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Autore: Filira    06/01/2012    11 recensioni
{Freezer - Arancione - Non per stomaci delicati!} TITOLO MODIFICATO!
Storia classificatasi terza al contest "Hidden in The Shadow" indetto da Bluemary, Calbalacrab ed Evakai
Storia candidata all'oscar "miglior personaggio non-protagonista" al contest "And the Winner is..." indetto da Dark Aeris
Storia classificatasi seconda al "Flash Contest" indetto da Nihila

Cosa succede se Freezer non riesce proprio a controllare un suo particolare istinto? Beh, succede che si scopre qualche oscuro segreto del sovrano galattico...
Enjoy, Filira.
Genere: Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Freezer
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Contenuti forti
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Titolo: A Glass of Blood (ORIGINALE)
Autore: Filira Chan
Personaggio scelto: Freezer
Prompt: sangue/sadismo
Rating: Arancione
Generi: Non per stomaci delicati/Drammatico
Avvertimenti: FlashFic/Missing Moments
Eventuali note dell'autore o riassunto: Nella storia è descritta una breve scena della tortura di un saiyan sconosciuto, operata dagli uomini di Freezer. In questa occasione scopriremo una particolare inclinazione del sovrano..


SCARLET



Pigramente mosse la mano, facendo agitare il contenuto del bicchiere finemente lavorato che teneva elegantemente in mano. L’espressione sul viso tradiva un certo disinteresse verso la scena che stava lentamente accadendo di fronte a lui, gli occhi leggermente socchiusi e la testa sorretta dalla mano sinistra gli conferivano un’aria assente, lontana.
Alzò lievemente il calice, facendo scintillare il liquido alla fioca luce che illuminava malamente la sala di controllo della grande astronave. Perversamente si passò la lingua sulle fini labbra, pregustando il sapore del dolce nettare.

“Cosa ne facciamo di lui, Freezer?” Chiese con riverenza un sottoposto, afferrando il braccio del prigioniero.
“Mh… - bofonchiò il sovrano, intimamente irritato per l’essere stato interrotto in un così dolce e atteso rituale – continuate pure.” Un ghigno illuminò il bianco volto dell’alieno, facendo brillare sinistramente i piccoli occhi vermigli.
“P-per favore F-Freezer. P-p-pietà.” Ansimò il saiyan, tossendo rumorosamente e sputando, in un rantolo, altro sangue.
“Che spreco, che spreco signori. – Si allarmò improvvisamente l’alieno -  Fermatevi pure.” Posò di mala volontà il bicchiere, abbandonandolo vicino al suo amato trono, e con terrificante lentezza il sovrano della galassia si alzò, portandosi di fronte al prigioniero. La coda del mostro avvolse velocemente la possente gola del saiyan, portando il viso di quest’ultimo,  martoriato da infinite di torture e oramai irriconoscibile a causa delle piaghe, all’altezza del volto di Freezer.
L’alieno alzò una mano, scatenando nel saiyan brividi di puro terrore. Egli vedeva chiaramente vicina la sua fine, il gesto dell’alieno per lui poteva voler dire una sola cosa: morte. E probabilmente l’avrebbe oramai preferita ad altri interminabili momenti di disumane torture.

“N-Non parlerò mai.” Fu l’urlo soffocato del saiyan, che in punto di morte aveva sentito nuovamente montare l’orgoglio tipico della sua stirpe, in modo assai prepotente. “N-Non saprai nien-te da me, n-niente.” Vomitò addosso al sovrano le sue ultime parole, consapevole dell’imminente fine.
Inclinando curiosamente la testa di lato, Freezer avvicinò il dito affusolato al viso del giovane combattente, raccogliendo una piccola goccia di sangue che lentamente solcava la guancia.
“Delizioso – sibilò, assaggiando lentamente il liquido rossastro che aveva imbrattato la sua mano – Davvero ottimo. È un peccato che tu sia ridotto in questo stato, altrimenti mi saresti stato davvero utile ragazzo.”
I rantoli, provenienti dalla gola dell’uomo tenuto stretto da Freezer, riempirono la stanza, mentre la coda si attorcigliava sempre più fittamente intorno alla giugulare del malcapitato.

“Il mio bicchiere.” Ordinò con voce annoiata il sovrano, mentre con la coda scagliava lontano il pesante corpo, oramai senza vita. Si sedette nuovamente sul suo trono, riprendendo la posizione originaria.
“E la bottiglia.” Sorrise compiaciuto, scorgendo sui volti dei suoi servitori un biancore innaturale, che oramai lui aveva imparato a conoscere, e ad amare. Il bianco colore del terrore.
Zarbon si avvicinò lentamente, e cauto versò il liquido rosso rubino nel calice di Freezer.
“Sei sempre dell’idea di non voler favorire, Zarbon?” Lo tentò allora lui, indicando la bottiglia.
“No signore. La ringrazio.” Il solo pensiero del fluido che si agitava nell’affusolato contenitore scatenò un violento conato nello stomaco di Zarbon.

Lui non avrebbe mai bevuto
del sangue.
   
 
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