CAN I HAVE A SECOND CHANCE?
CAPITOLO 1
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His eyes -
Era un tranquillo pomeriggio nella città di Lima.
L’aria tremendamente fredda che aleggiava nella
settimana immediatamente successiva a Halloween lasciava presagire quanto
rigido sarebbe stato il clima anche quell’anno durante il periodo natalizio.
Come ogni domenica degna di tale nome, le strade di
Lima erano ancora meno affollate del solito.
Nel silenzio quasi irreale del centro della città
spiccavano due figure che, sufficientemente coperte, camminavano velocemente
verso chissà quale meta.
I due erano intenti a chiacchierare sottovoce,
ridacchiando di tanto intanto e ignorando quei pochi avventori che incrociavano
sul loro percorso.
- Stai scherzando, vero Rachel?- domando ad un certo
punto il ragazzo, alzando inconsapevolmente il volume della voce. I suoi occhi
chiari sembravano parlare per lui, rendendo evidente il suo scetticismo senza
bisogno di utilizzare alcuna parola. Nell’attesa di una risposta da parte della
ragazza, passò distrattamente una mano tra i capelli castani, cercando di
renderli più presentabili di quanto già fossero, prima di inserirla nuovamente
nella tasca del suo cappotto beige.
Un lieve sorriso incurvò all’insù le sue lebbra piene
mentre osservava gli occhi castani di Rachel illuminarsi al ricordo di quanto
stava raccontando.
- Ti giuro che è la verità!- esclamò quest’ultima
portandosi teatralmente una mano al petto, facendo inconsciamente sollevare gli
occhi al cielo al ragazzo. – Ci dovevi assolutamente essere, Kurt!- concluse
poi ravvivandosi i lunghi capelli castani.
- Certo, la prossima volta prevederò con precisione
quando nella nostra scuola avverranno momenti esilaranti come questo, così farò
in modo di essere presente.- rispose ironicamente Kurt, facendo scoppiare a
ridere Rachel.
- Oh sì! Basta che avvisi anche me!- commentò la
ragazza senza reprimere il sorriso che aleggiava sulle sue labbra da quando era
uscita. Dopotutto con Kurt era sempre così; lui riusciva sempre a farla ridere
con qualche battutina acida o con qualche commento divertente, riportandole
sempre l’allegria anche se prima non lo avrebbe mai creduto possibile. Eppure
con Kurt succedeva sempre e lei non poteva fare a meno di adorarlo per questo;
infondo non erano migliori amici solo per caso. – Ora però muoviti, futuro
veggente; siamo quasi arrivati.- Lo informò poi indicando un punto imprecisato
alla fine della via in cui si trovavano.
Quel pomeriggio, quando la ragazza si era presentata a
casa Hummel-Hudson e aveva proposto a Kurt di
prendere una cioccolata calda, con lo scopo di avere un po’ di compagnia che la
distraesse in attesa dell’arrivo di quella stessa sera, la medesima in cui
avrebbe avuto un appuntamento romantico con Finn, suo ragazzo, nonché
fratellastro di Kurt, per festeggiare i quattro mesi come coppia ufficiale, il
controtenore non aveva saputo rifiutare la sua offerta, sebbene fosse
consapevole quanto quel cibo fosse poco salutare.
Così Kurt e Rachel avevano deciso di dirigersi verso il
Lima Bean, impossibilitati a resistere davanti alla prima cioccolata calda
dell’anno.
Durante il loro cammino erano talmente presi dalla loro
conversazione che se fosse stato per loro il mondo circostante sarebbe anche
potuto sparire: esistevano solo loro due e le loro chiacchiere, spesso e
volentieri tendenti al pettegolezzo.
- Scusate! – cercò di attirare la loro attenzione una
voce proveniente da dietro le loro spalle, senza che però Kurt e Rachel vi
prestassero troppa attenzione. – Scusate!- ripeté questa volta alzando un po’
il tono, facendoli voltare in modo seccato.
Davanti a loro si trovava un ragazzo che definire
carino era riduttivo, o almeno questo secondo il modesto parere di Kurt, il
quale lo squadrò dalla testa fino ai piedi, quasi a volerlo analizzare
accuratamente, o forse solo per memorizzare ogni dettaglio di quella
meraviglia. Lui aveva infatti degli scuri capelli ricci, Kurt avrebbe giurato
solo guardandoli che fossero anche estremamente morbidi, gli occhi erano di un
colore non ben definito, tanto che Kurt non aveva ancora capito se fossero
castani o verdi e le labbra erano curvate in un sorriso adorabile. I vestiti
erano quasi interamente ricoperti dal cappotto azzurro, eccezion fatta per i
jeans neri e i mocassini bianchi; tra le mani teneva per il manico un borsone
da piscina di colore blu ed esso era pieno di qualcosa di ancora non ben
definito.
- Ha bisogno?- chiese educatamente Rachel rispondendo
al sorriso che lo sconosciuto aveva sul volto, mentre Kurt tentava di scuotersi
dal torpore in cui sembrava essere caduto.
- Buongiorno ragazzi.- li salutò lui, ottenendo in
risposta un cenno da parte di entrambi. – Io sono Blaine e...- si presentò
prima di bloccarsi un momento nel tentativo di trovare le parole giuste per
proseguire il suo discorso. – Voi siete più giovani di me, vero?- domandò poi,
come se poi questo centrasse qualcosa con lui e per un momento Kurt pensò di
trovarsi davanti ad un grande impiccione. – Io ho ventiquattro anni... –
concluse con incertezza, sperando in una risposta positiva.
- Noi ne abbiamo entrambi diciassette. – esclamò Kurt
con una voce più stridula del normale.
- Allora direi proprio di sì!- affermò Blaine convinto
sorridendo al ragazzo. Quando però sia Kurt sia Rachel restarono a fissarlo in
silenzio, in attesa della sua prossima mossa, il riccioluto sospirò quasi
impercettibilmente, prima di apprestarsi a continuare il discorso. – Volevo
solo dirvi che sono appena uscito da un centro di riabilitazione, non vi faccio
paura ora, vero?- chiese poi interrompendosi ancora timoroso, sperando in una
reazione positiva.
Kurt e Rachel si fissarono un momento scettici,
chiedendosi con il solo sguardo chi fosse quell’individuo e che cosa voleva da
loro.
- No, non ci fa paura, signore. – rispose poi la
ragazza.
- Oh suvvia! Non datemi del lei, se no poi mi sento
vecchio!- esclamò Blaine ridendo, contribuendo allo scioglimento della tensione
che si era inavvertitamente creata. – Comunque io sono qui perché la
cooperativa che c’è vicino alla piazza sta facendo una sorta di concorso per
dare un’altra opportunità a quelli come me, sperando nella nostra forza di
volontà. Dunque io vi chiedo, se potete naturalmente, di acquistare uno dei
prodotti che ho qui, - iniziò aprendo il borsone che teneva in mano e rivelando
la merce che vi era contenuta. – così aumentano i miei punti vendita e mi
aiutate a trovare lavoro. Ci state?- domandò infine un po’ titubante, quasi
vergognandosi di quello che aveva appena detto.
Kurt e Rachel si guardarono reciprocamente, prima di
annuire impercettibilmente e dare il loro consenso, al quale il ragazzo rispose
con un sorriso luminoso.
- Bene! Ho dei fazzoletti, delle penne e dei quaderni.
Cosa preferite?- chiese ancora frugando nella borsa e mostrandogli ogni
prodotto ogni qualvolta lo citava.
Nell’udire ciò i due amici non poterono impedire al
sorriso di allargarsi sul loro volto, memori di quando pochi minuti prima si
erano disperati perché nessuno dei due aveva portato con sé anche solo un
misero fazzoletto e fu proprio per questo che scelsero quest’ultimo articolo.
- Allora sono dieci dollari in totale!- esclamò lui
allegro. – Ma che stupido che sono! Non ci siamo nemmeno presentati!- continuò
già dimentico di aver già comunicato il suo nome. – Io sono Blaine!-
- Rachel. – disse la ragazza stringendogli brevemente
la mano.
- Kurt. – rispose invece il castano ricambiando la
stretta di mano.
- Andate ancora a scuola?- chiese il riccioluto
incuriosito.
- Sì, frequentiamo il McKinley.-
rispose Kurt lasciandosi sfuggire un sorriso.
- Ah, che bei tempi quelli delle superiori! Io andavo
alla Dalton, la conoscete?- domandò nuovamente Blaine, rendendo evidente fin da
subito la sua indole chiacchierona e pettegola.
- Sì. Io...- iniziò il controtenore un po' a disagio. -
L'anno scorso avevo pensato di trasferirmi lì, ma poi ho preferito restare con
i miei amici. - continuò mentre un'ombra di tristezza gli attraversò gli occhi.
- È un peccato. La Dalton è davvero fantastica e sono
sicuro che l'avresti apprezzata, nonostante la sua retta non sia propriamente
economica. - commentò il moro rivolgendo un sorriso d'incoraggiamento a Kurt,
il quale si lasciò scappare un sospiro estasiato. - Comunque siete davvero una
bella coppia, lo sapete, vero?- proseguì a parlare Blaine, cambiando
repentinamente argomento.
- Veramente noi non stiamo insieme. – rispose Rachel
per entrambi ridendo apertamente. Effettivamente non lo sarebbero mai potuti
diventare; e come avrebbero potuto esserlo se i gusti sessuali erano gli
stessi?
- Davvero? Strano. Da lontano lo sembravate!- disse
stupito Blaine con una lieve scintilla negli occhi.
- Invece non lo siamo.- rispose Kurt con un sorriso
forzato; quel tipo sembrava proprio un impiccione.- Lascia stare, Rachel. Pago io.- si propose poi vedendo l’amica tirar fuori il suo
portafoglio, precedendola.
- Sei proprio gentile! E anche carino...- disse Blaine
fissandolo attentamente, mentre Kurt arrossiva. – È raro al giorno d’oggi
trovare ancora qualche uomo così! Direi che sei proprio da sposare!- aggiunse
ridendo genuinamente e trascinando con sé Rachel.
Kurt li interruppe bruscamente porgendo i soldi a
Blaine, tenendo lo sguardo puntato al pavimento.
- Grazie! Visto che mi state simpatici vi regalo anche
questi. Tenete.- esclamò porgendo anche due quaderni e due penne.
- Figurati, Blaine.- rispose Rachel. - Anzi, grazie a
te per questi. - aggiunse indicando con una mano gli acquisti appena
effettuati.
- Già, è stato un piacere!- concordò Kurt.
- Anche per me. Sapete, non mi aspettavo che Lima fosse
una città dalla mentalità così aperta. In tutto il pomeriggio ho trovato molte
persone gentili e disposte ad aiutarmi e questo mi ha sorpreso. Pensavo che gli
abitanti fossero tutti dei bigotti e che mi avrebbero discriminato solo perché
ho avuto dei problemi con la droga, invece mi sono dovuto ricredere. – spiegò,
senza notare l’ombra di tristezza che aveva attraversato gli occhi di Kurt.
Quest’ultimo si era, infatti, dovuto trattenere a
stento dallo smentire Blaine, memore degli atti di bullismo di cui era vittima
da quando aveva memoria e di sicuro gli studenti del McKinley appartenevano a
quella città i cui cittadini erano stati appena valorizzati dal riccioluto.
Avrebbe voluto davvero tanto applicare quelle parole anche per la propria
situazione, ma purtroppo non era possibile; Kurt iniziava quasi a pensare di
essere lui lo sfortunato a cui continuavano ad accadere cose spiacevoli.
- Beh sì... Ci sono persone gentili. Dopotutto non
bisogna fare di tutta l’erba un fascio, no?- chiese Kurt timidamente,
rifiutandosi di incontrare lo sguardo di entrambi.
- Hai perfettamente ragione. – Concordò Blaine
allargando ancora di più il proprio sorriso. – È sbagliato partire prevenuti
nei confronti di una persona, soprattutto se non la si conosce.-
Nell’udire quelle parole Kurt alzò di scatto gli occhi,
per incatenarli con quelli di Blaine. Quel ragazzo aveva appena detto una frase
che l’aveva lasciato sconvolto: fino a quel momento non gli era mai capitato
d’incontrare qualcuno ad di fuori della sua famiglia e dei membri del glee che esprimesse un simile concetto contro i pregiudizi.
Che tale idea derivasse dal fatto che a causa dei suoi problemi si fosse
trovato spesso discriminato?
- Ora è meglio che vada. Buona fortuna ragazzi, ve la
meritate. – concluse senza distogliere la sua attenzione da Kurt, quasi come se
volesse infondergli coraggio attraverso il solo contatto visivo.
- Grazie, anche a te.-
risposero simultaneamente Rachel e Kurt, prima di salutarlo calorosamente,
colpiti da quella personalità che erano riusciti ad intravvedere nei pochi
minuti che avevano speso a chiacchierarci insieme.
Blaine era decisamente un ragazzo interessante,
soprattutto agli occhi del castano.
Mentre Rachel e Kurt riprendevano il loro cammino verso
il Lima Bean, Kurt si chiese se l’avrebbe mai rivisto e sperò con tutto il
cuore che questo avvenisse, ma soprattutto che succedesse il prima possibile,
perché ormai era consapevole che non sarebbe riuscito a dimenticare facilmente
quegli occhi, gli stessi che erano riusciti a stregarlo con così tanta
semplicità.
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Buondì, gente! ^^
Eccomi tornata con una nuova long, scritta dopo
aver cestinato quella precedentemente iniziata- “a crazy
holiday” – per vari motivi, ma soprattutto perché all’inizio
non era stata pensata in quel modo e non mi convinceva più.
Per quanto riguarda questa vi posso assicurare che
ho intenzione di portarla a termine finché c’è anche un solo lettore e inoltre
ho già scritto altri cinque capitoli (anche se il secondo e il terzo sono da
sistemare parecchio), indi i prossimi aggiornamenti dovrebbero essere
abbastanza regolari, soprattutto se voi mi incoraggerete con le vostre
recensioni! <3
L’idea di questa storia è nata da un episodio
realmente accaduto a me e al mio migliore amico all’inizio di novembre, tant’è
che questo primo capitolo è praticamente autobiografico, tranne per il fatto
che io non sono Lea, il mio migliore amico non è Chris e non ci siamo trovati
davanti a Darren, bensì ad una ragazza. Tuttavia dal
prossimo capitolo in avanti sarà completamente inventata da me.
Vi informo inoltre che in questa storia Kurt,
Rachel e co. sono all’ultimo anno e saranno presenti
alcuni avvenimenti che si verificano nel corso della terza stagione. =)
Come sanno quelli che mi conoscono sono molto
insicura, per cui prima di pubblicare questo capitolo ho passato secoli a
tormentarmi perché non mi ritengo soddisfatta del mio lavoro, per cui una
vostra recensione significherebbe moltissimo per me, anche quelle negative, per
potermi aiutare a migliorare. =)
Inoltre se qualcuno volesse aggiungermi tra gli
amici di facebook il mio account è: http://www.facebook.com/profile.php?id=100002497004742
Mi farebbe molto piacere fare due chiacchiere con voi! =)
Ah, ovviamente tutti i personaggi citati non mi
appartengo, purtroppo, ma sono proprietà degli aventi diritto!
Al prossimo capitolo! ^^
- Rose