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Autore: Vengeance of soul    07/01/2012    1 recensioni
Ed eccomi qui, a macinare chilometri con la mia vecchia auto scassata per poterli raggiungere sotto un palco a Long Beach, come una semplice fan, quale sono, e per poi stritolarli e ubriacarci come siamo soliti fare.
Mi mancavano quei quattro ragazzoni.
Genere: Demenziale, Generale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Synyster Gates, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Rieccomi ad aggiornare gente, questo è il penultimo capitolo tra quelli che ho pronti e ciò significa che devo mettermi buonabuonina a scrivere :'D
Detto questo, buona lettura :3


Mi sveglio che è pomeriggio inoltrato, di fatti mi trovo sola nella camera con il lenzuolo fin sopra la testa che non appena viene spostato fa volare un bigliettino poggiato sul cuscino di Gates.

hey tu, se magari la smettessi di dormire così tanto te l’avrei detto direttamente io che siamo alle prove. Quando ti svegli raggiungici che Baker ha già rotto le palle di mattina, pure da post sbronza. Ah e vedi di non contorcerti come stanotte, ricordati che  hai sempre un tatuaggio fatto da pochissimo, sta attenta minchiona. A dopo

Scoppio a ridere, mi alzo e mi rifilo in bagno a farmi una doccia.

Esco dopo una ventina di minuti, prendo i vestiti e girando in jeans e reggiseno becco sulla sedia una delle magliette di Syn che rubo ed infilo.
Oggi sarà una giornata da casino allucinante. Vado alle prove con i ragazzi, pranzo con non so cosa, riprove e stasera c’è il concerto, e direi che è pure ora, mi sono rotta di sopportarli sbronzi da depressi, voglio vederli sbronzi ma con quella carica di adrenalina che gli rimane addosso dopo i concerti.

Arrivo nella sede della Warner Bros. di Long Beach, fuori c’è un casino allucinante, mi faccio spazio tra la folla e mi ritrovo letteralmente catapultata sul bancone della reception con Maddie che mi guarda sconvolta – Emily, entrare con più delicatezza? - -Dillo a quei coglioni qui fuori Madd! I ragazzi? - - saletta tre, occhio che urlano e non so il perché! – le faccio l’occhiolino e mi infilo in uno degli ascensori liberi, che c’avranno da urlare quelli.

Spalanco la porta facendo sussultare Zacky che si ritrova a far cadere la birra a terra – hahaha sempre il solito coglione, eh Vee? - -ma vaffanculo cretina, mai pensato di bussare? - -Dovrei? Non mi pare che nessuno di voi abbia una delle due mani dentro la patta dei pantaloni, quindi non serviva! – gli lancio un sorriso di scherno seguito da un suo dito medio e  vado a fare le boccacce davanti al vetro della saletta di registrazione dove Shads sta provando Afterlife, o meglio, dove provava, esce fuori e mi stritola alzandomi dal pavimento. Capisco che son nana, ma a me l’altezza non è che piaccia così tanto.
- Oh, ma tu hai deciso di rifarti il guardaroba a spese mie? – alle mie spalle spunta Syn con una birra in mano, tirandomi una pacca sulla spalla come se avessi la sua stessa stazza, e per tutta risposta si prende una manata nello stomaco.
- Che ve ne pare? -  dico alzando la maglia per mostrare il tatuaggio al resto della band –tu sei schizzata, ma la smetti di tatuarti? - -zitto Matt, sei geloso solo perché stavolta non mi hai tatuato tu, pff!-  scoppiano a ridere e io li seguo a ruota – nono, aspettate, ma voi due, invece di fare porcate tutta la notte nella stessa camera, passate il tempo a tatuarvi? - - CHRIST! – Syn si strozza e io scoppio a ridere – hahahaha, Christ, meglio tatuarsi che andare a letto con Gates, c’è poca roba, manco il divertimento! – Gates mi guarda male mentre i ragazzi tutt’intorno scoppiano in risate rumorose – Fottiti stronza! - - Ti piacereeeebbe! – mi butto sul divanetto rubando la birra ad Arin seduto a fianco a me e mi metto a ridere ancora sotto lo sguardo omicida di Brian.

I ragazzi partono a cazzeggiare tirandosi ogni sorta di oggetto presente nella camera, io dal canto mio non sono da meno, prendo un cuscino e becco preciso in testa Johnny che mi svuota la birra in testa.

- Jonathan Seward, inizia a correre nano malefico, perché se ti prendo di faccio penzolare dalla finestra! – inizio a rincorrere Johnny, che nonostante le sue gambette tozze da nano riesce ancora a correre bene, quando mi tocca fermarmi per l’eccessiva vibrazione del mio cellulare che rischia di farmi partire una gamba se continua.

 “Pronto?”
“Emily, tesoro, sono mamma.”
“Mamma?! Come mai questa chiamata, ti costa un pozzo di soldi, lo sai?”
parte tutto un discorso in italiano che i ragazzi non capiscono, a parte qualche parola colta qua e là e le parolacce che continuo a ripetere a raffica. Cazzo, quelle le hanno imparate bene.
“Okay mamma, ci sentiamo. Ti voglio bene.”

Chiudo la chiamata più acida di un limone sfatto, passando tiro un calcio a Seward che si è messo in mezzo e mi butto sul divano urlando insulti in italiano e non riuscendo ad accendere
decentemente una sigaretta.

- Oh! Spiegarci che è successo? No?! – Zacky scazzato mi toglie la sigaretta dalle mani, accendendola e ripassandomela subito dopo.

- Porca Eva troia! – urlo, tanto c’è almost easy di sottofondo, posso pure non crearmi problemi – smettila di incazzarti in italiano, grazie. Ci spieghi?! – i ragazzi iniziano a spazientirsi, ma mi conoscono, prima di far incazzare loro è meglio che mi disincazzi io, tutta sta gente nervosa in una sola camera non va bene.

- Tranquilli ragazzi, niente. - - hahahaha divertente, hai appena finito di urlare insulti nella tua lingua natia, cosa che hai fatto per venti minuti, e non c’è niente? Ah ragazzina, se non ti conoscessimo c’avresti preso per il culo sicuramente – Matt e le sue uscite profonde, seh, quanto un cesso ovvio.
- Vaffanculo. Volete sapere? Okay, ve lo dico. Devo partire per l’Italia. Ora, ho il tempo di fare il biglietto e salire sul primo aereo. Ora che ve l’ho detto, mi lasciate stare? – le bocche dei ragazzi si spalancano e mi guardano sconvolti – perché? – Arin mi guarda seduto di fianco a me nel divanetto con la testa riversa da un lato  - semplice, mia cugina, o chiamatela anche troia bionda e senza un neurone. Oppure potete scegliere un nome a caso delle sorelle Di Benedetto, gli somiglia molto, siccome è incinta, entro due settimane si sposa, e non so per quale assurdo motivo, io sono una delle sue damigelle.
La odio cazzo, ancora più di prima. -  i ragazzi continuano a fissarmi e inizio a snervarmi, così esco dalla saletta.

Spero davvero che il capitolo vi sia piaciuto, ogni recensione è sempre beneaccetta.
Alla prossima bella gente, un bacio :3

- Emily. 
  
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