sei riuscita a descrivere perfettamente la scena, non avrei avuto bisogno di guardare l'episodio, ma l'ho fatto lo stesso per avere conferma del punteggio che volevo darti. La tua flashfiction è perfetta sotto tutti i punti di vista: è curatissima nello stile e nell'espressione scorrevole ma elegante, ho apprezzato la struttura a paragrafetti che stacca i vari momenti al punto giusto, senza lasciare nulla in sospeso, e poi c'è il richiamo a "Canto di Natale" rielaborato in maniera attuale, romantica ed originale. Mi sono chiesta quanto si potesse relazionare CSI con il capolavoro di Dickens, così ho guardato l'intero episodio, dove non c'è nulla che possa rimandare al romanzo, e quindi un riferimento che hai creato tu dal nulla e per questo la tua creatività è lodevole, soprattutto perché questa strana accoppiata CSI/Canto di Natale non stravolge per nulla il carattere dei personaggi. Disclaimer: Questi personaggi non appartengono a me bensì alla CBS Broadcasting Inc., che ne detiene tutti i diritti. Questo racconto non è stato scritto a fini di lucro e gli elementi di mia invenzione, che non esistono in CSI NY, appartengono solo a me.
Credits: La frase in corsivo che pronuncia Gina è una citazione da “Canto di Natale” di Charles Dickens.
Parla con gli occhi/ ascolta con il cuore
Immobile di fronte a lui, Gina Mitchum gli aveva posato una mano esattamente sul cuore e lo aveva fissato: quello sguardo era penetrato nella sua anima, toccandone il fondo.
Aveva detto solo, con le mani e la sua voce sgraziata, una frase che a Mac Taylor era suonata strana: “I cammini degli uomini prefigurano determinate conseguenze alle quali, se seguiti, condurranno. Ma, abbandonati i cammini, le conseguenze cambieranno”.
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Quell’incontro doveva averlo scosso più di quanto immaginasse; si sentiva esausto, come svuotato, tanto che - una volta tornato in ufficio - appoggiò le braccia alla scrivania, reclinò il capo su di esse e senza nemmeno accorgersene scivolò nel sonno.
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“Tesoro, sono tornata!”
Una squillante voce femminile ridestò la sua coscienza assopita.
Confuso, si guardò intorno: era in una stanza così buia che non riusciva nemmeno a capire se gli fosse familiare o no. Doveva essere Natale, comunque, perché intravedeva la sagoma di un abete riccamente addobbato.
“Amore?” ripeté la voce, che finalmente riconobbe.
Allora, dovevano avere fatto pace …
Peyton Driscoll entrò, carica di pacchetti; in verità, prima fece il suo ingresso trionfale un bel pancione di otto mesi, seguito subito dopo dal resto dell’anatomopatologa inglese.
Mac sgranò gli occhi e sorrise nel buio: allora, dovevano veramente avere fatto pace…
Invece, lei gli passò accanto senza vederlo.
“Strano” pensò lui, ma, prima che dalla bocca gli uscisse una sola parola, “amore” corse incontro a Peyton, la baciò con passione sulle labbra e poi le posò un bacio leggero sul ventre.
“Amore” era un bell’uomo biondo con occhiali da intellettuale e l’aria gentile.
Mac era pietrificato.
Lo sguardo gli cadde su un piccolo calendario da tavolo.
La data lo lasciò senza fiato: 24 dicembre 2011.
Dunque, stava forse sognando un futuro nel quale Peyton non sarebbe più stata sua? Era certo che fosse solo un sogno? Le sue dita si chiusero nervosamente sul foglio e lo strapparono. Senza pensarci, lo appallottolò e lo infilò in tasca.
“Cos’hai?” chiese “amore” a Peyton, che sembrava improvvisamente triste e non gli rispose. Allora le sollevò il viso verso il suo e disse: “Ora guardami negli occhi, perché devi ascoltarmi: io ti amo, andrà tutto bene”.
Mac fece un passo indietro e fu inghiottito dall’oscurità.
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Si destò con un sussulto e si accorse di trovarsi nel suo ufficio; il computer confermava che era effettivamente il 24 dicembre 2006.
Disorientato, si passò una mano sul viso, pensando che era stato un sogno dannatamente realistico.
Nella notte più magica dell’anno, quella in cui tutto può accadere nel mondo perché il suo potente creatore è egli stesso un fanciullino, qualcosa era successo dentro di lui che non poteva ignorare.
Ora capiva le parole di Gina: da lei aveva ricevuto un dono prezioso e adesso sapeva cosa fare.
Un sogno pazzesco, accidenti!
Nell’ascensore che lo avrebbe portato verso l’ufficio di Peyton, infilò distrattamente le mani in tasca e le sue dita toccarono un pezzetto di carta appallottolata.
Lo tirò fuori: era la pagina di un calendario, con su scritto "24 dicembre 2011".
FINE