Il loro primo concerto in Italia. L’agitazione si era fatta sentire, ma poi di fronte alla folla in delirio, tutto era sparito. Era stato un successo, e i due non potevano essere più felici di così

-Che serata eh?- Harry sorrise  all’amico che camminava accanto a lui, con le mani in tasca. Dougie  si voltò , con la testa che sembrava essere da un’altra parte e il sorriso di uno che si è appena fatto, che so.. dieci, quindici canne

- Già, uno spettacolo! – disse ancora con l’entusiasmo vivo negli occhi – e poi.. – riprese chiudendoli   – questa città ha un qualcosa di ..magico –

Harry non seppe resistere. Si guardò furtivamente intorno, non vide nessuno – bene..- pensò tra se e se. Approfittando di quell’attimo di distrazione del giovane amico, prima che potesse riaprire gli occhi, si portò davanti a lui. Passò una mano sul fianco di Dougie, avvicinandolo a se e poggiando delicatamente le labbra sulle sue. Il ragazzo spalancò gli occhi stupito, ma dopo qualche secondo si lasciò andare alla dolcezza di quel gesto, cosa che l’amico non gli riservava molto spesso. Riaprì gli occhi quando, a causa della carenza di ossigeno, fu costretto a staccarsi da lui

– com’è tutta questa dolcezza stasera?- chiese inarcando un sopracciglio.

In tutta risposta quello fece le spallucce

 – l’hai detto tu che questa città è magica- lo lasciò andare,sorridendo soddisfatto.

Dal buio della strada, qualche metro dietro di loro, due figure a dir poco inquietanti osservavano i due giovani ignari di tutto.

Ripresero la loro passeggiata tranquillamente, chiacchierando del più e del meno. Ma il giovane Harry, ancora con l’adrenalina a mille, non poteva e non voleva accontentarsi di un misero bacio. Al primo angolino buio, sorrise in modo a dir poco perverso e spinse Dougie nella direzione desiderata, bloccandolo contro il muro

- No, no aspetta – si lamentava quello, che sapeva benissimo che se solo non avesse trovato una buona motivazione, sarebbe stato violentato nel mezzo della strada – Siamo in pubblico, porca miseria -

- e allora? – replicò quello che aveva preso a torturare il collo dell’amico con tanti piccoli baci e morsetti

- Ma come “ e allora”? – era quasi indignato, quel ragazzo non aveva un minimo di pudore – dai..ngh.. smettila – le mani del giovane che avevano cominciato a viaggiare sotto la sua maglia gli provocarono un gemito sommesso

- uff- sbuffò Harry, consapevole del fatto che non sapeva resistere a quelle suppliche - al concerto sei stato magnifico, volevo premiarti –

- ne avrai l’occasione – sorrise quello accarezzandogli una  guancia, ricongiungendo le labbra con le sue - ma.. – continuò – NON.QUI. – per la prima volta in vita sua era riuscito ad essere categorico con il giovane.

Le due losche figure intanto si erano avvicinate, muovendosi furtive nel buio

- la prendo come una promessa, mio piccolo frate – gli fece un occhiolino, e quello fece una faccia a dir poco disgustata per l’orrido soprannome.

Si diressero insieme verso il Colosseo, mano nella mano, approfittandone della città deserta.

- Tel’avevo detto io – uno dei due tipi ancora avvolti dal mistero parlò – sgancia quei 50 dollari – mise la mano aperta in avanti, con un sorriso sornione

- E va bene, hai vinto – l’altro tirò i soldi al ragazzo  - certo che sono proprio carini insieme – continuò

- ma non me lo dire neanche –  gli occhi del giovane si illuminarono, come quelli di una 15enne di fronte al suo cantante preferito – meglio tornare in albergo, se non vogliamo che sospettino qualcosa – e Tom e Danny si avviarono verso quest’ultimo, fangirlando come due ragazzine.