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Autore: visbs88    05/01/2012    3 recensioni
[…]Il canto metallico delle lame iniziò a riempire l’aria mentre le prime stelle comparivano nel cielo. Irene aveva sempre odiato quel rumore che le sembrava una risata beffarda alla sua giovinezza perduta, alla sua infanzia, al suo desiderio di ridere, amare ed essere amata. Ma quella musica di guerra ormai era la sua vita, e l’unico scopo rimastole era imparare a suonarla nel miglior modo possibile. Far stridere le lame, dare il massimo di sé fino ad arrivare al confine, a quel limite che detestava e che aveva imparato a conoscere fin dalle sue prime esperienze; vi cozzò contro in quell’istante.[…]
[Teresa/Irene]
[Scritta per la community 1frase di LiveJournal, set Delta]
[Prima classificata al contest Yuri Love! indetto da Reghina-chan sul forum di Efp]
Genere: Erotico, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yuri | Personaggi: Irene, Teresa
Note: Lime, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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SHE NEEDED LOVE

 
Iniziativa: scritta per la community di LiveJournal 1frase.
Set: Delta.
Contest: Yuri Love! indetto da Reghina-chan sul forum di Efp - Prima classificata.
Titolo: She needed love.
Introduzione: […]Il canto metallico delle lame iniziò a riempire l’aria mentre le prime stelle comparivano nel cielo. Irene aveva sempre odiato quel rumore che le sembrava una risata beffarda alla sua giovinezza perduta, alla sua infanzia, al suo desiderio di ridere, amare ed essere amata. Ma quella musica di guerra ormai era la sua vita, e l’unico scopo rimastole era imparare a suonarla nel miglior modo possibile. Far stridere le lame, dare il massimo di sé fino ad arrivare al confine, a quel limite che detestava e che aveva imparato a conoscere fin dalle sue prime esperienze; vi cozzò contro in quell’istante.[…]
Personaggi: Teresa, Irene.
Rating: Arancione/16+.
Generi: Azione (?), Erotico, Introspettivo, Malinconico.
Avvertimenti: Lime, Missing Moment, One-shot, Yuri.
Pairing: Teresa/Irene.
Numero parole (Contatore Word): 1.189.
Disclaimer: i personaggi non sono miei, ma dell’autore del manga Norihiro Yagi. Non scrivo a scopo di lucro, ma per puro divertimento personale. Occorre il mio permesso per citare pezzi della storia, tradurla, riprodurla altrove o trarne ispirazione.

 
Buona lettura.
 
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Quel sentore l’aveva perseguitata da quando, molte ore prima, aveva assistito silenziosa e sola al sorgere del sole; ormai era certa che quel giorno si sarebbero incontrate di nuovo.
Irene sedeva immobile su una piccola panca di pietra nel giardino di una delle tante case in rovina di quella città, distrutta dagli Yoma dopo non aver pagato l’Organizzazione per i suoi servigi; era stata lei a liberarla, pochi giorni prima. Ora guardava la terra rossastra di quel piccolo spazio che non doveva essere mai stato curato a dovere. Ciuffi d’erba spuntavano irregolari qua e là, ma non donavano allegria a quel luogo, bensì gli conferivano solo un aspetto più misero. Forse la luce del crepuscolo e l’assenza di vita umana contribuivano a rendere il giardino così tetro. Un soffio di brezza mosse appena una lanterna spenta appesa ad un gancio infisso nel muro dell’abitazione diroccata alle spalle di Irene; di certo, quella misera lampada non sarebbe servita a nulla nella notte incombente.
La guerriera riconobbe i passi della persona che stava dirigendosi verso di lei. Avevano una cadenza particolare, quella che sarebbe potuta appartenere ad una donna di stirpe reale. Erano sicuri, calmi, come quelli di un umano che, terminato il lavoro della giornata, fa ritorno alla propria confortevole casa per qualche momento di svago.
Infastidita da quell’idea, Irene alzò gli occhi, già conoscendo l’apparizione che si sarebbe stagliata contro il cielo sempre più scuro. Il tempo parve fermarsi un istante, quasi per concedere ad Irene di osservare e riscoprire i tratti di Teresa.
Il suo volto, in fondo, era sempre lo stesso. Candido come neve appena caduta, incorniciato da morbidi capelli ondulati, la faceva assomigliare ad un pallido angelo dagli occhi d’argento. Ma Teresa non era uno spirito divino, no; era una creatura materiale, fin troppo vera. Irene non aveva mai provato nostalgia nei suoi confronti, poiché troppe volte era stata umiliata da quella guerriera tanto potente e tanto arrogante. Teresa non era certo una sua fautrice, anzi.
Da tempo Irene aveva imparato ad odiarne le movenze così femminili, così contrastanti con l’animo della più spietata assassina di Yoma dell’Organizzazione. Detestava il tono sfrontato con cui anche quella sera la stava salutando, che suonava da subito come una presa in giro, forse una sfida.
Ogni volta, la stessa storia che Irene non sopportava più. Era una specie di rito che sembravano dover eseguire durante ogni loro incontro. Irene non poteva sottrarsi ad esso; se all’inizio aveva creduto davvero di poter sconfiggere Teresa, ormai combatteva solo per semplice orgoglio.
Con furore, scatenò la sua Spada Veloce contro Teresa, sperando di coglierla impreparata, di sorprenderla. Il canto metallico delle lame iniziò a riempire l’aria mentre le prime stelle comparivano nel cielo. Irene aveva sempre odiato quel rumore che le sembrava una risata beffarda alla sua giovinezza perduta, alla sua infanzia, al suo desiderio di ridere, amare ed essere amata. Ma quella musica di guerra ormai era la sua vita, e l’unico scopo rimastole era imparare a suonarla nel miglior modo possibile. Far stridere le lame, dare il massimo di sé fino ad arrivare al confine, a quel limite che detestava e che aveva imparato a conoscere fin dalle sue prime esperienze; vi cozzò contro in quell’istante.
In un primo momento, a malapena si accorse della lieve ferita sul suo braccio. E quando si rese conto che Teresa, colpendola e disarmandola, alla fine aveva trionfato un’altra volta, fu il dolore mentale a sembrarle mortale. Fissò con rabbia la propria Claymore, distante da lei qualche metro, quasi a volerla accusare di averla tradita.
Teresa la sovrastava e ascoltava il suo respiro affannoso, assaporando per l’ennesima volta la vittoria. Il fato aveva deciso così: mai Irene avrebbe raggiunto la forza della guerriera che le stava di fronte, malgrado ogni sforzo, ogni desiderio, ogni speranza.
Alzò la testa, pronta a sibilare contro Teresa tutto il proprio odio e il proprio dolore; ma un tocco delicato sulla sua guancia la zittì. Dopo tanto rumore, mentre le due guerriere si guardavano negli occhi, il più strano dei silenzi mai caduto tra le due guerriere calò. Uno strano languore iniziò ad agitarsi dentro ad Irene mentre scrutava il viso dell’eterna rivale. Il pensiero di quanto fosse bello la turbò.
Irene non avrebbe mai immaginato che un giorno avrebbe assaggiato il sapore delle labbra di Teresa. Un lieve rossore le imporporò le guance mentre si rendeva conto che, invece, l’altra guerriera la stava baciando con delicatezza strana. Non era un gesto romantico: l’insicurezza di Irene, che muoveva piano la lingua insieme a quella di Teresa, era dettata solo dal timore; dietro a quella innaturale dolcezza si celavano pensieri ben meno puri. Teresa le mormorò all’orecchio poche parole piene di ironia, ma sensuali; un calore nuovo iniziò a fluire nel bassoventre di Irene, mentre Teresa, ormai in ginocchio come lei, premeva il proprio petto contro il suo, e lenta ma decisa la spingeva per farle appoggiare la schiena sulla fredda terra.
Teresa, ora più che mai, aveva le sembianze di un angelo, un angelo che, per ragioni sconosciute, desiderava Irene dopo averla sconfitta –la ferita, in fondo, non era che un misero graffio…
Irene sussultò mentre Teresa la spogliava della divisa, scoprendo il suo seno e l’orribile cicatrice, l’incisione sul suo petto che avrebbe riempito di ribrezzo chiunque altro l’avesse vista. Ma Teresa, che celava lo stesso marchio sotto le proprie vesti, non vi fece caso; le sue dita si spinsero fino alla femminilità di Irene, strappandole il primo gemito, più sorpreso che lieto. Ben presto tuttavia quel tocco audace e sicuro diventò inebriante, travolgente, simile alla sensazione che Irene aveva provato le prime volte arrivando troppo vicina al proprio limite; quella volta, però, non c’erano motivi per frenare il piacere, se non l’orgoglio.
Irene guardava con una strana rabbia Teresa, indispettita, riluttante all’idea di abbandonarsi completamente a lei, che continuava senza esitazione ad esplorarla con le proprie dita; in fondo, però, Irene aveva spesso desiderato qualcuno che si dedicasse a lei così: in quel momento si sentiva come un uomo che assaggia un vino eccellente dopo averlo bramato per lungo tempo. Quel piacere era il nettare di una guerriera rimasta sola per troppo tempo. Preda delle proprie sensazioni e delle morbide labbra di Teresa che erano tornate a premere contro le sue, Irene venne abbandonandosi ad alti mugolii, mentre il suo corpo pareva, per lunghi secondi, non voler più essere controllato dal suo cervello.
Teresa, dopo aver atteso un poco, si alzò, il sorriso sulle labbra; Irene la guardò, una nuova scintilla furente nello sguardo, mentre comprendeva di doversi rassegnare al fatto che Teresa, alla fine, avesse preso possesso anche del suo corpo, dopo essere diventata la sua ossessione.
Teresa disse che il loro legame probabilmente non sarebbe cambiato da quel giorno, o forse Irene l’avrebbe detestata solo di più; e Irene non ebbe il tempo di ribattere prima che Teresa si allontanasse nel buio. Guardò le orme da lei lasciate che scomparivano nel bosco.
Irene non sapeva quali sentimenti la legassero davvero alla compagna, ma sentiva che forse, dentro di sé, tra tutti gli incontri avuti con Teresa quello sarebbe stato il suo favorito, perché per pochi attimi tra le sue braccia si era sentita amata.
 
 
 

Spazio autrice:
Dove ho trovato il coraggio di postare questa roba io non ne ho idea. Sempre sul crack devo buttarmi. In realtà, questa è sempre stata la mia coppia preferita di Claymore; speravo solo di scriverci qualcosa di più decente sopra. Mi sono divertita molto mentre scrivevo questa shot, rileggendola però non mi piace più per niente. L’idea è presa dalla community di LJ linkata sopra; volevo partecipare nel vero senso della parola, ma temo di aver mal interpretato il bando (chiedevano frasi proprio separate, invece la mia è una fic). In realtà non mi hanno ancora risposto quindi non so se valga lo stesso, però non credo. Comunque il dover scrivere 50 frasi, una per parola, è stato di sicuro limitante; divertente ma limitante. Temo che la fic vi risulterà frettolosa e superficiale, ma ho voluto attenermi a questa regola. Riguardo alla fic in sé, mhm, beh, è ambientata prima degli avvenimenti del manga, ovviamente. Ho messo rating arancione perché il rosso mi sembrava esagerato, comunque se ritenete che sia una scelta sbagliata non esitate a dirmelo. E boh, spero di non essere andata pure OOC insieme a tutto il resto, alcuni comportamenti di Irene non mi convincono moltissimo. Voi massacrate pure di critiche, tanto lo so che me le merito. È anche la prima yuri così esplicita che scrivo, tra l’altro. Insomma, è un’accozzaglia di esperimenti.
A voi l’ardua sentenza, gradirei qualche parere anche negativo, ripeto.
Un bacione, visbs88 =)

EDIT: ok, la fic partecipa all'iniziativa della community, alla fine ho scoperto che è perfettamente in regola ^^
   
 
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