Anime & Manga > Bleach
Ricorda la storia  |      
Autore: Moonlight Night    05/01/2012    1 recensioni
Ci si accorge dell'importanza delle cose solo quando le si sta per perdere...
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kuchiki Rukia, Kurosaki Ichigo
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Dark Side of Universe
 
Silenzio.
Silenzio.
Silenzio.
Nient'altro che silenzio.
All'improvviso un eco di passi infranse quella calma inquietante.
Ichigo correva per i corridoi bui di Las Noches, si guardava intorno con diffidenza, non sapeva bene neanche lui cosa aspettarsi da quella costruzione infernale.
-Sembra un cimitero- mormorò rabbrividendo.
Benissimo, avanti portiamoci sfortuna da soli, pensò infastidito.
No, non era superstizioso, non lo era mai stato, non aveva mai creduto all'esistenza di qualcosa capace di controllare gli avvenimenti futuri.
Il destino non esiste, il destino ciascuno se lo crea con le sue mani.
Questo era quello che aveva sempre pensato, ma ora quelle pareti scure gliene facevano persino dubitare.
Il suono prodotto dai suoi passi continuava, ma, ad un certo punto, anche quello scemò fino a fermarsi del tutto.
Lo shinigami era immobile in mezzo all'oscurità: i muscoli tesi, gli occhi spalancati, la bocca aperta, ma incapace di emettere alcun suono.
-Rukia- mormorò: un solo sussurro, un sussurro che sapeva di stupore, di incredulità ma soprattutto di preoccupazione.
Aveva percepito un crollo vertiginoso di reiatsu ed era certo che appartenesse alla shinigami dagli occhi blu.
I battiti del suo cuore cominciarono ad aumentare, senza che lui li potesse controllare...
Dove sei? Dove sei? Tranquilla Rukia, vengo ad aiutarti...
Uno scricchiolio lo riscosse dai suoi pensieri.
-Chi è? Fatti vedere!- urlò Ichigo al nulla.
L'essere mosse qualche passo in direzione della luce perché il ragazzo lo vedesse e puntò i suoi due occhi verdi sul viso dell’avversario, lo sguardo di un’aquila che osserva la preda.
-Ulquiorra- mormorò lo shinigami.
Ulquiorra, quel maledetto Espada che l'aveva battuto sulla Terra.
La sconfitta bruciava ancora e la sua rabbia non era da meno, ma la preoccupazione per la compagna soppresse tutto, come una coperta lanciata sopra le fiamme.
-Non ho tempo da perdere qui- disse Ichigo, si girò e fece per andarsene.
-Dove vai? A salvare qualcuno?-
La voce lugubre di Ulquiorra lo immobilizzò.
Lo shinigami fissò l'avversario con indifferenza; ma indifferenza era quello che solo il suo viso mostrava…nel suo cuore, infatti, regnava l’angoscia, l’angoscia che lottava per farsi strada e uscire.
-Anche se tenti di nasconderlo, lo vedo nei tuoi occhi che sei preoccupato per qualcuno a cui tieni molto.... Non tormentarti così: il tuo compagno è morto- mormorò l'Espada.
Ichigo non mosse un muscolo, l'indifferenza sul suo viso persisteva: non gli avrebbe mai dato la soddisfazione di vederlo turbato.
Nella sua anima una tempesta si avvicinava minacciosa.
Non è lei, non può essere lei, non è lei.... Dannazione non è lei! Ti prego fai che non sia lei....
Questo ripeteva il ragazzo dentro di sé, ed era questa speranza a non fargli perdere il controllo; era il filo che, come con una marionetta, lo teneva ancora in piedi.
-Il suo nome: Kuchiki Rukia- sussurrò Ulquiorra, neanche gli avesse letto nella mente.
Gocce, gocce di pioggia nella sua anima.
-Stai mentendo, non è vero, è tutta una bugia- sussurrò lo shinigami, non riusciva a credere alle parole poco prima udite.
-Puoi anche non credermi se vuoi, ma sai che ho ragione- disse Ulquiorra -L'hai sentito il suo crollo di reiatsu, no?-
Il filo che lo teneva in piedi si assottigliò.
-Un crollo non significa morta, dannazione! Può essere ferita! Devo andare da lei!- urlò e si girò per correre via.
-L'Espada contro cui ha combattuto aveva il potere della cognizione sincronizzata e il compito di trasmettere a tutti noi ogni informazione sui nemici che affrontava, te lo posso assicurare: si sono uccisi a vicenda. Arrenditi all'evidenza: lei è morta-
 
Uccide, il silenzio, con la sua invisibilità;
cammina, con il suo passo felpato;
parla, con la sua voce silenziosa, priva di tono, voce inudibile, voce senza suono, voce inesistente eppure voce...
guarda, il silenzio, con i suoi occhi imperscrutabili;
ride, crea, distrugge,
ruba, con le sue mani diafane;
Uccide, il silenzio, cuore di ghiaccio....
Eppure, a volte, (anche se omicida) è preferibile il silenzio a ciò che si può udire...
 
 
 
Il filo? Spezzato. Reciso. Strappato. Distrutto.
Il ragazzo dai capelli arancioni crollò in ginocchio, la testa fra le mani: gli sembrava tutto così impossibile, così irreale.
Sei uno stolto, alzati e vai a salvare Inoue, è per questo che siamo venuti qui! Non preoccuparti per me, non ho bisogno della tua protezione!
È questo che Rukia gli avrebbe detto e lui lo sapeva.... Ma come avrebbe fatto? Tutta la sua volontà era stata distrutta, fatta a pezzi, sbriciolata.
Ormai nulla aveva più senso per lui.
Vivere? Non gli importava.
Morire? Non gli importava.
Per lui nulla era mai stato più importante di quello scricciolo di ragazza dai capelli neri.
 
Inutile, sei inutile. Hai i poteri di shinigami e nonostante quello non sei riuscito a salvarla. Inutile. Sei inutile.
 
Ulquiorra fissò per qualche secondo il viso del ragazzo credendo di trovarvi disperazione, ma non ve ne era alcuna traccia.
No, Ichigo non provava dolore, semplicemente non provava niente.
Niente.
Niente.
Era come non esistere, non c'era lui dentro quel corpo, quel corpo era soltanto un guscio. Soltanto un involucro vuoto.
Ulquiorra sfilò la spada dalla mano del ragazzo, lui non oppose la minima resistenza.
Zangetsu scintillò alla pallida luce della luna, come se volesse chiamare il suo padrone, risvegliarlo, da quello stato di catalessi in cui era caduto.
L'Espada, impassibile, portò la lama alla gola dello shinigami, ma quello non si mosse: gli occhi spenti, vuoti, privi di espressione, privi di vita.
Con un leggero movimento della mano, la spada segnò un ampio taglio sul petto del ragazzo. Ancora nessuna reazione.
-Non farai niente? Ti farai uccidere, shinigami?- chiese Ulquiorra e calò la zanpakuto sul ragazzo.
Sangue.
Ichigo aveva fermato la spada con la mano e ora il suo sangue caldo gocciolava sul pavimento.
-No, io non mi farò uccidere da te. Non qui. Non adesso- esclamò, la rabbia ribolliva dal profondo del suo essere.
-Ulquiorra, portami da lei. Se è morta potrai anche uccidermi, non opporrò resistenza- mormorò il ragazzo dai capelli arancioni.
 
                                      *             *              *
 
 
Una torre bianca. Una torre bianca sotto un cielo limpido.
Un'unica entrata. Un'entrata buia.
Ichigo ne era certo: attraversata quella porta c'era l'Inferno.
E l'Inferno c'era davvero, non un inferno di fuoco, non c'erano fiamme che ardevano.
Può essere freddo, l'Inferno? La risposta logica sarebbe no, eppure quello era lo spettacolo che si presentava agli occhi dello shinigami.
Un inferno gelato.
Dispersi sul pavimento della sala c'erano piccoli frammenti di ghiaccio, simili a teneri fiori sbocciati nella stagione sbagliata, erano trasparenti, trasparenti come l'acqua di un ruscello di montagna; ma di rosso alcuni erano macchiati: fiori di sangue, fiori di morte, fiori guardiani che vegliavano su un corpo, un corpo immobile al centro della stanza.
Il cuore di Ichigo perse un colpo.
-Rukia- urlò e corse verso la ragazza.
Si mise in ginocchio al suo fianco e la osservò: il viso era di un pallore cadaverico, il braccio destro era teso e la mano stringeva l'elsa di Sode No Shirayuki, la lama della katana giaceva non lontano da lì.
Ichigo la toccò: era gelida.
-Rukia, Rukia ti prego non morire- mormorò il ragazzo, la prese, la girò e finalmente vide la ferita che aveva sul petto.
L'arma l'aveva trapassata.
Tuoni, nella sua anima, lampi, ma soprattutto pioggia, pioggia che cadeva pesante come a voler distruggere tutto.
Quasi volesse imitare quella tempesta, una lacrima solitaria scese lungo la guancia di Ichigo. Non una di più.
Piangere è inutile. Non risolve proprio nulla.
Gliel'aveva detto anche lei, tanto tempo prima...
Con la coda dell'occhio notò un leggero movimento: il petto della shinigami si alzava e si abbassava impercettibilmente; il ragazzo avvicinò una mano sulla bocca di lei: respirava, il respiro di un animale morente, ma pur sempre un respiro.
Respirava, era viva.
Poteva essere salvata con il kido, ma lui il kido non lo sapeva usare. Dannazione!
Inutile. Sei inutile.
All'improvviso si ricordò che c'era un'altra persona lì con loro; si voltò a guardare l'Espada che, immobile, li stava osservando dall'entrata.
-È morta?- chiese Ulquiorra impassibile.
-No, è ancora viva- rispose Ichigo con un sorriso, un sorriso triste.
La quarta Espada rimase leggermente sorpreso, si avvicinò alla ragazza e le puntò un dito contro.
-Ma che diavolo fai?- urlò Ichigo parandosi davanti a lei per proteggerla, Zangetsu stretta nella mano.
L'avversario usò il sonido e si portò alle sue spalle, un piede sopra il corpo della shinigami.
-Perché ci tieni così tanto a lei? Proprio non capisco, se adesso facessi pressione con il piede, lei morirebbe.... Ma perché ti dovrebbe importare?- chiese Ulquiorra, tentando di capire come ragionava il ragazzo.
-Come perché? Lei è mia amica e tanto basta perché io la voglia salvare!- esclamò il ragazzo.
-Ti prego non farle del male…- aggiunse.
-Soltanto un'amica? Ho osservato la Terra e gli umani per un po' e mi sembra che tu ci tenga molto di più, no?-
Ichigo abbassò la testa: quelle parole lo avevano colpito nel profondo... Era una cosa a cui non aveva mai avuto il coraggio di pensare...
-Io ho promesso, ho promesso che, se si fosse cacciata nei guai, l'avrei salvata... Sempre- mormorò guardando la ragazza.
Poi si voltò: Ulquiorra era sparito senza fare il minimo rumore.
 
Ritornato nel cuore di Las Noches, il quarto Espada ripensò a quando quella donna, Orihime, gli aveva parlato dei sentimenti: lui non era riuscito a capire, anzi non capiva neppure adesso... ma pensò di aver riconosciuto qualcosa del genere nel comportamento dello shinigami. Così era quello l'amore?
 
                                            *            *           *
 
Ulquiorra era scomparso, ma Ichigo ne era certo: avrebbero combattuto.
Per ora doveva occuparsi di lei...
La prese in braccio.
-Vedi, lo sapevo che non dovevamo dividerci, tu ti cacci sempre nei guai, dannazione!- mormorò -Vero Rukia?-
Quanto avrebbe voluto che lei potesse rispondergli... Ma era ancora lì, in pericolo, in bilico e la morte, parte oscura dell'universo, poteva ancora portarsela via, persuaderla a lasciare tutto. Poteva ancora strappargliela….
-Tu, nana, non provare a smettere di respirare- la minacciò.
La strinse tra le braccia.
-Non mollare, Rukia, non mollare-
E venne, il silenzio, per rubare quei soffici respiri di vita, ma non riuscì a entrare, non riuscì a varcare la soglia della gelida torre.
Perché nulla può il silenzio contro l'amore.
 
 

Meglio accendere una candela che brancolare nelloscurità.
Emily Dickinson
 

Ehi ragazzi, avete visto? Come promesso sono qui di nuovo!!!
Non so voi ma quando Rukia è stata quasi uccisa dal nono Espada, io ho sempre creduto che Ichigo sarebbe andato a salvarla.... bè non è andata proprio così e io ci sono rimasta un po' male...
Ecco come è nata questa fanfiction <3
Il titolo poi è quello di un capitolo del manga... ma era troppo bello e io non sono riuscita a non metterlo :D
Scriverò presto!!
I hope you'll like it ^^
Bye, guys
Moon....

 
  
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Bleach / Vai alla pagina dell'autore: Moonlight Night