Volava in alto, sempre di più.
Il vento lo teneva
sollevato lassù, davanti alle nuvole.
Era così bello… rosso accesso contro il
blu puro del cielo pomeridiano.
Zampettò con i piedini nudi nell’erba giovane, con gli
occhi fissi al cielo, osservando la maestria con cui l’aquilone rosso era
guidato attraverso il sottile filo di seta che non si vedeva.
-Come sei
bravo…- mormorò rapito, prima di sedersi per terra.
-Non è vero. È solo un
buon vento.-
InuYasha, con un piccolo sbuffo, staccò gli occhi dal cielo e li
posò sul ragazzino accanto a lui, che con aria concentrata sorvegliava
l’aquilone, poi sulle sue mani attorno al rocchetto e sul filo teso, e i loro
movimenti esperti.
-No, sei proprio bravo.- ribatté con la sua vocina da
bambino.
-Certo che sei testardo!- replicò l’altro, lanciandogli
un’occhiatina veloce, e rise piano.
InuYasha arrossì e tornò a guardare
l’aquilone che dondolava in alto.
Sospirò. –Dev’essere bellissimo
lassù.-
-Mmh…-
-Non credi? Quanto vorrei poter volare… come gli uccelli,
sì, lassù tra le nuvole. Poter scegliere una corrente e lasciarsi trasportare
dal vento, come i gabbiani che mi hai fatto vedere al mare. A te non
piacerebbe?-
-No.- fu la secca risposta.
Si voltò verso di lui.
-Ma…-
-È meglio stare con i piedi per terra. Queste fantasticherie sono cose da
bambini.-
-Ma Sesshoumaru…-
Suo fratello fissava rabbiosamente l’aquilone.
All’improvviso gli diede uno strattone forte ed esso perse la corrente, calando
a terra come un uccello ferito.
InuYasha seguì dispiaciuto la sua discesa,
poi tornò a guardare il fratello.
-Sesshoumaru…-
Aveva buttato il
rocchetto per terra e si era alzato.
-Non si può volare. Quando sarai
cresciuto, capirai che bisogna stare con i piedi per terra, che non bisogna
lasciarsi trasportare dal vento.-
InuYasha s’innervosì. Odiava quando si
metteva a parlare come un adulto.
-Non è sbagliato! Non è sbagliato voler
volare via! Lo pensi anche tu vero? VERO?-
Sesshoumaru gli rivolse uno
sguardo così triste che quasi si pentì di avergli parlato così
duramente.
-Sì…- Rispose a mezza voce. Chiuse un attimo gli occhi, e le
palpebre gli tremarono. Poi si voltò e s’allontanò a passo svelto verso il
palazzo.
InuYasha fissò il rocchetto abbandonato.
S’allungò, lo prese e
iniziò a riavvolgere il filo.
-Vorrei volare…- Borbottò tra se.
-Vorrei
volare via. E se lo sapessi fare, ti porterei con me.-
Troppo lunga per essere una drabble, troppo corta per
essere una One shot…
E non ho idea di cosa volessi dire con questa
storia!
Stavo disegnando due gabbiani su un foglio di carta, poi ho scritto
in alto a destra “VORREI VOLARE”.
Poi è saltata fuori questa cosa qui, che
sinceramente… bha!
Spero che non mi tirerete pomodori (anche perché ne ho già
a nausea a casa.)