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Autore: JennyB    24/08/2006    3 recensioni
Quante volte la nostalgia ci fa lo sgambetto mentre corriamo felici e sorridenti incontro a chissà quale novità? Eh si..quando meno ce lo si aspetta arriva lei. Purtroppo è così, insomma, è pure normale rimpiangere i momeni migliori no? Ma capita che lo stato d'animo di per sè non sia dei migliori...e quindi si ha bisogno di una spalla su cui piangere...leggete di una piccola che di piangere non ne può più...e di un fratellone a dir poco unico.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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capitolo 1: dolce verità

...Quando il passato vi travolge non c'è metoto migliore per riprendervi se non posarvi su qualcuno che appartiene al vostro presente....

Perchè quello che è stato è stato, quello che è e quello che sarà dipende solo e unicamente da voi.

Coraggio gente, non fate niente di cui potreste pentirvi, e se non volete sbagliare...fate come me, siate voi stessi fino all'ultimo. Veri, sinceri. Anche se io l'ho capito troppo tardi, si può sempre rimediare. ;)

Jenny

Sorridi finchè puoi

Capitolo 1: Dolce Verità


Spesso capitava che la piccola si sentisse sola.. Quando i pensieri sovrastavano la sua serenità, un buio improvviso l’avvolgeva. Passavano ore ed ore, e le lacrime inarrestabili scendevano lungo il suo volto.


I suoi occhi stanchi e arrossati non chiedevano che comprensione.

-passerà...non ho fatto niente di male a nessuno a parte me, non merito tutto questo…- si diceva.


Erano trascorsi ormai parecchi giorni da quando aveva interrotto la sua relazione con Simone, dopo cinque mesi che stavano assieme.

Non pochi, nemmeno troppi, dipende dal punto di vista. Lei comunque ne aveva tanto sofferto, perché il loro era stato amore vero.

In fondo cinque mesi sono 150 giorni circa trascorsi sempre appresso alla stessa persona, tra loro si era creata un’intesa invidiabile e per la maggior parte del tempo tutto procedeva serenamente.


Nei momenti bui, grazie a Dio, c’era Andrea il fratellone di Jenni, che da sempre l’aiutava a risollevarsi un po’.


Ora la piccolina stava sdraiata sul letto con la vaga intenzione di farla finita però non sembrava esserne troppo convinta, premeva il viso addosso al cuscino senza concludere nulla…sapeva bene quanto vale la vita per potervi rinunciare così…


Andrea nel frattempo stava barricato in camera sua, ignaro del tutto di tutto, a studiare uno di quei mattoni che gli insegnanti tirano dietro ai laureandi per abitudine.

Eppure qualcosa gli suonava strano…perché non sentiva la sua sorellina cantare a squarciagola come sempre (nonostante le sue suppliche quotidiane)?

Perché non doveva cacciarla dal lettone come accadeva ogni giorno?

Perché non vedeva quel suo sorriso dolce sbucare da dietro la porta quasi per curiosare in un altro mondo?


Piegò l’angolo della pagina per poi non doverne sfogliare 300, chiuse il libro e lo posò sul comodino dove teneva decine di foto sue e di lei.


Lentamente uscì dalla sua stanza dirigendosi verso quella di Jenni.

-oh no.. Masini …- queste parole furono spontanee e prevedibili…

lei lo ascoltava soltanto quando si sentiva giù di morale, perché seguiva una sua strana convinzione: quando si sta male bisogni darci dentro fino in fondo in modo da sfogarsi una volta per tutte.


Lei e le sue idee strampalate. Quanto le voglio bene..”

Nel frattempo posò l’orecchio alla porta e tra la melodia deprimente e qualche frase non da meno sentì dei sospiri irregolari accompagnati da qualche singhiozzo soffocato.


Si sentì stringere il cuore. Quanta pena per un piccolo angelo. Lei che tra la gente sorrideva sempre e comunque, lei che prima di sé per principio metteva gli altri. Non meritava niente di tutto questo.

E lui? Lui cosa avrebbe potuto fare?


Passarono alcuni minuti…-di certo rimanendo qui ad origliare non combinerò niente- detto questo, si affrettò ad aprire la porta silenziosamente…le vide, fragile e indifesa come non mai.


-Ehi- fu solo un sussurro. Jenny si voltò, stravolta e stanca di piangere.


-Ah, sei tu.- Lo disse cercando inutilmente di mantenere stabile il tono della voce, camuffando i singhiozzi e gli inevitabili sospiri.


Poi per un attimo si rese conto della situazione. Imbarazzata strofinò il viso contro la manica, e questo per ripicca divenne gonfio e arrossato, anche se perlomeno asciutto.


Andrea a vederla così sorrise. –Sempre la solita, che t’importa di me? Fa finta di niente, no? Continua a sfogarti come fino a poco fa, in fondo a meno non devi rendere conto di niente-


La sua piccola tornò a distendersi, leggermente a disagio per via del cuscino troppo umido. Fissava il vuoto in silenzio. Lui in tutta risposta fissava lei. Passarono alcuni minuti e nessuno si azzardava a parlare, quasi avessero avuto timore di disturbare quella fragile intesa creatasi nel loro silenzio.


Non voglio spingerla a pensare, non più di quanto non lo faccia già; aspetterò un suo segnale..” è questo ciò che il fratellone pensava proprio mentre Jenni, insicura, spostava lo sguardo su di lui.

-Come non detto- non le negò quel piccolo gesto di conforto di cui sapeva, tanto aveva bisogno.

Sperando di non sbagliare le si sedette accanto. Lei non distolse lo sguardo ma non si mosse nemmeno.


Andrea delicatamente si fece spazio e dopo essersi accomodato discretamente le passò la mano tra i capelli. La piccola contro ogni previsione sembrò gradire il contatto e con tanta delicatezza di cui solo lei era capace, gli strinse l’altra mano; il bisogno di conforto era troppo, una lacrima tornò ad illuminare il suo viso stravolto.


-Sono qui piccola, sono qui- …il respiro di Jenni divenne via via più irregolare e lei si abbandono ad un pianto vero e disinibito come mai le era accaduto.


La situazione stava sfuggendo di mano ad Andrea che racchiuso nel suo silenzio iniziava a sentirsi a disagio intanto Masini con le sue maledette verità non aiutava di certo.


Rimasero entrambi ad aspettare senza nemmeno sapere che cosa…Lui si scostò appena per non pesare sulla sorellina…


-Dio, ti prego, non andare via! Quando ti ho sentito entrare avrei avuto voglia di cacciarti urlando ma sapevo che me ne sarei pentita. Ho tanto bisogno di affetto…mi manca, mi manca tanto!!- Mai era stata così sincera. Certo tra loro da sempre c’era un buon rapporto ma niente di così esplicito e dettagliato.


Lui però non si lasciò sorprendere, viste anche le sue innumerevoli riflessioni sulla sorella e la scelta azzardata (a parere suo) di chiudere con Simone. “Mi piaceva proprio quel tipo” Andrea lo aveva da subito appoggiato.“Si vedeva che le voleva bene davvero e questo sarebbe persino potuto bastare”.

Parole sagge. E anche Jenni ci teneva a lui. Non ne aveva mai dubitato, nemmeno per un attimo. Eppure…così, all’improvviso. Senza nemmeno un motivo!

Ed ora ecco lì. Confusa, sola…forse pentita, chi lo sa.


-Jenni..- Andrea più pensava meno parlava. Si accorse di dover dire qualcosa di vero ma non troppo profondo o la piccola sarebbe nuovamente degenerata…


-Lo so che ti manca, ti capisco. Ma quel ch’è fatto è fatto, non credi? Su via…devi tornare ad essere serena senza rimpiangere di continuo il passato- le asciugò delicatamente una lacrima, la guardò dolcemente e sorrise, Jenni afferrò al volo il significato di quanto le disse il suo fratellone. Gli fu grata anche di non essersi messo a ridere senza motivo com’era di loro abitudine, perché in quelle condizioni non avrebbe retto.


Sapeva di non poter tornare indietro. Però ogni luogo, ogni canzone, ogni cosa le ricordava il passato, le riportava alla mente quegli attimi meravigliosi di cui aveva tanta nostalgia. –Non ne posso più, ti giuro.-


Traccia n° 4, Cucciola, la canzone che Simone le aveva dedicato


-Ecco, vedi? Sembra che qualcuno lo faccia a posta!!- Lui capì i suoi sentimenti e l’aiutò a mettersi a sedere, la invitò senza parlare a posare il viso sulla sua spalla e la strinse a sé.


-Vedi cucciola mia, la vita è fatta di lacrime, sorrisi…non devi lasciare che i ricordi ti buttino giù, perché se sei stata felice, niente e nessuno ti impedisce di esserlo ancora. Sta a te essere forte e credere in quello che sei.–


Lei alzò lo sguardo. -E poi guardati,- continuò lui, -con quel nasetto perfetto….- qui lei sorrise, finalmente, e con tenerezza picchiò i pugni su di lui…-lo hai fatto a posta. Antipatico!- adesso rideva pure.


Ha hah ha.. Andrea sapeva benissimo delle sue paranoie, le conosceva una per una, il naso, a Jenni proprio non andava giù.


Lui intanto non smetteva un attimo di coccolarla, percepiva la sua gratitudine soltanto guardandola negli occhi.

-Si, l’ho fatto a posta, qualcosa in contrario?- questa sua confessione a “faccia scoperta” la spiazzò letteralmente così si limitò a sorridere ancora confusa a sbigottita…


-Grazie- gli disse. Lui rispose con semplicità, cercando di rassicurarla sin dall’espressione degli occhi…poi ironizzò un attimo, giusto per stabilire un’atmosfera più leggera e meno imbarazzante:

Tu continua a sorridere e potrai persino fare a meno di ringraziare- ..Jenni pensò che mai avrebbe potuto ripagare la sua presenza, la sua comprensione.


Forse però avrebbe potuto dargli i meriti che gli spettavano, decise. Chiuse gli occhi per un istante, sospirò, e sorrise, questa volta sincera e sicura.


-Grazie, lo sai che ti voglio bene?- Andrea che tanta spontaneità proprio non se l’aspettava, le rispose soltanto: - anch’io te ne voglio Jen, tanto-


Così, entrambi stupiti e allo stesso tempo entusiasti del nuovo rapporto creatosi tra di loro, scoppiarono a ridere, e tutto tornò alla normalità.

Lui che con le sue boccacce faceva sorridere lei, lei che con la sua semplicità raddolciva lui…questo per dire quanto basti poco, a volte, nella vita.


  
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