Fanfic su artisti musicali > Avenged Sevenfold
Segui la storia  |       
Autore: Rey Sullivan    08/01/2012    0 recensioni
Dovevo ritenermi fortunata ad averli incontrati in un bar. Caspita, quando sarebbe capitato un'altra volta? E soprattutto, quante possibilità c'erano che chiedessero proprio a me, ragazza inutile, di partire con loro? Naturalmente accettai ma ad una sola condizione... "Possono venire anche i miei amici e mia sorella?" domandai. "Certo che possono venire!" rispose Matthew.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

                                                 Seize The Day

 

I ragazzi dormirono fino a tardi, quando a svegliarli fu Matteo rientrato dalla serata passata fuori con una ragazza. I primi che si svegliarono sentendo l'amico entrare furono Matt, Johnny, Rosy e Miri.

 

«Buongiorno Matteo»

«'Giorno cugino. Oh, ciao Miri, ciao Rosy.»

«Ciao» risposero in sincrono.

«Avete dormito qua?»

«Evidentemente sì. Cristo, che ore sono?» disse Rosy.

«12:00 credo.»

«Cosa?!» esclamò Miri.

«Ssssh» zittì Johnny. A Brian scappò un verso e poi si rigirò poggiando la mano sopra Zacky. Matt si mise a ridere svegliando l'amico che era appena stato colpito.

«Che succede!» esclamò lui.

«Niente, mi sono messo a ridere per il verso che ha fatto Brian!» rispose Matt tornando a sghignazzare. Zacky si alzò da terra e si diresse da Miriana.

«Buongiorno piccola» e gli diede un bacio in fronte. I ragazzi si misero a chiacchierare e pian piano si svegliarono tutti. Gli unici a dormire ancora erano Jimmy e Jes.

«Guarda quelli, Brì!» disse Zacky indicando i due che dormivano. Lei aveva la testa appoggiata al petto di Jimmy e lo teneva abbracciato mentre Jimmy la cingeva ai fianchi con il braccio destro e la mano appoggiata alla sua pancia scoperta. Brian infastidito andò dai due e con la punta del piede calciava piano la testa di Jimmy facendola muovere da sinistra verso destra e continuava a dire: «Jimmy, alzati! E' tardi, cazzo! Svegliati!».

 

Dopo varie volte che Brian faceva fare a Jimmy quel movimento, lui e Jes si svegliarono.

 

"Chi cazzo è che si muove in quel modo!"

«Vaffanculo Brian! Lasciami dormire!»

«Zitto Jimmy! Alza il culo da terra!»

«No!»

«Jimmy, cazzo!»

«STATEVI ZITTI!» urlai incazzata. Aprì gli occhi e mi ritrovai addosso a Jimmy. Mi sedetti a terra.

«Buongiorno a tutti». Dopo mi alzai, ero scalza. I ragazzi mi diedero il buongiorno con un bacio mentre Jimmy mi abbracciò. Dopo un po' anche Brian venne a darmi il buongiorno e si avvicinò per darmi un bacio ma lo scansai dicendo: «Levati. Non voglio nessun bacio da te.»

«Pe-perchè?»

«Mi hai svegliata bruscamente e rimarrò nervosa». Andai alla ricerca delle mie scarpe quando le trovai allora le indossai poi presi le chiavi e dissi: «Io me ne vado. Ciao a tutti.»

«Dove vai?» mi chiese Matteo.

«A lavoro.»

«Ma non ti aveva dato una settimana e 5 giorni?» si intromise Vincenzo.

«Mi annoia a stare cinque giorni senza fare un tubo. Lasciami andare.»

«Allora io vengo con te.»

«No Vincè, te rimani qui con loro. Io prima devo passare da casa a vestirmi e poi devo andare a lavoro e se sto ancora qui a discutere con te faccio tardi. Anzi, sono già in ritardo». Feci per andarmene quando mi sentii afferrare per un braccio, mi girai ed era Brian.

«Cosa vuoi.»

«Hai detto che sei nervosa giusto?»

«Sì, e allora?»

«Allora non puoi lavorare se sei nervosa, potresti rivolgerti male ai clienti e rischiare che vadano a parlare con il proprietario, ovvero tuo cugino, e se gli chiedono di licenziarti lui dovrà farlo.»

«Beh ecco... Dannazione!»

«Ora ti stai qui» concluse lasciandomi il braccio.

«Ehm va bene ma io non rimango qua conciata così.»

«Vado a casa di Rosy e vi porto i vestiti?» chiese Antonio.

«E come vorresti andarci che non hai superato l'esame di guida.»

«Oh... E Vincenzo lo ha superato?»

«No, Anto» rispose lui.

«Ci vado io con Antonio» disse Johnny. Rosy annuì e diede le chiavi di casa ad Antonio e poi ci fu una discussione con Sam perchè non voleva dare a Johnny le chiavi dell'auto. Dopo vari tentativi di farla ragionare, lei cedette e gli consegnò le chiavi. Così, Johnny e Antonio uscirono dall'hotel e andarono a casa di Rosy. Nel mentre la nuova coppietta, Matt e Sam, era impegnata a sbaciucchiarsi. "Disgustoso" pensai.

«Jes vuoi del caffè?»

«No, grazie». Ad interrompere i miei pensieri fu Jimmy.

«Ok.»

«Lei non beve caffè» si intromise Rosy.

«Perchè?» domandò Brian. Abbassai la testa. "Sta vedere che figura di merda che mi fa fare".

«Oh, la caffeina le da alla testa. Incomincia a sparare stronzate e a saltellare da tutte le parti.»

«Grazie per lo sputtanamento Rò» dissi imbarazzata e rossa in viso. Lei mi fece una linguaccia.

«Ahahahah che carina». "Oddio ha detto che..." pensai lasciando la frase a metà. Arrossii ancora. Dopo un po' mi stancai di stare alzata allora, non trovando un posto dove potermi sedere, mi accomodai a terra. Il mio sguardo si posò su Haner. Se ne accorse e si sedette accanto a me. Mi girai e guardai il pavimento.

«Che hai?» chiese.

«Niente.»

«Sicura?»

«Mi sembri preoccupato» cercai di cambiare discorso.

«Io? No, non sono per niente preoccupato...»

«Mhm... Ok.»

«Va bene». Fine del dialogo. Iniziò a darmi fastidio la sua presenza. Il perché? Non lo so. Dovevo trovare un modo per allontanarmi da lui senza fargli sospettare niente. Mentre pensavo ad una via di fuga Sullivan mi chiamò: «Ehi Jes. Dormito bene?»

«Ehm… Sì, che domanda stupida Jimmy» dissi sospirando.

«Sono comodo vero?» rise e mi unii a lui.

«Sì Jimmy, sei la persona più comoda che conosco» risposi ancora ridendo. Lui si avvicinò a me, mi porse la mano e l'afferrai. Mi fece alzare, continuava a tenermi la mano, poi, con quella libera, prese il mio braccio sinistro e lo poggio sopra la sua spalla, lasciò il braccio e poi mise la sua mano nella mia schiena avvicinandomi a se. Mi sorrise e iniziammo a ballare. Io scoppiai a ridere e lui invece: «... I see my vision burn, I feel my memories fade with time but I'm too young to worry. A melody, a memory, or just one picture». "Che voce meravigliosa" pensai. Prese a cantare vicino al mio orecchio e mi vennero i brividi poi vidi Brian sbuffare e andarsene fuori a fumare. Feci finta di niente e rimasi a ballare con Jimmy quando, chissà chi fu ad aprire la porta, arrivarono Antonio e Johnny.

«Jimmy! Leva le mani da Jes, su su.»

«Che c'è Antonio sei geloso?»

«Sì» disse scherzando, poi lui e il caro James scoppiarono in una grossa risata.

«Qua ci sono i vostri vestiti, il bagno è la difronte se dovete anche lavarvi.»

«Johnny mi sembra logico che dobbiamo lavarci» disse Rosy con un sorriso. La prima a prepararsi fu proprio lei che in pochi minuti si lavò e si vestì, la seconda fu Sam che fece tutto di fretta per poter ritornare tra le braccia di Matt. Dopo andò Miri mentre io continuavo a parlare con Jimmy, Antonio, Zacky e Vincenzo. Quando lei finì andai io e ci stesi un bel po'.

 

Miri, vedendo Brian ancora fuori, si precipitò da lui.

 

«Ehi Brì» gli sorrise.

«Ohi Miri» la guardò.

«Come mai ancora fuori? L'hai finita la sigaretta, no? Perchè non rientri adesso?»

«Ehi ehi! Una alla volta per favore. Mi sembra un interrogatorio» rise.

«Ahahah dai rispondimi» disse dandogli un leggero pizzicotto.

«Mhm.. Voglio stare fuori. Non posso?»

«Certo che puoi... Dirlo a qualcun'altra! Io non ti conosco ma so che stai mentendo quindi... Voglio la verità» rispose inarcando le sopracciglia.

«Io... Avevo bisogno di silenzio per dare una risposta ad una domanda che mi ronza in testa, tutto qui» disse facendo spallucce.

«E questa domanda sarebbe... ?»

«Mi chiedo se Jimmy ci stia provando con Jes.»

«Io non so che risponderti perchè non conosco neanche Jimmy, non so come si comporti quando flirta con le ragazze ma comunque a me sembra di sì. Ma visto che a te Jes non piace non dovrebbe essere un problema». Era in attesa di una risposta. "Come si dice... Mettere il coltello nella piaga. Lei lo ha fatto" pensò Brian. Non rispose.

«Giusto, Gates? Non ho ragione?» insistette.

«Sì, hai ragione ma...» si fermò. "Perfetto Haner, dimmi la verità" pensò Miriana.

«Ma... Cosa?»

«Noi domani partiamo e non avrà più la possibilità di vederla» disse abbassando lo sguardo. Miriana si immobilizzò.

«Do-domani?»

«Sì». Lei prese fiato e mettendo da parte la tristezza di non poter più vedere Zachary disse: «E' davvero questo il motivo o quello vero lo tieni nascosto dentro di te?»

«E' davvero questo.»

«Di me ti puoi fidare» disse lei toccandogli una spalla.

«Se te lo dico... Mi prometti che non ti metti a ridere, che non pensi che sia un cretino e un depravato?»

«Te lo prometto» rispose continuando ad annuire. Prese fiato e dopo parlò: «Allora... Io... Io, a me... Ok, calma. Quando l'ho vista su quel palco io ho perso la testa. "Deve essere mia" avevo detto a me stesso, ma quando provo ad avvicinarmi io mi paralizzo e lei... Beh lei mi scansa e mi fa male. Mi fa male vedere lei che non gli importa niente di me, mi fa male vederla abbracciata a Jimmy. Quando mi sfiora mi viene la pelle d'oca e il cuore inizia a battere forte, quando mi sorride vorrei prenderla e abbracciarla, vorrei poter baciare le sue labbra, toccargli i capelli, accarezzargli il viso. Non posso fare a meno di... Di pensarla. Per tutta la settimana in cui non ci siamo visti era nei miei pensieri. Ho provato a distrarmi in tutti i modi ma niente, lei era sempre lì. Tutto questo è stupido lo so ma... Mi sento un cretino, e che io non ho mai fatto così per nessuna ragazza! Non so che mi prende e ora che noi dobbiamo partire ci starò ancora più male visto che non la vedrò più. Non so che fare, vorrei portarla con me e se anche fosse possibile e glielo chiedessi lei mi risponderebbe di no e avrei un'altra delusione in più. Questa è la verità. Non dire niente a nessuno. Lo sai solo tu e voglio che sia così fino a quando non lo decido io». Miriana rimase sbigottita, senza parole. Aveva gli occhi lucidi, voleva mettersi a piangere, cosa che non faceva mai, ma preferì tenersi le lacrime e parlare con lui.

«Beh, vedi Brian, Sam, Rosy, Antonio, Vincenzo ed io pensiamo che anche Jes provi qualcosa per te...»

«Davvero?» domandò speranzoso.

«Sì Brian, non abbatterti.»

«Ma rimane lo stesso il problema che noi dobbiamo ritornare in California.»

«Oh, vero». Miri si girò per guardare dentro e vide uscire Jes dal bagno.

«Ehm, Brì. Io entro un attimo.»

«Ok» disse immerso nei suoi pensieri.

 

Così Miriana entrò dentro e avvicinandosi a Jes le sussurrò: "Va da Brian". Jes non rispose e guardando Miri che andò ad abbracciare Zacky, capì che doveva essere successo qualcosa di terribile quindi andò da Brian.

 

"Chissà cosa gli avrà detto. Mi sembrava triste quando ha abbracciato Vee". Mi fermai di colpo, era girato e mi guardava, anche lui, triste.

«Ehi Brian, tutto bene?» chiesi preoccupata.

«Sì va tutto alla grande.»

«Non sembra, che ti è successo?»

«N-niente» balbettò, poi abbassò lo sguardo allora mi avvicinai e lo abbracciai forte. All'inizio lui rimase immobile ma poi ricambiò l'abbraccio.

«Grazie» disse.

«Di cosa?» domandai, poi alzai la testa e lo guardai confusa. Notai che aveva il viso rosso ma non dissi nulla, non volevo rovinare quel momento aprendo la mia stupida boccaccia.

«Dell'abbraccio. Ne avevo bisogno» mi sorrise.

«Non è niente. Se hai un problema e non sai con chi parlarne io ci sono... Almeno fino a quando non andrete via...» dissi tenendo la tristezza dentro di me. Appoggiai la testa al suo petto.

«Partiamo domani». Per un minuto intero rimasi con gli occhi spalancati e a bocca aperta poi sciolsi l'abbraccio e lo guardai. Finalmente riuscii a spiccicare parola.

«Domani?»

«Sì.»

«A che ora?»

«Di mattina, verso le 10 o 11. Perché?»

«Ti dispiace se vi vengo a salutare?»

«Come una sorta di addio?»

«Vorrei che non fosse così ma.. Sì, un addio.»

«Allora puoi stare a casa» disse, mi scansò ed entrò dentro. Ci rimasi male quindi decisi di stare un po' fuori dopo rientrai. Miriana mi guardò e capì che era successo qualcosa ma le sorrisi come per dirle "tranquilla" e mi piazzai accanto a Rosy. Poi dissi: «Allora, Sevenfold, dovete dirci niente? Mhm?». "Sì, sono una stronza" pensai. I ragazzi si guardarono poi Matt parlò: «Domani mattina partiamo.»

«Cosa Matt?!» domandò Samantha urlando. Miri abbassò lo sguardo e Vee la guardò triste, Rosy guardò Johnny e lui ricambiò lo sguardo afflitto, Jimmy mi fissava turbato, Brian sembrava impassibile, Matt era dispiaciuto, Antonio se ne stava fregando e Vincenzo mi guardava con rimproverò, io avevo le sopracciglia inarcate.

«Sì, Sam. Mi dispiace...»

«Ti volevi solo divertire con me, vero?» chiese arrabbiata.

«No Sam! Tu mi piaci davvero tanto. E poi prima di saltare alle conclusioni devo chiedere una cosa a Jes». Si avvicinò ai suoi amici e gli parlò sottovoce. Johnny e Vee sorrisero, Jimmy esultò e Brian annuì. Matt si avvicinò a me e disse: «Vieni in California con noi». Non risposi e lo guardai con la bocca aperta senza riuscire a spiccicare parola. Dovevo ritenermi fortunata ad averli incontrati in un bar. Caspita, quando sarebbe capitato un'altra volta? E soprattutto, quante possibilità c'erano che chiedessero proprio a me, ragazza inutile, di partire con loro?  Naturalmente accettai ma ad una sola condizione... 

«Possono venire anche i miei amici e mia sorella?» domandai.

«Certo che possono venire!» rispose entusiasta Matthew.

«D-d-davvero Matt?»

«Sì, Sam. Beh, stavo pensando di far conoscere la voce di Jes a un tot di persone. Non si sa mai cosa potrebbe accadere» disse lui sorridendogli.

«Oh che bello!» esclamò Miriana.

«C'è un problema...»

«Quale, Jes?» chiese Brian.

«I nostri genitori» rispose Sam guardandomi.

«Tu problemi non ne hai Sam. Ricordi? 21 anni...»

«Embè? Tu ne devi fare 19!»

«Mhm...»

«Voi? Avete problemi?» chiese Vee guardando Miri.

«No. Noi no. Antonio ha i genitori a Napoli e lui è sceso qua per, storia lunga un'altra volta ve lo dico, Vincenzo vive con Antonio, i genitori sono andati a vivere in Germania, i miei genitori mi devono fare ancora il regalo di compleanno quindi non diranno niente e Rosy... Beh, i suoi genitori si fidano ciecamente quindi anche lei non ha problemi» spiegò Miriana.

«Oh Miri, perchè non hai festeggiato per il tuo compleanno?» chiese Antonio.

«Perchè voglio festeggiarlo con Jes» rispose lei facendogli una linguaccia.

«Che diciannovenne persa che sei» disse Antonio ridendo. Miri non rispose. Jimmy si avvicinò a me: «Ehi, non puoi chiederlo ai tuoi?» domandò giocherellando con una ciocca dei miei capelli.

«Sì, glielo chiederò ma non ti assicuro niente, Jimmy.»

«Scusa Jimmy, potresti smetterla di attorcigliarti nel dito i capelli di Jes? Mi sta innervosendo.»

«Mhm? Non guardare allora.»

«E' più forte di me, per favore...»

«Va bene» rispose lasciando la ciocca. «Chiamali adesso» continuò.

«A-adesso? Ma sei pazzo?»

«Forse. Su dai. Chiamali». Annuii e uscii fuori per chiamare mia madre.

 

Mentre Jes era impegnata a telefonare ai suoi genitori ci fu una piccola discussione...

 

«Grazie» sussurrò Brian a Miriana. Lei non gli rispose.

«Dimmi la verità, ti dava davvero fastidio oppure lo hai fatto perchè Brì è geloso?» domandò Jimmy a Miriana.

«Cosa? No, l'ho detto perchè mi stavano venendo i nervi.»

«E' davvero questo?»

«Sì.»

«Ma dai Miri! Si vede lontano 2 km che Brian è geloso! E' inutile che te lo difendi!» si intromise Antonio.

«Ma sta zitto. Non mi conosci quindi evita di dire certe stronzate» rispose calmo Brian.

«Vorresti dire che non è così?» ribatté Antonio.

«No. Fine della discussione.»

«Antonio piantala. Non puoi costringere una persona a darti ragione solo perché a te da quell'impressione.»

«Rosy ha ragione» rispose Sam. Le due amiche si girarono a guardare Miriana come per dirle "poi ci dirai tutta la verità". Quando la discussione finì lo sguardo dei ragazzi andò su Jes che era presa a gesticolare nervosamente mentre parlava al telefono e dopo si sentì un "Sì va bene, ciao", frase che fu capita solo dagli amici di lei. Dopo chiuse il telefono e rientrò.

 

Appena tornò dentro, Jimmy gli andò incontro.

 

«Allora?» chiese Sullivan guardandomi speranzoso.

«Mah, niente Sam ha culo. Fate tutti un buon viaggio» dissi guardandoli. Poi presi le chiavi che uno dei due, Johnny e Antonio, posarono sul tavolino al centro del salotto e me ne uscii dall' Hotel. Salii in macchina e andai al bar.

«Ehi Jes! Come stai?» domandò Emanuele contendo di vedermi.

«Bene» risposi distaccata mentre mi dirigevo al bancone per prendermi una birra. L'aprii e mi andai a sedere in un tavolo. Dopo un po' che vagavo sui miei pensieri, Lele venne da me con un'altra birra in mano.

«Tieni, ti è finita» disse passandomela.

«Grazie» risposi afferrandola e bevendone un sorso.

«Che ti è successo? Mi sembri un po' incazzata.»

«Va alla cassa, hai clienti.»

«Non preoccuparti per questo, c'è Rossella alla cassa e sua sorella al bancone.»

«Oh, come va con Ross?» chiesi cercando di cambiare discorso.

«Abbiamo fatto 2 anni proprio 3 giorni fa, quindi va benissimo. Comunque, mi vuoi dire che ti è successo?»

«Ci pensi quei sei ragazzi americani che erano venuti qua? Quando io, Vincenzo e Rosy ci siamo diplomati?»

«Mhm... Sì, ricordo.»

«Mi hanno chiesto di partire con loro per la California. Sam ci può andare visto che sta con uno di loro. La mia bocca non riesce a stare chiusa ma anche se non glielo dicevo a lei davano il permesso... Comunque, Rosy, Miri, Vincenzo e Antonio possono partire. I miei non vogliono, quindi da domani io ritorno a lavorare.»

«Ehi Jes, mi dispiace, non è giusto.»

«Già» risposi bevendo un altro po' di birra.

«Dai, magari vedendoti così triste e incazzata cambiano idea tra qualche giorno.»

«Sì, peccato che partono domani mattina...» abbassai lo sguardo.

«Ti piace fare pazzie?» mi chiese. Lo guardai confusa.

«Cos'hai in mente.»

«'sta notte, fai le valigie e vai dai quei ragazzi e poi la mattina parti con loro.»

«Sarebbe una buona idea ma...»

«Ma?»

«Ma i miei si sveglieranno sicuramente per salutare mia sorella quindi mi verranno a cercare...»

«Minchia vero. Non ci avevo pensato... Beh, prova a convincerli adesso.»

«Ci proverò quando torno a casa.»

«Ooooh, così ti voglio! Dammi il cinque!»

«Ahahah che scemo» dissi battendo la mano in quella sua. Poi si scusò e andò ad aiutare la sua fidanzata e la cognata. Mentre sorseggiavo tranquilla la mia birra due ragazzi varcarono la soglia del locale. "Brian? Jimmy? Che ci fanno qua?". Si vennero a sedere al tavolo dove mi trovavo.

«Salve signorina, disturbiamo?»

«Sì» risposi guardando Jimmy che mi aveva fatto la domanda.

«Mi scusi allora» continuò lui ridendo. Mi alzai e feci per andarmene quando sentii dire da Jimmy "Cogli l'attimo". Doveva averlo detto a Brian. Prima di uscire fuori mi girai e salutai con un gesto veloce della mano a Emanuele, poi lo sguardo andò da Jimmy, che si dirigeva alla cassa, e Brian che anche lui si stava alzando, dopo uscii dal bar e presi a camminare fino a raggiungere la macchina. Mi fermai subito dopo essere arrivata davanti all'auto perchè il sole mi aveva accecata e in quel momento...

«Ehi, posso parlarti?» chiese Brian. Non mi girai.

«No, non puoi.»

«E dai, non fare così» si lamentò facendomi girare.

«Cosa intendeva Jimmy con la frase "Cogli l'attimo"?»

«Oh, l'hai sentita. Ahahah, non lo so nemmeno io. Lui è tutto fuso» ritornò a ridere.

«Che vuoi?»

«Mi dispiace che non puoi venire, volevo solo dirti che non mi scorderò di te.»

«Oh sì, certo. A quante altre ragazze hai detto la stessa frase?»

«E smettila. Non mi aiuti così, per niente.»

«Non sono brava ad aiutare le persone.»

«Vedo...»

«Tutto qua quello che mi dovevi dire?»

«Sì... Però c'è un'altra cosa.»

«Sarebbe?»

«Ehm...» abbassò lo sguardo. Iniziavo a spazientirmi e glielo feci notare, allora lui mi bloccò poggiando le mani alla macchina facendomi restare in mezzo alle sue braccia.

«C-che stai facendo?»

«Dammi il tempo e lo vedrai». Rimasi immobile e lui iniziò ad avvicinarsi. I nostri nasi si toccarono e il mio respiro si fece affannoso, lui lo notò e, guardandomi negli occhi, fece un sorriso sghembo, poi li chiuse e le nostre labbra si toccarono. Non riuscivo a muovermi, volevo spingerlo via ma le mie braccia erano paralizzate quando un ragazzo passò per quella strada suonando il clacson e urlando "Uuuuuuh!", allora calciai la sua gamba destra.

«Ahi!»

«Sc-scusa.»

«Sei impazzita?»

«Io? Sei tu quello pazzo! Non dovevi baciarmi!»

«Chi ha baciato chi?» domandò Jimmy. "E come se non bastasse arriva un altro a rompere!"

«Per favore Jim... Evita.»

«Ooook Brì Brì, tanto poi mi dirai tutto» scoppiò a ridere. «Jes, ci accompagni all'hotel? Così ti prendi le tue amiche. Le hai abbandonate lì.»

«A loro non dispiace, ma va bene. Vi accompagno. Salite su». Salimmo in auto, Jimmy davanti con me e Brian dietro. Mentre guidavo verso l'hotel calò un silenzio tombale che fu spezzato da Jimmy che mandava baci "all'aria" come per farci il verso.

«Jimmy smettila.»

«Smettere di fare cosa?» chiese.

«Lo sai. Piantala.»

«Perché? Che sto facendo?» chiese con un sorriso beffardo. Lo guardai con la coda dell'occhio: «Niente Jimmy, niente». Il silenzio calò nuovamente.

«Scusa» disse Brian.

«Scusa? Davvero?» chiesi. Mi scappò un sorriso ma lo ritrassi subito per evitare che qualcuno lo vedesse o almeno che Brian non lo notasse visto che Jimmy lo aveva visto.

«Sì. Era solo un modo per dire: "Non dimenticarti di me"» disse. Dal retrovisore lo vidi abbassare la testa, sembrava dispiaciuto. Non risposi e mentre tornavo a guardare la strada lo vidi sorridere.

«Ehm, non lo considerare come un bacio.»

«Oh, non lo considero proprio.»

«Bene. Il nostro primo bacio dovrà essere più... Passionale, sì» rise.

«Non ci sarà nessun bacio tra me e te. Levatelo dalla testa.»

«Questo si vedrà con il tempo.»

«Certo». Strinsi il volante e accelerai.

«Ne sono sicuro». Feci per accostare e frenai di colpo.

«Scendi.»

«Perché?» chiese. Mi slacciai la cintura e mi girai a guardarlo. Lo trovai davanti al mio viso.

«Perché stai rompendo un po' troppo.»

«Oppure sai che alla fine cederai?» domandò socchiudendo gli occhi a mo di sfida.

«Non lo calcolare Jes, metti in moto l'auto e andiamo» si intromise Jimmy. Annuii, mi girai, mi allacciai la cintura e ritornai a guidare. "Non cederò mai". Jimmy si mise a canticchiare e così i nervi che avevo fatto andarono via. "Jimmy... E' così simpatico e divertente. Anche molto dolce". Sospirai.

«Ti sei calmata?» chiese lui.

«Sì.»

«Meglio così». Arrivammo a destinazione, i due scesero dall'auto ed entrarono in hotel. Sam, Miri, Rosy, Vincenzo e Antonio mi raggiunsero. Miri si mise davanti, Sam e Rosy dietro, poi abbassai il finestrino e dissi: «Voi non venite?»

«No, ci facciamo un giro a piedi. Andiamo a comprare qualcosa per.. Ecco, per il viaggio» disse Antonio.

«Ok e non fare così. Non preoccuparti per me. Ho in mente un piano...» gli sorrisi.

«Sapevo che non ti saresti arresa!» esclamò Vincenzo. Poi ci salutarono e andarono via. Accesi la macchina e iniziai a guidare verso casa di Rosy. Per tutto il tragitto nessuno spiccicò parola quando...

«Ehi Jes posso dirti una cosa senza che ti incazzi?»

«Sì Miri». Girai la curva e arrivai a casa di Rosy. Fermai la vettura.

«Brian ci ha detto del "bacio".»

«Chiamalo bacio. Le nostre labbra si sono appena toccate. Gli ho dato un calcio.»

«Quanto sei scema» disse Sam.

«Beh, Sam. Non tutte posso essere come te... Infondo tu avrai la possibilità di averlo accanto, io no. E poi mi ha detto che era un modo per farsi ricordare di lui» abbassai lo sguardo.

«Sì, però ti ha anche detto che il "vostro primo bacio" dovrà essere più passionale.»

«Rò... Non ci sarà nessun altro bacio.»

«Io credo di sì. Soprattutto se convinci i tuoi a farti partire.»

«Se mai dovessi riuscirci e partirei con voi, sta sicura che io e Brian non avremo mai un dialogo...»

«Poveraccio Jes. Quello sembra che ti muore dietro!» esclamò Sam.

«Sembra...»

«No no... E' così» confermò Miri.

«Che stai blaterando M?»

«Niente Jè. Più in là ti spiegherò» disse sorridendomi. Annuii.

«Va beh ragazze. Io vado, faccio le valigie, saluto i miei e dopo cena vengo da te Sam.»

«Ok Rosy. A più tardi. Ciao.»

«Ciao» salutammo Miri ed io. Rosy ricambiò il saluto con un gesto e poi scese dall'auto. Ripresi a guidare verso casa di M. e intanto accesi la radio per evitare l'argomento "Brian".

«Aumenta! Aumenta!» urlò Sam.

«Perché?»

«Seize The Day!»

«Ok ok! Calmati». Aumentai. Erano loro e Sam, sentendo la voce di Matt, sembrava in estasi e Miri non era da meno. "Patetiche" pensai a guardare le loro espressioni da ebeti. Poi ci fu un pezzo che già avevo sentito: "I see my vision burn, I feel my memories fade with time but I'm too young to worry. A melody, a memory, or just one picture". Jimmy l'aveva intonata quando Johnny e Antonio erano usciti per andarci a prendere i vestiti. Mi scappò un sorriso quando si spense perché arrivò l'assolo di Gates e mi si irrigidirono i muscoli, le farfalline nello stomaco si fecero sentire, iniziai a sudare freddo e le guance bruciavano. "Ora sono io la patetica". La canzone finì e il Dj presentò quella successiava che stavano per trasmettere: «"Una ragazza ci scrive: "Potreste trasmettere Wake Me Up When September Ends dei Green Day? Oggi io e il mio ragazzo facciamo un mese e questa è la nostra canzone. Grazie mille". Certo Anna, eccola. Go!

«Oddio adoro questa canzone!» esclamò Sam. Lei ed io iniziamo a cantarla. Quando la canzone finì arrivammo a casa di Miri.

«Ok, stessa cosa di Rosy. A più tardi.»

«Ciao!» salutammo mia sorella ed io. Poi guidai fino a casa.

 

Quando le due sorelle arrivarono a destinazione, a casa trovarono anche il padre. Jes andò direttamente in camera senza salutare i genitori. Non pranzò e non cenò, rimase tutto il giorno lì quando il padre e la madre vollero parlagli.

 

«Samantha, potresti uscire un attimo dalla stanza?» chiese la madre. Lei annuì e uscì. Jes era sdraiata sul suo letto, adagiata sul fianco sinistro, lo sguardo rivolto al muro che le veniva di fronte e abbracciava il cuscino. Aveva pianto.

«Jessica?» chiamò il padre. Non rispose e non si voltò.

«Non fare così...» disse la madre.

«Non è giusto» disse con voce tremolante.

«Lo sappiamo ma io e tuo padre non possiamo farvi andare via entrambe. Lei ha ventun anni e tu...»

«... quasi 19» disse dura interrompendoli.

«Sì... Jessica, a noi dispiace. Lo sai che non possiamo vedervi tristi però non potete partire tutti e due.»

«Pà lo ha appena detto mamma. Per favore! Neanche voi sapete il perché non volete farmi andare. Potrei crearmi un futuro e facendo così non mi aiutate» rispose e poi scoppiò a piangere. I suoi genitori si guardarono negli occhi quando il padre annuì. La madre si avvicinò e toccandole una spalla la fece girare e poi fece cenno al marito di sedersi nel letto accanto a Jes.

«Ci tieni così tanto a partire con quei ragazzi?»

«Sì mamma... Tanto» rispose abbassando lo sguardo e asciugandosi il viso con le mani.

«Ti piace uno di loro per caso?»

«E' ancora presto per dirlo, ma non è per questo che voglio partire.»

«Beh, se ci tieni così tanto allora dovresti andare.»

«Davvero papà?» chiese speranzosa.

«Sì» rispose. Poi rivolse lo sguardo verso la madre e lei annuì. Jes li abbracciò ringraziandoli.

 

Dopo che Jes convinse i suoi Sam rientrò in camera e le chiese il "verdetto". La sorella rispose che lo avrebbe detto quando ci sarebbero state le altre. Dopo un'ora circa Miri e Rosy arrivarono.

 

«Jes dovrebbe darci una notizia» disse Sam.

«Oh. Su dai parla.»

«Ok Rò. Allora, ho parlato con i miei e...» lasciai in sospeso la frase.

«E...?» domandò Miri impaziente.

«Niente, parto anche io». Mi saltarono addosso e cademmo tutte e quattro sopra il letto di Sam e scoppiamo a ridere.

«NON. RE-SPIRO!» urlai quasi senza fiato. Con fatica Sam si alzò lasciando Rosy libera, poi si alzò lei e infine Miri. Presi un bel respiro.

«Aaaaah! Finalmente! Aria!» esclamai. Gli raccontai tutta la discussione tra me e i miei genitori quando poi Vincenzo chiamo Sam. Gli disse che lui e Antonio dormivano dai ragazzi e quindi domani mattina si facevano trovare lì. Intanto io preparai la mia valigia con vestiti che indossavo spesso. "Jeans e T-shirt". Quando finii parlammo per un bel po' dopo andammo a letto.




P.s.:  Quando dice "...dopo si sentì un "Sì va bene, ciao", frase che fu capita solo dagli amici di lei." ora spiego. In poche parole: Visto che parlava con la madre usava la lingua madre. Naturalmente i Sevenfold sono americane e non capivano cio' che Jes diceva. Viva Capitan Ovvio<3
Potreste trovare degli errori che magari a me sono sfugiti durante la correzione, chiedo scusa. Lasciate una recenzione, mi farebbe piacere ^^
Baci, Non Lo So Haner<3

  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Avenged Sevenfold / Vai alla pagina dell'autore: Rey Sullivan