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Autore: Evaney Alelyade Eve    05/01/2012    1 recensioni
Il salotto di Baker Street risuonò così di una dolce e allegra melodia , creata dalle abili mani di Sherlock Holmes , che sorrideva al suo regalo personale , che ricambiava il sorriso , bevendo una fumante tazza di caffè.
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: John Watson , Sherlock Holmes
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Merry Christmas, Sherlock


Agli inizi di Dicembre Londra era già ricoperta da uno spesso  strato di gelo , e tra le strade della città imperversava un gelido vento che ululava senza sosta nelle notte più tempestose ; Sherlock Holmes , abitante al 221b di Baker Street , con il suo coinquilino e amico John Watson , medico militare appena ritornato dall'Afghanistan , era un grande detective e risolse un complesso caso che tenne occupata la polizia e lo stesso Holmes fino ad una settimana prima di Natale.

Natale per Watson divenne un gran problema : il suo glaciale amico riteneva questa festività una trappola dei mercati per i poveri babbei che compravano e compravano per ritrovarsi senza soldi arrivati al nuovo anno. Ora John  non si preoccupava tanto del fatto che non avrebbero fatto una deliziosa cenetta di Natale , anzi conoscendo l'amico probabilmente avrebbero ordinato del cinese , no quello che lo preoccupava e un po infastidiva era la riluttanza di Sherlock nel voler mettere gli addobbi! Era vero , forse impuntarsi così era sciocco , ma John Watson aveva visto così tanti morti , sangue , ferite....ed era da davvero tanto tempo che non poteva togliersi la soddisfazione di vedere un bell'albero addobbato e luminoso ; ma ovviamente uno che aveva come unico amico un teschio , e si emozionava sapendo di un cadavere fresco fresco da esaminare , non poteva capire.

- Natale? Che sciocchezza! .- aveva risposto prontamente il detective , quando il dottore gli aveva chiesto di sgomberare un po il salotto da tutte le sue cianfrusaglie  per inserirci un albero di Natale - E' solo una trappola dei mercati...-
- ...per i poveri babbei che si faranno spennare come poveri polli - concluse laconico John  , guardando il suo amico annuire convinto - eppure tu se l' unico che la pensa così! Non capisco cosa ti farà un albero di Natale! Non ti morde mica , sai Sherlock?! - insistè quello con una punta di stizza.
- Non ha significato! E grazie a Dio c'è almeno un solo essere con un po di cervello in tutta Londra , John! Inoltre l'albero non è nemmeno inerente alla nascita di Cristo , è un simbolo pagano - e detto questo tornò a ticchettare con le lunghe dita pallide sulla tastiera del suo cellulare , mentre Watson alzava le mani in segno di resa , sbuffando. Watson 0 - 1 Sherlock, ma il biondo era un tipo caparbio e non si sarebbe arreso tanto facilmente, parola sua!

Il 21 Dicembre mattina un soddisfatto John Watson finiva di addobbare , aiutato diligentemente dalla sig.na Hudson , uno sciatto e un po spennacchiato albero di Natale , nel salotto dell' appartamento condiviso a Baker Street.  Il dottore aveva capito che l'unico modo per ottenere quello che voleva dal suo amabile coinquilino era agire e basta, senza stare lì a fare troppe , ma soprattutto inutili discussioni, e dunque Watson 1 - 1 Sherlock .
- E' venuto davvero bene, caro John! - esclamò sorpresa la sign.na Hudson , battendo le mani compiaciuta ; si, John poteva ritenersi soddisfatto e quindi fece un largo sorriso alla donna accanto a sè : non solo aveva avuto la soddisfazione di addobbare l'albero , ma aveva ottenuto una piccola rivincita contro il suo amico, e quindi moriva dalla voglia di vedere la sua reazione quando sarebbe sceso dabasso per fare colazione.

Una volta che la sig.na Hudson andò via , John sedette al tavolo della loro piccola cucina dopo essersi preparato una bella colazione a base di caffè e frittelle ,e mentre si spazzolava l'ultimo boccone di queste , sentì il brontolio inconfondibile di Sherlock  che si era finalmente svegliato.
- 'Giorno - brontolò , agguantando poi la tazza di John e bevendo il suo caffè, registrando immediatamente che  qualcosa che  andava : di solito la mattina, quando beveva il suo caffè , John gli lanciava un'occhiataccia scuotendo la testa , mentre quel mattino continuava a fissarlo con un sorriso placido....
- Hai portato ed addobbato un albero in salotto. - non era una domanda bensì un'affermazione che il biondo confermò allargando il suo sorriso. Ovviamente! Adesso si sarebbe ritrovato per casa uno stupido esempio di natura morta agghindato ancor più stupidamente!
- Bene Sherlock , mentre tu metabolizzi la cosa , io vado. Sarah voleva vedermi e poi ho il turno allo studio, quindi non sarò reperibile per tutta la giornata - disse, mentre afferrava la giacca e la borsa , dirigendosi alla porta - mi raccomando non cacciarti nei guai! E soprattutto - e quì si fermò con la mano che teneva la 24h sulla maniglia , per puntargli contro un dito minaccioso della mano libera - n o n  t o c c a r e l' albero , Sherlock! - detto questo aprì la porta e sparì , inghiottito dal gelo londinese.
- Ma certo John, sta tranquillo! - aveva sibillato quello a denti stretti contro la porta e si era diretto in cucina , per divorare stizzato le frittelle che sapeva  l'amico gli aveva preparato.
- Sarah, eh? - pensò , mentre addentava la prima frittella -  forse passeranno il Natale insieme.... - sentimento : da evitare, qualunque esso sia - ....e io potrò sbarazzarmi dell'albero! - obiettivo raggiunto!


Per i due giorni seguenti i due non parlarono molto : Sherlock sembrava costantemente di malumore da quando John , tornato la sera del 21, gli aveva detto che con molta probabilità sarebbe andato alla festa organizzata dallo studio.
- Ovviamente ci sarà anche Sarah - aveva mormorato cupo, mentre lui beveva il the portato dalla sig.na Hudson e annuiva.
 Era stato un tono irritato quello che aveva sentito, o se l'era immaginato? E perchè Sherlock avrebbe dovuto essere irritato?  Erano queste le domande che si arrovellavano nella mente del dottore , mentre scrutava di sottecchi il suo silenzioso coinquilino , comodamente steso sul suo divano preferito mentre ticchettava senza sosta con il suo cellulare.


- Ho deciso che andrò alla festa -  annunciò la mattina del 24 Dicembre , mentre facevano colazione ; Sherlock si limitò a lanciargli una rapida occhiata ed annuire , per poi finire il suo caffè e dedicarsi totalmente ai suoi esperimenti , ignorando bellamente il suo perplesso coinquilino , che chiuso in camera sua, rifletteva sul suo strano comportamento  chiedendosi che cosa gli sfuggisse...ma gli passò completamente di mente quando l'orologiò segnò le sette e dovette iniziare a prepararsi per andare alla festa. Gli ci volle solamente una mezz'ora e poi era bello che pronto : alle otto sarebbe passato a prendere Sarah a casa sua e poi sarebbero andati al ristorante italiano Da Giuseppe , che si trovava due isolati più in là.

Quando John fu uscito, Sherlock smise di fingere di essere impegnato coi suoi esperimenti e si stravaccò sul divano , iniziando a suonare una lenta e triste melodia col suo fidato violino , mentre rivolgendosi ad Amleto , il suo amico teschio, borbottava :
- Si starà divertendo il nostro amico , eh? con la sua Sarah - e il tono divenne leggermente sarcastico  - almeno lui....- e poi si perse totalmente nelle note del violino , mentre la sig.na Hudson , che era appena entrata nel salotto , annunciava che non ci sarebbe stata tutta la sera.


- Davvero un bel ristornate , eh , John ? - chiese Sarah a John , seduto accanto a lei - anche gli addobbi sono veramente fantastici! - esclamò con tono entusiasta , guardandosi attorno con un enorme sorriso ,che il sottore ricambiò a metà : era indubbiamente felice di essere lì con lei  ma......ma c'era qualcosa che non andava , una nota stonata che gli impediva di essere davvero contento...


Ancora melodie a Baker Street , mentre l'orologio correva veloce , affrettandosi verso la mezzanotte , quando tutti si sarebbero scambiati auguri e regali ; tutti tranne il ragazzo , dalla pelle pallida e gli occhi azzurro ghiaccio , disteso sul divano di un solitario salotto , dove l'unica cosa natalizia era un albero striminzito.


- E' quasi mezzanotte! - esclamò uno dei colleghi di John , chiacchierando e scherzando allegramente , mentre veniva servito loro un dolce tipico napoletano , chiamato : struffoli .
- Davvero buoni - pensò il biondo - chissà cosa ne direbbe..Sherlock...- e all'improvviso , mentre alla TV risuonavano le note di un violino , John Watson capì che l'unico motivo per il quale non era davvero contento , era perchè mancava l' unica persona che poteva davvero renderlo tale : Sherlock Holmes. Come aveva fatto ad essere così stupido , e a non capirlo prima?!  Si alzò di fretta , proprio mentre l'orologio segnava la mezzanotte , e arrabattando qualche augurio e qualche scusa per Sarah e i presenti corse  fuori , trovando un ultimo fortuito taxi...


- Buon Natale ! - esclamò al teschio Sherlock , con voce piatta, mentre il suo sguardo cadeva sull'albero di fronte  a lui : stupido , vecchio , orribile....
- Sherlock! - una voce ben familiare lo riscosse da quello stato di malinconico torpore in cui era caduto , e si era appena messo a sedere  in mezzo al divano , quando fece il suo ingresso nel salotto un John Watson alquanto trafelato, che non appena lo vide si aprì in un timido sorriso - Buon Natale...Sherlock - aveva mormorato , sotto lo sguardo attonito dell'altro.
- Non dirmi che sei venuto fin quì di corsa..solo per farmi gli auguri - rispose quello ironico , dopo averlo fissato per lunghi interminabili istanti - Avresti potuto semplicemente mandarmi un messaggio..o chiamarmi! - e  deposto il suo amato violino , si mise in piedi , non sapendo nemmeno bene il perchè.
- Mi conosci - rispose l'altro , avvicinandoglisi - odio scrivere messaggi...inoltre sarebbe stato davvero brutto farti gli auguri per telefono - oramai era di fronte a lui , i corpi a pochi centimentri , gli occhi incatenati. Un quadretto incorniciato e illuminato dalla luce fioca delle piccole lucciole sopravvissute , deposte sull'albero.
- Già...ti conosco. -  asserì l'altro -  perchè sei quì , e non alla festa John? - chiese poi, mentre uno strano e anomalo calore gli pizzicava il petto , sconcertandolo.
-  Perchè avevo paura che facessi del male al mio povero albero! - rispose quello , voltando il capo , in sincrono con Sherlock , verso quello :
spennato , probabilmente uno degli scarti dell'anno scorso del  negozio Joyce in fondo alla strada , ricoperto da palline di varie forme e colore , con una stella un po ammaccata sulla cima , da cui poi partiva una serie di lucine colorate , tra cui alcune fulminate....un disastro. Sherlock si era annotato di sottolinearglielo , ma quando aveva notato lo sguardo compiaciuto e allegro che aveva avuto ogni volta che aveva fissato quel coso , non se l'era sentita di dirglielo e aveva tenuto l'appunto solo per sè.
-  Fargli del male? Io? Ma figurati! - aveva risposto sorridendo in modo innocente , che ovviamente non aveva ingannato l'uomo di fronte a lui , che alzò gli occhi al cielo , prima di esclamare :
-  
Devo ammettere che non me la sono cavata male, per essere uno che non vedeva un albero da anni! Che ne dici? -  e ritornò con lo sguardo sul viso giovane e diafano dell'uomo dinanzi a lui , che lo imitò riportando i suoi occhi color ghiaccio nel suo azzurro placido , mentre gli sussurrava :
 
- E' davvero magnifico , devo riconoscerlo. Bravo John - mentì , sorridendogli appena in quel suo modo così tipico , mentre Watson sbuffava : - Bugiardo -  ridendo come un matto...poi le sue risa si spensero di botto e lo fissò serio, soppesando bene le parole , mentre un leggero rossore iniziava a colorargli le guance.
- I-io - borbottò imbarazzato - ti ho fatto un regalo - e mentre l'amico spalancava gli occhi sorpreso , l'altro si allontanò per dirigersi verso il cassetto del tavolo della cucina - dove era sicurissimo il suo amico non si sarebbe mai avvicinato -  e poco dopo era di nuovo dinanzi a questo , con un pacchetto, rosso con un cangiante fiocco verde, tra le mani.
- E- ecco...è solo una sciocchezza ma...be....ho pensato ti potessero essere utili, tutto quì! - esclamò tutto d'un fiato , diventando ancora più rosso; Sherlock dal canto suo era basito , e non sapeva che rispondere : era la prima volta che qualcuno gli faceva un regalo...e non sapeva come comportarsi, anche perchè lui non aveva pensato a fargli un regalo..
- Be..John, francamente sono..ehm..sorpreso....grazie... - e iniziò a sciogliere il fiocco , dopodichè potè dedicarsi all'assalto della carta che , una volta arresasi , mostrò un  paio di guanti blu , della stessa tinta della sua immancabile sciarpa - Oh sono davvero belli , grazie mille John....purtroppo io non ho un regalo per te...- mormorò , mentre un leggero rosato d'imbarazzo gli colorava le guance.
- Mpf...non te l'ho fatto per avere un regalo Sherlock, tranquillo! Mi son piaciuti e te li ho comprati tutto quì. - lo rassicurò tranquillamente il dottore. Un silenzio strano scese tra i due, e John stava già pensando di andare a fare un bel caffè quando Sherlock ruppe il silenzio :
- Però...forse non è del tutto vero. Ho un regalo anche io per te, John - e prima che quello potesse anche solo pensare di chiedere quale fosse , si chinò veloce su di lui , posando delicatamente le labbra sulle sue , che prima sgranò semplicemente gli occhi sorpreso, e poi , sorridendo contro le sue labbra , portò le braccia attorno al suo collo per approfondire il bacio; quando si staccarono avevano entrambi il fiato corto e Sherlock riuscì a soffiare su quelle belle e soffici labbra un - Auguri - prima di avventarvisi di nuovo, vorace.

Il salotto di Baker Street  risuonò così di una dolce e allegra melodia , creata dalle abili mani di Sherlock Holmes , che sorrideva al suo regalo  personale , che ricambiava il sorriso , bevendo una fumante tazza di caffè.


















   
 
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