Mancavano poche
settimane al natale, e io non sapevo ancora dove passare le mie vacanze. Già
non sapevo neanche con chi le avrei potute trascorrere. I miei genitori erano
morti in un incidente stradale, la vigilia di due anni fa e per me è ancora un trauma da superare. Fortuna mia ho
conosciuto un ragazzo al college che frequenta il mio stesso corso, quello di
medicina. Si chiama Robert, ma io lo chiamo Bob, lui è molto simpatico,
divertente e riesce a sopportarmi in tutte le occasioni in cui sono giù di
morale. “Ven!” sentii quella voce famigliare dall’altra parte delle porta della
mia stanza del college. “Avanti Bob entra!” “Ti va di fare un giro per la
grande mela?” disse lui “Si però devi aspettare un po’ dovrei prepararmi sai!” dissi prendendo i miei indumenti
dall’armadio “Ok allora vuol dire che aspetterò!” disse sorridendo. Entrai in
bagno è mi infilai sotto la doccia. Iniziai a canticchiare una canzone, come
sempre era un classico di me. Uscii e
asciugai per bene il mio corpo e indossai i miei indumenti
intimi
seguiti dal jeans e da un maglione. Mi truccai leggermente il viso e
uscii
fuori dal bagno. Bob era seduto sul mio letto mentre guardava la tv
“Hai
finito?” “Si possiamo andare Bob!” dissi prendendo la
mia giacca. Uscimmo dal
College “Allora dove andiamo?” “Vediamo una cosa che
non facciamo mai?!?”
“Pattinare sul ghiaccio del lago di Central Park?”
“Si credo sia un’ottima
idea!” disse lui ridendo perchè pattinare era uno dei
nostri passatempi “Ok ma
guai a te se mi fai cadere!” “Che paura!” disse lui
facendo una faccia buffa.
“Ven ma Cherly?” “E’ uscita con un
ragazzo!” “E ti ha lasciata tutta sola?” “Si
ma tanto sapevo che saresti venuto a farmi da compagnia!”
“Perché io riesco a
leggere i tuoi pensieri!” disse scherzando “Comunque dove
passerai le vacanze?”
“Non lo so!Tu?” dissi con un tono di voce rattristito
“A casa di mio fratello
con la mia famiglia!” “Beato te!” “Ehi ho
un’idea vieni con me a Los Angeles!”
“No dai non voglio essere un peso!” “Ma quale peso
mio fratello e il resto
della mia famiglia saranno contenti di avere un’ospite in
più tranquilla...
Credimi non ci saranno problemi!” disse lui abbracciandomi
“Ok mi hai convinta!”
“Lo sapevo che avresti detto di si!” disse Bob sorridendo
“Tu mi leggi nel
pensiero!” dissi ridendo “Già è vero!”
disse lui. Eravamo arrivati a Central
Park era più bella che mai illuminatissima come sempre, il
grande albero con
mille decori e tante, tante luci. “Prendo i pattini!”
“Ok ti aspetto qui Bob!”
Lui si diresse verso il noleggio dei pattini, cavolo avrei passato
finalmente
un natale diverso, con una famiglia, una bella famiglia da quello che
mi
raccontava Bob. Mi aveva parlato di sua madre Edna, doveva essere
stupenda, di
suo padre Robert, di sua sorella Robin. E poi anche di suo fratello
maggiore
Ian. Ian già l’attore di the vampire diaries. Erano molto
simili lui e Bob. Ma
non avevo avuto mai il piacere di conoscerli tutti. Adesso era il
momento. “Ehi
a cosa pensi?” disse Bob distogliendomi dai miei pensieri
“Niente, ma quando si
parte per La?” chiesi incuriosita “Bè appena saranno
interrotti i corsi per le
vacanze!” “Devo iniziare a preparare le valigie!”
“Certo che devi! Ti aiuto
io!” “E le tue?” “Viceversa che ne dice?”
“Ci sto!” dissi abbracciandolo. “Ok
allora andiamo a pattinare sul ghiaccio o questi li ho presi tanto
per?” “No
andiamo scemino!” dissi sorridendo. Ero bravissima nel pattinare,
avevo avuto
un bravo maestro, mio padre. Da piccola mi portava sempre a Central
Park. Ogni
spazio di quel immenso parco mi ricordava lui. “Ehi Ven vieni
qui!” “Sei caduto
di nuovo! Come devo fare con te?” “Imparami!” disse
lui afferrandosi alla
staccionata “Mi sa proprio che devo!” Così gli diedi
qualche dritta, non è che
non fosse bravo, ma ogni tanto scivolava e cadeva sul ghiaccio.
Passò un’oretta
da quel momento e Bob non era caduto neanche una volta “Che ne
dici se andiamo
a mangiare qualcosa?” disse lui “Si ho un certo
languorino!” “Andiamo, vieni
dobbiamo lasciare i pattini!” “Arrivo!” dissi
tagliandogli la strada “Tu sei
pazza!” “Sono tua amica!” “Ahah
divertente!” disse lui con una faccia seria
scoppiando poi a ridere. Lasciammo i pattini al noleggiatore e ci
dirigemmo
verso un ristorantino che era nei pressi del parco, entrammo e
ordinammo una
pizza. “Allora come sono andato?” “Stai
migliorando!” dissi sorridendo “Grazie
donzella!” “Prego cavaliere!” “Ven!”
“Si Bob?” “Ci verrai vero?” “Dove?”
“Come
dove a casa di Ian?” “Oh si certo non vedo l’ora di
conoscere la tua famiglia!”
“Sono contento sai?!” “Lo stesso per me!” dissi
dopo aver mandato giù il
pezzetto della pizza che stavo mangiando. Dopo una mezzoretta Bob
andò a pagare
il conto ed io ero andata in bagno. Dopo poco uscii e lui mi aspettava
vicino
la porta del bagno degli uomini che era affianco a quello delle donne.
“Sono
stanchissimo!” disse sbadigliando “Idem voglio solo il mio
letto oggi è stata
una giornata pesante!” “Non ne parliamo ho il fondo schiena
a pezzi!” disse lui
per via delle due cadute. Ci avviammo verso i dormitori del college. Mi
accompagnò fino alla mia stanza. “Allora ci vediamo domani
al corso!” “Si a
domani!” dissi porgendogli un bacio sulla guancia destra
ricambiato da lui. “Ma
insomma è l’ora di ritornare?” disse Cherly aprendo
la porta “Scusa ma l’ho
portata fuori, questa ragazze deve pur divertirsi un po’?!”
“Bravo ragazzo!”
disse lei ridendo “Ok allora buonanotte Bob!” “Notte
Somerhalder!” disse Cherly
“Notte ragazze anche a voi!” disse lui andando via.
“Bè dove siete stati?”
chiese curiosa Cherly “ In giro!” “Scommetto Central
Park!” “Ma quanto sei
brava dovresti fare l’indovina sai?!” “Siete
così scontati voi due, non sono
una veggente!” disse sorridendo. Ero stata molto fortunata a
trovare una
compagna di stanza così. Era simpatica, molto cordiale, davvero
stupenda. “Bè
io vado a letto!” “Ok domani mi racconterai come è
andata Cher!” “Ok dolce
notte Ven!” “Notte anche a te!” disse scomparendo
sotto il piumone. Andai in
bagno sciacquai il mio viso mandando via il trucco o quello che ne era
rimasto,
indossai il pigiama e andai in camera dritta nel letto. Come ogni santa
mattinata mi risvegliavo a ritmo delle canzoni di Joe Jonas, il
cantante per
cui usciva letteralmente pazza Cherly. “Buongiorno Venus!”
disse lei ridendo
“Giorno anche a te!” “Qualcosa non va?” disse
continuando a ridere come
un’ebete “Secondo te?” dissi fulminandola con gli
occhi “Scusa ma se non
ascolto almeno una canzone di Joe appena sveglia la giornata inizia
male!”
“Pensa un po’ le mie iniziano ogni giorno
così!” dissi con un tono sarcastico
“Ahah mi devi ancora subire per alcuni mesi! Poi non sentirai
altro che gli
uccellini cinguettare a prima mattina!” “Preferisco loro! E
non Joe!” “Cattiva!
Rispetta il mio idolo!” “Tu rispetta le miei
orecchie!” dissi sorridendo. “Oggi
che giorno è Cherly?” “Giovedì cinque
dicembre!Perchè?” “Così per sapere!”
“Comunque domani chiudono i corsi!” “Davvero?”
“Si! Non vedo l’ora di tornare a
casa! Nella mia Boston!” disse sorridendo “Sono contenta
per te! Potrai
rivedere i tuoi genitori!” dissi inclinando il viso verso il
basso “Ehi tutto
bene Ven?” disse abbracciandomi “Mi mancano tanto, anzi
tantissimo!” “Mi
dispiace!” disse lei “Comunque con chi passerai il
natale?” “A casa del
fratello di Bob!” “Ho sentito bene? Casa del
vampiretto?!?” “Si ha detto che
non c’era nessun problema!” “Se lui non avesse detto
nulla saresti venuta a
Boston?” “Certo che si tu sei la mia migliore amica
sciocchina!” disse
abbracciandola “Comunque poi dovrai raccontarmi tutto al
ritorno!” “Certo!”
dissi sorridendo. Dopo di che mi preparai e andai a lezione. Come
sempre Bob
occupava un posto per me nella grande aula. “Buongiorno
Venus!” “Giorno anche a
te!” “Joe Jonas a primo mattino?” “Come sempre
Robert!” “Signor Somerhalder e
Signorina Williams se continuate così vi mando fuori non
disturbate le
lezioni!” disse il professore Kant “Ci dispiace non
accadrà più!” dissi
alzandomi dalla sedia. Dopo un’ora e mezza la lezione era finita
“Vi voglio
dare l’annuncio a partire da domani le lezioni saranno
sospese!” disse il prof.
“Figo!” disse Bob “Ehi sai cosa ti tocca da
fare?” “No aspetta! Cosa?” “Mi devi
aiutare a fare le valigie!” “Ah si certo! Le
valigie!” “Vuoi tirarti indietro
Somer?” “Da quando in qua mi chiami con il mio cognome?
Abbreviato pure!” “Da
oggi!” “Williams! Attenta a quello che dici!”
“Tu lo fai solo per ripicca!” “Si
hai ragione!” disse lui sorridendo. Ero legata a lui era come un
fratello per
me, gli volevo molto bene. Tutti e dico proprio tutti si chiedevano nel
campus
se io e Bob eravamo fidanzati, ma non era così, lui era solo il
mio amico, un
amico speciale. “Allora vediamo cosa posso mettere in
valigia?” dissi guardando
l’armadio “Ti avviso non indumenti pesanti, il clima di LA
non è uguale a
quello di New York!” “Lo so scemino! Credi che sia
stupida?” “Più o meno!” “Ehi
non ti permettere più capito?!?” “Senno che
fai?” “Ti picchio!” “Paura!” “Ne
avrai! Fidati!” dissi saltandogli a dosso. “Mi uccidi
così!” disse lui mentre
eravamo sul mio letto e io ero intenta a tappargli quella boccaccia con
le miei
mani. “Ok sei salvo ringrazia!”“Grazie per avermi risparmiato!” “Bravo
Robert!” dissi ridendo “Comunque mio fratello mi ha inviato i biglietti!” “Ok!”
“Dovrebbero essere nella mia cassetta della posta!” “Prima mi aiuti a fare la
valigia e poi andiamo! Da qui tu non evadi!” “Essere tuo amico è stato il reato
più grave che abbia mai compiuto!” “Altri pochi mesi e sarai fuori!” dissi
ridendo seguita da lui. Finii
di fare la
mia valigia aiutata da Bob e andammo a vedere la posta. “E dai
non puoi alzare
il passo?” “Non scappano i biglietti da lì
Bob!” dissi correndo dietro di lui.
“Eccolì qui!” “Vedere!” “Adesso mi
aiuti tu con la mia valigia!” disse Bob
“Certo non mi chiamo Bob!” “Andiamo scemina!”.
Ci dirigemmo verso il dormitorio
dei ragazzi dove aveva la sua stanza Bob, come sempre gli occhi e le
voci
indiscrete delle persone spuntavano. A me non importava, sapevo solo io
la
verità, non era il mio ragazzo, era il mio amico, il loro
giudizio non mi
interessava. Entrammo nella sua stanza dove c’era il suo
coinquilino, Dave.
“Ciao Ven!” “Ciao Dave!” “Tutto
bene?” chiese lui “Si benissimo!” dissi con un
sorriso “Dove vai Bob per le vacanze?” “Da mio
fratello a Los Angeles! E tu?”
disse mentre prendeva la sua valigia “In Florida! E tu
Ven?” “Con lui!” dissi
iniziando a prendere le magliette di Bob “Poi la gente parla!
Siete voi
ricordatevelo!” “Chi se ne frega!”. “Che palle
io vado a farmi un giro ci si
vede dopo amico! Ciao Ven!” “Ciao Dave!” dissi
seguita da Bob “Manca qualcosa?”
“Si Venus penso di si!” “Cosa?” “I miei
indumenti intimi!” “Ahaha perché lì
porti?” “Divertente!” disse lui scoppiando poi a
ridere “Scherzo!” dissi
sorridendo e facendo gli occhi dolci dopo la pessima battuta.
“Domani mattina
ti devi alzare presto!” disse chiudendo la sua valigia “Si
capo tranquillo!”
“Dovrei esserlo?” disse Bob con una faccia del tipo staremo
a vedere “Perché io
sono puntuale!” “Puntualissima! Non posso
lamentarmi!” “Oh!” “Andiamo a fare un
giretto anche noi?” “Si!” Uscimmo dalla sua stanza
dirigendoci verso l’immenso
giardino del campus incontrai Cherly che si unì a noi poi Dave
“Che ne dite se
andiamo a prenderci una bella pizza?” disse Dave “Va bene
ho una fame!” disse Cherly
“I soliti!” dissi ridendo seguita da
Bob. Passammo una serata stupenda tra le barzellette di Dave e quelle
di Bob,
le scemenze che fuoriuscivano dalla mia bocca e da quella di Cherly,
eravamo
come impazziti. Dopo aver mangiato la pizza e aver pagato uscimmo dalla
pizzeria “Bè forse è meglio che noi andiamo ci
dobbiamo svegliare presto
domani!” “Cherly noi ci facciamo ancora un giro?”
“Certo Dave!” “Ok allora ci
vediamo in camera!” dissi in coro con Bob. “Ok!”
risposero Cherly e Dave.
“Dormirai questa notte?” “Perché non
dovrei?” “Bè per quanto ne so è la prima
volta che prendi l’aereo!” “Non ho paura!”
“Va bene starò a vedere quando non
vorrai più salire!” “Scemo!” dissi facendo la
linguaccia. Ci avviammo verso il
dormitorio, mi accompagnò sino alla porta della,mia stanza, mi
diede la
buonanotte, ricambiata da me e andò via. Saltai sul mio letto e
iniziai a
ridere, questo natale sarebbe stato diverso in tutti i sensi lo
sentivo. Mi
addormentai pensando a quello che sarebbe accaduto. La mattina seguente
mi sveglia,
Bob mi stava cercando di svegliare “Sette chiamate
perse?!?” gridai “Ehi che
succede?” disse Cherly svegliandosi “Devo
prepararmi!” “Ok!” “Manda un
messaggio a Bob digli che sono pronta tra dieci minuti sono da
lui!” “Va bene!”
Andai in bagno mi lavai il viso, una doccia veloce, mi vestii e uscii
dal bagno
presi la valigia “Ehi allora ci si vede dopo le vacanze?!”
“Ok amica mia
teniamoci in contatto!” “Certo che si!” dissi
abbracciandola e scappando fuori
dal dormitorio. “Ma quanto ci metti?” “E dai Bob non
essere pesante!” “Pesante?
Io non sono pesante sei una ritardataria Venus!” “Mi
perdoni?” dissi facendo il
musino a cui lui non riusciva a resistere. Arrivò il taxi che ci
portò
all’aeroporto Kennedy. Dopo una mezzora eravamo lì.
“Fra poco devono chiamare
il nostro volo! Vero Bob?” “Si non deve mancare
molto!” disse lui e in effetti
una voce ci richiamò. Salimmo sull’aereo “Il
finestrino è mio!” “Va bene al
ritorno però sarà mio!” disse Bob “Ci
stò!” L’aereo partì, non vedevo l’ora
di
arrivare a Los Angeles. Parlammo del più e del meno fin quando
non mi
addormentai poggiata con il viso sulle spalle di Bob. “Svegliati
dormigliona
guarda!” “Siamo già arrivati?” “No
guarda!” disse indicando il finestrino.
Dovevano essere passate un paio di ore, il panorama era stupendo LA, la
scritta
di Hollywood, la città era illuminati da tantissime luci.
“Ma chi viene a
prenderci?” “Forse Ian!” “Davvero?”
“Non sono sicuro!” “I tuoi genitori?”
“Hanno preso il volo di ieri!” “Ah ho capito!”
“I signori passeggeri sono pregati
di allacciare le cinture di sicurezza per l’atterraggio!”
allacciai la cintura
di sicurezza e continuai a guardare il panorama le persone erano
invisibili,
piccole come formiche. L’aereo atterrò dopo pochi minuti,
scendemmo e ci
dirigemmo verso il rullo dove erano state depositate le nostre valigie.
“Ma
dove sarà?” “Non c’è nessuno?”
“Neanche una faccia famigliare!”