Anime & Manga > City Hunter/Angel Heart
Ricorda la storia  |      
Autore: ambra83    22/08/2006    7 recensioni
il finale che avrei creduto ci fosse nel manga (ma che Hojo ci ha gentilmente negato, a favore di Angel Heart...NO COMMENT!!!!!) ho provato a descrivere un possibile epilogo alla storia tra Ryo e Kaori
Genere: Romantico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kaori/Greta, Ryo Saeba/Hunter
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

31 marzo 2000
ore 22:28
Tokyo, Shinjuku.


Era furente.
Ancora un litigio, ancora una discussione furiosa come quelle che caratterizzavano da sempre tutte le sue giornate.
Compiva 28 anni quel giorno, ma lui non le aveva detto nemmeno ‘auguri’.
Kaori si era rifugiata al Cat’s Eye, sperando di calmarsi.
Miki le aveva pure regalato un bracciale d’argento con appeso un piccolo martellino dello stesso materiale…
Le era piaciuto, certo. Ma perché tutta la sua vita ruotava attorno a Lui? Possibile che nessuno potesse capire la sua sofferenza, o meglio insofferenza e frustrazione, per una situazione che definire letargica era un complimento?
Miki le aveva detto di sopportare, di essere paziente…
Bè, quella donna lo era davvero tanto visto che non si lamentava mai del fatto che il suo locale venisse sistematicamente distrutto dalle loro sfuriate. E ascoltava Kaori con dolcezza e tranquillità, anche se l’amica più giovane schiumava spesso di rabbia, consigliandole sempre di non agire con violenza ed impulsività, ma con dolcezza ed amore.
“Ryo e Umi sono sempre stati abituati a tenersi tutto dentro, sei tu che devi parlare per lui! Il tuo cuore deve aprire il suo! Se aspetti che lui faccia la prima mossa, ti verranno i capelli bianchi prima di ottenere qualcosa da lui!”
“Ma Miki, sai che non sono capace di fare certi discorsi…”
“Bè, se ti senti davvero una donna adulta e matura, quale oramai sei, devi anche dimostrarlo. Forse Ryo ti vede ancora come una adolescente con una semplice cotta…Ficcagli in testa che non è così!!!”
Ecco cosa le aveva detto la sua migliore amica quel giorno.
Discorsi già sentiti, parole ripetute all’infinito.
Come avrebbe voluto essere coraggiosa e forte come lei! E invece di mettersi a piangere come una donnicciola, prender di petto la situazione e…Magari baciarlo. Abbracciarlo. Un gesto così, senza che lui potesse prevederlo. Talmente veloce e fulmineo che lui non sarebbe riuscito a scansarsi...E lei non gli avrebbe mostrato di essere rossa come un peperone!
Entrò nel palazzo di mattoni rossi, la casa che però sembrava deserta.
Il malumore di Kaori ricrebbe nuovamente. Avrebbe dovuto registrare la voce di Miki su un nastro, e poi continuare ad ascoltarlo con il suo walkman per tutto il giorno…Solo così sarebbe riuscita a mantenere la calma!
Quello stronzo probabilmente era già in giro per locali, infischiandosene allegramente della data di quel giorno. Del resto…Cosa doveva aspettarsi da un uomo che la teneva con sé da 8 anni, senza mai dirle apertamente quali erano i suoi sentimenti per lei?
Entrò in casa e accese la luce.
La speranza di trovare una festa, un pacco, un regalino, un mazzo di rose, un fiore…
Tutte le attese svanirono man mano che Kaori accendeva le luci, perché la stanza era esattamente nello stato (pietoso!) in cui l’aveva lasciata.
Sospirando, si sedette sul divano.
Non voleva piangere, ma le risultava impossibile trattenersi….
‘O diavolo, è il mio compleanno e non sono nemmeno libera di versare due lacrime?’
Rimase lì un po’, il cuscino stretto stretto tra le braccia come unica fonte di conforto.
Uno sbadiglio poi le fece capire che era stanca…troppo stanca per rimanere anche quella sera sveglia ad aspettarlo. Decise che sarebbe andata a letto.
‘Quell’idiota non merita affatto di essere tirato su e accompagnato in camera, solo perché è talmente sbronzo da non reggersi in piedi da solo! Stasera si arrangerà!’
E con questi pensieri entrò in camera…Dove per un attimo Kaori si sentì smarrita.
Aveva forse sbagliato stanza?
Sbattendo le palpebre, tornò indietro lentamente, a ritroso, mentre con stupore fissava quella che credeva la sua camera, ma che invece si presentava vuota e senza nemmeno i mobili.
No. La porta era giusta. L’etichetta con su “stanza di Kaori” era ancora attaccata. Un po’ storta e con la scritta scolorita…Ma quella DOVEVA essere la sua stanza!!!
Dove diavolo erano le sue cose?
Dopo lo smarrimento iniziale Kaori corse in mezzo alla stanza vuota, cercando di capire cosa potesse essere successo.
I ladri? E cosa se ne facevano del suo letto scassato? Dei suoi vestiti da maschiaccio?
Della sua foto e…
Il cuore si fermò nuovamente, al pensiero della foto del fratello, l’unica che possedesse, e dell’anello che lui le aveva lasciato.
Di nuovo sentì le lacrime pungerle gli occhi, ma questa volta non fece niente per trattenerle, perché la paura e l’angoscia erano troppo forti.
Corse nella camera del partner…E con orrore scoprì che era vuota anch’essa.
Un pensiero le balenò al cervello, facendole male ancora prima che diventasse consapevole.
‘Mi ha lasciata? Ha preso tutto e se ne è andato? Oh no Ryo, ti prego, non puoi avermi lasciata così…’
Scossa, la ragazza raggiunse a stento l’angolo della cucina dove si trovava il telefono appeso al muro…Ma al suo posto trovò solo una macchia sulla parete, della stessa identica forma dell’apparecchio elettronico che era rimasto lì fino al primo pomeriggio, fino a quando Kaori non era uscita di casa.
Con attenzione iniziò a guardarsi in giro, e Kaori vide che molti, quasi tutti gli oggetti della casa erano scoparsi.
Con orrore si rese conto che non c’era più nemmeno la televisione, i lampadari, i quadri…Perfino i pupazzi che lei collezionava con tanto amore, e per i quali Ryo la prendeva sempre in giro, erano scomparsi. Solo il vecchio divano era ancora lì, al suo posto.
Spossata, senza forze, confusa e spaventata Kaori si risedette lì, senza sapere cosa fare né cosa pensare.
E fu lì che la vide.
Una busta bianca, appoggiata al bracciolo sinistro del divano.
Prima era così arrabbiata che non l’aveva vista.
Con la mani tremanti la prese, e vide che c’era scritto su “Per Kaori”.
Quella grafia…
No, non era possibile.
La aprì con fatica, era un foglio scritto a mano.



A, come Amore che tu mi hai dato in questi otto anni, che non ti ho mai restituito.
B, come il Bacio che ogni volta che, mentre dormi nel tuo letto, ti do sulla fronte delicata come il velluto.
C, come il Castello che vorrei donarti, per farti vivere in un posto migliore.
D, come il piccolo Diamante che ti vorrei regalare….se solo avessimo i soldi!
E, come l’Eleganza del tuo portamento…Perché anche se ti prendo sempre in giro definendoti ‘mezzo-uomo’, sei in realtà la donna più bella che abbia mai visto.
F, come la Forza, perché tu sei la forza che mi tiene in vita, che mi dà la ragione per andare avanti in questo mondo di m----.
G, come Gentilezza, perché tu sei la persona più buona, dolce e tenera che io conosca.
H, come Hideyuki, il nome del primo figlio che spero un giorno avremo. E come il nome del santo che mi ha sopportato a lungo, lasciandomi un dono meraviglioso che mi ha cambiato la vita.
I, come Intelligenza…Che io in realtà non ho, ma di cui tu disponi in abbondanza!
L, come Leonessa…Che sarebbe sicuramente il tuo soprannome più azzeccato! (e dai, non rimanerci male!! Quando mi lanci quei martelli ci assomigli proprio ad un leone!!)
M, come ….Moglie, perché vorrei che tu fossi mia per l’eternità.
N, come Nuvola, come quella su cui mi sembra di stare ogni volta che ti guardo!
O, come Orrore…che ti ho fatto vivere per troppo tempo, ma che ora non ti riguarderà più.
P, come Piacere, la sensazione che mi dai quando ogni mattina vieni a svegliarmi nel mio letto, e mentre fingo di dormire mi accarezzi il ciuffo ribelle sospirando e mormorando ‘Oh, Ryo!’.
Q, come Quaderno, quello su cui scrivi tutti i tuoi pensieri, e che io sbircio sempre di nascosto per capire cosa frulla nella tua testolina! (so che ora mi odierai!)
R, come Rosso, il colore dei tuoi splendidi capelli, che dal primo momento in cui ti ho vista mi hanno fatto innamorare di te.
S, come SugarBoy…Perché sono troppo timido per ammetterlo, ma non ti ho mai dimenticata un solo giorno da quando ci siamo incontrati per la prima volta tanti anni fa.
T, come Torta, quella che non ti ho mai preparato per il tuo compleanno, ma che tu invece mi hai sempre fatto trovare ogni volta che ero io a compiere gli anni.
U, come Unione, perché io senza di te non sono nulla.
V come Vita…quella nuova, che incominceremo insieme.
Z…Come XYZ…Le lettere che non vedrai MAI più scritte sulla lavagna della stazione, né in nessun’altro luogo.
Buon compleanno, Kaori.


Le ultime righe le lesse tra le lacrime.
Kaori credeva che dopo l’ennesima litigata lui si sarebbe dimenticato del suo compleanno…E infatti lui non era in casa, ma forse sul tetto…
Col cuore in gola, la lettera stretta tra le mani, Kaori corse su.
E fu lassù che trovò l’uomo che tanto desiderava, che tanto amava.
L’autore della lettera era appoggiato al parapetto, come sempre, ma lo sguardo non era perso tra le stelle del cielo notturno, ma rivolto alla porta che dava alle scale dell’edificio, pronto a cogliere il momento in cui lei sarebbe arrivata da lui…
Kaori non sapeva cosa dirgli. Torturava il foglio tra le mani, incapace di aprire bocca.
Cosa significava quella lettera?
Si guardarono, entrambi colmi di emozione, ma ancora determinati a non darlo a vedere all’altro.
Dopo lunghi istanti passati in silenzio, finalmente Kaori riuscì a parlare.
“Ryo…Che cosa, perché…come…dove sono tutti i mobili?”
Che stupida!!! A lei non gliene fregava niente dei mobili in realtà…Ma proprio non ci riusciva ad affrontare il contenuto della lettera, o almeno non subito e così apertamente.
Lui non rispose, ma si avvicinò porgendole un’altra busta.
“Buon compleanno Kaori.”
Gli occhi neri fecero trapelare un qualcosa di nascosto, sentimenti repressi ma forse finalmente pronti ad emergere. L’uomo rimase però in silenzio, per paura di rovinare quel momento magico…
Kaori aprì la busta.
Inizialmente non capì.
Poi vide che i cartoncini colorati e piene di scritte piegati in due non erano altro che due biglietti della Tokyo Airlines. Destinazione: Sydney.
La donna era senza parole.
“Che…che significa?”
Ryo le sorrise un po’ impacciato, perché nel frattempo Kaori si era messa a piangere (per la terza volta in dieci minuti!!!) e lui si sentiva sempre un po’ a disagio quando la vedeva così…
Si avvicinò ancora di più e la abbracciò piano, come se avesse paura di farle male, ma in realtà perché si sentiva tremendamente in imbarazzo.
“Vedi, ho pensato che sarebbe stato bello fare un viaggio, io e te….”
Si sentiva un cretino.
Aveva tra le braccia quella splendida donna, e si sentiva alle prime armi come un bambino dell’asilo!
Kaori era immobile, faceva fatica anche a respirare tanta era l’agitazione che sentiva dentro di sé.
Era felice perché lui non l’aveva abbandonata, confusa per quello strano regalo…E poi quando lui l’aveva abbracciata lei non aveva capito più niente!!
Ryo prese quel volto tanto amato tra le mani e cercò di riprendere il discorso.
“Kaori, tu lo sai quanto sia pericoloso il nostro lavoro, quanti rischi corriamo ogni volta che anche solo usciamo fuori di casa…Quante volte ti ho già salvato la vita? Quante volte malviventi di ogni tipo ti hanno rapita? Bè, sono stufo, anzi, mi sono proprio rotto le palle di questa situazione!”
Gli occhi stupiti e pieni di paura della donna gli fecero capire che forse aveva sbagliato…
“Cosa stai cercando di dirmi Ryo?” disse Kaori con un filo di voce. Ecco, lo sapeva. Il momento tanto temuto era alla fine arrivato, l’avrebbe mandata via. Per sempre, fuori dalla sua vita.
Ryo sorrise appena, e le diede un piccolo bacio sulla fronte.
“No no, Kaori, non spaventarti!”
E si mise a ridere di gusto di fronte alla faccia rosso peperone della partner.
“Insomma Ryo, cosa vuoi dirmi?”
Gli piaceva troppo vederla così irascibile, ma forse doveva davvero darsi una mossa…Così decise di evitare tutti i giri di parole e di dirle tutto subito, in un colpo solo.
“Kaori ho lasciato il lavoro non sono più City Hunter perché ti amo e voglio andarmene da qui e in Australia potremo vivere insieme felici e senza nessuno che vuole ucciderci e quindi tutte le cose in casa sono state imballate l’ho fatto con Mick oggi pomeriggio mentre tu eri al bar è per questo che ho fatto il cretino per mandarti via e farti questa sorpresa….”
Aveva detto tutto in pochi secondi, ma venne interrotto da Kaori che gli saltò in braccio, baciandolo con passione.
Rimasero qualche minuto così, allacciati e finalmente uniti.
Quando si staccarono per riprendere a respirare Ryo continuò il suo discorso, questa volta con più calma.
“Vedi…volevo farti una sorpresa, ma avevo bisogno che tu non fossi in giro per almeno qualche ora! Quando te ne sei andata ho chiamato Mick, e insieme abbiamo raccolto tutta la nostra roba nei pacchi. L’aereo parte domani pomeriggio, e quindi non avremo molto tempo per salutare tutti e…”
“Ryo, ma allora non è una vacanza! Tu parli… intendi dire che ci trasferiamo definitivamente? Io e te?”
Ryo la guardò in silenzio. Ecco, era proprio quello che temeva. Fino all’ultimo era stato indeciso perché non sapeva come avrebbe reagito Kaori al pensiero di lasciare lì i suoi amici, le sue cose…la sua vita era lì a Tokyo. Ma più passava il tempo, più era convinto che se voleva vivere insieme a lei, e vivere davvero come marito e moglie, dovevano assolutamente andarsene dal Giappone.
E ora gli occhi della sua partner mostravano incredulità, stupore….Forse rabbia per non averle detto niente?
“So che è una decisione un po’ affrettata, ma vedi…Stare qui a Tokyo con te mi ricorda in ogni momento chi sono e che vita faccio, mentre cambiare…Se ce ne andassimo da qui potremmo…”
Fu colpito da un insolito imbarazzo, perché quello che voleva dire non lo aveva mai detto a nessuna donna.
Kaori se ne accorse, e sorridendogli teneramente lo abbracciò, appoggiò la testa alla spalla del suo partner, e cercò di aiutarlo.
“Mi stai forse dicendo che vuoi vivere con me, insieme come marito e moglie, in una città dove nessuno sa chi sei e che lavoro fai, così potremo finalmente creare una famiglia?”
E detto questo la donna alzò lo sguardo verso di lui, nei suoi occhi neri.
Lui non disse niente, ma le sollevò il mento e la tirò di nuovo a sé in un lungo bacio.
“Si Kaori, è quello che voglio, se solo lo vuoi anche tu.”
“Ma…cosa farai? Cosa faremo?”
L’uomo sorrise di sbieco, come faceva sempre ogni volta che combinava qualche cosa.
“Sai, sono riuscito a farmi passare come detective privato…Saeko mi ha fornito dei documenti nuovi, e mi ha segnalato alla polizia australiana come uno dei migliori investigatori privati del Giappone. Finalmente è riuscita ad estinguere tutti i suoi debiti…”
“Sul serio? Ryo, ma allora non sarai più City Hunter?”
I due si guardarono a lungo, senza dire nulla.
La donna era attonita, non credeva che Ryo sarebbe arrivato a tanto per lei.
“Esatto Kaori. City Hunter non esiste più.”
Lei si allarmò.
“Ma non è giusto!! Non devi farlo!! Non importa, non devi lasciare quello che hai qui…”
Ryo la zittì con un bacio pieno di passione e di forza. Poi si staccò da lei e le rispose “Io non sono City Hunter, sono Ryo Saeba, l’uomo di Kaori Makimura, e da ora in poi verrai considerata come la mia fidanzata. Non mi importa nulla del passato, di quello che ero e che sono stato. Quello che voglio ora è stare con te, per sempre.”
Kaori era senza parole.
Una dichiarazione così esplicita non se l’aspettava da Ryo.
Lo guardò a lungo, e lesse nei suoi occhi tutte le emozioni che anche lei stava provando in quello stesso momento.
“E…l’Alfabeto? Questo come lo spieghi?” aggiunse Kaori ridendo e mettendogli il foglio ormai tutto stropicciato sotto il naso.
“Ah, ecco, io non volevo, vedi…E’ stato Mick…”
“Lo sapevo!” aggiunse la donna trionfante. “Mi sembrava strano che lo avessi scritto tu!”
Ma subito dopo aver detto questa frase Kaori si accorse dell’errore.
Il volto di Ryo si era indurito, gli occhi si erano riempiti di dolore…
L’uomo chinò la testa ed aggiunse, con un filo di voce “Non ti è piaciuta, vero? Lo so che non sono bravo con le parole, per questo ho pensato che con l’alfabeto sarebbe stato più semplice rivelarti i miei sentimenti…E’ una scelta stupita ed infantile, lo so, ma non mi sono venute in mente altre idee.”
Kaori si sarebbe data un martello in testa da sola. Ryo ci era rimasto male di fronte alla sua incredulità, e ora lei non sapeva come rimediare.
“Oh Ryo, perdonami. La lettera è stupenda, il regalo è stupendo….Questo è il più bel compleanno della mia vita, e solo tu avresti potuto renderlo così speciale!” Gli prese il volto tra le mani e lo baciò. “Hai scritto delle parole meravigliose, nessuno avrebbe potuto fare di meglio.”
“Allora questo è un si? Accetta di partire con me, signorina Makimura?”
“Si signor Saeba. Accetto la sua proposta con immenso piacere!!”
E detto questo, si abbracciarono e così stretti ritornarono in casa, pronti ad affrontare la loro nuova vita

  
Leggi le 7 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > City Hunter/Angel Heart / Vai alla pagina dell'autore: ambra83