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Autore: Zia Esmy    23/08/2006    11 recensioni
Quanti di voi sono convinti che la vostra vita sia ormai segnata? Che il vostro destino sia completamente normale? Niente di eclatante insomma, la solita semplice, statica, noiosa vita.
Infanzia, scuola, lavoro, amici … anni e anni di studio, di impegno, di crescita per poi farti scappare la persona migliore che ti sia mai capitata. Si, quella che hai sempre avuto accanto e che non hai mai pensato potesse diventare importante in quel senso.
Il tuo migliore amico.

Storia tragicomica di una ragazza assolutamente normale, in una vita assolutamente incasinata. Una buona dose di autoironismo. Et voilà ... eccovi la mia Lili.

Avviso rating: come sempre ero indecisa sul rating da scegliere, ho deciso di abbondare scegliendo un R, solo per alcune scene di "quasi sesso ".
Genere: Romantico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Questa storia è nata così, un pò per caso. Mi martellava in testa continuamente tanto che alla fine non ho potuto fare a meno di scriverla.
Il personggio di Lili è cresciuto nella storia, non mi aspettavo che venisse così, ma a conti fatti ne sono davvero orgolgiosa. Credo sia il mio personaggio meglio riuscito.
Ringrazio le persone che hanno letto in anticipo la storia e mi hanno sostenuta come sempre: Elaisa e Clopina, grazie di essermi sempre accanto, vi voglio bene!
Ringrazio anche l'altra mia fan Tati, che se non fosse a New York avrebbe letto anche lei la storia in anteprima.
Ma soprattutto ... ringrazio il Pappatacio! XD Approfitto di questo spazio per scusarmi con i lettori di "Le ombre del tempo" il terzo capitolo è in lavorazione, giuro che arriverà presto.
Nel frattempo, un bacione a tutti quanti, uno più grosso a chi vorrà lasciare un commento.
Eccovi la mia Lili.
Zia




LA COSA PIU’ BELLA




Quanti di voi sono convinti che la vostra vita sia ormai segnata? Che il vostro destino sia completamente normale? Niente di eclatante insomma, la solita semplice, statica, noiosa vita.
Infanzia, scuola, lavoro, amici … anni e anni di studio, di impegno, di crescita per poi farti scappare la persona migliore che ti sia mai capitata. Si, quella che hai sempre avuto accanto e che non hai mai pensato potesse diventare importante in quel senso.
Il tuo migliore amico.
Ecco, allora io sono proprio una di voi!
Il mio nome è Violet Wings, ma da sempre tutti quanti mi chiamano Lili, tanto che ormai anch’io sono quasi convinta che sia il mio nome di battesimo. Ho trent’anni e buon lavoro come illustratrice di libri per bambini. E sono single.
Alcuni direbbero per scelta, è questo che vado raccontando in giro. Ma è una bugia bella e buona! Bhe non posso mica andare in giro a raccontare che sono innamorata del mio migliore amico, ma che lui si è sposato con una donna fantastica ed ha una meravigliosa bambina!
Ecco … sento che, irrimediabile, sta per arrivare il momento dell’autocommiserazione!
Povera me!
Bhe forse è meglio che vi racconti un po’ di noi!
Non ricordo nemmeno qual è stata la prima volta che ho visto Jack, credo che lui faccia parte della mia vita da sempre. Stessa strada, villette adiacenti, siepi confinanti e madri molto amiche.
Cosa può nascere da tutto ciò se non una grande e salda amicizia tra i figli?
Io e Jack eravamo inseparabili da piccoli. Io giocavo con le sue macchinine, lui con le mie bambole … si lo so, non è una cosa di cui vantarsi, ma eravamo talmente in sintonia che non ci importava granché di quali giocattoli ci fossero, bastava giocare !
Siamo cresciuti insieme, quasi in simbiosi! Ricordo che alla scuola materna molti ci chiamavano “fidanzati”, Dio come mi sentivo in imbarazzo. Ma lui è sempre stato al mio fianco, mi ha sempre difesa, mi ha sempre aiutata …
Credo di aver iniziato ad amarlo proprio allora …
C’è un episodio che ho sempre visto come l’inizio della mia infatuazione per Jack, avevo cinque anni e stavamo giocando nel piccolo parco poco distante da casa nostra, io avevo una bellissima palla rossa, nuova di zecca, ne andavo fiera come se fosse un gioiello prezioso.
Stavo giocando per i fatti miei viaggiando in chissà quale sorta di universo parallelo, quando un ragazzino di qualche anno più di me mi si avvicina e mi ruba la palla, portandosela via. Maledetto!
Ricordo di aver cercato di rincorrerlo e di averlo afferrato per un braccio, ma lui mi ha dato uno spintone gettandomi a terra. Allora ero ancora quel che si dice una femminuccia, il mio carattere da maschiaccio convinto non aveva ancora preso il sopravvento, così non ho potuto far altro che rimanere li seduta a terra con un ginocchio sbucciato, a guardarlo con i lucciconi agli occhi e il mento tremolante. E’ stato proprio in quel momento che è arrivato lui, … un’ombra stagliata contro il sole. Alto per la sua età. Si è messo davanti a me, le gambe piantate saldamente a terra, le braccia incrociate sul petto . Non sembrava un bambino di sei anni, sembrava un cavaliere che difende la sua dama!
E la mia mente di bimba sognatrice probabilmente deve aver visto proprio quello! Quando dopo aver scacciato quel ragazzino antipatico, lui si è rivolto verso di me tendendomi la mano e sorridendomi dolcemente.
E’ lì che me ne sono innamorata credo …
Lì e per sempre!
Il nostro rapporto è sempre stato strano. Io l’ho sempre amato in silenzio, per la maggior parte della mia vita senza nemmeno rendermene conto. Mi dicevo che era l’amicizia forte che ci legava a farmi provare certe emozioni, che lui per me era anche più di un fratello. In realtà non era per nulla così...
Ma me ne sono accorta troppo tardi, quando ormai non potevo più tornare sui miei passi, quando ormai tutto era già deciso. Cambiato.
Quando è arrivata Marion!
E' stato durante l’estate di sei anni fa, l’unica estate che abbiamo passato separati.
Io avevo deciso di trascorrere delle vacanze alternative rispetto alla solita vacanza con tutta la compagnia di amici, così avevo seguito i miei in Italia. Avevo sempre desiderato visitarla, non avevo potuto resistere a quella tentazione.
Maledetta me!
Quando sono tornata dopo un mese Jack mi è venuto incontro con un sorriso enorme … non l’avevo mai visto sorridere così! Non a me.
Mi ha abbracciata e mi ha detto che c’era stato un cambiamento nella sua vita durante quel mese in cui eravamo stati lontani … quel cambiamento era Marion.
Non ci avevo mai pensato fino ad allora. Non avevo nemmeno mai considerato che quella complicità che avvertivo con lui potesse nascondere pura e semplice attrazione, che quella strana emozione che sentivo dentro di me fosse proprio amore.
Non ero mai stata innamorata prima. Solo storie di poco conto. Alcune di qualche mese, altre di qualche anno … ma inequivocabilmente tutto senza vero amore.
Ma in quel momento ho realizzato che proprio l’amore quello che provavo per lui. Jack, il mio migliore amico.
Ero disperata! Pensavo che non poteva essere vero, che il mio Jack non poteva avere davvero una fidanzata!
Invece era proprio così.
La prima volta che l’ho visto baciare Marion ho creduto di morire. Lui era mio, mio e di nessun’altra!
Questo era quello che io credevo. Ma non era più così. C’era lei fra di noi.
Non potevo competere con Marion. Non potevo assolutamente. Cos’avevo mai di speciale io? Lili Wings? Nulla, assolutamente!
Lei aveva morbidi capelli di un biondo chiarissimo, che ricadevano in lunghi boccoli e io fitti e folti ricci rossi, ma di quel rosso che ti fa guadagnare il soprannome di “pel di carota”! Lei aveva occhi di un blu etereo che ricordava molto i lillà in fiore, i miei invece erano di un verde cupo. No no, state calmi! Non andate a pensare a quella tonalità di verde che ammalia e che spesso rende affascinanti le donne dai capelli rossi. No, non mi riferivo a quello! Difficilmente qualcuno riconoscerebbe il colore dei miei occhi se non osservandoli bene!
E poi lei aveva la pelle candida e nivea e io il corpo ricoperto da un mare di lentiggini! Lei aveva un corpo flessuoso e io un fisico tornito. Lei era molto femminile, io un vero e proprio maschiaccio. Insomma, non avevo scampo con lei! L’ho capito da subito, da come Jack la guardava.
L’ho odiata! L’ho odiata davvero tanto!
Lei era arrivata e me l’aveva portato via. Lui, la cosa più bella che avevo.
Per un po’ ho perso tutto il mio brio, mi sentivo spenta, mi sentivo vuota. Non credo che Jack se ne sia accorto, preso com’era da quello che gli stava succedendo, ma avevo perso ogni voglia di fare. L’unica cosa che ancora riuscivo ad amare era la danza classica. Ho sempre adorato ballare, nella danza sono sempre riuscita a ritrovare la grazia che non ho mai avuto nella vita di tutti i giorni. Molti se ne stupiscono e non posso proprio dargli torto. Ma le cose stanno davvero così! Mettetemi su un palcoscenico con un bel paio di scarpette e mi trasformerò davanti ai vostri occhi e da maschiaccio irrecuperabile diventerò una fata.
Ma le cose più belle purtroppo finiscono sempre. Con il mio fisico non potevo di certo realizzare il mio sogno nel cassetto, ossia fare la ballerina classica.
Avevate forse dei dubbi? Io assolutamente no!
Con il passare degli anni mi sono resa conto che tutte le cose più belle prima o poi finiscono …
Bhe in ogni caso ho cercato di scacciare l’autocommiserazione ripiegando sulla danza moderna e jazz . Per quanto fosse stato un duro colpo, l’importante per me era ballare, poi qualunque cosa sarebbe andata bene … anche la mazurca probabilmente.
In tutto questo Jack cercava di essere presente, ma naturalmente non poteva più esserlo come prima, ora c’era Marion ad occupare la maggior parte delle sue giornate.
Mi sentivo messa da parte e sostituita come un giocattolo vecchio! Era terribile! Ma la cosa peggiore era che il mio cuore non voleva saperne di accettare quella situazione, si rifiutava continuamente di credere che Jack amasse un’altra donna … un’altra donna che non ero io. Così cercavo in tutti i modi di trovarle dei difetti e di scovare delle scusanti che mi permettessero di odiarla.
Ma non si poteva odiare Marion. Non si poteva proprio.
L'ho capito un giorno per caso, quando il destino mi ha giocato un brutto scherzo e mi sono ritrovata sola con lei. Non avevo voglia di parlare, non era un buon periodo per me e la ritenevo responsabile di tutte le mie disgrazie. Ricordo che mentre lei parlava, mi sono limitata a fissare con astio un punto davanti a me.
Marion cercava di fare conversazione, ma con scarso successo, considerato che io, sfoderando il mio modo di fare più gentile, rispondevo a monosillabi e grugniti.
Poi lei ha sospirato abbassando lo sguardo “Non credo piacerti molto …” quella frase ha avuto il potere di una doccia fredda su di me.
Ho alzato lo sguardo di scatto fissandola. Ma cosa diavolo stavo combinando? Possibile che fossi così meschina? Ok, Jack non mi amava, ma non potevo scaricare tutto il mio dolore e la mia frustrazione su quella povera ragazza e rischiare così di perdere anche quel poco di lui che mi rimaneva.
L'ho guardata, ho incontrato i suoi occhi azzurri pieni di dolore e mi sono resa conto … no, non si poteva odiare Marion. E allora ho sorriso …
Ho imparato a conoscerla, lei con la sua dolcezza, i suoi sorrisi, le parole giuste pronte per tutti. Lei era Marion.
Presto siamo diventate amiche e in poco tempo siamo diventate inseparabili. Scherzo del destino vero?
Marion era una vera forza della natura, era tutto ciò che io non ero. Ed io, le stavo accanto, con i miei modi da maschiaccio e la mia ironia pungente, cercando di imparare da lei tutto quello che potevo. Nemmeno me ne ero accorta, ma le cose erano tornate ad essere quelle di una volta. Jack era di nuovo il mio amico di sempre e Marion era diventata la mia nuova amica. Eravamo noi tre, noi tre e basta.
E' paradossale. Soffrivo come un cane in quella situazione. Jack si comportava come me come aveva sempre fatto, completamente ignaro delle emozioni che mi suscitava. Ma non potevo farci nulla. Marion era perfetta per lui, io dovevo cedere e basta. Cedere e dimenticarmi quella felicità, quella pienezza di spirito che lui mi procurava. Dovevo fingere di essere solo un'amica, fingere di non provare nulla. Ma io sono bravissima in queste cose, delle volte credo che potrei vincere l’oscar come miglio attrice, … non protagonista in questo caso.
Bhe, ci sono riuscita alla perfezione sapete. Facevo parte della loro vita, come se fosse una cosa naturale.
Il giorno del loro matrimonio è stato un supplizio per me, ma l'ho superato con il sorriso sulle labbra, scherzando su me stessa e sul quel vestito che mi avevano costretta ad indossare come damigella d’onore. Bellissimo ma portato con la grazia di un elefante.
Ricordo ancora cosa mi ha detto Jack quel giorno … quella frase non la scorderò più per tutto il resto della mia vita “Dovresti ballare con questo vestito … allora sì, sembreresti una fata!”
L'ho fissato ad occhi spalancati. Pietrificata . Il mio cuore non poteva reggere una frase del genere.
Gli ho sorriso a malapena e sono scappata in bagno cercando di nascondere le lacrime che mi avevano inondato gli occhi. E ho pianto. Ho pianto per più di un’ora, in silenzio, per non farmi sentire. Quando sono tornata, ricordo che Jack mi ha guardato preoccupato, gli ho mentito spudoratamente, dicendo che avevo bevuto troppo. Lui ci avrebbe creduto di sicuro.
Quel giorno fu per me uno dei peggiori. Ma l'ho superato, così come avevo superato tutto fino a quel momento.
Ho continuato a seguirli nel loro cammino, nella loro vita, ero l’amica di sempre, quella che si invita a tutte le cene di famiglia. La madre di Jack mi ha sempre adorato ed era felicissima di avermi ancora tra i piedi.
…ma poi è nata Aileen …
Lei è stata una vera scoperta per me … in quel momento ho capito quanto mi sentissi sola e quanto il mio orologio biologico cominciasse a ticchettare. Ero uscita con alcuni ragazzi in quel periodo, più per azzittire Marion, che perché mi interessassero realmente. Ma nessuno si era dimostrato all’altezza, nessuno aveva nemmeno lontanamente accesso la scintilla dell’interesse … fondamentalmente nessuno era Jack! Ma tenere tra le braccia quel fagottino miagolante era più di quanto avessi mai provato nella mia vita.
Quella volta ho pianto senza preoccuparmi di nessuno, senza pensare che Jack mi stava guardando, senza domandarmi cosa diavolo avrebbe pensato, ho pianto e basta.
Ormai non mi importava più di nulla, sapevo che lui era fuori dalla mia portata e sapevo che Marion era la donna che faceva per lui. Mi ero fatta da parte e li sarei rimasta a guardare la loro vita, accompagnandoli come una buona amica.
Ma poi …
Dio santo … sono passati nove mesi ormai, ma ancora, se ci penso, il cuore mi si stringe in una morsa. E come se qualcuno cercasse di uccidermi lentamente soffocandomi.
Ma non è proprio il caso di lasciarsi andare, non posso proprio permettermelo.
Ho un sacco di cose da fare, da sistemare. Un sacco di cose da capire …
Ma da dove posso cominciare?
Forse dalla parte peggiore.
Marion è morta, … si è ammalata ed è morta.
È iniziato tutto in un niente, uno strano formicolio ad un braccio, cosa mai vuoi che sia?
Ma poi, la peggiore delle diagnosi.
Tumore al cervello. Inoperabile. Due mesi di vita ha detto il dottore.
È stata come una doccia gelata che ha investito tutti noi.
Nessuno ci voleva credere. Nessuno. Ma Jack sembrava sapere che le cose stavano davvero così!
Non era possibile! Io che l’avevo odiata, che avevo pregato che sparisse, in quel momento desideravo solo che fosse tutto un’enorme sbaglio.
Ma non era così.
Ho visto Marion perdere peso, l’ho vista deperire, perdere il senso del tempo. L’ho vista soffrire.
Ma non l’ho mai vista perdere la volontà.
In quel corpo esile e quasi etereo si nascondeva una donna dalla forza immensa e io mi sentivo un essere insignificante rispetto a lei.
Volevo dimenticare quello che stava succedendo, cercavo di convincermi che Marion sarebbe guarita. Ma non le cose non sono andate per nulla così.
Due giorni prima di cadere in coma irreversibile lei mi ha chiamato nella sua stanza.
L’ho guardata, ho fissato il suo viso smagrito, segnato e pallido. E poi i suoi occhi, terribilmente vivi. E lei mi ha sorriso. O perlomeno ha cercato di farlo.
Come sempre la sua forza era molto più grande della mia e io mi sentivo estremamente piccola e insignificante accanto a lei.
Abbiamo parlato molto quel giorno, cercando di ignorare quella maledetta malattia che aleggiava tra di noi, fingendo che fosse tutto normale.
Poi ad un certo punto lei ha abbassato lo sguardo e il sorriso si è spento …
“C’è una favore che ti devo chiedere. Una cosa molto importante … “mi ha detto ad un certo punto, non osava guardarmi in viso” Mi rimane poco tempo da vivere, me lo sento Lili …”
“Marion non dei dire così, hai solo ventotto anni!” ho cercato di ribattere, ma non riuscivo a convincere nemmeno me stessa. Lei mi ha fissato intensamente con sguardo deciso “Lili ascoltami. È inutile negare, so di essere alla fine. Lo vedo quando mi guardo allo specchio, lo sento dentro di me … e lo vedo anche suoi vostri visi, nelle vostre espressioni!”Marion mi ha fissata con quegli occhi così vivi, in cui leggevo una determinazione e una dolcezza che avevano fatto salire le lacrime nei miei, tanto che non ho potuto fare a meno di abbassare il viso per tentare di nasconderle”Non mi importa di morire, sono stanca Lili. Quello che mi preoccupa è cosa succederà a Aileen … e a Jack …”
Lentamente ho alzato lo sguardo fissandola allarmata, non so come, ma dentro di me sapevo cosa stava per chiedermi ”Marion non ti devi preoccupare, io li aiuterò, lo sai …”
Ma lei ha sorriso dolcemente “Lo so Lili, so che li aiuterai. Ma io ti sto chiedendo di più! … Voglio che tu stia vicino a Jack più che puoi, voglio che lo consoli, voglio che lo aiuti a superare il dolore e la paura, voglio che lo faccia tornare a vivere … ma soprattutto voglio che tu faccia da mamma a Aileen, che la aiuti a crescere e che le insegni a ricordarmi.”
Non dimenticherò mai quelle parole. Ricordo di averla fissata basita, non poteva chiedermi così tanto. Vivere accanto a Jack, un giorno dopo l’altro ….
Ma poi lei mi ha sorriso dolcemente. “Lili so che l’hai sempre amato, … lo so da sempre. Ti chiedo solo di dargli tutto questo amore che hai dentro. Lui ne avrà bisogno.”
Sono rimasta pietrificata.
Lo amavo?
Dio se lo amavo ancora, se possibile ancora di più.
Ma come poteva lei saperlo e chiedermi una cosa del genere?
Ho accettato, alla fine, perché non sapevo come fare a dirle di no. Non potevo dirle di no!
Ma dentro di me tremavo.
Come avrei potuto far crescere Aileen, se non sapevo nemmeno se sarei stata in grado di fare da madre a qualcuno?
Come potevo aiutare Jack a superare il dolore per la perdita di una donna meravigliosa?
Come potevo io, piccolo essere insignificante?
… Marion è morta tre giorni dopo. E io mi sono sentita perduta.
Ha lasciato una lettera in cui spiegava a tutti la sua decisione su di me. Io non ho voluto presenziare alla lettura, mi sentivo come se avessi usurpato un posto che non era mio.
Quel giorno ho atteso a casa di Jack, tenendo con me la piccola Aileen che aveva sei mesi allora. Era davvero pazzesco, ma sembrava che capisse che qualcosa era successo.
Quando Jack è tornato a casa, non osavo guardarlo in viso, avevo paura di leggere la condanna nei suoi occhi, come se fossi stata io ad obbligare Marion a prendere quella decisione. Non so perché pensavo tutto quello, in fondo lui non sapeva nemmeno quello che provavo. Ma avevo paura.
“Lili .”mi ha detto lui, ho dovuto alzare lo sguardo per forza, ma nei suoi occhi grigi non ho letto la condanna, come mi aspettavo, solo un’immane tristezza e qualcosa simile alla gratitudine “So quello che hai accettato di fare … io …”
“Jack non ti preoccupare, Marion voleva così ma io non ti imporrò la mia presenza, se tu non vuoi .” temevo troppo un suo rifiuto. Temevo che lui si sentisse costretto ad avermi tra i piedi.
“Dio Lili, come puoi anche solo pensare una cosa del genere … tu sei la benvenuta qui, e se davvero hai accettato quello che ti ha chiesto Marion … sei anche una benedizione!” mi ha fissato con quegli occhi magnifici pieni di lacrime e io non ho saputo più ricacciare indietro le mie.
Mi sono gettata tra le sue braccia, stringendolo a me e cercando di scacciare quel dolore comune, quel senso di perdita e di mancanza “Non lasciarmi anche tu, … ti prego. “mi ha mormorato poi tra i capelli … e lì ho saputo di essere perduta.
Sono passati nove mesi da quel giorno. Aileen ha ormai quindici mesi, chiacchiera come un telecronista sportivo, anche se in una lingua tutta sua e comincia anche a sgambettare con le sue gambette grassotte.
Io mi sono praticamente trasferita da Jack, ormai casa mia è diventata solo uno sgabuzzino dove tenere la mia roba e tornare nei momenti critici. Si perché di momenti critici ce ne sono stati eccome. Non avevo pensato granché a quello che sarebbe stato dopo la morte di Marion, ma non mi ero resa conto che la mia vita sarebbe cambiata in quel modo.
Per le prime settimane mi sono dimenticata di tutto, del lavoro, della danza, della mia famiglia. Non è stato facile far abituare Aileen al cambiamento. Molto spesso cercava la madre, non voleva stare con nessuno e piangeva in continuazione.
Jack è stato fantastico, ha cercato di farsi forza per la bambina. Non voleva che oltre ad aver perso la madre, dovesse vedere anche il padre triste.
E poi c’ero io: tentavo di rendermi utile in tutti i modi. Imparare a fare la mamma non è stato facile, anche se ero stata accanto a Marion per tutto il tempo da quando era nata Aileen, ma mi sono arrangiata e con i preziosi aiuti della madre di Jack ce l’ho fatta. O almeno credo …
Quello che non ero riuscita a fare però è alleviare il dolore di Jack. Certo lui spesso tentava di sorridermi, cercava di essere felice, ma era come se riuscissi a sentire il suoi sentimenti più nascosti. Stava soffrendo. Non riusciva a togliersi di dosso quel dolore. E io non sapevo cosa fare.
Così ad un certo punto ho deciso che avrei fatto il possibile per aiutarlo!
Non ci vedevamo molto io e Jack. Lui al mattino usciva per andare al lavoro, insegna musica al liceo. La musica è la cosa che sempre ci ha accomunato. Lui mi ha sempre spinto a non abbandonare la mia passione per la danza, anche quando le cose si erano fatte più complicate. Per questo non ho voluto che lui lasciasse il suo lavoro. Ce l’avremmo fatta lo stesso.
Così io la mattina lavoravo a casa, dividendomi tra le mie illustrazioni e la piccola Aileen, che per fortuna era davvero brava. Poi nel pomeriggio lasciavo il posto a lui accanto alla bambina per andare ad insegnare danza ai bambini, nella piccola palestra dove avevo trovato posto per allestire il mio corso.
Ci vedevamo solo alla sera, quando io non avevo le prove per qualche spettacolo, e nel week end. E' stato proprio un sabato mattina di qualche settimana fa che ho deciso di prendere in mano la situazione e di tirarlo fuori dal baratro in cui era caduto … e quella è stata l’inizio della mia fine.
L'ho cercato per tutta la casa quel giorno, chiamandolo a bassa voce visto che Aileen dormiva. Ad un certo punto ho anche cominciato a pensare che fosse uscito senza dirmi nulla. Alla fine ho deciso di entrare nella cameretta di Aileen, per vedere se andava tutto bene … ed è proprio li che l’ho trovato.
Se ne stava davanti al suo lettino e fissava la bambina addormentata con le braccia abbandonate lungo i fianchi. La testa leggermente piegata da un lato. Pur nella tristezza che emanava non ho potuto fare a meno di pensare a quanto fosse bello. I capelli scuri gli arrivavano alle spalle e gli coprivano leggermente il viso in modo disordinato e i suoi occhi grigi sembravano brillare in quella penombra. Ad un tratto quegli occhi hanno fissato i miei colmi di malinconia e tristezza. Jack mi ha sorriso “La stavo guardando …”mi ha detto in un sussurro, io ho annuito incapace di dire qualsiasi cosa e mi sono avvicinata a lui “Non trovi che le somigli moltissimo?”mi ha chiesto poi.
Il mio cuore si è spezzato per l’ennesima volta. Per la morte di Marion. Per quanto l’amavo. E per quanto non ero riamata.
Ho tentato di ricacciare indietro le lacrime, ma senza successo. Allora ho deciso di fregarmene. Ormai non mi importava più se lui mi vedeva piangere, se non ero più la fortissima Lili “Si … le somiglia moltissimo! E’ un po’ come se lei fosse ancora qui …” ho risposto con voce rotta.
Lui mi ha guardato, poi mi ha circondato le spalle con un braccio e mi ha attirato a se abbracciandomi stretta “Mia piccola Lili …”ha mormorato affondando il viso nei miei capelli. Qualcosa si è rotto dentro di me. Era tantissimo tempo che non mi abbracciava più. Da quel giorno dopo la morte di Marion, era come se volesse tenersi lontano da me. Come se avesse paura di un contatto.
Mi sono aggrappata a lui come se fosse la mia unica ancora di salvezza al mondo. L'ho abbracciato stringendolo e cercando davvero di fargli sentire quanto lo amavo.
Siamo rimasti così per un tempo che non saprei nemmeno definire. Era come se finalmente avessi trovato la mia dimensione. Poi lui ha cominciato ad accarezzarmi i capelli, appoggiando la guancia contro la mia “Oh Lili, se non ci fossi tu, non so cosa farei!”mi ha mormorato.
Il cuore ha preso a battermi all’impazzata, mentre la ormai familiare morsa allo stomaco, compagna di tanti anni, tornava a farsi sentire.
Stai calma Lili! Stai calma! Lui sta cercando solo il tuo conforto come amica, non qualcosa di più.
Cercavo di ripetermelo, ma di certo Jack non mi ha aiutato in quest’impresa di autoconvincimento.
Mi ha guardato negli occhi, accarezzandomi una guancia e asciugandomi le lacrime “Tu sei davvero importante per me … lo sai vero?” ha continuato, mentre io lo fissavo completamente persa, la mente in tilt. Black out totale.
Il mio cervello riusciva solo a pensare a quanto sembravano morbide le sue labbra viste da quell’angolazione e a quale potesse essere il loro sapore.
Ma poi un’immagine si è stampata chiara nella mia mente e il volto di Marion è aleggiato davanti ai miei occhi. Mi stavo solo illudendo, lui aveva bisogno solo di qualcuno che gli desse conforto e gli stesse vicino. Ho chiuso gli occhi cercando di scacciare quelle sensazioni, cercando di scacciare il suo viso. Ma lui continuava ad accarezzami una guancia. Dio se è stato difficile …
Per fortuna proprio in quel momento Aileen si è svegliata.
Lentamente ho posato una mano sulla sua e direttamente sulla mia guancia “Lo so, Jack … lo so, anche tu lo sei per me!“ gli ho risposto.
Poi entrambi abbiamo fissato la piccola che in piedi nel lettino, le mani ancorate alla sponda di legno, si stava dondolando fissandoci, mentre bofonchiava qualcosa nella sua strana lingua.
L'ho presa in braccio stringendola a me e proprio allora lei mi ha chiamato per nome, per la prima volta.
“Lili.” ha detto storpiando un poco le parole e mi ha abbracciata.
Non so dirvi cosa mi sia successo in quel momento, so solo che un milione di emozioni mi hanno travolta tutte in una volta. Non ho potuto fare a meno di stringerla a me e cullarla.
Quando l'ho guardato, Jack mi fissava con un’espressione strana e un sorriso dolce che mi ha fatto battere ancora di più il cuore.
Quel giorno è iniziato il mio supplizio.
Ma non sapevo ancora cosa mi sarebbe spettato in quelli a venire …
Qualche pomeriggio dopo me ne stavo a casa a giocare con Aileen. Era luglio ormai e i corsi per i bambini erano sospesi, e finalmente potevo godermi il meritato riposo … sempre che riposo si potesse chiamare. Infatti non facevo altro che correre dietro a lei che sgambettava qua e la sulle sue gambette ancora malferme.
Me ne stavo seduta al centro della sala, le braccia tese verso la bambina che stava per tuffarsi all’interno del mio abbraccio, quando la porta si è aperta e sulla soglia è comparso Jack.
Sono rimasta a guardarlo, seduta per terra a gambe incrociate, Aileen aggrappata con le manine alle mie braccia, mentre lui ci fissava a sua volta con un sorriso dolce sulle labbra. Dio com’era bello! Eccolo li, con indosso un paio di jeans molto larghi e una maglia rossa, nella mano portava la custodia in cui doveva essere rinchiusa la sua inseparabile e tanto amata chitarra.
Gli ho sorriso di rimando alzandomi in piedi e prendendo in braccio Aileen “Com’è andata oggi?” gli ho domandato.
“Bene!”ha risposto lui accarezzando la piccola “Ma non vedo l’ora che finisca!” mi ha detto poi strizzandomi un occhio. Farfalle nello stomaco, come sempre.”Vado a farmi una doccia!”ha aggiunto poi.
Sospirando mi sono diretta verso la cucina con Aileen in braccio. Abbiamo giocato un po’, poi l'ho messa nel seggiolone e le ho dato la merenda.
E' passato un po’ di tempo, nel frattempo sono riuscita anche a riassettare tutto e a dare una ripulita ad Aileen che si era spalmata mela e yogurt da tutte le parti possibili, ma di Jack nemmeno l’ombra. Così, dopo aver preso in braccio la piccola, ho cominciato a cercarlo per casa.”Chiama papà Lynn: Papà Jack!?” facevo eco alla bambina che biascicava le parole seguendo quello che le dicevo.
Ma Jack non rispondeva.
Ero già al secondo giro, tra casa e giardino, e cominciavo a preoccuparmi, quando ad un tratto la porta del bagno si è spalancata, lasciando uscire proprio lui …
Ho alzato gli occhi … e sono rimasta pietrificata.
Jack era davanti a me, coperto solo da un asciugamano legato sui fianchi, mentre con un altro si strofinava i capelli. Goccioline microscopiche d’acqua gli ricoprivano la pelle. Era una visione!
Ho deglutito cercando di ricacciare in gola il nodo che mi si era formato, poi lui ha alzato lo sguardo e mi ha sorriso “Ho sentito che mi chiamavi, mi stavi cercando?” tranquillo: come se fossimo seduti a bere un caffè in pieno centro.
“Io … io, a dire la verità si … solo che non credevo, … io non pensavo … fossi ancora in bagno ecco!” mi rendo conto di aver balbettato come una stupida, ma che volete: averlo davanti, combinato in quel modo, mi faceva decisamente uno strano effetto!
Jack ha aggrottato la fronte, fissandomi stranito “C’è qualcosa che non va?” ha chiesto avvicinandosi a me che ero sempre più pietrificata, ora potevo anche sentire il profumo del bagnoschiuma sulla sua pelle.
“No.”ho risposto cercando disperatamente una scusa nella mia mente che era di nuovo in totale black out “ E’ solo che … insomma, non mi aspettavo di trovarti … così.”
Jack si è fissato il petto e poi le gambe e poi mi ha guardato di nuovo con una strana espressione in viso “Non dirmi che ti metto in imbarazzo vestito in questo modo?”ha domandato con un sorrisetto.
Vestito? Forse avrebbe voluto dire svestito!
Vi giuro che ho cercato di rispondergli in modo coerente, nella mia mente si erano anche formate chiare sia la frase che l’espressione del viso.
Sorriso sarcastico. Sguardo sicuro di me. “Certo che no, ne ho visti un sacco di uomini così … vestiti! E anche meglio!”
Questo avrei dovuto dire.
E invece dalle mie labbra è uscito solo un “Io … ghggh!”
Complimenti Lili! La massima dimostrazione dell’erudizione umana! Soprattutto quella femminile!
Insomma, ennesima figuraccia!
Lui ha corrugato la fronte sorridendo e si è avvicinato ancora di più “Dio Lili, facevamo il bagno insieme da piccoli e senza vestiti! Non credevo ti imbarazzassi ora!”
… il ragazzo ha ancora tante cose da imparare!
“Jack! Avevamo cinque anni! E tu non avevi quel fisico così … così … “
Oddio, non ci potevo credere: l'avevo detto davvero!
Credo di essere arrossita fino alla radice dei capelli, avrei voluto sprofondare!
“Così come?” ha chiesto lui proprio in quel momento fissandomi con sguardo malandrino e avvicinandosi ancora di più.
Oh mamma santa!
Cosa diavolo potevo inventarmi?
Così … abbronzato? No!
Così … asciutto ? No, decisamente no!
Così … così sexy! Oddio sì, proprio quello! Ma non potevo assolutamente dirglielo! Non potevo dirgli nulla!
Alla fine me ne sono andata voltandogli le spalle con un gesto stizzito e un’espressione di sufficienza sul viso.
Uscita teatrale ! … Oserei dire per nulla riuscita!
Ma che figuraccia ho fatto?
Ho passato i seguenti due giorni a fingere superficialità alla cosa, mentre dentro di me avrei voluto morire. Jack non era più tornato sull’argomento, ma temevo quello che poteva pensare dentro di sè.
Ad ogni modo a poco a poco la vita di tutti i giorni mi ha riassorbita talmente, tanto che quasi mi sono scordata di quell’episodio. Di lì a qualche giorno, con la compagnia in cui ballavo, avremmo messo in piedi lo spettacolo su cui lavoravamo da mesi e io non riuscivo a pensare ad altro.
Era un insieme di pezzi tratti da vari musical e a me era toccata la parte ballata nel “Tango di Roxanne”, tratto da Moulin Rouge e la parte ballata e cantata di Esmeralda di "Notre Dame de Paris". Adoravo, quest’ultimo personaggio, era il mio sogno da sempre, da quando avevo visto il musical, il problema è che non mi sentivo per nulla all’altezza. E tra l’altro anche qualcuno all’interno della compagnia lo pensava.Una delle ultime arrivate.
Sonia Swartz! Ventitrè anni. Quoziente intellettivo pari a quello di un pappatacio. Senza offesa per il pappatacio.
Mi odiava, quello l’avevo capito benissimo. Ma quello a cui non riuscivo a dare una spiegazione era il perché! Probabilmente era per il fatto che quella parte fosse stata assegnata a me invece che a lei, visto che si riteneva nettamente migliore e più adatta al personaggio! Ma non mi importava. Ero felicissima di poter interpretare quella personaggio e lo avrei fatto al meglio.
Il giorno prima del debutto Angela, la madre di Jack, è venuta a trovarci. Abbiamo chiacchierato, poi ad un tratto lei si è fatta seria e ha sospirato “Sono preoccupata per il mio Jack!” mi ha confidato torcendosi le mani “Non esce mai, è sempre chiuso in casa! Ho proprio paura che si stia ammalando!”
Quando lei se ne è andata, ho rimuginato un po’ su quello che mi ha detto e non ho potuto fare a meno di darle ragione. Era un sacco di tempo che non lo vedevo uscire di sera. E' stato così che mi è balenata in testa l’idea.
Il pomeriggio dopo, quando lui è tornato dal lavoro mi sono avvicinata con un sorriso sornione “Che c’è?” mi ha domandato lui fissandomi divertito.
“Questa sera ho una sorpresa per te!”
Lui mi ha guardato stranito “Per me?”
“Certo, questa sera ti porto a vedere uno spettacolo bellissimo … il mio!”gli ho detto con un sorriso entusiasta.
Lentamente ho visto l’espressione del suo viso trasformarsi. Passare da stranito a incredulo e da incredulo a felice. Felice come non lo vedevo da tempo.
Jack ha sempre adorato la musica e non si è mai perso nemmeno uno dei miei spettacoli. E' incredibile ma gli piacevano davvero!
“Fai uno spettacolo? Perché non me l’hai detto?” mi ha chiesto sorridente.
Perché non gliel’avevo detto?
Già. Gli ho spiegato che c’erano state troppe cose e che non avrei voluto obbligarlo a venire, ma che avevo notato che ultimamente era sempre in casa, così avevo chiesto a sua madre di badare a Aileen, in questo modo sarebbe potuto uscire per una sera senza pensieri.
Jack ha sorriso felice a quella rivelazione e poi, semplicemente , mi ha abbracciato!
“E’ incredibile come mi conosci bene Lili!”
Con quella frase ancora nelle orecchie e il cuore ancora in subbuglio sono salita sul palcoscenico quella sera.
Dietro le quinte ero agitatissima, come sempre prima che tutto cominci. Cuore in gola. Morsa allo stomaco. Adrenalina nelle vene che scorre a fiumi.
Il mio pezzo era il quarto in scaletta. Fissavo il vestito verde che indossavo. Bellissimo. Confezionato proprio per la parte. Ma la mente era da un’altra parte. Sapevo per esperienza che tutto sarebbe passato appena avessi messo piede sul palco, anche se quella sera c’era qualcosa di diverso.
Jack aveva assistito davvero a tutti i miei spettacoli e la sua presenza non era mai stata un problema per me, anzi mi aveva sempre rassicurato. Ma questa volta no. Questa volta volevo a tutti i costi essere al più brava. Volevo che lui lo pensasse.
Le luci si sono spente sui ballerini che uscivano e la voce del presentatore mi è rimbombata nelle orecchie …
Toccava a me. Ho chiuso gli occhi ed ho fatto un respiro profondo. La mia mente non riusciva nemmeno a cogliere le parole del presentatore.
“Lei era una gitana, la più bella gitana di Parigi. Ballava per le strade, la sua grazia e la sua sensualità conquistavano i cuori e gli animi di molti. E ne facevano innamorare altri. Quasimodo il campanaro. Frollo il prete. E il nobile Febo, capitano delle guardie del re. Ognuna infatuato di lei, ognuno in modo diverso. Ma a cosa porterà tutto questo? Lei è solo una zingara … Balla Esmeralda … balla ancora …”
La musica è iniziata. Note di tamburi, musica gitana. Il mio momento. Un respiro profondo e un piccolo salto ed eccomi su palco. Al centro. In un attimo tutto sparisce e siamo solo io e la musica. Ho iniziato a ballare sulle note cercando di dare vita a quel personaggio e in un attimo, Esmeralda …ero io
“Mia madre amò tanto la Spagna,
come se fosse il suo paese,
amò i briganti di montagna,
sui monti dell’Andalusia,
sui monti dell’Andalusia …”*

La voce è uscita senza che nemmeno io me ne sia resa conto, le emozioni guizzavano dentro di me come se fossi elettricità pura. Io ero la musica.
Quello spettacolo è stato davvero particolare per me. Raramente mi è successo di entrare in simbiosi in quel modo con il personaggio che stavo cercando di interpretare. Ricordo che quando sono uscita dal palco, dopo il primo pezzo, ho incrociato il nostro coreografo che mi ha guardato ad occhi spalancati, quasi lucidi. Ha cercato di parlare, ma evidentemente non ha trovato le parole, perché si è limitato a scuotere il capo.
Ho ballato con tutta me stessa quella sera. L’ho fatto davvero. Forse ero talmente carica di emozioni da doverne buttare fuori un po’. E quando tutto è finito mi sono sentita come svuotata.
Molto spesso mi succede, dopo uno spettacolo, è come se mi assalisse una sorta di malinconia. Ma questa volta c’era qualcosa di più. L’avevo capito da subito.
Quando la porta del camerino che dividevo con alcune altre ragazze si era aperta e ne era entrato Jack, è stato come se il mio cuore si fosse riempito di nuovo.
Gli ho rivolto un sorriso … il più bel sorriso che avessi. E lui mi ha abbracciata forte. “Sei stata fantastica!”mi ha detto con una strana voce, poi mi ha porto la rosa rossa che aveva in mano.
Mi sono sentita in paradiso!
… Fermi! Non agitatevi! Naturalmente è arrivato qualcuno a interrompere il momento idilliaco.
Sonia! Acida come un limone spremuto! Quella maledetta!
Si è avvicinata ancheggiante e livida d’invida, potevo leggere la perfidia sul suo viso!
“Hey Violet, questo è il tuo famoso amico Jack? Non me lo presenti?”
Violet?
Ma perché cavolo si ostina a chiamarmi così!
Stento a riconoscermi anch’io quando mi chiamano così!
Ma lei va avanti, nonostante gliel’abbia chiesto educatamente! Credo che lo faccia per umiliarmi! Maledetta piattola!
Dopo aver mostrato il mio più gelido sorriso, mi sono voltata verso Jack, sul viso un’espressione che cercava di essere gentile, ma che in realtà risultava vagamente disgustata “Jack Torton, lei è Sonia Swartz!”
L’entusiasmo è quello che avrei avuto, presentando Bin Laden a mia madre!
Jack ha sorriso e lei gli si è avvicinata lanciando degli strani sguardi. Lì ho cominciato ad avvertire il pericolo!
Ma non ho avuto modo di preoccuparmi troppo, perché proprio in quel momento tutti gli altri hanno deciso che era ora di andare mangiare qualcosa e quindi ho dovuto darmi una mossa nel finire di prepararmi. Mi sono ritrovata nel pub dove andiamo di solito dopo gli spettacoli, completamente frastornata!
Sonia aveva insistito per venire in macchina con me, Peter, il ragazzo con cui avevo ballato il tango e Jack e per tutto il tempo non ha fatto altro che fare moine a lui! Io ero imbufalita. Ma Jack non accennava a volerla allontanare, anzi sembrava apprezzare la sua compagnia.
Così il mio morale è passato in un lampo dall’euforia estatica, alla depressione più nera. Mi sono ritrovata seduta in quel pub con loro due che chiacchieravano come se si conoscessero da tempo. Che schifo!
Così non mi è rimasto altro da fare che ripiegare su Peter! Per fortuna c’era lui a tenermi un po’ compagnia e a impedirmi di fissare quei due come se volessi uccidere lei e rapire lui.
Una serata terribile!
Cercavo di far conversazione con Peter, ma la mia attenzione volava inevitabilmente verso quei due cercando di origliare, pur senza guardare, quello che stavano dicendo.
Quando verso la fine della serata, ho sentito lei chiedere il suo numero di telefono e lui darglielo, mi sono sentita morire!
Sono passati alcuni giorni da quella serata, io ero di umore strano. Cercavo di non dare a vedere che avevo il cuore a pezzi, come sempre del resto, ma mi sentivo da cani!
Inoltre mi aspettavo da un momento all’altro che Jack mi dicesse che sarebbe uscito con lei, ma non accadde.
Finché l’altro pomeriggio, mentre stavo giocando con Aileen, è squillato il telefono.
Era Jack!
Non riuscivo a capire bene cosa mi stesse dicendo, la linea era disturbata, probabilmente il cellulare non prendeva bene. L’unica cosa che sono riuscita a capire è che sarebbe rientrato tardi perché aveva un impegno. Non ho capito né con chi, né dove, … ma ad un tratto nella mia testa tutto è stato chiaro.
Sarebbe uscito con Sonia!
Quella maledetta era riuscita ad accalappiarlo e per l’ennesima volta io ero rimasta a fare da contorno alla cosa. Ma questa volta non c’era la dolce Marion, c’era quell’arpia!
Se le cose fossero andate come pensavo, in poco tempo non avrei più nemmeno visto Jack!
Ho mangiato poco quella sera e per fortuna Aileen si è addormentata presto. Avevo il morale a terra e sentivo il bisogno di piangere, ma il mio orgoglio me lo impediva.
Me ne sono andata in camera mia, portando con me il piccolo interfono che mi avrebbe avvisata se la piccola si fosse svegliata. Ho acceso lo stereo e mi sono sdraiata sul letto,fissando, senza vedere, il soffitto sopra di me. Ero completamente in balia dei miei pensieri. Cercavo di controllarli ma senza volerlo continuava a balenarmi davanti agli occhi l’immagine di Jack e Sonia insieme. E' stato terribile. Per cercare di sbarazzarmi di quelle immagini ho cercato di leggere un libro, ma invano. Alla fine ho ceduto e ho lasciato andare libera la mente, per quanto facesse male.
Mi ero forse appisolata, quando nel dormiveglia ho sentito la porta di casa aprirsi.
Mi sono alzata di scatto guardando l’orologio, erano le dieci e mezza, troppo presto perché fosse Jack! Per un attimo la paura mi ha paralizzato, chi poteva essere?
Mi sono avvicinata alla porta del stanza, sbirciando fuori, nel buio del corridoio e poi ho sentito una voce chiamarmi in un sussurro “Lili, sei sveglia?”
Jack!
Era tornato! Oh giubilo!
Ho aperto la porta di scatto e gli ho sorriso, dimenticando per un attimo tutte le mie preoccupazioni. Lui mi fissava, la testa inclinata da un lato “Sì, sei sveglia!” ha detto con un sorriso stanco.
Tutto ad un tratto mi sono tornati in mente i pensieri che mi avevano fatto star male tutta la sera e il sorriso si è affievolito “Sei tornato presto.”lui mi ha guardato in modo interrogativo aggrottando la fronte.
Era strano quella sera, aveva profonde occhiaie scure e sembrava pallido.
“Perché presto? “ha domandato confuso “ Pensavi rimanessi a scuola fino a notte fonda?”
Ecco, quello era il mio turno di essere ancora più confusa , se possibile"No, ... io ecco, pensavo fossi uscito con Sonia."ho mormorato intimorita.
 “Sonia? Ma che vai pensando Lili! Io sono rimasto tutto il tempo a scuola, te l’ho detto al telefono che dovevo correggere dei compiti per gli esami e avrei fatto tardi!”
Non so quanti colori ho cambiato in quel momento! So solo che avrei voluto sprofondare! “Oh mio Dio!” sono riuscita mormorare solo quello!
Lui mi ha guardato con un’espressione divertita “Come ti è venuto in mente che io potessi essere uscito con Sonia?”
Non sapevo più che dire, mi limitavo a guardarlo e a scuotere il capo, in bilico tra una grassa risata e un bel pianto liberatorio.
“Scusa! Scusami davvero! E’ che quando hai chiamato non riuscivo a sentirti e ho capito che saresti uscito con lei!” bugia bugia “Poi vi ho visti così in sintonia l’altra sera che, ho pensato di conseguenza!” Sì lo so, gli ho raccontato una balla bella e buona, ma non ho potuto farne a meno. Lui mi ha guardato per un attimo e poi è scoppiato a ridere “Oh Lili, tu e la tua immaginazione fervida siete fantastiche!” mi ha detto, poi ho notato che si stringeva le tempie con le dita.
“Non stai bene?” gli ho chiesto.
“Mmm, mal di testa tremendo!”
Ho sorriso, Jack diventava tremendamente vulnerabile quando aveva un minimo problema fisico, lui così abituato a essere una roccia.
 E poi, Sonia non aveva fatto centro, ed io ero felicissima!
“Vieni qui!”mi sono seduta sul letto e appoggiando la schiena al muro “Appoggia la testa sulle mie gambe, ti faccio un massaggio!”.
Lui mi ha fissato per un attimo in modo strano, poi ha scrollato le spalle e dopo aver appoggiato la borsa ha fatto come gli ho detto, sdraiandosi con un sospiro sul materasso.
Dallo stereo provenivano le note di una canzone lenta e dolce. Sono rimasta per un attimo a guardare il suo viso, Dio era così bello! Poi ho appoggiato le dita sulle sue tempie e lentamente ho iniziato a massaggiare . Sfiorando la pelle, togliendo le tensioni.
“Davvero hai pensato che fossi uscito con Sonia?” ha domandato lui in un sussurro.
Cosa dirgli? Un attimo di esitazione poi …
“Bhe, … sì! L’altra sera mi sembravate così complici! E poi … non vi siete forse scambiati il numero di telefono?” tocchi lievi dietro le orecchie e giù lentamente verso i muscoli del collo.
“Vedi proprio tutto tu eh?” sospiro soddisfatto “ Bhe se vuoi la verità, lei non mi piace per niente!”
Le mie mani si sono bloccate per un attimo, insieme al mio cuore “Mi stai prendendo in giro Torton?”
Risata roca “No Wings, ti sto solo dicendo che lei non mi interessa, che è pesante e petulante, ma visto che mi ha tediato per tutta la sera alla fine ho dovuto darle il mio numero! E poi, se è per questo, anche tu hai parlato tutta la sera con il tuo compagno di tango, o sbaglio? Mi sembravate anche piuttosto presi.” le mani hanno ricominciano la loro corsa, togliendo la tensione dai lati del collo.
“Peter? Ma che dici! Mi ha solo fatto compagnia!” le mani si sono insinuate tra i capelli massaggiando debolmente.
“Oh certo! Si capiva. “sospiro e mugolio soddisfatto “Soprattutto da come ti guardava durante il tango!”le mani si sono fermate di nuovo, incredule “Certo non ti si poteva guardare diversamente … eri  fantastica !” le mani hanno tremato, insieme al cuore che batteva all’impazzata “O forse fantastica è troppo poco per descriverti. “
La sua voce era un sussurro caldo che mi arrivava direttamente al cuore. Ho ricominciato a muovere le mani, passando tra i suoi capelli e arrivando alla fronte. “Potrei montarmi la testa lo sai.”
“Dovresti! La tua Esmeralda non avrebbe fatto impazzire solo il prete, ma anche un santo!” scarica elettrica nello stomaco. L’orgoglio si è mescolato alla felicità e a qualcosa altro, mentre le mani sono tornate alle tempie.
“Sai che questo è il complimento più bello che potessi farmi! Quella parte la voleva Sonia, diceva che io non ne ero all’altezza, che lei sarebbe entrata meglio nel personaggio … quasi quasi ne ero convinta anch’io!”
Le dita hanno sfiorato la fronte, inconsapevoli e poi sono scese sul naso dal profilo greco “Non dovresti. Mai visto Esmeralda migliore! Lei non avrebbe saputo emozionare nemmeno la metà di quello che hai fatto tu!”
“Dici sul serio … o lo fai solo per farmi piacere?” le dita malandrine sono scese sulla guancia e poi giù sul collo.
Risata roca “Certo che dico sul serio … avrei voluto che quella Esmeralda ballasse per me e con me!”
Le dita ormai hanno preso vita propria e salgono di nuovo fino a sfiorare quelle labbra piene e sensuali.
Jack ha aperto gli occhi in quel momento, fino ad allora li aveva tenuti chiusi, come se si stesse godendo il massaggio e mi ha fissata.
Sono rimasta ipnotizzata, mentre senza che nemmeno me ne rendessi conto le mie dita hanno continuato ad accarezzargli le labbra.
“Balla con me ora, Lili!”la sua voce era un sussurro “ Come facevamo tanti anni fa, quando mi insegnasti!”
Le note di una canzone di Nora Jones scaturiscono dallo stereo proprio in quel momento, come un invito. Una delle mie preferite! Senza nemmeno pensarci ho annuito e sorriso.
Lui si è alzato e mi ha porto la mano “Non ti fa più male la testa?” ha scosso il capo.
Ho preso la sua mano nella mia e mi sono avvicinata guardandolo, mentre con l’altra gli cingevo il collo.
Abbiamo iniziato a ballare. Passi di danza veri. Passi per gioco. Scherzi e risate.
Poi sono rimasta a fissarlo in quegli occhi grigi, così strani e luccicanti nella penombra della mia stanza.
Lui ha preso la mia mano che teneva tra la sua e se l’è fatta scivolare sul collo. Ora eravamo proprio abbracciati ed io ero incatenata dai suoi occhi.
Non so dirvi quali emozioni mi stessero devastando in quel momento. Era tutto così intimo, così naturale!
Poi lui ha appoggiato la guancia alla mia tempia.
Ballavamo così, lentamente mentre lui mi accarezzava la schiena. Stretti in quell’abbraccio. Legati. Non c’erano parole, solo noi. E poi è successo …
Lui ha sospirato, poi ho sentito le sue labbra posarsi sulla mia guancia.
Il mio cuore ha cominciato a battere all’impazzata, mentre le farfalle nello stomaco sembrava avessero organizzato un party in piscina.
Mi sono detta: sta calma Lili! È solo un bacio fraterno! Un modo per ringraziarti per tutto quello che hai fatto.
Ma quelle labbra hanno preso altre vie, molto meno … fraterne e si sono posate sotto il lobo del mio orecchio …
Ogni cellula del mio corpo sembrava impazzita! Era come se tutte insieme si fossero messe a ballare
Le labbra lentamente si sono spostate sulla mia mandibola … ho sospirato … credevo di impazzire.
Lui ha sollevato un pochino il viso e mi ha guardato, come se volesse capire la mia espressione.
Solo pochi centimetri ci separavano, il mio naso sfiorava il suo. Potevo sentire il suo respiro.
Un attimo solo, che poteva essere un’eternità!
Poi ad tratto quello spazio che c’era ancora tra noi non esisteva più. Le sue labbra erano sulle mie. Calde e terribilmente sensuali.
Sapete quando si dice che dopo molto tempo che si è innamorati di una persona si tende ad idealizzarla. Che quando finalmente si corona quel sogno si rimane delusi, perché ci si aspetta che quella persona sia come ci siamo immaginati …
Ecco, a me non è successo, per nulla.
Jack baciava in un modo divino, proprio come io me l’ero sempre immaginato!
Era come se avessi trovato la mia metà perfetta.
All’inizio sono rimasta pietrificata, non posso negarlo. Era come se la paura si fosse impossessata di me. Come se non potessi credere a quello che stava succedendo. Ma tutto è passato in un attimo. L’ho stretto a me, come ho sempre desiderato fare e l’ho baciato come non avevo mai baciato nessun altro in vita mia.
Dio! La sensazione di averlo finalmente tra le mie braccia, le sue labbra sulle mie, quelle mani che mi accarezzavano la schiena, che mi cercavano.
Avrei potuto immaginare tutto di quel momento, ma non il senso di completezza che ho provato, come se finalmente avessi trovato la mia giusta metà, come se quello fosse il mio posto, il posto che mi era stato destinato.
Jack mi ha baciato lentamente, assaporando ogni attimo. Io ho assecondato ogni suo movimento beandomi di quel contatto.
Poi lui dolcemente si è staccato dalle mie labbra e senza smettere di baciarmi ha percorso il mio viso, fino al lobo dell’orecchio e poi giù lungo il collo.
Sono rimasta lì impalata. Gli occhi socchiusi, la bocca semiaperta, mentre le mani erano ancora strette sulla sua nuca e fra i suoi capelli. Continuavo a pensare che non poteva essere vero,che non poteva star succedendo davvero.
Ho chiuso gli occhi, al colmo della felicità.
E' stato allora che Aileen ha iniziato a piangere.
Dall’interfono che mi ero portata nella stanza sono arrivati nitidi i suoi pigolii … ho creduto di morire.
Avrei voluto chiudere le orecchie, far finta di non aver sentito, ma non potevo, la piccola aveva bisogno di me.
Jack, invece sembrava non essersi accorto di nulla.
E’ incedibile come gli uomini riescano ad estraniarsi in certe situazioni … confesso che in quel frangente avrei voluto estraniarmi anch’io.
Sono rimasta immobile ancora un momento, godendomi quella vicinanza, ma il pianto di Aileen si è fatto più insistente.
Non avevo scelta.
Ho sospirato. Poi delicatamente ho preso tra me mie mani il viso di Jack, che ignaro di tutto, era occupato a farsi strada verso il mio decoltè “Jack .“ Lui non ha risposto, ha continuato a baciare la zona appena sotto la clavicola provocandomi brividi lungo la schiena “Jack .” voce roca.
Lui finalmente si è riscosso e mi ha guardato negli occhi … passione trattenuta in quegli occhi grigi. Mi sono persa a guardarvi dentro domandandomi cosa mai vedesse in me.
Lui mi ha guardato confuso, allora mi sono resa conto che aspettava che gli dicessi qualcosa, che gli spiegassi perché avevo interrotto l’idillio.
“Aileen … si è svegliata!” ho detto con il cervello ancora annebbiato.
Solo in quel momento lui si è reso conto dei vagiti che provenivano dall’interfono. Ha spalancato gli occhi e si è passato una mano sul viso. “Oh per la miseria … non me ne ero accorto.”
“Lo avevo notato.” io e le mie battute pronte!
Lui però ha sorriso, poi ha sospirato. Mi teneva ancora tra le braccia e sembrava non provasse alcun imbarazzo per quello che era appena successo “Devo insegnare a mia figlia quand’è il momento opportuno per svegliarsi e quando no!” quel sorriso malandrino rivolto al mio viso mi ha fatto battere forte il cuore.
E poi, … non me ne sono quasi accorta e la mia mano è scivolata nella sua mentre andavamo dalla piccola.
Aileen se ne stava in piedi nel lettino e piagnucolava, ma appena ha visto il padre un sorriso enorme si è dipinto sul suo visetto rigato di lacrime.
Io ero totalmente imbambolata. Le ho cambiato il pannolino con gesti meccanici, ma la mia mente non faceva altro che ripensare a quello che era appena successo tra noi.
Jack mi aveva baciata!
Era quello che avevo sempre desiderato. … e allora perché sentivo che qualcosa non andava? Perché non riuscivo ad essere felice?
Poi ho capito … è stata l’immagine di Marion a farmi comprendere. Lei è morta da soli nove mesi e io già me ne frego di tutto sbaciucchiandomi suo marito, come se nulla fosse!
Che razza di amica sono?
Sono un mostro! Ecco quello che sono!
Sono solo un egoista del cavolo! Non mi importa nulla degli altri, l’unica cosa che mi interessa è realizzare questo stupido sogno che ho sempre avuto, un principe azzurro uguale a Jack! Non mi sono minimamente preoccupata del perché lui dopo tanto tempo abbia scoperto in me la donna e non solo l’amica, quando fino ad ora non era mai successo.
No, non me lo sono chiesta. Ho accettato quello che stava succedendo, semplicemente perché l’ho sempre voluto con tutta me stessa, ma non mi sono domandata cosa avesse spinto Jack a baciarmi.
Forse lui si sentiva solo molto solo, forse io sono stata il suo unico appiglio in questi mesi e ora lui crede che sia qualcosa di più, forse aveva bisogno di qualcuno che lo facesse sentire ancora vivo , o forse …
Un terribile pensiero ha sfiorato la mia mente in quel momento e in un attimo tutto è stato chiaro: forse è stata Marion, forse lei gli ha parlato di quello che provavo per lui e ora lui si sente obbligato a provare qualcosa per me.
E’ terribile! Semplicemente terribile!
Non voglio assolutamente che Jack mi ami perché è costretto, non voglio! In questo caso preferisco rimanere semplicemente sua amica per sempre e vederlo uscire con tutte le Sonie del mondo.
Ecco, forse c’è una cosa di cui non vi ho parlato: il mio orgoglio prepotente e smisurato.
Mai e poi mai avrei accettato di essere amata per costrizione, se mai di amore si potesse parlare.
Ma che potevo fare allora?
Dirgli che era stato uno sbaglio? Fare finta di nulla e riprendere la vita di sempre dimenticandomi di tutto?
No, non potevo dimenticare, non ce l’avrei fatta.
Forse avrei dovuto parlargli.
“Va tutto bene Lili?” la voce di Jack è arrivata in mezzo ai miei pensieri facendomi tornare alla realtà. Un sussurro caldo. Il mio cuore ha ripreso il galoppo.
“Io … sì, Jack, va tutto bene.”un sorriso dolce e intenso solo per me …. Come avrei fatto a respingerlo? Come?! “Solo io … credo di essere un po’ stanca.” scusa enormemente banale, ma non ho trovato di meglio.
Gli ho sorriso mestamente e nei suoi occhi è passata una strana emozione, dolore forse? No non poteva essere, eppure il suo sguardo in quel momento sembrava davvero dispiaciuto.
Poi mi ha accarezzato una guancia “E’ stata una giornata lunga vero?” ho annuito, incapace di distogliere lo sguardo da quegli occhi e da quel sorriso dolce, Dio perché doveva essere così difficile! “E’ meglio che tu vada a dormire!”
La mano è scesa sulla mia nuca, poi lui si è avvicinato. Il mio cuore ha ripreso la corsa furiosa di poco prima, per un attimo ho creduto che mi avrebbe baciato di nuovo, mentre tutto il mio essere sperava che fosse così. Invece Jack si è limitato a posarmi un bacio sulla fronte “Buonanotte piccola.” questo mi ha detto mentre io lo guardavo di nuovo completamente persa. Poi ha lasciato scivolare la sua mano sul mio braccio nudo e con un ultimo sorriso se ne è andato lasciandomi sola e inebetita in mezzo al corridoio.
Era immensamente difficile resistergli e io non sapevo proprio se ce l’avrei fatta!
Ma ci avrei provato. L’avrei fatto per me stessa.
Quella notte ho passato molto tempo a girarmi e rigirarmi nel letto, ripensando a quello che era successo e cercando il perché e il percome di tutto, senza peraltro arrivare ad avere una risposta. Quando mi sono addormentata era molto tardi, per questo probabilmente il mattino dopo ho finito per dormire più del dovuto.
Mi sono alzata dal letto, domandandomi come avessi potuto dormire fino alle dieci e chiedendomi perché Jack non mi avesse svegliato, quando mi è tornata alla mente la scena della sera prima. Ecco perché Jack non mi aveva svegliato: probabilmente si era già pentito di quello che era successo e voleva tenersi lontano da me il più possibile.
Stavo arrancando verso il bagno, con indosso solo il mio pigiamino molto striminzito, quando l’oggetto dei miei desideri si è parato davanti a me. L’ho guardato, e mi sono sentita morire.
Era a piedi nudi, iIndossava un paio di jeans a vita molto bassa e una camicia aperta sul torace nudo. Già questo sarebbe bastato a turbarmi notevolmente, ma c’era anche il suo viso.
Il sorriso dolce e sensuale e quello sguardo caldo di apprezzamento mentre mi guardava e carico di … passione!
Oh mio Dio! Non poteva essere altro!
“Buongiorno piccola … dormito bene?” la sua voce era un caldo sussurro.
Gola secca, salivazione azzerata e attività neuronica nulla. Ero incapace di rispondere “Io …si grazie! E tu?”
Il sorriso di lui è diventato più largo “Per niente … avevo alcuni pensieri che non mi lasciavano prendere sonno!” il suo sguardo non lasciava un momento i miei occhi. Credo di essere diventata del colore delle fragole mature“Non sapevo usassi pigiamini così … striminziti!” il suo sguardo ha percorso il mio corpo. Le fragole avevano un colore molto pallido in confronto a me.
“Aileen dov’è?” l’arte di cambiare discorso.
Jack aveva quel sorriso di chi la sa lunga “E’ venuta mia madre a prenderla.”
Credo di aver sbarrato gli occhi: eravamo completamente soli!
Lui mi ha rivolto uno sguardo indagatore “Qualcosa non va Lili ?” passo avanti verso di me. Io ho indietreggiato.
“No … va tutto bene.” non andava bene per niente!
“Ne sei sicura Lili?” altro passo verso di me. Altro passo indietro.
“Io …”Jack ha allungato la mano verso di me, io convinta che mi volesse accarezzare di nuovo una guancia ho alzato la mia e invece lui mi ha afferrato delicatamente un polso e ha portato la mia mano all’altezza del suo cuore … sulla pelle nuda!
Era troppo!
“Lili ho fatto qualcosa di sbagliato?” ora l’espressione del suo viso aveva perso tutta la baldanza di prima. C’era solo uno sguardo triste fissare i miei occhi.
“No … Jack … “sono consapevole di balbettare e rispondere a monosillabi, ma non ci posso fare nulla.
“E allora cosa c’è Lili? Ieri sera … insomma … mi era sembrato che anche tu lo volessi.” Il mio cuore ormai era un fiume in piena e anche il suo batteva forte sotto la mia mano. “Forse mi sono sbagliato … forse non mi vuoi … Lili.”
Come poteva anche solo pensarlo! “Oddio Jack, … non è questo.“lui ha premuto la mia mano ancora di più contro il suo torace, facendo aderire il palmo aperto sulla pelle. Ho chiuso gli occhi “Jack ti prego … non fare così.”
“Così come?” le sue parole erano un sussurro roco sul mio viso. Si è avvicinato. Sentivo il suo respiro sfiorarmi la pelle. Poi lui lentamente ha fatto scivolare la mia mano sul suo torace in una lenta carezza. Ho trattenuto il fiato. E senza che lo volessi un gemito è uscito dalle mie labbra. Dietro agli occhi chiusi sentivo il suo respiro caldo sulle labbra, come la sera prima. Ogni singola cellula del mio corpo desiderava che mi baciasse di nuovo … al diavolo le paranoie, al diavolo i dubbi.
“Dio sei bellissima Lili!” ecco, questa frase avrebbe distrutto anche le convinzioni più solide.
Ho aperto gli occhi. I suoi erano a pochi centimetri, sembravano argento liquido. Senza staccare lo sguardo dal mio si è portato la mia mano alle labbra e ne ha baciato il palmo. Il mio cuore ha fatto le capriole.
Gli ho carezzato le labbra, la guancia, il viso. Lui non mi staccava gli occhi di dosso. Ormai non mi importava più nulla, volevo solo lui e i suoi baci.
Mi sono avvicinata ancora di più. Ho colmato quel poco di spazio che ancora c’era tra noi e l’ho baciato.
Finalmente le mie labbra erano di nuovo sulle sue. Così calde, sensuali.
Di nuovo l’ho abbracciato passando le mie braccia dietro il suo collo e affondando le mani nei suoi capelli. Sentivo le sue vagare sulla mia schiena nuda, sotto la leggera canotta del pigiama. Avevo i brividi ovunque.
Non potevo credere stesse succedendo di nuovo. Ma in quel momento ho deciso di non pensarci. Il modo in cui mi stava baciando, il modo in cui mi stringeva a sè, era come se fossi la cosa più importante al mondo.
Tutta me stessa aveva bramato quel momento da anni, proprio per quello avevo deciso di godermelo fino in fondo..
Così mi sono lasciata andare, finalmente avevo l’opportunità di dare un po’ di quell’amore che avevo tenuto dentro fino a quel momento. L’ho baciato con tutta me stessa, ho accarezzato il suo corpo, baciato la sua pelle, mentre lui faceva lo stesso con me, con la stessa identica foga.
Questo mi ha spiazzato: credevo di essere io quella che desiderava, invece sembrava che anche lui provasse le mie stesse sensazioni. Non era possibile.
Ad un tratto mi sono sentita più forte, ma c’era qualcosa di più, mi sentivo completa. Era come se finalmente avessi trovato quello che cercavo da sempre.
Non so come è successo esattamente. So solo che ad un certo punto mi sono ritrovata in camera mia, nel mio letto, avvinghiata a lui. La mia canotta e la sua camicia sono volate via e io mi sono ritrovata a sperimentare la sensazione della mia pelle nuda contro la sua.
Dio era magnifico. Lui continuava a ripetere il mio nome e a dirmi quanto ero bella. Stranamente non provavo nessuna vergogna e per la prima volta in vita mia mi sentivo quasi orgogliosa del mio corpo. Ho gettato indietro la testa mentre Jack mi baciava sul collo e poi sempre più giù. Poi ad un tratto lui ha alzato la testa e mi ha guardato con quegli occhi che sembravano fatti di nebbia “Lili … io.”
"Ti prego continua!"
Avrei voluto urlarlo … ma l’ho solo pensato.
Poi è successo qualcosa.
Un rumore si è fatto strada nella mia mente. Pochi secondi dopo la porta d’ingresso si è aperta.
“Jacky, ci sei?”
Ho spalancato gli occhi. Lui ha fatto lo stesso.
La voce di sua madre ha gelato tutti e due!
“Oh mio Dio! “ ho mormorato fissandolo.
Ma lui mi posato una mano sulla guancia “Sta tranquilla! Ci penso io, tu prenditi tutto il tempo che vuoi!”
Come un razzo è volato fuori dalla mia stanza. Non so come abbia fatto a trovare la camicia, ma devo ammettere che è stato davvero bravo.
Io sono rimasta lì, seduta sul mio letto, le braccia allacciate alle ginocchia a fissare il vuoto.
“ Mamma che succede?” la voce di Jack, ancora un po’ scossa, è arrivata alle mie orecchie, ovattata dalla porta chiusa.
“Tesoro avrei voluto tanto lasciarti la mattinata libera, ma non ho potuto fare a meno di tornare!“
La mia solita fortuna!
“Stavamo andando al parco, ma ho l’impressione che Aileen non si senta molto bene. Credo abbia la febbre!”
Quella frase ha avuto il potere di svegliarmi del tutto. In fretta e furia mi sono infilata la maglia del pigiama e la vestaglia e ho raggiunto Jack e Angela “Che succede Aileen è malata!?” ho chiesto preoccupata.
La madre di Jack si è voltata a guardarmi in modo curioso “Lili! Pensavo non ci fossi!” mi ha detto.
Credo di essere arrossita fino alla radice dei capelli “Io … ecco … stamattina sono rimasta addormentata!” mio Dio! Che scusa banale! Non ci avrei creduto nemmeno io!
Angela ha guardato prima me e poi Jack, intento ad occuparsi della piccola e poi ha sorriso, un sorriso dolce e astuto, come una faina che sta per agguantare la preda! Credo che abbia capito tutto. Povera me! Che figura!
E’ stata una giornata infernale!
Aileen aveva la febbre molto alta. Il pediatra ha detto che era colpa della gola. Povera piccola. Non è riuscita a mangiare nemmeno un boccone.
Io e Jack ci siamo alternati tutta la notte al suo fianco, anche se in ogni caso io non sono riuscita a chiudere occhio. In ogni singolo momento in cui la mia mente non era occupata a preoccuparsi per Aileen, i miei pensieri andavano a Jack e a quello che era successo tra noi quella mattina.
Nonostante tutto, nonostante, sentissi ancora il suo profumo sulla mia pelle, ancora non riuscivo a credere che fosse successo davvero. Stavo veramente per fare l’amore con Jack.  Jack!
Ma come poteva essere successo? Era davvero desiderio quello che avevo visto nel suo sguardo. Vero e proprio desiderio!
Ma quando Jack era arrivato a desiderarmi?
Forse era stata la convivenza forzata, o la mancanza di una donna nella sua vita.
Ma più ci pensavo più mi convincevo che Marion doveva averci messo lo zampino.
Ero quasi sicura che gli avesse parlato dei miei sentimenti e che lui, spinto da quella rivelazione, si fosse sentito in dovere di ricambiare.
Non sapevo proprio che fare. Sapevo per certo che tentare di resistergli era impossibile. Jack aveva su di me l’effetto del sole caldo sulla neve.
Ci ho pensato e ripensato, ad un certo punto ho quasi deciso di mandare all’aria tutte le mie pippe mentali e di godermi quello che stava succedendo tra noi, ma poi sono arrivata ad una conclusione: appena ci fossimo trovati con un attimo di tranquillità gli avrei parlato.
Era mattina inoltrata ormai, Aileen finalmente dormiva, la febbre era scesa e Jack ne aveva approfittato per riposare un poco. Io, invece, ero seduta sul quel divano ormai da un ora a fissare il nulla. Avevo ripulito tutta la casa, fatto il bucato e rigovernato la mia stanza. Mi ero fatta una doccia nella speranza di scacciare quella strana sensazione che mi attanagliava l’anima, un misto di disperazione e aspettativa, ma non era servito a nulla.
Poi, incapace di fare altro mi ero seduta su quel maledetto divano.
Senza riuscire a trovare riposo la mia mente vagava sui ricordi di tutto quello che era successo nell‘ultimo periodo, dopo la morte di Marion. Tutto era un turbine, era come se da nove mesi a quella parte non fossi più padrona della mia vita “Oh Marion, cosa devo fare?” ho pensato ad un certo punto prendendomi il viso tra le mani. E’ stato allora che lui è arrivato.
“Sei stanca piccola?” una frase appena sussurrata. Non ho osato muovermi. Poi la sua mano ha accarezzato la mia guancia e le sue labbra si sono posate sui miei capelli. Senza che io potessi fare nulla, un brivido mi è corso lungo la schiena e mi sono sentita al sicuro.
Ho alzato la testa, lui mi stava sorridendo, un sorriso dolce e caldo. Il mio cuore ha preso a battere all’impazzata.
Forza Lili, un po’ di coraggio “Si un po’ … non ho chiuso occhio stanotte … avevo alcuni pensieri per la testa.”mezzo sorriso.
Lui mi ha fissato intensamente, poi mi ha accarezzato di nuovo la guancia “Non erano tutti per Aileen, vero?” mi ha domandato.
Ho sorriso “No non lo erano.” lo fissavo negli occhi, per un attimo ho creduto che non sarei stata più in grado di parlare. Ma poi mi sono riscossa, dovevo chiarire quella situazione o sarei diventata matta! “Jack noi … dobbiamo parlare!” per un attimo ha perso il sorriso, poi ha sospirato senza mai staccare gli occhi dal mio viso.
“Lo so.”ha risposto semplicemente.
Oh per tutti i santi del paradiso! E ora da dove avrei cominciato?
Ho fatto un respiro profondo “Quello che è successo tra noi ieri sera … è stato .. “ perché diavolo di un diavolaccio ora non trovavo più le parole?
Avevo la mente completamente in black out.
Mentre ancora cercavo di trovare una frase che avesse un filo logico, ho sentito Jack sospirare, poi si è seduto accanto a me. Lo  sguardo era fisso sul pavimento, le mani intrecciate.
“Se stai cercando di dirmi che non mi vuoi Lili, non c’è bisogno di fare grandi giri di parole … siamo amici da sempre, basta che tu me lo dica.” Non so con che espressione devo averlo guardato in quel momento: io che non lo volevo? Ma era forse impazzito?
“Jack, non è questo che voglio dire! Stavo solo cercando di dire che se deve esserci qualcosa tra di noi, non voglio che sia forzata! Insomma, non voglio che nasca solo perché Marion … l’ha voluto.” Ecco l’avevo detto.
Ma non ero per niente preparata alla reazione di lui.
Si è voltato verso di me e mi ha guardato negli occhi, quello che ho letto nei suoi mi ha spaventata e spiazzata. Dolore.
Poi ha fatto un sorriso a mezza bocca “ Sapevo che l’avresti detto sai?”
Un momento! Fermi tutti!
Non stavo capendo più nulla di quella conversazione! Ero io quella che doveva essere dispiaciuta della cosa. Non lui! Ed era lui quello forzato ad amare me, la sua migliore amica! E allora perché sembrava stesse soffrendo? Quel dolore negli occhi mi straziava il cuore!
“Jack, io non capisco.”
“Non c’è nulla da capire Lili, … solo è arrivato il momento di mettere le carte in tavola!” Altro mezzo sorriso e altro sospiro, poi si è alzato in piedi lisciandosi i pantaloni “Aspetta qui un attimo.” Sono rimasta pietrificata a guardarlo uscire dalla stanza, davanti agli occhi ancora il suo sguardo tormentato, mentre la mia mente cercava di spiegarsi la strana piega che quella conversazione aveva preso, senza per altro riuscirci.
Ero completamente basita.
Dopo pochi minuti Jack è tornato da me. In mano reggeva una lettera.
Si è seduto di nuovo al mio fianco, fissava il pavimento. “C’è una cosa che non ti ho detto Lili.” ero tutt’orecchi ” Quando l’avvocato ci chiamò per la lettura della lettera che Marion aveva lasciato, oltre a leggere le sue volontà mi diede questa.” mentre parlava si rigirava tra le mani la busta con la chiara calligrafia di Marion: chissà perché in cuor mio immaginavo cosa ci fosse scritto “Non c’è granché di diverso da quello che aveva scritto su quella, chiamiamola ufficiale … salvo che … parla di noi due.” nel pronunciare quelle ultime due parole, Jack si è voltato verso di me e mi ha guardato negli occhi. Io, dal canto mio, ho sbarrato i miei, diventando di non so più quale colore: le mie intuizioni erano giuste, Marion gli aveva parlato dei miei sentimenti e lui si era sentito in dovere di ricambiarli
“Di me e di te?” ho chiesto, senza che la mia mente riuscisse a elaborare la frase.
Jack ha sorriso. Devo essergli sembrata un imbecille “ Si di me e di te piccola! Ti va di leggerla?”se prima avevo sbarrato gli occhi, ora li stavo spalancando.
Ho fissato la lettera come se fosse una qualche bestia velenosa da evitare accuratamente. Ma non potevo non leggerla, non avrei cambiato le cose. Jack comunque ne conosceva già il contenuto e io avrei passato tutto il resto della mia vita a domandarmi cosa diavolo dicesse.
Ho fatto un respiro profondo, poi ho annuito. Poi ho allungato la mano e l’ho presa.
Mentre la aprivo molti pensieri turbinavano nella mia mente, ma quello che predominava su tutti era il fatto che quella sarebbe stata la fine di tutto. La fine di me e di Jack e della nostra amicizia.
Poi l’ho avuta tra le mani: la lettera era consunta e spiegazzata, come se fosse stata letta e riletta molte volte. Mi sono fatta coraggio. E ho iniziato a leggerla.

Ciao amore mio,
Se stai leggendo questa lettera, significa che io non ce l’ho fatta.
So che la mia malattia è molto grave e che probabilmente non mi restano molti giorni da vivere, per questo ti scrivo.
Molte volte risulta difficile dire determinate cose alle persone che amiamo, più per loro che per noi stessi, così ho deciso di metterle su carta.

Eccola la mia Marion …

Conoscerti è stata la cosa più bella che mi sia mai capitata.
Con te ho conosciuto l’amore e l’amicizia veri. Ho avuto l’opportunità di avere una bambina bellissima e di avere al mio fianco una persona fantastica come Lili .

Ero esterrefatta … Marion aveva pensato a me … i miei occhi si sono riempiti di lacrime e ho faticato a trattenerle.

Ho passato momenti meravigliosi, momenti che non scorderò mai, grazie a te.
Ora però il mio tempo è scaduto. Vorrei restare ancora per molto, ma non mi è permesso . Quindi posso solo cercare di sistemare le cose al meglio, da questo letto in cui sono costretta.
Odio l’idea di dover lasciare soli te e Lynn, so che tu te la caveresti benissimo, sei un padre fantastico, ma so anche quanto sia difficile superare questi momenti da soli e quanto una voce amica possa essere preziosa.
So che ti arrabbierai quando saprai quello che ho fatto, ma alla fine credo che ne sarai molo felice.
Questa mattina Lili è venuta da me, le ho chiesto di stare con voi, di aiutarvi, di seguirvi e starvi vicino come una vera famiglia.

Ecco … stava per arrivare il momento! Quasi non avevo il coraggio di andare avanti, ma dovevo.
Ho chiuso gli occhi e poi li ho riaperti. E ho continuato.

Lei ha accettato. E’ una donna meravigliosa e vuole un sacco di bene a tutti e due. So che la sua vicinanza ti farà star meglio e ti aiuterà a superare il dolore e la difficoltà per la mia perdita. E poi … so che l’amavi Jack … e credo che lei non se ne sia andata mai dal tuo cuore.
Forse avrei dovuto farmi da parte, ma ero troppo debole e ti amavo, ... come ti amo ora.

Mi sono pietrificata davanti a quella rivelazione! Ho letto e riletto quella frase più volte. No. Non ci avevo visto doppio. Diceva proprio così!
La lettera ha tremato nelle mie mani.

So anche che sarai felice con lei. Non domandarti se è troppo presto, se stai facendo la cosa giusta. Amala e basta. Come hai fatto con me.
Voglio che tu viva la tua vita, che tu sia felice. Per Aileen e per te .
Ora ti devo salutare, comincio ad essere un po’ stanca.
Ti auguro una buona vita e che tu possa essere di nuovo felice.
Ciao Amore mio
Marion

Non so quanto tempo sono rimasta a fissare quelle parole scritte. Era come se il mio cervello non riuscisse a registrare bene quello che stavo leggendo.
Quelle frasi continuavano a balenarmi davanti agli occhi
… so che l’amavi Jack … e credo che lei non se ne sia andata mai dal tuo cuore.
Amala e basta.
Alla fine ho alzato lo sguardo su Jack. Lui mi fissava, pieno di aspettativa. Sul suo viso potevo leggere l’ansia di avere una risposta da me:  lui aspettava una risposta da me!
“Jack … è … vero quello che c’è scritto?" non ho potuto fare a meno di chiederglielo, dovevo assolutamente averne la certezza.
Lui si è passato una mano tra i capelli e mi ha rivolto un mezzo sorriso “Io … pensavo che tu te ne fossi accorta.”
Accorta? Io ? E sarei rimasta in quelle condizioni per tutti quegli anni?
“Jack … certo che non me ne sono accorta! E poi quando esattamente avrei dovuto accorgermene?” mi sarebbe piaciuto vedere la mia faccia in quel momento.
Lui ha sospirato “Bhe … da sempre Lili.”
Da sempre.
“Ricordi da bambini? Io venivo sempre in tuo aiuto, tu eri un po’ come la principessa delle favole per me! La mia principessa ! Poi siamo diventati grandi, tu sapevi benissimo difenderti da sola, ma non sopportavo tutti quei ragazzi che ti ronzavano intorno!“ ha scosso il capo “ Sai Lili, credo di aver odiato ogni tuo fidanzato, ogni tua fiamma! Chiunque ti abbia anche solo sfiorato con un dito!” Jack si è azzittito per un attimo, sembrava che finalmente fosse riuscito a svuotare il suo cuore e la sua anima, da quel fardello che doveva aver portato da sempre. Io invece ero basita. Completamente! Mi sono limitata a fissarlo a bocca aperta “Ho provato a fartelo capire sai,ho provato a comportarmi con te, come se fossi una ragazza qualunque, non la mia migliore amica … ma ogni volta che tentavo di farlo tu ti irrigidivi e ti tiravi indietro. Allora ho capito che forse per te non era la stessa cosa.”
Ora ero proprio esterrefatta: ricordavo benissimo l’episodio di cui parlava Jack, era stato l'anno prima che arrivasse Marion. Lui si era avvicinato a me più volte, in quel periodo il contatto fisico tra noi era frequente, di solito era lui a prendere l’iniziativa, ma io mi tiravo indietro. Lo ricordavo benissimo.
Lo facevo perché non potevo sopportare le sensazioni che mi provocava, anche se allora ancora non sapevo di amarlo. Ma avevo paura. Questo l’ho capito dopo.
“Poi è arrivata Marion … Io l’ho amata Lili, l’ho amata davvero … lei è stata un po’ la mia salvezza o sarei impazzito!” ha fatto mezzo sorriso, mentre ancora fissava il pavimento, ormai gli argini erano rotti e lui parlava come le parole scorressero in un fiume in piena, come se non potesse più trattenerle, io invece non ero ancora riuscita a dire nulla “Continuare a viverti accanto mentre tu non mi consideravi nemmeno era pazzesco! Ma mi sono innamorato di lei e la mia vita è andata avanti anche se l’averti sempre vicino … ecco, risvegliava sempre quella vecchia fiamma. Ma il non averti vicino era uno strazio peggiore, quindi ho sopportato, ho chiuso tutto in un angolo della mente e ho continuato. Amando Marion più che potevo! Ma ora lei è morta e tu sei qui, con me, nella mia casa, con la mia bambina giorno e notte. Io non ce la faccio Lili.”
L’ho guardato in viso. Lo teneva ancora abbassato, non potevo scorgere i suoi occhi, ma potevo vedere quanto fosse pallido e teso. Lui mi amava da tutto quel tempo e io non l’avevo mai capito! Potevo essere così stupida?
Sì, potevo! Potevo eccome!
Ero maledettamente stupida!
Dovevo fare qualcosa!
Ho allungato una mano e l’ho posata sulla sua, Jack si è voltato e mi ha guardato, con quei suoi occhi grigi tormentati.
“Jack, io sono senza parole davvero! Non me l’aspettavo … io … “Lui ha sospirato, poi senza che potessi continuare ha ripreso a parlare.
“Lili, piccola, non devi dire nulla! Sono io che devo smettere di provare queste sensazioni! Che devo smettere di sognare.”
Ma cosa stava dicendo! Dovevo fermare quello sproloquio!
“Jack ascoltami per favore! Smetti di parlare e ascoltami per un attimo!” ho alzato un po’ la voce, dovevo ottenere la sua attenzione, lui mi ha fissata, una luce interrogativa nei suoi occhi . L’ho guardato a lungo, poi ho posato il palmo della mia mano sulla sua guancia “Io ti amo.”
Ecco, finalmente l’avevo detto.
Lui ha spalancato gli occhi. “Ripetilo.” mi ha sussurrato.
Ho sorriso, sembrava così vulnerabile il mio Jack “Ti amo.”
Finalmente ha sorriso, sembrava incredulo, ma felice. Ha preso la mia mano tra le sue “Lili io … ma quando è successo, perché non me l’hai detto?”
“Hey Torton sta calmo!” ho scherzato io. Mi sentivo leggera, felice. Ancora non potevo crederci. Lui mi ha rivolto un sorriso di scusa “ A dire la verità non so quando sia successo, so solo che me ne sono resa conto quando è arrivata Marion, allora, ormai, era troppo tardi!”
“Dio Lili, avresti dovuto dirmelo!” ha protestato lui.
“Certo Jack! Sarei venuta da te e avrei rovinato la tua nuova storia d’amore che sembrava così importante, per dirti che io, l’eterna sfigata che non avevi mai considerato, era innamorata di te!”
“Il problema è che io ti consideravo invece, e molto!” ha protestato lui.
“Già, peccato che io fossi così stupida da non capirlo.” io gli ho rivolto un mezzo sorriso e lui mi ha fissato intensamente.
“Abbiamo perso un sacco di tempo.”mi ha sussurrato.
Ci ho pensato un attimo. Era vero. Avremmo potuto stare insieme da tempo. Ma a quale prezzo?
Allora ho sorriso “No Jack, non abbiamo perso nulla! Gli ho detto carezzandogli una guancia “Semplicemente non era il nostro momento! Se tutto questo fosse venuto a galla prima, non ci sarebbe stata Marion nella nostra vita e nemmeno Aileen.  Marion aveva così poco tempo e tu l’hai fatta felice, noi invece abbiamo tutta la vita.”
Jack ha sorriso “Come sempre hai ragione: bella e saggia!” mi ha attirato verso di sè facendomi appoggiare la testa sulla sua spalla e abbracciandomi stretta.
“Non sono bella Jack.”ho protestato, ma con in sorriso sulle labbra.
“Oh sì che lo sei amore!”mi ha risposto lui mentre mi accarezzava i capelli.
Amore!
 Non potevo credere alle mie orecchie!
Mi sono alzata a sedere di scatto e l’ho guardato “Ripetilo.”
Lui ha sorriso “Amore.”mi ha sussurrato.
Oh giubilo! Questa sì che si poteva chiamare felicità! L’ho abbracciato e l’ho baciato con passione! Poi ho appoggiato la testa nell’incavo del suo collo, non potevo fare a meno di pensare che era grazie a Marion, se alla fine tutto ciò era stato possibile. Era stata lei a volerlo, in un certo qual modo aveva pilotato tutto.
“Lei lo sapeva Jack: sapeva anche di me.” ho sussurrato ad un certo punto.
“Di chi parli?” mi ha domandato lui sollevandomi il mento.
“Di Marion. La nostra Marion. Lei sapeva che ti amavo!”lui mi ha fissato con sguardo confuso “No, non gliel’ho detto io, se è questo che ti stai domandando, semplicemente lei l’ha capito, come ha fatto con te!” ho fatto una pausa cercando le parole “ Quel giorno, quando mi ha chiesto di rimanere con te, mi ha detto So che l’hai sempre amato Lili … ho creduto di morire!”anche in quel momento ripensando a quelle parole non ho potuto fare a meno di arrossire.
Jack mi fissava senza dire nulla, non riuscivo a capire cosa contenesse il suo sguardo “Mi ha detto che era arrivato il momento di darti tutto l’amore che avevo dentro.”
A quel punto lui ha sospirato “La mia piccola coraggiosa Marion, ha vissuto tutto questo tempo con un fardello del genere sulle spalle.” mi ha accarezzato una guancia. Io ho sorriso.
“Era una tigre vestita da agnellino, la nostra Marion, basti pensare a come mi ha affrontato, quando stavate insieme da poco e io non le rivolgevo la parola!“
Jack ha sorriso” Ora posso capire finalmente perché lo facevi.“
“Già.“ ho fatto una pausa, in un attimo tutti i ricordi di Marion mi avevano assalita.
Jack mi ha fatto appoggiare la testa sulla sua spalla di nuovo. Potevo sentire il suo cuore che batteva all’impazzata. “Ti amo, lo sai?” mi ha sussurrato.
Ho chiuso gli occhi. “Ancora non mi sembra vero.“
“Ma lo è, tu sei la mia anima gemella Lili. Da sempre”
Ho alzato lo sguardo verso di lui e gli ho sorriso fissandolo in quegli occhi caldi. Non riuscivo ancora a crederci, ma Jack era mio.


*****
Non riesco a crederci nemmeno ora se vi devo dire la verità.
Questa notte io e Jack abbiamo fatto l’amore per la prima volta. E’ stato magnifico, non mi ero mai sentita così in vita mia. E’ come essere tornati a vivere dopo lungo tempo.
Quando mi sono svegliata accanto a lui questa mattina per un attimo mi sono domandata se fosse un sogno. Ma non lo era. Lui era davvero accanto a me.
L’ho abbracciato forte. Lui si è svegliato, felice come un bambino il giorno di Natale.
Avevo pensato che questa nuova intimità con lui mi avrebbe creato un po’ di imbarazzo, ma non è stato così. Tutto è naturale, come se nella nostra vita non avessimo fatto altro che stare insieme.
Abbiamo parlato tanto, dei nostri progetti, delle nostre vite future. Jack mi ha detto che vorrebbe sposarmi, anche se non vuole forzare il nostro rapporto, ora che è salito ad un livello così nuovo. Staremo a vedere come andrà fra di noi, anche se sento che sarà perfetto.
Non posso credere che qualcuno sia riuscito ad operare una tale magia. Solo qualche giorno fa non avrei nemmeno creduto che tutto questo fosse possibile. Ora invece ho con me l’uomo che amo e la bambina più bella del mondo.
Solo una persona manca all’appello per rendere tutto perfetto, ma quella persona non è più tra noi, anche se sono sicura che ci sta guardando dall’alto e sarà sicuramente felice.
Grazie Marion, sei riuscita a farci un regalo meraviglioso … la cosa più bella e preziosa per noi … l’amore .




* tratto dalla canzone "Zingara" del musical Notre Dame de Paris, di Riccardo Cocciante





Rileggendo la storia mi sono resa conto che c'era qualche problemino a livello di tempi verbali, poi me l'ha fatto notare anche Rowina con la sua recensione, così ho deciso di sistemarla! Probabilmente dovevo essere ubriaca l'ultima volta che l'ho riletta!XD
Ora dovrebbe funzionare, nel caso ci sia ancora qualcosa che non va vi invito a segnalarmelo, così potrò sistemare il tutto.
Approfitto di questo restauro per rispondere anche alle recensioni che mi avete lasciato.
Ringrazio Sherezade, Clopina, Tata, Sheila e Luigina per le bellissime recensioni! Sono davvero felice che vi sia piaciuta! Questa storia ha un significato particolare per me, forse perchè mi identifico molto in Lili.
Voglio ringraziare in particolar modo Elaisa e Rowina per le meravigliose e dettagliate recensioni, ragazze mi avete davvero commossa!
Approfitto anche per dire, a tutti coloro che sono rimasti incuriositi dalla mia Pungolina, che appena riesco a restaurare la storia, arriverà anche lei su questi schermi!
Grazie a tutti, di cuore!
Zietta
  
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