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Autore: IHateParades    07/01/2012    1 recensioni
"Una persona destinata ad essere una mia grande amica, o forse la mia peggiore nemica".
Cosa sarebbe successo se Talia non si fosse unita alle Cacciatrici? Come avrebbe reagito al suo ritorno al Campo Mezzosangue?
Piccola One Shot sul rapporto di amicizia Percy-Talia, secondo me non molto molto approfondito nei libri, ma che mi è sempre stato a cuore (:
SO di scrivere tantissimo anche quando non dovrei, tipo la parte descrittiva del viaggio è infinitamente lunga, ma vi prego di perdonarmi, è colpa della mia logorrea :P
E tra l'altro è diventata un pò più il racconto della storia di Talia visto da Percy, ma vabbè! Spero riusciate ad arrivare vivi alla fine ;)
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Percy Jackson, Talia Grace
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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MY BEST ENEMY- LA MIA MIGLIOR NEMICA

 

Il viaggio di ritorno fu piuttosto tranquillo.
Una leggera nebbia mattutina aleggiava sopra Manhattan mentre Argo, il nostro capo della sicurezza, ci riaccompagnava al campo.
Si era appena concluso un altro Consiglio degli dei e, fortunatamente, anche questa volta ero riuscito a non farmi disintegrare da quel simpatico gruppetto di creature ultrapotenti.
Accanto a me, sul sedile posteriore dell’auto che sfrecciava lungo l’autostrada per Long Island, sedevano Annabeth e Grover, entrambi addormentati sulle mie spalle; il mio amico mezzo capra russava così forte che mi chiedetti come facesse Annabeth a non svegliarsi, ma lei sembrava notare tutto quel rumore.
Seduta sul sedile anteriore, come chiaro segnale del non aver voglia di parlare con nessuno, sedeva Talia, lo sguardo fisso fuori dal finestrino e l’aria affranta.
Avrei voluto dirle qualcosa, cercare in qualche modo di tirarle su il morale, ma sapevo che quello non era di sicuro il momento né il luogo adatto. Mi limitai a lanciarle un sorriso che voleva essere consolatorio quando la vidi osservarmi dallo specchietto anteriore dell’auto, ma lei distolse immediatamente lo sguardo, come se la mia vista la addolorasse.
 
Giunti al Campo Mezzosangue ci fu ben poco da festeggiare: certo, eravamo tornati vivi dalla nostra impresa ed eravamo riusciti a recuperare Annabeth, ma avevamo perso due grandi amiche e ormai avevamo la triste consapevolezza che Luke stava facendo risorgere Crono e allo stesso modo sapevamo che, una volta portato a termine il suo malefico piano, sconfiggere il Signore dei Titani sarebbe stato davvero difficile.
Scoprì che Clarisse era tornata dalla sua missione segreta e che Chirone voleva convocare nel pomeriggio una riunione dei capi delle case per aggiornarci e decidere il da farsi; avrei voluto trascinarmi fino alla casa Tre e concedermi il tanto meritato riposo, ma sapevo che, iperattivo com’ero, non sarei riuscito a chiudere occhio.
C’era un pensiero che mi ronzava in testa, sentivo di dover fare qualcosa, così decisi di fare una passeggiata per schiarirmi le idee.
 
Il campo era piuttosto tranquillo, come succedeva sempre d’inverno quando la maggior parte dei mezzosangue ritornava a casa per trascorrere l’anno come dei comuni mortali.
Intravidi Beckendorf fuori dalle fucine soppesare un vecchio elmo arrugginito, come per decidere in cosa trasformarlo, salutai una ninfa che correva allegra per il bosco, ma mi stoppai solo quando scorsi Talia.
Era seduta rannicchiata sulla cima della collina, ai piedi del suo albero e scrutava il cielo nuvoloso con aria estremamente triste.
Mi arrampicai lentamente su per la collina, stanco morto a causa di tutto quello che avevo subito negli ultimi giorni e inciampai alcune volte nelle radici che spuntavano dal terreno, ma Talia non sembrò notarmi.
Arrivai sotto il pino e mi accasciai al suo fianco, lei si voltò a guardarmi ma non proferì parola.
-Come stai?- chiesi, e mi pentì quasi subito.
Come poteva stare? Che razza domanda era! A soli dodici anni si era sacrificata per salvare la vita dei suoi migliori amici e, una volta tornata umana aveva scoperto che il ragazzo che amava aveva tradito lei e voltato le spalle agli Dei per unirsi all’esercito maligno che voleva distruggere l’Olimpo; dulcis in fundo aveva affrontato Luke poche ore prima in duello mortale, che si era concluso con il corpo del ragazzo sfracellato tra le rocce per opera di lei stessa. Come diamine poteva stare in quel momento?!
A quel punto avrei scommesso mi insultasse, mi tirasse un pugno o cercasse di fulminarmi con un’occhiataccia, ma non fece niente di tutto ciò, il che mi fece stare ancora peggio.
Talia non rispose, si limitò a distogliere lo sguardo addolorata e a guardare l’erba umida sotto i suoi piedi mentre i suoi occhi si riempivano di lacrime.
Uno stupido Percy Jackson, sei davvero uno stupido.
Vederla lì, così inerme e affranta mi spezzava il cuore.
Certo, io e lei avevamo avuto spesso delle discussioni, ma in fondo l’affetto che provavo verso di lei era grande; probabilmente non l’avrei mai ammesso, nemmeno sotto tortura, ma era la migliore amica che avevo.
Quel silenzio era imbarazzante, ma non sapevo davvero cosa dire o fare, perciò decisi di lasciarla in pace. Mi stavo per alzare quando Talia rispose.
-Uno schifo.-
Il suo tono di voce era così impercettibile che sembrava quasi un sussurro, mi voltai a guardarla proprio mentre con il dorso della mano si asciugava le lacrime che le sbavavano l’eye-liner scuro.
Mi risedetti accanto a lei e le passai un braccio attorno alle spalle; ripensandoci ora non saprei davvero dire da dove mi venne quel gesto, ma credo al momento mi sembrasse la cosa migliore da fare per farle sapere che c’ero, che poteva ancora contare su di me.
 
-Tu come ti sentiresti- disse dopo qualche altro minuto di silenziosi singhiozzi repressi –se Annabeth domani decidesse di passare dalla parte del nemico, dopo tutto quello che hai fatto per lei?-
La sua domanda mi lasciò interdetto, non sapevo cosa rispondere e così le uniche parole che mi uscirono furono proprio quelle che Talia aveva pronunciato qualche minuto prima. –Uno schifo-
-Ecco, appunto. Vedi Percy, quando quest’estate il potere del Vello mi ha trasformato di nuovo in un essere umano ero davvero felice. Potevo finalmente riavere la mia vita, rivedere i miei amici, ricominciare a vivere dal punto in cui anni prima avevo smesso. Per me, meritata o meno, era una sorta di seconda occasione ed ero davvero intenzionata a non sprecarla. Passai i successivi tre giorni in infermeria cercando di riprendermi e nel frattempo immaginavo a quanto sarebbe stato bello passare un’estate al campo con i vecchi amici e con i nuovi- Sorrisi lievemente, capendo che quel nuovi era riferito a me, ma la lasciai parlare, considerato che ormai era come un vulcano in piena che eruttava senza tregua; -ma quando ripresi nuovamente le forze e decisi che era giunto il momento di andare a trovare i miei vecchi compagni d’avventura, scoprì ch…- la sua voce si incrinò e la strinsi un po’ più forte, sperando che in qualche modo la mia presenza potesse confortarla –scoprì che Luke se n’era andato. Sparito. Non solo era passato dalla parte del male e aveva reso i suoi  migliori servigi a Crono, ma aveva anche cercato di eliminare te e di distruggere il campo, il posto che per tanto tempo avevamo sognato mentre scappavamo dai mostri- Trasse un profondo respiro, poi mi fissò intensamente e i suoi occhi blu elettrico, così colmi di lacrime che a stento riusciva a trattenere, mi fecero rabbrividire –Ora dimmi Percy, tu come ti sentiresti?-
La fissai sentendomi il cuore pesante al solo pensiero di quanto quella ragazza aveva dovuto sopportare.
Talia era una tipa tosta, non si faceva mettere i piedi in testa da nessuno, ma mi resi conto, forse per la prima volta, che in fondo anche lei era umana e aveva dei sentimenti e che, anche se cercava sempre di non darlo a vedere, le sue ferite erano più profonde di quelle di chiunque altro.
Non aveva mai avuto una vita facile, eppure aveva sempre cercato di essere forte e seguire la strada giusta, nonostante le difficoltà che le si presentavano davanti.
Provai un grande senso di dispiacere misto ad orgoglio nel sapere di avere un’amica come lei, e proprio in quel momento mi resi conto di ciò che la rendeva così grande. Non era la sua bravura in battaglia o il coraggio che dimostrava, Talia era un eroina per le scelte che aveva compiuto.
Per lei sarebbe certamente stato più facile unirsi alla causa di Luke e passare il resto della sua vita trionfante con lui, ma aveva comunque deciso di schierarsi dalla parte opposta, anche se questo significava rinunciare all’utopia della vita perfetta che per anni aveva condiviso con il ragazzo che amava.
-Sai- disse dopo un pò come se mi avesse letto nel pensiero –per un istante, prima sul monte Tam, sono stata tentata di dare ascolto a Luke. Il potere di distruggere l’Olimpo è un’enormità ed i…-
-Talia- la interruppi prima che potesse dire altro – hai fatto la scelta migliore. Non sempre la via giusta è quella più facile, ma io credo tu abbia agito davvero bene, anche se questo ha portato alla…- mi stoppai un attimo, ma poi decisi che era giusto guardare in faccia la realtà –alla morte di Luke.-
Mi aspettavo che Talia scoppiasse a piangere, ma si limitò a scuotere la testa in segno di disapprovazione.
-Luke non è morto- mi rispose – non so come spiegartelo, ma…lo sento. Crono non avrebbe mai permesso che il suo migliore alleato potesse venire schiacciato così da un’insulsa ragazzina.-
Soffocò un singhiozzo e affondò il viso tra le mani, ma la costrinsi ad alzare gli occhi –Talia- la richiamai e lei alzò lentamente lo sguardo verso me-sei stata coraggiosa, sul serio. Non devi pentirti di quello che hai fatto, Luke ha scelto la sua strada, e noi la nostra-
Mi fissò, ma non saprei descrivere cosa esprimessero i suoi occhi. Dolore, sofferenza, ma forse anche speranza.
-Sai- sussurrò –io conoscevo bene Luke prima di…beh, prima del tradimento, e so che può sembrare folle, ma io sono ancora convinta che prima o poi si pentirà di tutto quello che ha fatto, e in qualche modo riparerà i suoi errori.-
La sua ostinazione mi infastidiva, mi ricordava Annabeth e la sua convinzione che in fondo Luke non fosse davvero cattivo; probabilmente lì ero l’unico che si rendeva conto di cosa stesse facendo quel ragazzo e di quante volte avesse provato ad uccidermi, ma decisi comunque di non spezzare i sogni di Talia. Aveva sofferto troppo, e non ero certo io la persona adatta a distruggere le sue speranze.
-Si- le sussurrai – forse hai ragione.-
Rimanemmo qualche altro minuto in silenzio, poi lei mi mormorò un grazie soffocato.
-Sei un cretino la maggior parte delle volte, ma a quanto pare sai essere anche un buon amico-
Credo che insultarmi le facesse bene, considerato il timido sorriso che si aprì sul suo volto mentre parlava, perciò la stuzzicai ancora di più –oh io sarei il cretino? Chi è che nell’ultima partita di Caccia alla Bandiera si è fatto soffiare la vittoria?-
Talia iniziò ad imprecare e mi tirò un pugno sulle costole. Mi mancò il respiro per un attimo, ma sorrisi. In un modo o nell’altro ero riuscito a consolare la mia grande amica/nemica.
-Ci sarò sempre per te- le dissi all’improvviso mentre ci alzavamo per tornare al campo –quando avrai bisogno potrai sempre contare su di me. La maggior parte delle volte sei insopportabile, ma alla fine sei davvero la – mi stoppai, non sapendo bene come definirla –la mia miglior nemica- decisi infine.-
Talia sorrise e mi strinse in un abbraccio di gratitudine, anche se sapevo quanto lei odiasse l’essere sdolcinati.
-Andiamo Testa d’alghe- mi disse quando mi lasciò –abbiamo una riunione a cui presenziare e un esercito di mostri da distruggere- .
 

  
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