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Autore: Chaike    07/01/2012    1 recensioni
Prima di tutto voglio ringraziare mio fratello, che mi ha aiutato a rendere la storia un po' più "da brivido" all'inizio. E poi lo vorrei mandare a quel paese per avermi lasciato dopo aver fatto nemmeno metà della storia :"D
Come si sa i video dei Linkin Park escono dalla mente di Mr. Hahn. Ma come se la è inventa?
Ecco una fanfic dove spiega come è nato il video di One Step Closer, uno dei loro più grandi successi.
Tutto è nato con la voglia di dormire...
Genere: Dark, Horror, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Joe Hahn
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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L’oscurità mi avvolge. Avanzo, tastando il buio attorno a me nella ricerca di qualcosa che non mi lasci solo in questo oblio.
Avanzando nel buio urto qualcosa con il piede per poi concepire che esso è un gradino. Scopro che questo è solo il primo, gradino, di una scalinata che conduce in alto.
Questa salita mi raggela l’animo che mi esorta a salire.
Durante la salita cerco ancora invano almeno il contatto con il muro o qualsiasi altra superficie. Ma ciò che mi avvolge è il silenzio mostruoso ed un’oscurità ignota.
Raggiunta la cima di questa scalinata ho l’orrida sensazione di essere davanti a qualcosa. Non voglio sapere cosa sia, ma le mie azioni sono guidate dal sogno.
Allungo la mano tremante, ma la ritraggo subito, stringendomela al petto perché al primo contatto mi si è gelata.
Tasto lo stesso quella fredda e ruvida superficie con entrambe le mani, cercando di non badare alla sua temperatura, e con quella destra scovo una maniglia.
Ringrazio Dio, nella speranza che questa porta mi conduca alla salvezza di questo mio incubo.
Cerco di girare la maniglia, ma al secondo tentativo mi pare di morire: non si apre, perché? Dio ti supplico, tirami fuori di qui!
Comincio a tirare, a spingere e a scuotere questa maledetta maniglia che non gira, e comincio a sudare freddo.
Un rumore sordo mi fa allarmare. Sgrano gli occhi ed ho l’orrenda visione di vedere il pomo nella mio palmo, si era staccata.
Imprecare è l’unica cosa che mi viene da fare oltre a quella di tirare pugni alla porta.
Sento un cigolio. Ormai non so se esserne felice o impaurito.
Si è aperta.
La luce bianca che si materializza dietro ad essa mi acceca, ma mi spingono verso di lei lo stesso.
Esco e finalmente sento qualcosa e capisco dove sono: macchine, clacson, luci, voci, risate, sono in una città.
Adesso c’è troppo rumore, troppo assordante!
Mi rifugio in un vicolo, dove vedo un gruppo di quattro ragazzi e ragazze, che a guardarli sembrano delle mie stesse origini.
Mi avvicino a loro e mi salutano, come se mi conoscessero, ma io non ho la più pallida idea di chi siano. Parlano, ma non capisco di cosa; non cerco nemmeno di capire una parola, sarebbe tempo perso.
Scorgo un movimento nella penombra al fondo del vicolo. Cerco di mettere a fuoco, ma adesso è come se non avessi gli occhiali. Catturo l’attenzione degli altri con un “Hey!” ed indico quella figura nera, che adesso vedo essere una persona bassa incappucciata in un mantello nero. Tutti si girano e lo contemplano, nel tentativo di capire chi sia o cosa sia.
Questo ci vede, si sente osservato, e ci fissa mentre cammina verso di noi
Noi rimaniamo pietrificati, non riusciamo a muoverci. Non sappiamo che fare. Ho paura e sento il sangue raggelarsi quando scruto il suo viso verde pallido. Voglio scappar via urlando, ma non posso. Sono bloccato da non so cosa.
Svolta a sinistra e sparisce dietro ad una porta.
Una ragazza del gruppo mi afferra per il polso e ridacchiando mi trascina on lei verso l’entrata di quel posto buio. Io mi dimeno, ma è come se non lo stessi facendo. Non voglio andare lì dentro, mi è fin troppo familiare, non in senso buono purtroppo.
Scendiamo delle scale. Oh mio Dio, non di nuovo …
Arriviamo ed un odore nauseante m’invade i polmoni. Vorrei trattenere il respiro, ma non riesco. Perché?
La luce ha un colore strano … Adesso lo inquadro bene: è verde azzurro. Ci sono molti rifiuti maleodoranti sparsi qua e là abbandonati al loro destino. Sento in sottofondo uno scrosciare d’acqua. Realizzo: sono nelle fogne della città.
Andiamo avanti, senza meta.
Ma che ca … La ragazza mi ha appena buttato giù, dietro ad una pila di casse di legno abbandonate e ammuffite, odorano di pesce andato a male …
« Ma che ti piglia? » le chiedo. Mi fa segno di stare zitto e indica davanti a noi
Mi metto di fianco a lei e assisto allo spettacolo più … Più … Non riesco a descriverlo adesso che lo sto vedendo. Posso dire solo che è inquietante.
Uno squadrone di “persone” – sempre se le posso considerare tali – vestite di rosso, le facce sono … Verdi …
Ho paura.
Alcuni volteggiano in aria, tra capriole e mosse di Tai Chi, altri invece hanno degli specie di coltelli e si esercitano dimenandoli a mezz’aria.
Un urlo a squarciagola, mostruosamente forte e terrificante, ci sta spaccando i timpani.
Ma che fanno? Adesso stanno volteggiando tutti in aria, allineati e fanno tutti le stesse mosse e … Ed uno è in testa in giù e … Sta’ urlando come un matto “Stai zitto! Stai zitto!”, perché? Urla come un forsennato, fa paura, la sua voce è tremenda.
Adesso che l’ascolto meglio … Questa voce la conosco! Vi prego, datemi tempo, voglio capire di chi è, lui può essere la mia salvezza e mi potrà forse portare via da questo incubo infinito!
La ragazza affianco a me urta una cassa che ci teneva nascosti da quei esseri, ed il rumore rimbomba in tutta la fogna. La guardò con il viso pallido, non voglio sapere cosa ci succederà adesso …
Mi giro di nuovo verso ai quei esseri e vedo uno spettacolo ancora più terrificante: ci fissano, tutti, ci hanno scoperto.
Oh Merda! Ci stanno inseguendo! Corri, diamine, corri!
Vedo la ragazza che corre davanti a me e mi sento morire, perché lei ha già raggiunto l’uscita ed io sono ancora lì, vicino a quelle maledette luride casse che non riesco a muovermi nonostante il mio “correre”. E’ come se qualcosa mi tiene, ma non c’è niente. Perché? PERCHE’?!
Ho il cuore in gola e tento senza smettere questa inutile corsa verso l’uscita.
Alle mie spalle sento la presenza di qualcuno. Ho paura di girarmi, ma lo faccio lo stesso.
Giro lentamente la testa e mi esplode il cuore, mi ritrovo in questa situazione orribile in cui l’essere che prima era a testa in giù a gridare, adesso è davanti a me, vicinissimo, che mi fissa con i suoi occhi neri iniettati di orrore e di malvagità.
Sto balbettando qualcosa, nella ricerca di una giustificazione nemmeno richiesta e necessaria.
Ma questo mi azzittisce con uno dei suoi gridi raccapriccianti con uno “STAI ZITTO!”
Mi si accappona la pelle, sto morendo. Morire in un sogno non è possibile, ma in un sogno di questo genere, raccapricciante, è possibile eccome.
E di nuovo nella mia testa mi ritorna il pensiero “io questa voce l’ho già sentita”.
Ma che fa? Aiuto! Ha appena spalancato le fauci piene di saliva per divorarmi!
AIUTO!!
« Joe? » vengo richiamato al mondo reale da un’altra voce altrettanto familiare, mentre sento scuotermi come un pupazzo.
Spalanco gli occhi, con ancora lo sguardo spaventato: è Brad.
« Che-che cosa c’è? D-dove …» chiedo confuso e mi guardo attorno: siamo nella sala di registrazione e Chester è dentro che sta registrando la sua parte di una canzone del nostro primo ed ufficiale album, Hybrid Theory.
« Chester sta per finire, toca a Mike adesso e devi dargli il cambio alla closh. »
Non l’ascolto, sono troppo preso dalla voce di Chester, che come un pazzo sta sbraitando contro all’innocente microfono
« SHUT UP WHEN I’M TALKING TO YOU! ».
Guardo Brad « Ho il filmato pronto nella mia mente per questa canzone, ditemi quando, ed io vi farò un capolavoro. »
   
 
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