“Ma certo che ho baciato qualcuno. E poi, solo perché amore e sesso non sono mie priorità, non vuol dire che biologicamente io non funzioni come qualunque altro essere vivente.” sbuffò Sherlock senza staccare gli occhi dalla tv e pensando che la domanda fosse del tutto banale, insensata e stranamente imbarazzante. 
“Non so perché ma non ci credo. Ai miei occhi sei, tipo, una creatura asessuata.” ribatté John stringendo appena gli occhi, come se volesse riuscire a guardargli dentro. “Quanto tempo fa hai baciato... qualcuno... per l'ultima volta?” continuò ad insistere. Sembrava gli interessasse davvero. Sherlock aveva sette anni quando baciò per la prima volta. Al tempo stava ancora provando a inserirsi in quelle convenzioni sociali che poi avrebbe ignorato e rifiutato perché limitanti. 
Tutto quello che era successo in seguito, invece, soprattutto ai tempi di Barts, era frutto di meri esperimenti che nella sua testa considerava al pari di quelli attuali sui cadaveri: ad un'azione corrisponde una reazione, solo che i corpi erano ancora caldi. 
Comunque non era il caso di andare così nel dettaglio; si limitò a spegnere il televisore e a guardare male John che sospirò ricambiando lo sguardaccio e facendolo arrossire lievemente. 
“Ammettilo. Non hai mai baciato nessuno.” insistette John, con tono di sfida, sporgendosi verso di lui. “Sei un verginello.” 
“Questo diminuirebbe la stima che provi per me?” si ritrovò a chiedere l'altro, non troppo sicuro del perché. 
“Certo che no.” rispose il dottore, spiazzato. “Questa è una conferma, giusto?” 
“No, non lo è. Ho baciato, sia uomini che donne, e ho fatto sesso, di pressoché ogni tipo. Gli esperimenti mi piacciono. Questo diminuisce la stima che provi per me?” gli domandò di nuovo sporgendosi a sua volta. Non li separavano che pochi centimetri. 
“Direi di no, ma aumenta l'invidia forse.” farfugliò John. Lo sguardo continuava a cadergli sulle sue labbra. 
“Tu non osservi, John.” ribatté Sherlock, il suo tono di voce ancora più basso. “Le persone, ci farai caso in seguito, tendono a cambiare atteggiamento dopo le loro prime esperienze sessual...” 
“Non divagare, ora. Sono curioso.” lo interruppe l'altro. “Non ne senti il bisogno? Mai? Del contatto fisico con un altro essere vivente? Erano davvero solo esperimenti i tuoi?” 
“Sì, lo erano. L'accoppiamento è decisamente sopravvalutato, e comunque nessuna persona mi è mai interessata più del mio lavoro, finora. Quelle erano solo... cavie.” 
John si sporse di colpo, appoggiando le proprie labbra su quelle di Sherlock in un bacetto rubato velocemente. “Ti ho colto di sorpresa, vero?” sussurrò. E quando l'altro schiuse le labbra per smentirlo, ne approfittò per baciarlo di nuovo, questa volta come si deve, tenendogli la nuca con una mano, esplorando lentamente la sua bocca con la lingua, e persino Sherlock non riuscì ad evitare di chiudere gli occhi e ricambiare. 
Forse, doveva ammetterlo a sé stesso, quel bacio era diverso dagli altri. In qualcosa. 
In qualcosa che continuava a sfuggirgli, a non sembrargli chiaro. 
Riaprì gli occhi che John aveva interrotto il bacio già da un po' e lo stava fissando con curiosità ed un sorriso compiaciuto. “Sei arrossito. E probabilmente ti è anche venuto duro.” 
“Negativo.” si affrettò a rispondere Sherlock ma il linguaggio del corpo l'aveva tradito: aveva accavallato le gambe di colpo, gettandosi di nuovo indietro verso lo schienale della poltrona. E quando John aveva iniziato a ridacchiare, (“Sì, certo!”) orgoglioso della sua piccola vittoria, lui aveva cercato nervosamente il telecomando e aveva riacceso il televisore. 
Non c'è slancio emotivo che un po' di sana televisione spazzatura non possa smorzare, ormai l'aveva imparato anche Sherlock.