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Autore: x_Dana    04/01/2012    2 recensioni
Skyrim è stata benedetta dagli dei con l'arrivo del sangue di Drago, e io sono colei che l'accompagnerà nei suoi infiniti viaggi.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La prima volta che vidi il Sangue di Drago, lo stavo spiando dal secondo piano del palazzo, dal quale non riuscivo a vedere nulla dei suoi lineamenti o fattezze, solo il lucente copricapo e l'andatura fiera.
A quei tempi io non ero granchè, non particolarmente forte o agile, non abbastanza paziente per le arti magiche, neppure il Sangue di Drago era granchè e lo si poteva notare dall'armatura ammaccata e da qualcosa che nei suoi movimenti faceva intuire stanchezza.
Forse per quello lo Jarl decise di affidarmi a lei, una volta che si guadagnò il titolo di Thane di Whiterun. quando mi avvicinai per presentarmi e spiegarle che l'avrei accompagnata fino alla gola del mondo, le parole mi si bloccarono in gola. 
 Era un Elfo Alto alto e proporzionato, la sua figura armoniosa si stagliava sopra di me, guardandomi con curiosità durante la mia spiegazione, che accettò senza proferir parola, limitandosi a voltarsi per uscire da Dragonsearch, con me al seguito.
Ricordo che pensai che sarebbe stata la mia fine, morire in qualche luogo sperduto per garantire salvezza al Sangue di Drago, e questo stava per succedere sulla via  Hrotghar Alto, quando dei banditi ci attaccarono durante la notte.
Il vento fischiava forte tra gli alberi, portando neve e odore di muschio, e lei si stava allontanando verso il sentiero, i due banditi mi erano addosso e la neve mi imprigionava i piedi, appesantiti dall'armatura.
Osservai con gli occhi socchiusi dal vento gelido la sagoma scura del Sangue di Drago allontanarsi incolume dalla battaglia, sferzata dalla neve, lei doveva fare il suo lavoro e io stavo morendo per porterglielo garantire, gli Dei sarebbero stati soddisfatti  di me, questo pensiero mi riscaldò di gioia.

Una vampata di fuoco mi passò vicino, i corpi dei banditi mi facevano da scudo umano, sulle loro facce il terrore e il dolore apparirono terribili e io approfittai per alzare un braccio e infilare la spada nelle morbide carni del loro addome, l'odore di sangue si unì a quello dolciastro della carne bruciata facendomi boccheggiare.
L'ombra dell' Elfo Alto si sostituì a quella dei banditi, la guardai senza capire quando si chinò su di me

"Mi spiace, ancora non conosco incantesimi di guarigione, ma posso darti questa"

Mi tese una piccola fiala, contenente un liquido rossastro, che afferrai senza indugio infilandone il contenuto dritto per la gola e riconobbi il sapore speziato delle pozioni di guarigione, ben presto il calore mi arrivò fino alle orecchie, facendo rilassare i miei muscoli tesi.
Realizzai solo in quel momento, quando ormai ero al sicuro, che il Sangue di Drago aveva scelto la strada del mago, e che nemmeno per un secondo aveva pensato di abbandonarmi ai piedi di quella sinistra montagna.

Una volta arrivate dai Barbagrigia, ci vennero offerti pane e zuppa calda, accompagnati con del buon vino che mi riscaldò le viscere dopo la lunga salita sferzata dal vento gelido.
Quando venne il momento dell'addestramento per il Sangue di Drago, mi ritirai in disparte, sedendomi su una panca di pietra vicino al focolare sperando di immergermi in un sonno profondo e risvegliarmi a cosa finita.
Prima di scivolare tra le braccie del dio dei sogni, accompagnata dallo strano vociare dei Barbagrigia, in quella che doveva essere la lingua dei draghi, vidi l'elfa che mi guardava con un'espressione complice e divertita, prima di provare lei stessa a produrre quei suoni, in un tentativo di avvicinarsi a qualcuno in quella terra ostile e desolata.
Le sorrisi di rimando, pensai che non sarebbe stato male avere un'amica.

In seguitò scoprì che si era trasferita a Skyrim per cambiare vita, trovare un uomo e mettere su famiglia, vivendo in pace i lunghi anni da Elfo Alto che aveva davanti, quando me lo disse, una sera davanti al piccolo fuoco che teneva acceso, una fiotto di dolore mi riempì la gola e decisi che avrei pregato per lei ogni dio possibile, perchè infondo glielo dovevo, la vita di quell'elfa era cambiata per proteggere un popolo che non era il suo.
Non feci domande quando la vidi infilarsi al collo l'amuleto di Mara e di acconsentire a portare a termine i compiti che il tempio della Dea le aveva affidato, mi limitai a seguirla col la mia spada caricata sulle spalle, come decisi avrei fatto per il resto dei miei giorni.

La prima volta che vidi un drago, il mio istinto urlava di fuggire, ma il mio compito era proprio quello: aiutare il prescelto a divorarne l'anima, per quella che mi parve un eternità, osservai le scaglie insanguinate del drago, i suoi occhi spaventosi diventare sempre più grandi man mano che si avvicinava,  le fauci si aprirono per rivelare una fila infinita di denti accuminati.
Il Sangue di Drago già Urlava, lasciando che la sua voce rimbombasse tra le montagne per raggiungere la maestosa e crudele creatura.
La battaglia fu ardua, e non la ricordo bene, poichè prima della fine mi accasciai nella neve, ma ricordo di aver visto un turbinio di luce avvolgere l'elfa, la sua espressione beata mi ripagò dello sforzo.
Chissà come dev'essere avere le anime dei draghi dentro il proprio cuore, cominciai a vedere il prescelto come un vaso di energie mutevoli e irrequiete, pronte per essere riversate sul nemico, o forse era solo la febbre che saliva senza pietà.

Le pianure passavano sotto i nostri piedi, così come le rocce e la neve, niente sembrava più arrestare il Sangue di Drago, seduto sul cavallo con la schiena arcuata e il mento alto verso il sole, verso il quale stavamo marciando, al tramonto.
Avevo imparato a conoscerla, e lei conosceva me, potevo dire di essere la spalla del Sangue di Drago, sapevo che per compiere il suo destino aveva dovuto uccidere innocenti e unirsi a compagnie pericolose, all'inizio non lo accettavo, ma poi capì che era il disegno del grande telaio di Skyrim.
In lontanaza le cime delle montagne erano tinte di rosa e le ombre dell'erba secca sotto i nostri piedi si protendevano alle nostre spalle, osservai come le giunture dell'armatura si univano dietro la schiena esile del sangue di drago che rifletteva la luce arancione del tramonto, le penne del suo copricapo rituale, guadagnato dopo essersi unita a un gruppo di pregiudicati nelle miniere d'argento, svettavano nere davanti al sole.
Persino il comune cavallo sul quale siedeva sembrava un puro sangue maestoso con lei in sella, sperai che la sua luce potesse illuminare anche me nel corso del nostro cammino.
Allungai il passo, sentendo sbatacchiare le armi sulla mia armatura, il rumore si diffuse per la pianura, attirando l'attenzione di alcuni animali selvatici, arrivai vicino al muso del cavallo e mi girai ad osservare il Sangue di Drago, i folti capelli neri erano raccolti dietro le piume, dagli occhi si allungavano due strisce rosse che si allungavano fino al mento, sottolineando i suoi zigomi alti e spigolosi.
Mi soffermai sugli occhi, che sembrano  neri a una prima impressioni, neri come la pece; ma quando la luce li colpisce posso intravvederne le infinite sfumature, spesso mi chiesi se erano le anime dei draghi che le donavano questa particolarità.

"Sembri un comandante, ti manca solo l'esercito alle tue spalle e la spada sguainata che punta verso l'alto.."  le sorrisi mentre le dipingevo la scena apparsa nella mia mente, lei mi guardò con un'espressione indecifrabile, per poi sorridere a sua volta

"Non un comandante, amica mia, il vostro Eroe"






  
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