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Autore: pervinca potter    07/01/2012    7 recensioni
Il primo bacio di Vaniglia e Pervinca. Con i Coldplay ad accompagnare le loro giovani ed inesperte labbra.
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ciao a tutti :)
Torno con questa storia dove racconto in due capitoli separati il primo bacio di Vaniglia e Pervinca.
Nel testo di entrambi i capitoli ho inserito alcuni spezzoni di due brani dei Coldplay, secondo me molto adatti alla situazione delle due gemelle.. Il brano scelto per vaniglia è "The Scientist" ..
Spero che questa storia vi piaccia e aspetto i vostri commenti :)
Buona lettura :)




Lacrime di Mare (The Scientist)

“Portami nel posto dove mi scivevi le lettere.”
Accontentato.
Vaniglia e Jim stavano in piedi, dietro la balaustra, davanti a loro una mareggiata di quelle storiche.
-E’ qui. E qui che venivo per sciverti, per pensarti per…
-Per ?- chiese incuriosito il ragazzo.
-Nulla..-
 
Restarono a guardare il mare in tempesta per alcuni minuti.
Babu’ tra le note salate dell’acqua riusciva a percepire il profumo di Jim.
Jim, che era tornato da una settimana, dopo anni di assenza.
Ritrovarsi insieme a lui nello stesso posto dove veniva da sola, con l’anima in brandelli e il cuore in tempesta, come le onde era assurdo.
Lo guardo’ con la coda dell’occhio.
Il ragazzo fissava il mare dritto davanti a lui, lo sguardo indecifrabile.
 
La mente di Vaniglia era una tormenta di domande, sensazioni, pensieri contrastanti.
L’aveva pensata quanto lei aveva pensato lui?
Si era mai accorto della sua sofferenza che trasudava palesemente dalle parole d’inchiostro delle sue lettere?
Lei l’aveva aspettato.. patendo la solitudine assoluta per anni.
E forse lui nemmeno aveva capito il suo sacrificio.
Tornò a guardare il mare.
Si sentiva nelle stesse condizioni quella massa d’acqua: come le onde erano impotenti alla forza del vento, lei era impotente davanti al suo amore devastante che l’aveva trascinata per tutti questi anni.
 
-Vaniglia..-
Lei ora guardava davanti a se, persa nel suo mare di domande.

  • Mi hai mai davvero compreso in tutto questo tempo,Jim? Hai la minima idea di quello che ho passato? -
 
-Babu’, non capisco..- era.. rancore quello nella sua voce? RANCORE?
 
-Certo non capisci.. Io, Vaniglia, la bambina sempre sorridente, la ragazza sempre solare…ti è mai passato per la mente che anche io, in fondo, sono debole?-
 
-Ma tu sei meraviglios-
 
-Ahah- una risata amara scaturì dalla bocca della strega della luce.
-Caro Jim io non sono meravigliosa. Soffro come tutte le creature di questo mondo, sai. La mia capacità è quella di continuare a sorridere, ma dietro un sorriso non c’è quasi mai una persona serena.-
 
Girò la testa e lo guardò con una tale intensità che la forza del vento che distruggeva il mare davanti a loro era una brezza leggera in confronto a quello sguardo carico di TUTTO.
 
-Ho passato giorni bui come la notte Jim. Ti ho fatto una promessa e l’ho mantenuta.
Ma tu non ti sei mai reso conto di quanto è stato difficile per me.
Davanti a me non c’erano i tuoi occhi, il tuo sorriso, la tua pelle.
Solo inchiostro carta e solitudine.
Mi sono sentita abbandonata tante di quelle volte..
Mi sono sentita stupida..
Scrivere e scrivere..
Alimentare le mie speranze, il mio amore intingendo il pennino nell’inchiostro invece di stringere le tue mani nelle mie..
Era un’amore parallelo, fatto di nulla se non di parole, di lettere.
E quei lunghi periodi in cui non ricevevo la tua risposta..
I miei incubi, di giorno e di notte..
Per quanto ne sapevo potevi anche essere annegato in questo stesso mare..-
E accennò beffarda alla distesa di acqua ormai stremata davanti a loro.
- Jim io non sono immune a tutto ciò.
Mi chiamo Vaniglia, sono una strega della luce nota per la sua positività, ma nemmeno io riesco a sorridere con un’amore fatto di carta ed inchiostro.-
 
Jim era ammutolito.
Ogni parola un colpo, una coltellata.
Sentire parlare Vaniglia in quel modo era impensabile eppure quelle cose le aveva dette.
Ed erano vere.
Ora era accanto a lui, con i capelli sferzati dal vento. Un fascio di grano ondeggiante.
Il sale del mare era un tutt’uno con il sale delle sue lacrime, lunghi fiumi tra pesche ricoperte di margherite, le sue guance.
Due linee sottili come nastri di velluto, tenute strette a combattere contro un pianto che prepotente voleva uscire fuori e sbattere violento contro la sabbia ai loro piedi, imitando le onde contro gli scogli.
 
 
“Come up to meet you, tell you I’m sorry,
You don’t know how lovely you are.
I had to find you, tell you I need you,
Tell you I set you apart.

Tell me your secrets and ask me your questions,
Oh, lets go back to the start.”

 
 
 
 
Ora le lacrime di Jim erano giunte a fare compagnia a quelle di Vaniglia.
Guancia contro guancia, i cristalli d’anima fatti d’acqua si abbracciarono.
 
Vaniglia singhiozzava contro il suo petto, Jim che tentava di trattenere il suo pianto.
 
-Babu’…- respirò – non avevo mai realmente capito quello che hai passato in tutto questo tempo,fino ad ora. Non so cosa dire se non che mi dispiace io..- un singhiozzo – io .. non credo di poter vivere con la consapevolezza di averti fatto soffrire. Io.. Vaniglia potrei morire ora di dolore, per il dolore che ti ho provocato. Ma non posso. Non ora che sento il tuo cuore contro il mio. Non ora che ho di nuovo la tua luce.-
 
Una lacrima piena di rimorso cadde sulla testa di Babù che alzò la testa e avvicinò le labbra e come un ancora di salvataggio, si aggrapparono a quelle di Jim.
 
Erano abbracciati, le bocche fredde di tanti soli di solitudine, completamente zuppi di mareggiata, lacrime, giorni passati e rimorsi.
 
Quando riaprirono gli occhi e le labbra si separarono, le loro anime si erano scaldate, al fuoco del loro amore ritrovato.
 
E come quell’amore era giunto a riportare la luce nelle loro vite, il sole stava squarciando le nubi a riportare il calore al mare martoriato.
  

   
 
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