Serie TV > JAG
Ricorda la storia  |       
Autore: mac86    05/01/2012    2 recensioni
La storia comincia dall'ultimo episodio della decima serie. Harm e Mac si sono dichiarati amore reciproco e sono finalmente felice. E le cose avessero preso una piega diversa...?
Genere: Angst, Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Albert Jethro 'A.J.' Chegwidden, Harmon 'Harm' Rabb, Sarah 'Mac' MacKenzie, Sturgis Turner, Un po' tutti
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
DISCLAIMERS: i personaggi non sono miei, ma appartengono a Donald Bellissario ed alla CBS. Io
qui li uso senza permesso, ma senza alcun scopo di lucro.
Per scrivere certe parti o frasi mi sono appoggiata al romanzo “Ci vediamo da Ruby” di Jill Davis.

Capitolo 1
Incontri

WASHINGTON,
DC
Sabato 25 agosto



Sono in ritardo, non è da me, questa volta mi prenderanno in giro per un bel po’.
Io, quella sempre puntuale, sempre in anticipo, che per la terza volta arriva con quasi mezz’ora di ritardo.
Continuo a guidare ed a trattare male gli altri automobilisti che mi vedono sfrecciare con la capote abbassata
e i capelli scompigliati, e chissà cosa non dicono di me quando ai semafori rossi finisco di
mettermi il mascara. Cavolo no, dimmi che non è vero, ci si mette anche la pioggia…! Premo il tasto
della capote, ma non succede niente, mentre un tipico acquazzone estivo inizia a scendere, caldo,
con le sue gocce grandi che mi bagnano tutta. Ma porc…
Svolto nella prima stradina che vedo e imbocco l’entrata che porta nel piccolo spiazzo chiuso dalle
mura del condominio. Mi guardo intorno, rendendomi conto che sono in un posto che conosco
benissimo: North of Union Station.
Sarà da due anni se non più che non vengo qui.
Non ho tempo di pensarci ora: esco dall’auto e alzo a mano la capote, imprecando come uno
scaricatore di porto. Addio cena a casa dei Roberts, sono fradicia. Cerco il cellulare e chiamo
Harriett.
“Dai, che ti importa! Vieni lo stesso, e poi devo presentarti quel ragazzo di cui ti ho parlato!”
“Harriett sono fradicia, quindi impresentabile! E poi quanti uomini vuoi ancora presentarmi?!”
All’inizio mi sentivo lusingata quando Harriett si prodigava tanto per farmi conoscere degli uomini.
Ora non so più che scusa trovare.
Insomma, so che più passano gli anni più è difficile trovare un uomo, ma come si dice? La speranza
è l’ultima a morire.
“E mi dici cosa dovrei dire a Boris?”
“A chi?!”
“Boris! Boris è quello che ti devo presentare!!”
Boris….l’uomo delle caverne. Cerco di non ridere apertamente.
“…Harriett, ho anche mal di testa...guarda, scusami e scusati con lui…Boris o quel che è…ti chiamo
domani scusa.”
Dico, e butto giù lasciando Harriett interdetta. Sicuramente si sarà arrabbiata per come l’ho
trattata.
Boris?! Non si può certo darmi torto.

********************************************************************************

JAG HQ
FALLS CHURCH, VA
SABATO SERA


“Ancora in ufficio a quest’ora? Di sabato poi?”
“Uhm…lavoro arretrato.”
“Niente di meglio da fare?”
“A differenza tua, io non ho una famiglia a casa che aspetta il mio ritorno.”
“Ah.”
“Comunque anche tu sei qui, in ufficio, di sabato sera. Quindi…” da quando ha iniziato ad infierire
così su di me?
“E’ diverso.”
“Perché?”
“Perché io ho veramente del lavoro arretrato, tu?”
“Non voglio tornare a casa, okay? Cavolo Bud, pensavo che avessi ancora rispetto per me!”
“Ce l’ho, è che mi dispiace vedere il prode Capitano Rabb che si nasconde in ufficio perché non
vuole tornare a casa dalla sua ragazza, qualunque essa sia! Ormai ho perso il conto!! Quante ne hai
cambiate quest’anno? Quattro? Cinque?”
“Bud, è meglio che ti fermi qui…” gli dico massaggiandomi la fronte, ma in realtà non voglio
guardarlo negli occhi: quand’è che si è preso queste libertà con me? Ah già. Ora ricordo.
Quel giorno che sono capitato a casa sua talmente sbronzo da crollargli sul divano e dirgli di
aiutarmi e dirmi quando esageravo.
“Per non parlare del fatto che una di loro è…”
“Bud!!!”
Non so perché Bud mi tratta così male. Anzi, devo essere corretto almeno con me stesso: so perché
mi tratta così, lo fa perché sono diventato l’ombra di me stesso, da qualche anno, per la precisione
da due anni e mezzo e caspita, va sempre peggio.
Bud mi compatisce: lui ha la sua famiglia, una bella moglie, dei figli che l’adorano e, anche se ne ha
passate di tutti i colori, ha quel che si merita. E questo solo perché si è preso le sue responsabilità e
non ha sempre pensato solo alla carriera.
Lo invidio. E’ brutto da dire, ma a volte vorrei avere la sua vita.
Mentre penso queste cose vedo che guarda l’orologio. Deve andare a casa dalla sua splendida
famiglia e invece sta qui a cercare di tirar su di morale me. Mi faccio pena da solo.
“Bud, ti prego va’ a casa da tua moglie. Ormai Harriett mi odierà.”
“Ora vado, sì…” esita, so cosa vuole chiedermi, perciò lo anticipo.
“Vado a casa diretto, tranquillo, non finirò in qualche bar.”
“Buonasera capitano.”


********************************************************************************************

Resto seduta in auto non sapendo bene cosa fare. La radio è accesa, trasmettono “No man’s
woman” di Sinead O’Connor, e la canticchio cercando di guadagnare un po’ di tempo indecisa sul
da farsi.
Non lo vedo da quasi tre anni.
Gli ho mandato una cartolina per Natale e poi basta.
Ho scritto una e-mail chiedendogli se gli era arrivata ed ho aspettato impazientemente che mi
rispondesse.
La canzone finisce e sono ancora ferma.
Penso di scendere dall’auto e suonare, per vedere se è in casa, ma decido di restare qui. E se avesse
cambiato casa? Insomma possono essere successe tante altre cose, può anche avere un’altra, può
anche essere stato trasferito. O può essere da sua madre. Si questa poi…
Prendo il cellulare e compongo il numero a memoria. Segreteria. Aspetto il bip…
“Ciao Harm, sono io…Mac. So che è tanto che non ci sentiamo, ma pensa un po’? Ero qui a
Washington e senza rendermene bene conto sono finita a casa tua. O almeno penso lo sia
ancora…lo è? Parlo di North of Union Station, perché sai, se hai cambiato casa…sì insomma, se
vuoi fammi uno squillo, così magari ci vediamo per un caffè. Sarò a Washington per un po’. Ciao.”
Ridicola è il minimo che possa dirmi. Ma chi lascia un messaggio del genere in segreteria? Metto in
moto e vado verso l’albergo, per ora alloggio lì finchè non trovo un nuovo appartamento; non
volevo buttare fuori di casa Varece, anche se mi sembra strano che non sia ancora andata a vivere
con Sturgis considerato che stanno insieme da qualche anno. Quando le ho detto che tornavo a
Washington è diventata subito fredda e mi ha fatto capire che non era sola in appartamento e non
poteva farmi dormire lì. Se vado a dormire dai Roberts Harriett mi presenterebbe un uomo diverso
ogni giorno, Aj è in giro per il mondo e Jen è in vacanza con Galindez (e questo lo so solo io),
quindi l’albergo mi è sembrata la soluzione più logica.


********************************************************************************

Mi sono fermato a fare la spesa in uno di quei drugstore aperti 24 ore su 24. Con gli orari di lavoro
che ho, sono la mia salvezza. Appoggio le borse sull’isola della cucina ed inizio a mettere tutto nella
credenza. La segreteria lampeggia, ho tre messaggi. Schiaccio e li ascolto.
“Ciao tesoro, sono io…stasera sono libera, quindi ho pensato di fare un salto da te, vorrei ripetere la
bella serata della settimana scorsa…sarò lì per le dieci.”
No ti prego no. Dimmi che ha cambiato idea e che è rimasta a casa. Stasera non ce la faccio proprio
a vederla…cancello il messaggio sapendo bene che cancellandolo non le impedirò di venire qui lo
stesso. L’altro è di Bud.
“Signore…sono Bud, ho chiamato solo per sapere se eri a casa. Scusa se prima ho parlato in quel
modo, devo ricordarmi più spesso che sei un mio superiore. Se hai bisogno chiama, noi siamo qui.”
Sorrido istintivamente; alzo la cornetta del telefono e chiamo Bud per confermargli che sono a casa
e salutare Harriett. Sto per ascoltare l’ultimo messaggio, probabilmente sarà mia madre che mi
chiede se sono ancora suo figlio, quando suonano alla porta. So già chi è ma spero sempre in una
sorpresa: Mattie, Jen, l’Ammiraglio, il Generale, Palmer, chiunque andrebbe bene, ma non lei, non
stasera, sono troppo giù, e so cosa accadrà appena varcherà la soglia di casa.
E invece quando apro la porta lei è lì di fronte a me avvolta in un tubino color rame con una
profonda scollatura e dei tacchi vertiginosi.
Mi si avvicina e mi bacia vicino alla bocca.
“Posso entrare o devo rimanere qui?”
Per un attimo sono tentato di sbatterle la porta in faccia. Solo per vedere cosa farebbe: è troppo
sicura di sé.
“Prego, entra Varece.”
Appena chiudo la porta mi salta addosso, come tutte le altre volte che è entrata in casa mia, da due
mesi a questa parte. Da quando cioè ha iniziato a tradire Sturgis con me. Per quanto i miei rapporti
con lui siano deteriorati, mi dispiace che quel pover’uomo stia a casa la sera aspettando la sua
fidanzata convinto che lei sia nei locali a cantare mentre in realtà è nel mio loft e soprattutto nel
mio letto, nella mia doccia o sul mio divano.
Finirò all’inferno, lo so.
Sento la sveglia che suona e mi sporgo subito per spegnerla. Mi ero dimenticato che oggi è
domenica. Mi volto e come al solito il letto è vuoto. Varece non resta mai qui a dormire, teme che
Stu posssa cercarla e così torna a casa durante la notte, dicendogli che ha lavorato fino a tardi.
Spero che nessuna donna si sia mai comportata così con me. Mi alzo e decido di andare a fare una
corsa, di sicuro mi farà bene.
Sono le sette e trenta di domenica mattina e fortunatamente non c’è quasi nessuno in giro, a parte
qualche altra persona che fa jogging. Una volta correvo con Mac, ma da quando lei è stata trasferita
a San Diego e si è fidanzata con Webb, corro da solo. Mio Dio Mac quanto mi manchi.
Dopo aver ricevuto le nuove designazioni dal generale Cresswell non abbiamo fatto un solo passo
avanti. Sono andato a casa sua, abbiamo parlato, è venuta a casa mia, abbiamo parlato e l’ho
baciata. Punto. Poi non ho fatto più nulla.
Non le ho chiesto di restare, né di venire via con me e lei se l’è presa talmente tanto che ha accettato
l’incarico e se n’è andata a San Diego portandosi via Jennifer ed ha ricominciato a sentirsi con quel
verme di Webb, anche se non penso che quest’ultima cosa sia del tutto vera, forse me l’hanno detto
solo per farmi ingelosire e vedere come avrei reagito.
E la mia reazione non ha sorpreso nessuno, perché non ho fatto nulla, non l’ho chiamata, non sono
corso da lei disperato né ho fatto niente per tenerla con me.
Mi sono ubriacato e sono finito a casa di Bud chiedendogli di aiutarmi ed ordinandogli di
rimproverarmi ogniqualvolta facessi qualcosa di stupido.
Da quel che mi ha detto Coates sembra che tutto vada bene lì: è brava, lo è sempre stata, e sa farsi
rispettare, abita in un appartamentino fronte mare e, a detta di Jen, ha uno stuolo di uomini che le
fanno il filo, ma lei dice a tutti che è fidanzata.
E’ luglio e fa davvero caldissimo, nonostante ieri sera abbia piovuto l’aria è afosa, c’è troppa
umidità. Mi fermo e mi toglo la felpa, poi bevo un sorso d’acqua e ricomincio a correre.
Squilla il cercapersone: è Janet.
Janet è la segretaria del mio commercialista. L’ho conosciuta l’ultima volta che sono andato lì e ci
sono uscito insieme, e questo è successo tre mesi fa.
Penso che si aspetti qualcosa di più da me, pensa che la nostra relazione debba approdare ad un
livello più profondo, ed è in questo preciso momento che io inizio a pianificare la fuga.
Mi piace Janet, ma solo per avere un po’ di compagnia qualche sera, non per condividere il resto
della mia vita con lei. L’unica con cui voglio passare il resto della mia vita non è qui a causa della
mia vigliaccheria; pensavo di potermi accontentare di qualche notte insieme invece mi rendo conto
che Mac è diventato il parametro con cui giudico le altre donne e che confronto i baci delle altre
donne con quelli che lei mi ha dato durante la nostra unica notte d’amore.
E so che nessuna è al suo livello.
Rientro in casa e vado diretto in doccia lanciando il cercapersone sul letto sperando che smetta il
prima possibile di suonare.
   
 
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > JAG / Vai alla pagina dell'autore: mac86