Disclaimer – I personaggi non appartengono a
me, ma a Donald Bellisario e Don McGill, autori della serie. Questa fanfiction
non è stata scritta a scopo di lucro.
Personaggi – Caitlin
Todd, Donald ‘Ducky’ Mallard
Note – Ispirata alla puntata 2x13, “Un
brutto guaio” (quella in cui Ducky viene messo sotto protezione e poi rapito)
per quanto riguarda la prima parte. La seconda parte è ispirata alle puntate
2x23, “Crepuscolo”, e 3x01/3x02, “Uccidete Ari”. Lo so che è un pairing
completamente campato per aria, ma io lo vedo bene (anche solo come amore
platonico, secondo me funziona).
Il titolo è ispirato ad una battuta
pronunciata da Noodles (Robert DeNiro) nel film “C’era una volta in America”.
*
Il
tempo non può scalfire
“C’è solo una cosa più bella di una donna che ti guarda
negli occhi e ti dice che andrà tutto bene.”
“Ah sì? E qual è, Ducky?”
“Io che lo dico a lei.”
[1]
“Perdona il
comportamento di mia madre, Caitlin. Soffre di demenza senile. Ci sono giorni
in cui quasi non riesce a riconoscere me, figuriamoci… trattare con degli
estranei.”
“Non importa,
Ducky. Sono abituata alle battute di Tony, ci vuole ben altro per irritarmi.”
“Meno male. Sai
qual è la sola cosa peggiore di una donna offesa?”
“No, che cosa?”
“Una bella donna offesa.”
La donna sorride,
lusingata dall’ennesimo complimento della giornata. Ne riceve abbastanza, molti
più della media, ma quelli del medico legale sono quelli che più la
inorgogliscono. Ducky ci sa fare con il gentil sesso. Sarà quel fascino
d’oltreoceano, o magari la sua eleganza, sarà la parlantina sciolta, sarà forse
quell’accento europeo, o forse la sua incredibile mente. Kate non lo sa per
certo, ma è sicura che abbia spezzato parecchi cuori ad Edimburgo.
“Ducky, posso
farti una domanda personale?”
“Ma certo,
Caitlin. Domandami pure quello che vuoi.”
“Perché non ti sei
mai sposato?”
Il brandy trema
nella curvatura del bicchiere. Il tozzo piedino del calice tocca il tavolino, e
Ducky si ricompone. “Potrei farti la stessa domanda, Caitlin.”
“Con la maggiore
emancipazione degli ultimi anni, le donne si sposano sempre più tardi. Dovresti
saperlo.”
“Eppure una donna
eccezionale come te dovrebbe già aver trovato qualcuno da sposare.”
“Non sono così
eccezionale. Tu sei una persona eccezionale,
Ducky. Non credo che ti siano mancate le pretendenti.”
“Ebbene, lo
confesso. Quando ero studente, alla facoltà di medicina di Edimburgo, ho fatto
girare la testa a diverse ragazze. Ma sai, all’epoca ero troppo concentrato
sullo studio, sulla carriera. Non era una mia priorità trovare la donna
giusta.”
“E così, sei
diventato uno dei più stimati patologi degli Stati Uniti, e nessuna donna si è
fatta avanti per te?”
“Sono poche le
donne capaci di sopportare il lavoro che svolgo.”
“Che cosa c’è di così
terribile da sopportare, nel tuo lavoro? Tua moglie non avrebbe certo dovuto
vivere in sala autopsie.”
“Questo è anche
vero.” Riprende il bicchiere e si bagna le labbra con il liquore. “Beh, c’è
anche il problema di mia madre. Lo considero un ostacolo non indifferente.”
“Un… ostacolo?”
“Vedi, Caitlin,
mia madre è vedova da molti anni, e non ha mai avuto altri che me.
Indubbiamente, nel caso mi fossi sposato, mia moglie avrebbe dovuto dividere la
casa con la suocera, e credimi, certe convivenze non vanno mai a buon fine.”
“Io invece credo
che tu abbia cercato delle scuse per tutta la vita. Non ti sei mai voluto
sposare e non l’hai fatto, tutto qui. Perché voi uomini dovete sempre cercare
di giustificarvi?”
Il bicchiere torna
a posarsi sul tavolino. La stessa mano scorre sul cravattino e lo allenta. “Sai
una cosa, Caitlin? Credo che tu abbia ragione. Sin da giovane, io non… non
credo di aver mai avvertito il desiderio di sposarmi. Ho sempre amato la
compagnia femminile, ma non ho mai… sentito il bisogno di legarmi a qualcuno.”
“Forse non hai mai
conosciuto la persona giusta.”
Il patologo non
riesce a sostenere lo sguardo di quella donna. Non riesce a guardarla in quegli
occhi – enormi, profondi, azzurri come un cielo d’estate – per più di mezzo
minuto senza sentirsi mancare la terra da sotto i piedi. Caitlin è una bella
donna, è intelligente e sa riconoscere gli uomini di cui vale la pena
innamorarsi. E lui, lo sa, non è tra questi.
“No. Forse non ho
mai conosciuto la persona giusta.”
*
“La
aiuta? Parlare con loro?”
“Ciò
che facciamo è invasivo e impersonale. Parlargli restituisce loro un po’ di
dignità.” [2]
“Mi auguro che tu possa riposare in
pace, mia cara.”
La sala autopsie è vuota, fatta
eccezione per il medico legale e il cadavere steso sul tavolo autoptico. Il
signor Palmer ha insistito per restare e dare una mano, ma Ducky ha preferito
fare tutto da sé. Non che sia semplice intervenire su qualcuno con il quale si
è lavorato fianco a fianco per un anno intero. Ancor meno semplice, se per quella
persona si è sempre provato un affetto sincero.
Resta a guardarla per quelle che
potrebbero essere ore. Potrebbe non staccare mai lo sguardo da quel volto, da
quei capelli, da quegli occhi – che, anche se chiusi, saranno sempre
bellissimi.
“Non meritavi questa fine, Caitlin”
sussurra il patologo alla stanza vuota. “Dovevi sposarti, e avere dei figli.
Dovevi avere una vita piena di impegni, di sorprese. Avresti dovuto continuare
a battibeccare con Tony almeno per altri due anni, lo sai.” Avvicina uno sgabello
al tavolo, si accomoda e continua a guardare l’unica donna in grado di fargli
avvertire il desiderio di avere una moglie.
“Essere un medico legale ti aiuta ad
abituarti all’idea che tutti prima o poi se ne vanno, eppure in un certo senso…
non ci si abitua mai. È più semplice capire la morte di una persona anziana,
per quanto violenta possa essere stata la sua dipartita. Ma quando una persona
giovane e sana come te se ne va, Caitlin… mi viene quasi voglia di pensare che
non esista una giustizia divina. Non c’è niente di giusto nella tua morte.” Le
mani gli tremano a poca distanza da quelle inerti e morte della donna. “Eri
completamente indifesa, ignara del pericolo. La tua morte non è giusta,
Caitlin. Avresti dovuto vivere, perché è per questo che sei stata messa al
mondo. Avresti dovuto vivere, e io non avrei…”
La porta si apre all’improvviso.
Gibbs si ferma, nel vedere il cadavere del suo agente speciale. Nemmeno lui si
abituerà mai alla morte.
Non
avrei dovuto mentire quella sera, mia cara Caitlin.
*
[1] 2x13, “Un
brutto guaio” (dialogo tra Ducky e Kate). Il paragrafo che segue riguarda un
ideale seguito della scena in cui la madre di Ducky dà della sgualdrina a Kate.
La ambienterei durante la serata in cui Ducky viene rapito.
[2] Seconda
stagione, dialogo tra Jimmy Palmer e Ducky. Il paragrafo che segue riguarda la
morte di Kate per mano di Ari Haswari.