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Autore: Haleey Gray    03/01/2012    4 recensioni
Si lo so, faccio davvero pena a mettere un titolo alle Fiction..
Le deboli braccia continuavano a dimenarsi nell’aria, le parole uscivano energiche come piccoli soffi di brezza mattutina, per soffocarsi poi contro pareti cristalline di paure.
« Papà.. Papà.. Ti prego non lasciarmi! »
Genere: Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Gohan, Goku
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Salve a tutti e grazie per esservi sintonizzati sul nostro canale! Anche oggi, vi verrà proposto un frutto di un accurato momento di depressione totale!  *si alzano le urla tra il pubblico*
La nostra carissima Haleey oggi, ci mostrerà una scena commovente tra il meraviglioso eroe Goku e il suo tenerissimo figlioletto. Tutti saprete della terribile perdita che abbiamo subito a causa del Cell Game e il nostro amato Gohan lo sente a fior di pelle. Riuscirà a sopportare il dolore irreversibile? Leggete per scoprirlo!
In una Fiction di sole 311 parole, la più corta che la nostra scrittrice abbia mai tramandato, scoprirete che qualcuno ha voluto fare una visita al giovanissimo Saiyan.
Buona lettura a tutti e non dimenticatevi di recensire!


» Dragon Ball di Akira Toriyama ©
Ps: l'autrice si scusa per l'immagine che effettivamente non c'entra niente con la scena, ma lei fa davvero schifo a sceglierne di appropriate (e anche a scegliere titoli alle one-shot) ç__ç






Spostò con delicatezza il ciuffo di capelli neri che cadeva elegantemente sulla fronte consumata del piccolo Saiyan. Afferrò piano il morbido piumone d’oca e lo portò all’altezza del suo mento, per coprirlo da eventuali spirargli gelidi, in quella stanza chiusa in una inusuale solitudine.
Le deboli braccia continuavano a dimenarsi nell’aria, le parole uscivano energiche come piccoli soffi di brezza mattutina, per soffocarsi poi contro pareti cristalline di paure.
« Papà.. Papà.. Ti prego non lasciarmi! » Se il suo corpo non fosse ormai già solo spirito libero, lo avrebbe stretto in una morsa calda e rassicurante, l’avrebbe trattenuto contro il suo possente petto accarezzandone la morbida chioma. Una sensazione di impotenza andò a riempire cioè che di un cuore battente gli rimaneva nel freddo costato. Lui, Goku, il generoso eroe di un universo sconfinato, poteva solo accarezzare la lisca cute della sua creatura e vegliare sul suo riposo.
Minuscole goccioline di sudore andarono a formarsi sul pallido viso di Gohan, che continuava a lottare imperterrito contro un distante incubo che gli oscurava la mente. Allora una sensazione di freschezza andò a vezzeggiare i neri capelli appoggiati al candido cuscino. In un attimo i terribili demoni che infestavano paurosamente la stanza, si dissolsero a quel fievole contatto. Il giovane Saiyan spalancò le stanche palpebre, come a riconoscere il tremare di quell’aria, come a riconoscerne il profumo. Presto la delusione spezzò però le catene di quella modesta speranza che si era andata formando poco a poco nell’animo nobile del bambino. Nella camera ora, c’era solo una debole luce a illuminargli l’espressione distrutta.
Come un ombra passeggera, tutto ciò che l’eroe aveva potuto fare, era accendere premurosamente una innocua lampada che posava maestosamente sul tavolino affianco al letto per assicurarsi così, anche da lontano, che l’oscurità non padroneggiasse sulla vita del suo puro figlio e per lascargli, velatamente, un segno del suo sentito passaggio.
   
 
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