Bloodshed
Li avrebbe uccisi.
Sì, torturati, squartati o semplicemente polverizzati in un sol colpo.
Non ne avrebbe lasciato in vita nessuno, li avrebbe estirpati tutti, come aveva fatto con ogni specie che, in passato, aveva incontrato nell’universo.
Non ne poteva più di quel dannato pianeta, di quella donna petulante e sfrontata, del dottore e della sua flemma, per non parlare del cinguettio stridulo della vecchia megera, lei e i suoi maledetti pasticcini non gli lasciavano un attimo di tregua e poi c’erano gli altri…
Dovevano essere eliminati tutti, per il suo bene, per quella dignità di principe che gli impediva di vivere in quel modo, con quei miseri esseri: animali privi di forza, con un istinto di conservazione quasi, e in certi casi del tutto, nullo; considerando poi che osavano avvicinarsi a lui che li odiava con tutto se stesso.
Ne aveva preso uno tra le mani, stretto in una morsa letale anche per i suoi simili: bloccato con una mano, mentre con l’altra si accingeva a creare una sfera di energia.
Avrebbe iniziato da lui, per sfogare quel prurito alle mani, per saziare la voglia di sangue e vendetta.
Avrebbe visto scorrere fiumi di sangue, ridendo divertito del potere che ancora riusciva a esercitare sulle sue vittime.
Lo eccitava l’idea di uno sterminio, ogni muscolo fremeva, attraversato da una scarica di adrenalina che gli offuscava la ragione.
Era l’istinto a padroneggiare in quel momento.
-Papà!- gli aveva gridato sua figlia, con le braccia poggiate sui fianchi –non pensi che adesso stai esagerando?- aveva poi domandato retorica.
Era insofferente Vegeta, soprattutto quando quella bambina si atteggiava a donna vissuta, ricordandogli incredibilmente sua moglie.
Il principe, inspirando profondamente per sopprimere il suo istinto omicida, grugnì contrariato e nervoso, prima di posare sul pavimento quel misero essere che reggeva per l’esile collo.
-Se non li fai sparire entro domani, li ammazzo- aveva minacciato, incamminandosi verso la figlia.
-Ma papà, sono solo gattini, tra un paio di mesi se ne andranno da soli- aveva detto Trunks, assistendo alla scena.
-Ho detto domani!- aveva insistito il principe, lasciando la stanza.
Non bastavano i suoi di marmocchi, adesso anche quel maledetto gatto aveva avuto dei cuccioli, neri e pelosi, che osavano sfidare la sua precaria pazienza, strofinandosi sulla sua gamba.
Mentre proseguiva il corridoio che portava alla Gravity Room, non poteva far altro che pensare a quei dannatissimi animali, comprendendo perché i terrestri li avessero definiti “da compagnia”.
Ringhiò nuovamente, sentendo l'ennesiomo e stridulo miagolio.
Angoletto di Girl_in_Blu:
Ok, lo so che solo poche ore fa ho pubblicato una fan fiction, ma ho avuto questa idea e non ho resistito.
Sinceramente non ricordo, precisamente non so proprio, se il gatto del dot. Brief sia maschio o femmina, comunque trovo plausibile che si sia accoppiato, ecco spiegata la presenza dei micetti in casa.
Ok, spero tanto che vi sia piaciuta e che vi abbia fatto ridere.
Mi farebbe molto piacere sapere il vostro parere :)