Storie originali > Romantico
Ricorda la storia  |       
Autore: RobTwili    04/01/2012    10 recensioni
Mac e Zac.
Mac, innamorata di uno dei suoi migliori amici da quando, il primo giorno d'asilo, quel bambino con gli occhi blu, si è avvicinato a lei.
Zac, piccolo genio della matematica, che di donne non ne capisce.
Lei segretamente innamorata di lui.
Lui pubblicamente innamorato di Natalie Portman.
E se, una fatina bionda, spingesse Cupido a lanciare la freccia?
Spin-off di 'The revenge of the nerd'.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
- Questa storia fa parte della serie 'Nerds do it better'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
zmac
Questa storia è uno spin-off di ‘The revenge of the nerd’. Questi avvenimenti  si possono trovare in parte narrati nel Capitolo 15 e capitolo 16. Ricordo che questa storia si concentra sulla coppia di amici Zac e Mac.
 
 




Non mi sentivo per niente tranquilla in camera di Ashley.
Era come stare nella tana del lupo.
Perché, in quella camera dipinta di rosa, Ash mi stava trattando come una cavia.
Prima ero stata costretta a provare un’infinità di vestiti, se così si potevano chiamare quei pezzi di stoffa colorati che coprivano a malapena la linea del sedere, e poi mi aveva truccato e acconciato.
C’era qualcosa nel suo sguardo che mi spingeva a pensare che Ash mi vedesse come una bambola a grandezza naturale.
«Perfetta» mormorò soddisfatta, appoggiando la piastra sul tavolo di fianco a noi.
«Posso legarmi i capelli adesso?» chiesi, giocando con l’elastico che tenevo tra le mani.
«Non ci provare» mi puntò addosso la bottiglietta di lacca, per minacciarmi.
«D’accordo». Alzai le mani in segno di resa, sperando che non mi colpisse con lo spray.
«Dunque, riuscirai a fare quello che ti ho detto?» si informò, spruzzandomi una quantità eccessiva di lacca.
«Ash» sospirai, preparandomi a ripetere la solita storia, «non piaccio a Zac, quindi del tuo piano non me ne faccio davvero nulla».
Perché dovevo chiedergli di ballare e poi avvicinarmi a lui per baciarlo?
Zac non mi vedeva nemmeno come donna, impegnato com’era a guardare i film di Natalie Portman e a pensare all’ipotetica cugina di Ash.
Kenzytrina.
Perché Ashley aveva deciso di giocare sul soprannome che usava per chiamarmi quando aveva fretta. Kenzy.
«Io scommetto queste Jimmy Choo che Zac questa sera non riuscirà a toglierti gli occhi di dosso. Ora, indossa questo vestito, su! Io vado a prendere una cosa in bagno». Si allontanò, quasi saltellando.
Incredibile quanto andare a quel ballo l’avesse messa di buonumore.
Indossai il vestito con qualche problema, contorcendomi mentre cercavo di agganciare la zip sul retro.
«Ferma, potresti romperlo» strillò Ash allarmata, facendomi sussultare per la sorpresa.
Qualche secondo dopo le sue dita sfiorarono la mia schiena, prima di chiudere la zip.
«Fai un giro per farti ammirare» mi ordinò, indietreggiando di un passo.
Girai velocemente su me stessa, sentendo Ashley sbuffare irritata.
«Le scarpe. Tieni, indossa queste». Prese da una confezione un paio di scarpe, le stesse che mi aveva costretto a comprare una settimana prima.
Scarpe con il tacco.
Talmente alte che con quel tacco non ne avevo mai viste.
Non ero nemmeno sicura che fosse legale mettere in commercio scarpe così poco comode.
«Fanno male» mi lamentai, facendo roteare la caviglia per cercare di dare sollievo al dolore che sentivo al piede.
«Zitta, e adesso gira lentamente» ordinò di nuovo, agitando la mano.
Quando parlava in quel modo mi spaventava.
Era decisamente meglio non contraddirla.
Feci come aveva detto e cominciò a battere le mani, felice.
«Un capolavoro. Questa volta mi sono superata» si complimentò da sola, mentre guardavo il mio corpo.
C’era qualcosa che non mi convinceva.
«Tu sei sicura che questo vestito sia della mia taglia?» mormorai, guardando quel piccolo pezzo di stoffa marrone che continuava a sollevarsi a ogni respiro che facevo.
«Sei perfetta Mac. Questo vestito è stato creato per te» osservò, girandomi attorno.
Istintivamente portai le mani sul sedere, per tirare la stoffa un po’ più giù.
Perfetta io… e lei che cos’era? Con quel vestitino blu faceva invidia.
«Sì, certo. Si sono dimenticati un pezzo, però. I jeans sotto» sbottai, cercando un metodo perché non scendesse troppo sul seno e non si alzasse sul sedere.
Impossibile.
Ogni volta che lo tiravo su rischiavo di far vedere il mio sedere, se cercavo di coprirmi un po’ più le gambe, quella quasi inesistente massa grassa che avevo sotto alle clavicole tendeva a fuoriuscire.
«Dai Mac, pensa che sei una donna, una bellissima donna. Questa sera nessuno riuscirà a toglierti gli occhi di dosso. Nemmeno Zac» bofonchiò, sistemandosi il mascara, mentre mi sedevo sul suo grande letto comodo e torturavo il suo cane di peluche.
«Zac nemmeno si accorgerà di me. E quando capirà che sono io si chiuderà in un mutismo schifato. Ci scommetto i sette hard disc esterni che mia mamma mi ha regalato per il compleanno» sbottai.
Ashley si stava infilando una giacchina e, dopo aver controllato l’ora, mi accorsi che dovevamo partire.
«Li perderai i tuoi cosi esterni. Non so nemmeno cosa sono, e non saprei che farmene, quindi è inutile che scommetta, ma sappi che se lo facessi li perderesti». Mi fece una linguaccia, mentre teneva aperto il portone di casa perché uscissi prima di lei.
«Come no» sibilai, agganciandomi la cintura di sicurezza mentre Ash accendeva il motore.
«Speriamo non ci siano intoppi come l’ultima volta» sussurrò soprappensiero Ash, accendendo l’autoradio.
«Sono sicura che tutto andrà benissimo» cercai di rassicurarla.
Alex non avrebbe avuto il coraggio di fare scenate dopo l’ultima festa.
Se l’avesse fatto si sarebbe dimostrato… idiota.
Molto più idiota di quanto in verità non fosse.
O forse era proprio così idiota.
«Siamo arrivate» sospirò Ash, spegnendo il motore.
Potevo vedere John, Francis e Zac in piedi.
Ero quasi sicura che ci avessero viste arrivare: stavano guardando tutti e tre nella nostra direzione.
«Posso tornarmene a casa?» piagnucolai, non più sicura di voler scendere da quell’auto.
Anzi, pensandoci, non avevo mai voluto nemmeno salirci.
«Senti, tu devi accompagnarmi, è chiaro? E adesso porta il tuo sederino fuori dalla mia macchina e incamminati sculettando verso Zac. Quando arrivi lì lo prendi per la giacca e lo baci».
La cosa spaventosa era che Ash non stava scherzando.
«Mi fai paura» bofonchiai, scendendo.
Meglio non contraddirla.
Non glielo avevo fatto notare, ma mi sembrava agitata.
«Cristo, Mac! Potresti almeno sorridere?» mormorò affiancandosi a me, «sembra che tu sia qui perché costretta». Si sistemò un ricciolo che le era sfuggito sulla guancia e prese un respiro profondo.
«Perché, non lo sono?» le feci notare a bassa voce, per non farmi sentire dai ragazzi.
Spostai subito lo sguardo su Zac e per un momento il respiro si bloccò.
Era assolutamente perfetto.
Quel completo metteva in evidenza le sue spalle larghe, sottolineando la sua altezza.
Non sapevo se una giacca potesse far sembrare un uomo più alto, ma con Zac sembrava possibile.
I suoi capelli, come sempre indomabili, ricadevano sulla sua fronte, sfiorando gli occhiali.
Riuscivo quasi a vedere il blu dei suoi occhi. Lo stesso blu che diventava brillante quando cominciava a ridere o era felice.
«Ciao ragazzi» salutò Ashley.
Io invece continuai a tenere lo sguardo basso, imbarazzata.
La verità era che avevo paura di un giudizio negativo da parte dei ragazzi, soprattutto da parte di Zac.
«Presenta tua cugina». Un sussurro che non ero sicura di aver sentito.
Quando però Ash, John e Francis cominciarono a ridere, capii che non me lo ero immaginato.
Zac non si era accorto che ero io?
Un po’ di trucco, un paio di scarpe con il tacco e un vestito cambiavano così tanto l’aspetto di una persona da renderla irriconoscibile o questo era successo solo perché lui era… Zac?
«Ragazzi, lei è Mac». Ashley mi circondò le spalle con un suo braccio, stringendomi appena, come se avesse voluto farmi coraggio.
Mi costrinse a fare un passo in avanti, ma abbassai di più lo sguardo, imbarazzata.
Nessuno parlava e sentivo tre paia di occhi scrutarmi.
Non mi piaceva essere al centro dell’attenzione. Non mi era mai piaciuto e mi piaceva ancora meno esserlo se indossavo un minivestito.
«Sei bellissima» sussurrò Francis, aprendosi in  un sorriso radioso.
Ero felice che qualcuno potesse trovarmi anche lontanamente carina, ma sapevo che per Francis ero presentabile anche con quel pigiama con gli orsi.
«Mac?» sussurro Zac, facendo un passo verso di me e piegandosi leggermente sulle ginocchia per controllare il mio viso. «Non… no! Non puoi essere tu!» sbottò, alternando sguardi tra il mio viso e il mio corpo.
Alzai finalmente gli occhi, guardandolo.
Possibile che non riuscisse a riconoscermi?
«Sono io». Magari mi avrebbe riconosciuta dalla voce.
Sbarrò gli occhi, sorpreso.
«Ma… le tue felpe? Dove sono? E perché non hai le Converse? No, non sei Mac. Sei anche truccata». Scosse energicamente il capo, per negare l’evidenza.
Certo, non gli piacevo. Ecco tutto.
«Vogliamo entrare? Avrei un po’ di freddo» disse Ash, attirando l’attenzione su di lei.
La ringraziai mentalmente, avvicinandomi a John che sembrava più triste del solito.
I suoi occhi erano spenti.
Mi guardai attorno, rimanendo sorpresa: Hannah non c’era.
«John, Hannah è in palestra, vero?» chiesi a John, affiancandomi a lui.
«Sì. Non me lo ricordare» sbottò, infilando le mani in tasca. Sembrava arrabbiato.
«Dai, una volta entrato potrai rimanere con lei. Lascia stare i commenti». Ero sicura che si comportasse in quel modo perché gli dava fastidio il giudizio della gente.
Tutti a scuola sapevano di lui e Hannah, che cosa avrebbero pensato non vedendoli arrivare assieme? 
«Entri con me, Mac? Questa sera sei bellissima e susciterò l’invidia di tutti. Magari faccio ingelosire Hannah che correrà da me» ridacchiò. Sembrava felice del suo piano. 
«D’accordo» acconsentii, avvicinandomi a lui, «tanto non ho un cavaliere». Non ne avrei mai avuto uno, visto che continuava a camminare dietro di noi, rimanendo in silenzio.
Zac era stranamente silenzioso.
Gli unici momenti in cui Zac non parlava erano due: quando Natalie Portman era davanti a lui o mentre dormiva.
Ash e Francis cominciarono a parlare tra di loro e non riuscii a trattenere un sorriso quando Francis mi fece l’occhiolino.
Chissà di che cosa stavano parlando.
Con un sospiro mi avvicinai a loro, attirando l’attenzione di Ash. «Ashley, puoi venire un momento?». Con un gesto del capo le indicai di spostarsi qualche passo per non farci sentire.
«Che c’è?» chiese, divertita ma preoccupata.
«Che c’è? Mi sento una stupida, ho fatto tutto per niente, non si è nemmeno accorto di me. Io me ne torno a casa» borbottai, portandomi una mano al collo per restituire ad Ash la collana che mi aveva prestato.
«Non ci pensare nemmeno. Tu non ti schiodi da qui fino a quando non te lo dico io. E comincia a sorridere un po’, che quando ti arrabbi diventi brutta». Mi trascinò di nuovo versi i ragazzi.
Ottimo, avrei parlato con John.
Il mio sogno però durò poco, visto che si accorse di Hannah dall’altra parte della palestra e ci salutò per raggiungerla.
Di male in peggio.
Potevo parlare solo con Francis e con Zac. Ero quasi sicura che Ashley avesse qualche piano diabolico in mente per farmi rimanere da sola con Zac.
Quando cercai di avvicinarmi a lui, si allontanò da me, raggiungendo Francis e costringendolo a incamminarsi verso il tavolo del buffet.
«Fai un sorriso, altrimenti ti uccido» mi intimò Ash, facendomi ridere.
Nonostante continuassi a pensare che non piacevo a Zac, non riuscivo a non ridere alle finte minacce di Ashley.
Forse perché ero felice per lei, che sembrava a suo agio a fianco di Francis.
Non ne avevo mai parlato con lei, men che meno con Francis, visto che non mi andava di dargli false speranze, ma mi sembrava che Ashley avesse cominciato a guardarlo in modo… diverso.
Lanciai uno sguardo a Zac e Francis, sembrava che la loro discussione fosse animata. Zac continuava a indicare un punto non molto distante da noi, portandosi una mano tra i capelli e sistemandosi gli occhiali.
Istintivamente guardai chi c’era nelle vicinanze. Dietro di noi, seduta di fianco a un fiore di carta gigante, c’era Hilly, una ragazza del terzo anno.
Certo, probabilmente Zac stava parlando di lei.
Vidi Francis tenersi la pancia per il troppo ridere, appena prima di avvicinarsi di nuovo a noi assieme a Zac.
«Francis, che ne dici di ballare?» propose Ashley, prima che potessi ammazzarla.
Eccolo lì, il suo piano diabolico.
Costringermi a rimanere da sola assieme a Zac. Ottimo, non aspettavo altro.
Lei e Francis si allontanarono, dirigendosi verso la pista.
Zac era di fianco a me, stranamente in silenzio.
«Bella festa» mormorai, cercando di iniziare un discorso.
Sembravamo due estranei.
«» sbottò, tornando poi a guardare un punto indefinito dalla parte opposta.
Non voleva guardarmi, ottimo.
Voleva fare finta di non conoscermi? Bene, l’avrei aiutato.
Incrociai le braccia al petto, guardando dalla parte opposta.
Era chiaro: non gli piacevo; però, con quel comportamento da idiota, sembrava che mi odiasse.
Stavo per chiedergli che cosa ci fosse di così raccapricciante in me da non potermi nemmeno parlare quando Ashley si avvicinò a noi con un sorriso.
«Zac, voglio ballare con te, andiamo». Gli prese la mano, trascinandolo in mezzo agli altri ragazzi che stavano ballando.
Francis si avvicinò a me, sorridendo impacciato.
«Immagino di dover parlare con te, no?». Ero quasi sicura che si fossero divisi i compiti.
Ash avrebbe cercato di capire qualcosa da quella testa dura di Zac e Francis sarebbe rimasto con me.
«Ballare, non parlare» puntualizzò, facendomi ridere.
Francis soppesava sempre le parole, lui era un ragazzo speciale, l’avevo sempre pensato.
«Allora, che cosa ti ha detto quella strega?». Guardai Ash che cercava di imitare i movimenti scoordinati di Zac. Anche lo sguardo di Francis si posò su di loro.
«Niente di importante…». Stava mentendo. Lo capii dall’occhio destro, che si socchiuse appena.
Quando Francis mentiva succedeva sempre.
Decisi di non metterlo in imbarazzo e posi una domanda che mi spaventava. Forse era la risposta a spaventarmi di più.
«E… lui?». Non pronunciai nemmeno il suo nome, imbarazzata.
Forse semplicemente infastidita.
«Ehm…». Imbarazzato, ecco cos’era. Abbassò lo sguardo, arrossendo appena.
«Naturale. Non gli interesso». Mi ero illusa di potergli piacere, esponendomi in quel modo con Ash. Le avevo confidato che Zac mi piaceva e con il suo carisma mi aveva costretta a vestirmi in quel modo stupido per cercare di attirare la sua attenzione.
Era tutto inutile, a Zac non ero mai piaciuta e probabilmente non mi avrebbe mai vista come una donna. Per lui ero Mac.
«No, Mac. In verità si è accorto improvvisamente che sei bellissima, ma lo sta negando». Certo, doveva essere quella la verità. Francis cercò di sorridermi, forse per trasmettere un po’ di buonumore.
Peccato che in quel momento non ne avessi nemmeno un po’.
«Oh, quindi siamo alla fase della negazione?» chiesi, ironica.
Negazione, certo.
E per quanto si sarebbe protratta questa fase?
Per sempre, vista la mia fortuna con il sesso maschile.
«Direi di sì. Ma sono quasi sicuro che adesso Ashley gli sta facendo una bella ramanzina…». Assieme a Francis guardammo Zac e Ash.
Erano in mezzo alla pista a parlare.
Non ballavano più e continuavano a ricevere spinte dai ragazzi che erano attorno a loro.
Ash era arrabbiata, stava urlando, anche se la sua voce non riusciva a sovrastare la musica, e puntava l’indice sul petto di Zac, spintonandolo.
«Che diavolo sta succedendo?» mormorai, guardando Francis.
«Non lo so. Ma credo sia meglio se andiamo a controllare» disse Francis, mentre ci avvicinavamo a loro.
A pochi passi da loro, Ash sembrò accorgersi di noi, perché smise di parlare, accostandosi a Francis. «Vieni Francis, andiamo a prendere una boccata d’aria». Lo prese per mano, costringendolo a uscire dalla palestra.
Mi ritrovai da sola, a pochi passi da Zac.
Non sapevo che fare, ma Zac mi anticipò, avvicinandosi a me.
«Bel vestito» mormorò, indicandomi con un gesto del viso.
«Grazie» risposi, sinceramente stupita.
Si era accorto che stavo indossando un vestito.
«Ti sta… bene» continuò, schiarendosi la voce in imbarazzo.
Era un complimento?
«Grazie» tornai a dire, decisamente senza parole. «Anche tu stai bene». Lanciai uno sguardo alla camicia bianca che gli accarezzava le spalle.
Involontariamente cercai di deglutire un po’ di saliva.
«Allora… è vero?» chiese all’improvviso, facendomi sussultare.
«Cosa?». Mi stavo per strozzare con la mia stessa saliva.
Speravo con tutto il cuore che Ash non avesse parlato per far circolare l’aria nella sua bocca.
«Quello che mi ha detto Ash». Fece un passo verso di me, costringendomi a indietreggiare.
Non mi piaceva averlo troppo vicino, cominciavo a parlare a vanvera o a offenderlo.
Quando assorbii le sue parole, spalancai le labbra sorpresa.
Ash aveva cantato.
«Io… ecco, la verità è che… sì, insomma… voglio dire… ma tanto ho capito che tu non… quindi non importa e… ecco, non preoccuparti». Un discorso davvero sensato il mio.
Nemmeno gli attori ubriachi che ritiravano i premi agli MTV Movie Awards ringraziavano così.
«Vorrei sapere se è sì o no». Era serio, tremendamente serio.
Non c’era nemmeno l’ombra di un sorriso sul suo volto e la piccola cicatrice che aveva sulla guancia non si vedeva.
«Sì» ammisi, abbassando lo sguardo imbarazzata.
Era la serata più umiliante di tutta la mia vita.
Non avevo mai passato momenti peggiori.
«Posso sapere il perché?» chiese, stupendomi.
Il perché? Ci doveva essere un perché?
Mi sembrava ovvio; la sua bellezza era un motivo sufficiente.
«Non sei riuscito a capirlo?». Ero stupita. Zac voleva che gli dicessi che era bello?
«Non capisco il perché. E mi dispiace, perché io non provo lo stesso verso di te».
La stoccata fece più male del previsto.
«Potevi anche dirlo con un po’ più di tatto, idiota» sbottai, allontanandomi da lui.
Possibile che dovesse piacermi un simile cretino?
«Mac, dannazione, ferma» urlò, seguendomi.
«Che cosa devi dirmi, ancora? Il concetto è chiaro, non ti piaccio. Ci sono, l’ho capito. Posso tornarmene a casa o devi umiliarmi di più?». Ero talmente arrabbiata che continuavo a stringere i pugno per non tirargli uno schiaffo.
«Cosa? No, non hai capito. Non è vero che non mi piaci. Ash mi ha detto che mi odi» cercò di scusarsi, guardando i suoi piedi.
«Odiarti?». Ero confusa. Perché mai Ash avrebbe dovuto…
«Ash» mormorammo assieme, cominciando a ridere subito dopo.
«Mi hai dato dell’idiota?» brontolò, guardandomi arrabbiato.
«Sì, perché tu hai…» cominciai a dire, prima che prendesse il mio viso tra le sue mani e posasse le sue labbra sulle mie.
Non riuscii a trattenere un gemito sorpreso, chiudendo gli occhi e lasciando che Zac mi baciasse.
Le sue labbra, le stesse che avevo guardato per anni, stavano accarezzando le mie, giocando in un modo… strano.
Non riuscii a trattenermi e gli morsi il labbro, cominciando a ridacchiare.
«Auch» si lamentò, lasciando il mio viso e portando una mano alle labbra per controllare che non ci fosse sangue. «Andiamo a cercare Ash e Francis». Prese la mia mano, costringendomi a seguirlo.
Quel gesto, così istintivo, mi fece ridere ancora di più.
Ero davvero felice.
«Forse dovremmo lasciarli da soli» mormorai, mentre Zac camminava verso il parcheggio.
«No, sono sicuro che Ash vorrà sapere qualcosa. Oh, eccoli». Indicò la panchina sotto la quercia.
Ash e Francis stavano parlando.
«Zac, lasciamoli da soli» tornai a ripetere, senza che mi desse ascolto.
«Ragazzi, finalmente vi abbiamo trovato! Cavolo, abbiamo guardato dappertutto!» disse Zac, costringendomi a fermarmi davanti a loro.
Ero sicura che avessimo interrotto qualcosa, non ci avevano sentiti arrivare, immersi nel loro discorso. 
«Zac… andiamocene». Cercai di tirare il suo braccio per costringerlo ad allontanarsi. 
«Oddio» sussurrò Francis, guardando le nostre mani intrecciate. 
«Che cosa è successo?» chiese Ashley, cominciando a sorridere. 
«Io… noi…» balbettò Zac, sistemandosi gli occhiali sul naso per l’imbarazzo. Aveva perso tutto il coraggio nato dopo il nostro bacio.
«Oddio, sono così felice» strillò Ashley, correndo ad abbracciarmi, mentre non riuscivo a non ridere per la vergogna.
Francis continuava a rimanere seduto, senza dire nulla.
Qualche minuto dopo Ash lo richiamò da parte, parlando con lui.
Sembrava lo stesse riprendendo per qualcosa.
Quando Francis ritornò a sedersi sulla panchina davanti a noi, cercò di sorridere, aggiungendo che era felice per noi.
Stava mentendo. L’avevo capito io e anche Zac.
Lo stesso Zac che cominciò a lamentarsi con Francis perché non era felice per noi.
Sembrava quasi… geloso.
Non riuscii a non arrossire, al pensiero che qualcuno potesse essere geloso di me.
Sapere poi, che quel qualcuno era Zac mi faceva imbarazzare ancora di più.
Francis chiamò Zac, allontanandosi da noi.
«Dimmi subito cosa è successo» borbottò Ash, spostandosi perché potessi sedermi anche io sulla panchina.
«Gli hai detto che lo odiavo, così abbiamo litigato. Non riusciva a capire perché lo odiassi, ma io ho interpretato male. Credevo mi stesse chiedendo perché mi piaceva, così mi sono arrabbiata e stavo per andarmene, solo che mi ha seguito e quando abbiamo capito che era perché tu avevi inventato quella strana scusa… be’, mi ha baciato» terminai in un sussurro, abbassando lo sguardo.
«Lo sapevo che avrebbe funzionato» esultò, fiera di se stessa.
Non riuscii a trattenermi e cominciai a ridere, felice.
Stava cominciando a dirmi quello che era successo tra lei e Francis, quando una voce ci interruppe.
«Ciao» borbottò Zac, facendo un mezzo sorriso. 
Alzai involontariamente lo sguardo, abbassandolo subito dopo e sistemandomi una ciocca di capelli. 
«Aww» mormorò Ash, senza trattenersi. 
«Smettila». Le tirai una leggera gomitata perché la smettesse di prendermi in giro. 
«Andiamo dentro a ballare un po’? Perché altrimenti il ballo finisce e noi non abbiamo ballato». Ashley si alzò in piedi, avvicinandosi a Francis con un sorriso. 
«Questa è proprio una buona idea» ribatté Zac, circondando le mie spalle con un braccio. 
Di nuovo, quel gesto così istintivo da parte di Zac mi stupì, facendomi sorridere.
Ballammo senza smettere mai di ridere; quando John e Hannah decisero di tornare a casa, non riuscii a  bofonchiare un «grazie» imbarazzato ad Han che mi disse che io e Zac eravamo una bella coppia.
Nonostante avessi in tutti i modi corrotto Zac a ballare sempre più canzoni, capii, incrociando il mio sguardo con quello di Ash, che era giunto il momento di tornare a casa.
Una volta arrivati alle nostre macchine, nel parcheggio, Ash mi abbracciò con la scusa di salutarmi, e mi sussurrò che ci saremmo trovate la mattina successiva per aggiornarci.
Zac si accorse che Ash mi aveva sussurrato qualcosa, ma riuscii a non svelargli cosa mi avesse detto.
Non appena Ash salì in macchina, Francis sospirò.
«Che dite se torniamo a casa?» propose, aprendo la portiera dell’auto. 
«Va bene, tanto devi solo andare a casa di Mac» ridacchiò Zac, cominciando a fare il solletico sui miei fianchi, mentre cercavo di salire in macchina.
Dannazione, sapeva che soffrivo il solletico! Ero quasi sicura che avrebbe utilizzato quel metodo per farmi cedere. 
«Mi fate solo un piacere?» domandò Francis, guardandoci dallo specchietto retrovisore. 
«Cosa?» chiedemmo io e Zac all’unisono, cominciando poi a sghignazzare. 
«Evitate di fare come quelle coppiette che stanno sempre a sussurrarsi cose all’orecchio e poi ridono da sole? È davvero snervante. Se dovete dire qualcosa quando siamo tutti assieme, fate in modo che tutti riescano a sentirla». Sembrava davvero serio. 
«D’accordo». Cercai di mascherare un sorriso malamente, ma vedere Francis così preoccupato e serio mi metteva di buonumore. 
«Lo prometto. A meno che non ci sia qualcosa che non potete sentire». Zac mi fece l’occhiolino, e io gli diedi una piccola pacca sulla spalla perché la smettesse di fare l’idiota. 
«E, un’altra cosa. Non fate troppo gli appiccicosi. Non usate nomignoli imbarazzanti». Quello non sarebbe mai successo, ne ero sicura.
«Ci sto» risi, slacciandomi la cintura di sicurezza quando Francis arrestò l’auto davanti a casa mia. 
«Bene, a domani Francis». Zac mi sorprese, scendendo dall’auto subito dopo di me.
Capii perché avesse detto a Francis che doveva solo andare a casa mia.
Ma, si era fermato perché voleva parlare con me?
«Ci vediamo. E… grazie» sussurrai, allungandomi con il viso verso di Francis perché Zac non potesse sentirmi. 
«Tanto io e te dobbiamo parlare» mi minacciò lui, mentre chiudevo lo sportello.
«Che cosa ci fai qui?» chiesi a Zac, guardandolo con un sorriso.
Mi aveva seguito e si era seduto sul dondolo.
«Volevo solo salutarti» ghignò, prendendo una mia mano e attirandomi verso di lui.
Cominciai a ridere, appoggiando la fronte sulla sua spalla.
«Dovrai farti due chilometri a piedi» constatai, alzando il viso per guardarlo negli occhi.
«Fa niente, un po’ di movimento non ha mai ucciso nessuno».
Quando si accorse che ero rabbrividita per il freddo, le sue braccia circondarono le mie spalle, cercando di scaldarmi.
«Grazie» sussurrai, dandogli un bacio sulla guancia.
«Solo così mi ringrazi?» piagnucolò, sporgendo il labbro inferiore come un bambino.
«No, hai ragione». Mi avvicinai alle sue labbra, mordendole.
«Mac» urlò, prima di cominciare a farmi il solletico.
Cominciai a ridere, contorcendomi tra le sue braccia.
Sentii il rumore della serratura del portone di casa che si apriva e entrambi ci immobilizzammo, spaventati.
«Zy?».
Sospirai di sollievo, sentendo la voce di mia sorella.
«Ciao Sally» dissi, scendendo dalle ginocchia di Zac e sedendomi sul dondolo.
«Ciao piccola» la salutò Zac, sventolando la mano.
Sally cominciò a ridere, stringendo il pupazzo tra le piccole braccia.
«Che cosa ci fai sveglia a quest’ora?» chiesi, sistemandomi il vestito che si era alzato.
Sally si avvicinò, arrampicandosi sul dondolo e prendendo posto tra di noi.
«Ti ho sentito ridere». Mi guardò, giocando con il suo peluche.
«Eri in camera di mamma?» azzardai.
Il letto di mamma era sopra al portico. Probabilmente Sally aveva sentito la macchina di Francis rallentare e si era svegliata.
«» mormorò, colta sul fatto.
«Però adesso dobbiamo tornare a letto, perché è tardi». Mi alzai, prendendola in braccio e facendola ridere.
«Zac, rimani con noi?» chiese, innocentemente.
«Mi piacerebbe, ma è meglio se ritorno a casa, la mamma mi aspetta». Si alzò dal dondolo, avvicinandosi a noi e stampando un bacio sulla guancia di Sally.
«Corri a nanna, arrivo subito» sussurrai al suo orecchio, prima di appoggiarla a terra.
«Ciao» ridacchiò, correndo verso le scale.
«Meglio se rientro». Indicai la porta aperta dietro di me, non sapendo che fare.
«Buonanotte» mormorò, posando le sue mani sui miei fianchi per avvicinarmi a lui.
Prima che potessi rispondergli le nostre labbra si incontrarono di nuovo.
Le lasciai giocare, portando una mano tra la sua chioma scura.
«Zy?» chiamò qualcuno, spaventandomi e costringendomi a fare un passo indietro, «perché non arrivi?».
Quando mi accorsi che Sally era davanti alla porta di casa, ancora con il suo coniglio di peluche tra le braccia, cercai di calmare il mio respiro.
«Arrivo» dissi, cercando di non sbranarla.
Mai come in quel momento mi sarebbe piaciuto essere figlia unica.
«Meglio se vado. Ci vediamo domani» sussurrò Zac, sorridendo prima di incamminarsi.
«Andiamo a letto, su». Presi Sally in braccio, subito dopo essermi tolta quei trampoli dai piedi.
«Zy, sei bella stasera, più di sempre» mugugnò, mentre le rimboccavo le coperte.
Non riuscii a non sorridere, accarezzandole il piccolo visino rilassato. Si era già addormentata.

 
 
 
 
 
 
Buooongiorno!
Benvenute a chi non conosce i nerd e grazie di essere qui a chi sa cosa le aspetta! :)
Dunque, come c’è scritto sopra, questi personaggi appartengono tutti alla Long Story ‘The revenge of the nerd’. Ho pensato di dare un po’ più di spazio a Mac e Zac (che non sono i due personaggi principali) perché sono una coppia che amo.
Sarà una mini long, questa, credo di massimo cinque capitoli.
I vestiti sinceramente ora non ricordo se li avevo messi nel capitolo dei nerd, ma per sicurezza li posto nel gruppo.
In ogni caso, Roberta RobTwili è il profilo FB e Nerds’ corner il gruppo per gli spoiler.
Credo di aggiornare una volta a settimana, quindi, ringrazio già da ora chi ha perso tempo per leggere e chi (se ci sarà qualcuno) lascerà un commentino!
   
 
Leggi le 10 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: RobTwili