Storie originali > Romantico
Ricorda la storia  |      
Autore: Prudence_DarrenAdd    06/01/2012    2 recensioni
Dalla storia:
"Era tutto ciò che voleva e anche se non era possibile, anche se fosse rimasto solo un suo amico per sempre, si rese conto che le sarebbe bastato, anche se lui non avesse mai ricambiato, sarebbe stata accanto a lui in ogni momento.
Facendogli sentire tutto il suo amore a tutti i costi.
Sapeva che non sarebbe riuscita a dimenticarlo mai, ma la consapevolezza di non dimenticarlo le fece sperare di poter comunque metterlo in un piccolo angolo del suo cuore e continuare ad amarlo segretamente, proseguendo nella strada della sua vita e restando solo amici.
Non le importava che lui non provasse lo stesso, avrebbe stretto forte la loro amicizia, sarebbe stata per sempre sua.
Sarebbe stata, in qualche modo, sempre sua amica. E questo le sarebbe bastato."
Genere: Malinconico, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
 Era una giornata di pioggia, sicuramente non la prima di quel lungo inverno. 

Il Natale era alle porte eppure Jane non riusciva a vederci niente di così entusiasmante, al contrario di tutti gli altri anni. 

Voleva solo stare alla sua finestra, ascoltare musica triste e pensare che niente sarebbe successo, nessuno dei suoi sogni si sarebbe 
avverato e che quel Natale sarebbe passato come tutti gli altri, con persone a cui voleva bene, ma che non erano davvero quelle con cui voleva stare.
Continuava a guardare fuori dalla finestra, scorgendo le gocce di pioggia tra le sue lacrime e stringendosi le ginocchia al petto.

Voleva piangere, voleva uscire da quel mondo fatto di persone che la sottovalutavano, persone che la facevano sentire niente. 
Voleva solo avere qualcuno da amare e che la amasse come mai nessun'altro... 
Voleva sentire l'abbraccio di qualcuno, voleva stringersi tra le braccia di quel dannato ragazzo e piangere ascoltando il suo respiro che l’ avrebbe consolata. 
Ma allora perché era lì? Perché non si muoveva da quella stupida finestra e andava da lui urlandogli ciò che provava? 

Avrebbe dovuto seguire il consiglio che qualcuno gli aveva dato da molto tempo. 

Una sola parola. 

Coraggio.

Ma Jane non ne aveva mai avuto davvero, preferiva stare alla sua finestra a guardare la pioggia, osservare le stelle e sperare che un giorno
qualcuno bussasse alla sua porta, dicendogli che non era sola, che aveva qualcuno su cui contare.

Ma ormai era inutile, era passato troppo tempo da quando si era innamorata di quel ragazzo e non riusciva proprio a toglierselo dalla testa,
voleva lui, lo voleva più di qualunque altra cosa. 

Si morse il labbro e altre lacrime affiorarono ai suoi occhi, scendendo come piccole cascate da quelle iridi verdi.

Infondo non voleva molto, non chiedeva nient’ altro che quello stupido ragazzo che era stato suo amico per tutti quegli anni.

Quel ragazzo che l'aveva fatta soffrire è vero, ma che era sempre stato dolce e simpatico con lei. 
L'aveva sempre sostenuta ed era sempre stato un suo caro amico.

Si alzò dalla sedia a dondolo che costeggiava il balcone e andò in cucina, decisa a preparare qualcosa di buono per non pensare a lui e non piangere perché... beh, perché era davvero inutile adesso.

Aprì il frigo in cerca di una lattina di Coca Cola, quella classica ovviamente, e la versò nella sua tazza di John Lennon con un lieve sorriso. 

Quell'uomo forse era l'unico che l'aveva sempre fatta sorridere e di questo gli era infinitamente grata. Con le sue canzoni, con la sua voce era sempre magnifico.

Prese il ghiaccio e il limone e nonostante fosse metà dicembre, nessuno le impedì di bere quella bibita ghiacciata. 

Ormai non c'era molto da fare. D’un tratto sentì il telefono tremare sul tavolo della cucina, segno che un messaggio era arrivato. 

Prese svogliatamente il cellulare dal tavolo e lesse il contenuto del messaggio. Era per lei e il numero era quello, lo conosceva a memoria ormai. 

Guardò fuori dalla finestra, pioveva incessantemente e non dava segno di smettere ma di certo questo non le impedì di vestirsi con un vestitino non troppo leggero e un paio di stivali. Prese il cappotto e uscì nella pioggia.

Solo uscita da palazzo di rese conto di aver dimenticato l'ombrello, guardò l'ora sul telefono e sbuffò, era tardi per correre a prenderlo così 
iniziò a camminare per la strada, con il cappuccio dell’ impermeabile sulla testa e la speranza che cresceva di più ad ogni passo.

Il messaggio era stato semplice e diretto. Voleva vederla sotto al cinema, quel posto che lei tanto amava e che aveva assistito a molti dei loro appuntamenti tra amici. 

Quando arrivò però, non c'era nessuno ad aspettarla. Non c'era nessuno davanti a quelle porte pronto ad abbracciarla e a chiederle se aveva freddo e perché era bagnata.

Era sola davanti a quel cinema, nessuno che poteva proteggerla. Nessuna delle sue amiche, nessuno dei suoi CD, dei suoi miti. C'era solo lei e quella vecchia porta in vetro che racchiudeva tutta la sua vita.

Strinse i pugni sentendosi presa in giro. Davvero l'aveva illusa così? Le aveva davvero chiesto di uscire e poi non si era presentato? Era semplicemente ridicolo tutto ciò e si pentì subito di essere andata lì con tante speranze.

Riusciva sempre a trovare un modo per non uscire con lei, riusciva sempre a trovare una scusa che lei più di tanto non ascoltava. Sapeva già la risposta ormai.

Si appoggiò al muro vicino al cinema, pronta a crollare in qualsiasi momento perché non ce la faceva più. Era stanca di tutte quelle scuse, di tutto quell'amore che provava e che non veniva apprezzato.

Era stanca di essere solo l’amica con cui parlare di musica, quella che era sempre disponibile. 
Così, ormai decisa si lasciò andare ad un ultimo silenzioso pianto, lasciandosi scivolare lungo il muro fino a trovarsi sui talloni con il volto 
coperto dalle sottili e candide mani mentre i riccioli rossi le sfuggivano dal cappuccio leggermente bagnati di pioggia.

Non si rese conto di quanto tempo era passato, sicuramente non tantissimo perché non aveva smesso di piovere e i suoi capelli erano ancora bagnati, nonostante si trovasse al coperto.

Fu qualche minuto dopo che sentì una mano sulla spalla, alzò lo sguardo pronta a scacciare via un passante che non aveva tempo di farsi gli affari suoi, quando si ritrovò il suo viso così vicino da mozzare il fiato.

In quel momento si sentì una completa idiota. Aveva pensato che l'avesse dimenticata così? 

Beh, sì. Non si aspettava di trovarlo lì, come aveva detto.

Restò a guardarlo, incredula, non riusciva a muoversi.

Lui sorrise dolcemente restando in silenzio e le asciugò una nuova lacrima che stava nascendo dai suoi occhi e lei li chiuse, 
per sentire la sua morbida pelle sfiorata da quel pollice reduce da troppi concerti che lo avevano reso ruvido ad un tatto che non era quello di una chitarra.

Il ragazzo le sorrise dolcemente e le accarezzò la guancia.

"Aspetti da molto?" le chiese con la sua voce così calda e dolce. Lei sorrise a quel suono. 
Era una delle cose più belle che avesse mai sentito, era ciò che la calmava quando era arrabbiata. 
Ciò che la cullava quando voleva dormire, ciò che le faceva passare tutte le paturnie.

Aprì gli occhi per guardare quelli verdi scuro, quasi sul marrone, del ragazzo e sorrise. 
Era tutto ciò che voleva e anche se non lo avrebbe avuto mai, anche se sarebbe rimasto solo suo amico, si rese conto che le sarebbe 
bastato, anche se lui non avrebbe mai ricambiato, sarebbe stata accanto a lui in ogni momento.

Gli avrebbe fatto sentire tutto il suo amore a tutti i costi. 
Sapeva che non sarebbe riuscita a dimenticarlo mai, ma almeno la consapevolezza di non dimenticarlo le fece sperare di poter comunque metterlo in un piccolo angolo del suo cuore e continuare ad amarlo segretamente, 
proseguendo nella strada della sua vita, avendolo solo come suo amico. 
Non le importava che lui non provasse lo stesso, avrebbe stretto forte la loro amicizia, sarebbe stata per sempre sua, in qualche modo, sempre sua amica. E questo le sarebbe bastato.

Annuì leggermente e sorrise asciugandosi le lacrime.

"Potevi avvertirmi che tardavi!" disse con un sorriso, sentendo che la sua voce era poco che un sussurro. 
Gli diede una leggera spinta sorridendo e stringendo la sua mano per non farlo cadere. Si alzarono insieme e lei sospirò.

"Ah, oddio... Sembrerò un panda con tutti il trucco che si è sciolto! Questa pioggia!" continuò lei asciugandosi gli occhi cercando di ridere ma lui le prese una mano e la guardò sorridendo.

"J, tu non ti trucchi mai..." disse con un sorriso e le accarezzò il dorso della mano con il pollice.

Jane si sentì un' idiota. Era vero, non si truccava mai, non lo sapeva fare. 

"Io... Beh, è un trucco che non si vede!" disse sbattendo un piede a terra ridendo, cercando di sembrare la solita bambina simpatica e amica.

Lui a guardò sorridendo e scosse la testa sospirando borbottando un "Sei la solita..." prima di guardarla di nuovo, senza lasciare la sua mano.

"Scusa se ho tardato ma... Volevo capire se darti il mio regalo di Natale o no..." disse lui imbarazzato stringendo leggermente la presta alla sua mano.

Jane guardò le loro mani e sorrise, era la prima volta che lui la stingeva per così tanto tempo ed erano davvero calde. 
Sorrise e abbassò lo sguardo per incontrare i suoi occhi sorridendo 
"Oh avanti Chris, lo sai che non importa se mi regali un libro che ho già letto..." disse ridacchiando, ricordando lo scorso Natale che aveva passato con lui e i suoi amici.

Lui scosse la testa e la guardò torturandosi le dita dell'altra mano per poi guardarsi intorno preoccupato. 
C'era qualcosa che non andava e Jane se ne accorse subito. Si mise dritta e gli fece segno di guardarla.

"Chris, c'è qualcosa che no..." ma non riuscì a finire quella frase. 
Le parole le morirono sulle labbra, che in quel momento furono accarezzate da quelle di Chris.

Restò ferma per quelli che le sembrarono minuti, se non ore, aspettando che quel sogno finisse. 
Sapeva che lo era perché era uno dei suoi sogni ricorrenti. Uno dei suoi sogni a occhi aperti. 
Era la cosa che desiderava di più e non poteva succedere davvero.

Quando il ragazzo si allontanò si morse il labbro guardandola, Jane aveva ancora gli occhi chiusi e le lunghe ciglia castane sembravano ancora più lunghe, anche prima di leggere il suo sguardo.

Quando finalmente aprì gli occhi lo guardo per un po’, con un' espressione che Chris non riuscì a decifrare. 
Era un misto di incredulità e delusione.

Aprì la bocca per dire qualcosa ma lei le mise un dito sulle labbra guardandolo ancora.

"Era vero?" chiese guardandolo. "Non mi sono svegliata all'improvviso. Era vero?" chiese ancora incredula guardandolo.

Chris non riuscì a trattenere un sorriso e annuì silenziosamente, spostando la sua mano e avvicinandosi nuovamente alle sue labbra.

"Buon Natale Jane." sussurrò, prima di posare nuovamente le sue labbra su quelle della ragazza, baciandola dolcemente. 

THE END




Ed eccoci alla fine... *si gratta la nuca arrossendo*
Beh, diciamo che, sì... è una storia molto ma molto ma molto ma molto ma molto.... (e andare avanti all'infinito) ... personale!
Rileggendola davvero non credevo ci fosse così tanto di me in questa storia.
Come prima cosa volevo ringraziare la mia "Beta", che mi aiuta e mi da consigli sulle mie storie e che...
Beh si, mi sopporta durante gli scleri come quello qui su! xD Grazie <3
E poi, che dirvi... Grazie a tutti quelli che sono arrivati fin qui.
Devo dire che è da be cinque mesi che nons scrivevo qualcosa di devente quindi siate clementi e se vi fa piacere lasciate una recensione o un piccolo persiero per la storia!
Spero di tornare presto con un' altra storia!
(Diciamo che spero con tutto il cuore sia un Klaine, perché desidero davvero tanto scriverla, ma comunque u.u)
A presto!
DarrenAdd






  
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: Prudence_DarrenAdd