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Autore: GabrielTrish    04/01/2012    2 recensioni
Alzo la testa completamente, trovandomi a pochi centimetri dal suo viso.
Sono stanco, il freddo brucia, ustiona, il vento mi sbatte in faccia spilli di neve, la paura lascia spazio al terrore… Lasciami andare, ti prego…
Genere: Drammatico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Lettonia/Raivis Galante, Russia/Ivan Braginski
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Neve.
Freddo.
Ho perso la sensibilità delle mani, ormai assiderate.
Di certo passeggiare per Mosca quando il Generale Inverno viene a far visita non è un’ idea delle migliori.
 
Ma io sto scappando.
Si, finalmente. Ma allora perché provo questa strana sensazione?
Lui…mi manca?
Ah, è impossibile!
Ho sempre avuto paura di lui… ma adesso ho paura di me stesso.
Le strade sono deserte, tutto è ricoperto da un malinconico bianco.
Le uniche scintille di calore sono le tiepide luci provenienti dalle abitazioni…
Accidenti, che freddo…
Gli stivali purtroppo non sono abbastanza pesanti, così come la mia solita divisa, il tremolio non mi lascia in pace un momento,  la neve mi punge il viso…
 
Sento dei pesanti passi dietro di me, e nonostante voglia voltarmi, la paura e la consapevolezza di chi possa essere mi impediscono qualsiasi movimento.
 
Ho paura.
 
-latvia…-
 
È lui, lo sento, chiudo gli occhi, mentre tento di fermare quel mio tremolio convulso.
nonostante il freddo mi stordisca completamente,  riesco a muovere qualche passo e ad appoggiarmi ad un muro di un edificio e a girarmi con fatica.
Non riesco ad alzare la testa, a guardarlo.
 
Ho paura.
 
Mi sforzo di parlare, di non apparire spaventato.
-oh… s-signor Russia…i-io…-
Lo sento avvicinarsi, sento quell’ opprimente ombra posarsi su di me, sento già il respiro mancare.
 
Ho paura.
 
-latvia…-
È vicino, di fronte a me, sento il suo respiro, calmo, regolare, sento il mio, veloce, agitato.
Il tremolio non accenna a fermarsi, sono ancora a testa bassa, non riesco ad alzarla.
Raccolgo tutte le forze, apro gli occhi e alzo di poco lo sguardo, notando che lui è più vicino di quanto immaginassi, mi sfiora con il cappotto, sento il calore del suo corpo, rassicurante, che si alterna a folate gelide.
 
Ho paura.
 
Sento una mano grande e calda posarsi sulla mia testa.
Mi appoggio al muro, quasi a volermi reggere,  irrigidendomi più di quanto lo sia già.
Cerco anche di non respirare, voglio scomparire, dissolvermi, è facile capire a cosa stia pensando lui.
 
Ho paura.
 
E invece no.
La mano scivola dalla testa al collo, poi raggiunge l addome, e io tremo, tremo, tremo, non riesco a fermarmi, è più forte di me, non-….!
Mi afferra di scatto con l altra mano entrambi i polsi, stringendoli con violenza, fanno male, fanno male!
 Alzo la testa completamente, trovandomi a pochi centimetri dal suo viso.
Sono stanco, il freddo brucia, ustiona, il vento mi sbatte in faccia spilli di neve, la paura lascia spazio al terrore… Lasciami andare, ti prego…
 
Mi sbatte i polsi sul muro, sopra la mia testa, con l altra mano mi sbottona la giacca, e una frustata di vento gelido mi penetra nella pelle.
 Un flebile gemito esce dalle mie labbra congelate, voglio dirgli di fermarsi, di lasciarmi stare, apro la bocca, ma non esce nessun suono.
 
Ho…ho paura.
 
-Dimmi, latvia… che giorno è oggi?-
Lo guardo, sta sorridendo, sono confuso, non capisco il perché di quella domanda, vorrei rispondere, ma mi esce un misero: -non lo so…-
 
 perché? Che senso ha? Non faccio in tempo a pensarci, che un luccichio mi colpisce negli occhi. Riesco a fatica a mettere a fuoco la sua mano, che stringe…. Un coltello? Un coltello!
 
ho paura!!
 
-sbagliato… oggi è 16 dicembre!-
No... che fa? Avvicina quella mano... a me… no… no! NO!
Un dolore acuto mi pervade il petto, mi blocca il respiro, irradiandosi in tutto il corpo.
 Spalanco gli occhi arrossati, il tremolio si blocca di colpo. Basta…basta!
 
urlo disperatamente, con tutto il fiato che ho, con tutte le forze che mi rimangono, sento gli occhi riempirsi di lacrime, l aria fredda e statica viene squarciata dalle mie grida…
e la neve si sporca… del mio… sangue.
Ansimo dal dolore e abbasso lo sguardo, sono vivo, ma… mi ha… mi ha inciso qualcosa sul petto… tra il sangue intravedo la data… 16 dicembre.
-consideralo un ricordino… in questo modo sono sicuro che non ti scorderai della grande madre patria Russia… -
 
Un altro taglio mi costringe a urlare di nuovo. Ora mi ha inciso un piccolo cuore, subito sotto la data… fa male… brucia.
Non ce la faccio… sento… qualcosa di caldo sulle guance.
Lacrime?
Riesco finalmente a balbettare qualche parola… impotente... stanco.
-Sono certo c-che non… lo d-dimenticherò… -
Sento le forze mancarmi e la vista appannarsi…
 
ho ancora tanta, troppa paura.
 
-bene…- mi sussurra… mi lascia finalmente i polsi, e dato che non mi reggo in piedi mi prende di peso in braccio, senza dire una parola.
 le ferite bruciano tantissimo, un dolore insopportabile.
inizia a camminare.
Verso ciò da cui ero scappato.
Mi appoggio debolmente al cappotto di colui che mi aveva appena martoriato. Si, proprio lui.
Che mi passa per la testa?
Chiudo gli occhi, esausto, e perdo i sensi, giusto in tempo per vedere la neve sporcarsi di sangue.
Il mio sangue.
 
 
Ho paura… di lui.
Ho paura… di me.
 
  
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