Chapter one.
Tremava, ma perchè? Non lo sapeva nemmeno lui. Si stava torturando le mani. Era teso, lo sapeva. Anche sua madre l'aveva capito.« Tranquillo figliolo. Piacerai alla famiglia di Luke. E credo che piacerai anche ad Amber, ha la tua stessa età. »
Sua madre stava con Luke da quasi due anni, e lui lo aveva conosciuto quando li aveva venuti a trovare a Stratford due anni prima.
Avevano deciso di passare le vacanze estive insieme nella loro casa a Las Vegas, e -come disse sua madre- se tutto fosse andato bene, si poteva pensare a vivere insieme, a creare un unica famiglia. Il problema è che non conosceva sua figlia, Amber. Dai racconti della madre che l'aveva conosciuta era una bella ragazza, ma dal carattere strano, lunatico. Era anche finita da alcuni psicologhi, e lui non conosceva il perchè. Ma lui sapeva che si poteva creare un'amicizia, o almeno, a provarci. Sua madre, Patricia, era contenta con Luke, e lui anche. Avrebbe fatto di tutto per la madre, anche trasferirsi lontano dalla sua città, dagli amici, dalla scuola, per seguirla, per farla stare bene.. infondo, se lo meritava.
« Siamo arrivati. » annunciò sua madre.
Prese un profondo sospiro e scese dalla macchina. Vide Luke avvicinarsi a loro, baciare dolcemente Patricia, e abbracciare lui. Prese la valigia di sua madre e li accompagnò dentro. Un profumo dolce e delicato entrò nel suo naso. La casa era grande, e dava un aria accogliente. Tutti i mobili erano moderni, alla moda, basati tutti sul bianco. Spiccava nel salotto i due divani rossi di pelle in cui si sedette e il mega televisore al plasma, 'wow' pensò lui guardando la grande casa intorno, di certo a Luke i soldi non mancavano.
Luke era accanto a sua madre e parlavano, quando a un certo punto sentì la porta d'ingresso sbattere con molta forza.
« Sono a casa Luke. »
« Vieni in salotto tesoro. »
Una ragazza bassina con dei capelli color marroni entrò dalla vetrata del salotto. Si avvicinò a suo padre facendo nessuna espressione, guardando il vuoto e masticando una chewingum. Si avvicinò lentamente a Patricia abbracciandola freddamente, si salutarono e posò lo sguardo sul ragazzo che la guardava.. impaurito.
« Ciao. » disse.
Ricambiò il saluto e le tese la mano tremante.
« Justin, piacere. » disse guardandola negli occhi marroni, tendenti al verde.
Annuì senza proferire parola, ritornando a guardare il vuoto davanti a se.
Luke si fermò mente parlava con Patricia, e si rivolse alla figlia.
« Mostra a Justin la vostra camera. » annuì sbuffando e si alzò. 'VOSTRA?'
La seguì a ruota, passando per tutto il salotto, e trovandosi davanti una lunga scala bianca.
Justin prese la sua valigia, portandola a fatica su per le scale..pesava.
« Muoviti biondo, non ho tempo da perdere. »
Lui mandò giù rumorosamente la saliva e annuì in silenzio, non aveva neanche una minima idea di infastidirla.
Camminarono sul tappeto celeste per il grande corridoio. Amber camminava davanti a lui leggera. I capelli lunghi e leggermente mossi fino a sotto le costole dondolavano leggermente.
Spalancò la terza porta a sinistra. Era carina, grande con molti mobili bianchi, ovviamente. Ma c'era un problema, vedeva due letti. Avrei dormito con lei, quindi.
« Allontanati da lì, è il mio letto. »
« Scusa Amber. »
Amber si stese sul suo letto guardando di nuovo, il vuoto.
Justin posò la valigia a terra e si sedette sul letto osservando la camera, per poi passare ad Amber. Era davvero carina, cavolo.
« Hai finito di farmi la radiografia biondo? »
A Justin scappò una leggera risata, ma lei era seria.
Si alzò velocemente, sedendosi mettendosi difronte a lui.
« Mettiamo delle cose in chiaro. Questa è la MIA camera, questa è la MIA casa e tu non sai quanto ho litigato con Luke perchè qui non vi volevo assolutamente. Ma mi ha costretto ad ospitarvi, ad essere gentile con voi, a darmi un pezzo del mio fottuto mondo e... » lo guardava negli occhi e Justin si accorse di quanto erano belli i suoi.
« Tranquilla Amber, non ti darò nessun fastidio, te lo prometto. Non voglio crearti problemi. »
« Ne hai già creati, credimi biondo. »
« Di certo non l'ho fatta apposta, ok? Hanno costretto in un certo senso anche me, ma se mia madre è felice con tuo padre e vuole provare, sono disposto a lasciare tutto. »
« Stronzate biondo, stronzate! » quasi urlò facendo un movimento vago con la mano.
Justin si spaventò, veramente.
« Se ho fatto qualcosa di sbagliato, io o mia madre ti chiedo scusa, da adesso. Ma sappi che quei due si amano, e io amo vedere mia madre felice, d'accordo? Se lo merita, e non voglio che tu rovini la loro coppia. »
« Vedo che sei sveglio, hai già capito ciò che voglio fare. »
« Perchè non vuoi che tuo padre sia felice, Amber? »
« Non se lo merita. »
« Per quale motivo? »
« Fatti i cazzi tuoi Bieber! Non ti riguardano minimante certe cose! »
Come fa a sapere il mio cognome? Amber ulra.
« Ti prego Amber, non urlare. Non ti arrabbiare, per favore... » era quasi una supplica da parte sua.
Amber fece silenzio, e guardò quel biondino dagli occhi miele. Non riusciva a guardarlo, no. E lei sapeva perchè. Quei capelli, quello sguardo pieno, il modo di parlare, quegli occhi miele.. Era troppo simile a..a.. 'BASTA AMBER BASTA!' si ordinò.
« Non voglio vederti Justin. » il biondo rimase pietrificato da quelle parole.
« Cosa ti ho fatto?Non fare così, per favore. » balbettò.
« SPARISCI DA QUESTA STANZA. » urlò puntanto il braccio contro la porta. Justin non sapeva che fare.
« VATTENE! » urlò Amber quasi in lacrime. Justin si alzò, guardo Amber per un ultima volta, chiuse la porta alle sue spalle e si lasciò scrivolare accanto al muro prendendosi la testa tra le gambe. Non riusciva a capire. Quella ragazza era un serio problema. Bel modo per cominciare, eh?