Ciao Vash!

Volevo augurarti buon Natale e un anno coi fiocchi!

Tua Clara

Quelle parole le si erano stampate a fuoco nella mente e continuava a ripensarci,ossesivamente.

Camminava decisa,il biglettino stretto in mano.L'aveva trovato mentre puliva la soffitta.

Era dentro ad uno scatolone pieno di vecchie cianfrusaglie: Vestiti vecchi,giocattoli,tantissimi giocattoli,soprattutto animaletti di legno.E il biglietto.

Nonappena letto aveva sentito qualcosa infiammarsi nel petto e mille domande affollarle la mente: Chi era questa Clara? Che rapporti aveva con suo fratello? Perchè lui non glie ne aveva mai parlato?

Prima che se ne rendesse conto era già in strada,decisa a scoprire chi fosse quella fantomatica Clara.

Che non viveva poi così lontano,erano addirittura nello stesso cantone!

Lo stesso cantone.....

Ripensò a quando Vash e quando le aveva proposto di andare a vivere in una villetta,in Ticino.

Diceva che da lì poteva controllare meglio il confine,ma ora Lily aveva seri dubbi della veridicità di quell'affermazione.

Ricontrollò l'indirizzo sul biglietto.

Bellinzona,in centro.....

Non era mai stata a Bellinzona e,in una situazione normale,le sarebbe pure piaciuta,con la sua aria decisamente medievale,ma non era dell'umore e il cielo era dello stesso avviso.Dei grossi nuvoloni neri promettevano pioggia imminente.

Proprio quando riuscì a trovare l'indirizzo si mise a piovere a dirotto ma a Lily non importava:l'aveva trovata.

Terzo piano di una palazzina con bar allegato.

“Clara” diceva semplicemente la targhetta del citofono.

Ricontrollò velocemente tutti i nomi.Nessun'altra Clara abitava lì e l'indirizzo era giusto.

Prese un profondo respiro e suonò.

Dopo alcuni secondi,che alla povera ragazza parvero anni,una voce maschile rispose al citofono.

-Pronto?-

“E adesso?” -M-mi chiamo Lily,Clara è in casa?- Chiese,con le ginocchia che tremavano.

-Clara? È uscita.- Rispose la voce.Sembrava stupito. -Aspetti lì,la faccio entrare.-

“Entrare?!” -No,no,posso passare un altra volta,non c'è problema!- Ma l'altro aveva già riattaccato.

Dopo poco tempo arrivò un ragazzo che gli aprì la porta,sorridendo.

Non doveva avere più di una ventina d'anni.I capelli erano neri corvini e un famigliare ricciolo rivolto verso l'alto spuntava in mezzo alla frangetta.

-Ciao,io sono Iacopo.- E tese la mano.

-Io sono Lily,piacere.- E strinse con titubanza la mano del ragazzo che prese a fissarla con gli occhi color pece.

-Non sei di qui,vero?-

La ragazza scosse la testa e Iacopo sorrise.

-Va bene,ho capito.Qui fa troppo freddo per parlare come si deve,sù,entra.-

Disse,prendendole la mano e trascinandola sù per le scale.

Suo malgrado, Lily si ritrovò ad arrossire.

Se suo fratello l'avesse vista,in quel momento,il povero Iacopo si sarebbe ritrovato in ospedale in meno di dieci secondi.

L'appartamento era abbastanza spazioso e,se ci fosse stato il sole,sarebbe stato anche luminoso.

C'era la sala,completa di divanetto bianco,televisore,tavolino di vetro con sopra delle riviste ed un PC, e tappeto rosso e blù.

E un balconcino.

La cucina,subito lì,a destra,era piccola e con ancora dei piatti sporchi sul tavolo.

-Vieni,vieni,il divano è comodo!- Disse Iacopo,con il solito sorriso.

Lily cominciava a sospettare che fosse italiano.

Dopo che si fù accomodata partì l'”interrogatorio”.

-Sei un amica di Clara?-

-Ehmm..Ecco..non proprio...- E arrossì.

-Uhmm..Ok! Se sei una pazza omicida almeno non attaccherai prima me! Sei una pazza omicida?- Chiese poi,guardandola con aria seria.

Lily non capiva se fosse stupido o se volesse solo scherzare.

-Ovviamente no!- Sbottò,provocando un attacco di ridarella al ragazzo.

Continuò a ridere per un momento e Lily pensò che era decisamente una reazione esagerata.

-Ok,terza domanda.- Disse,asciugandosi le lacrime provocate dal troppo ridere.

-Sei fidanzata?-

La naturalezza con cui pose la domanda lasciò sbigottita la povera bionda.

-N..no-

Il ragazzo le rivolse un sorriso sornione.

-È strano.Sei molto carina!- Disse,facendola di nuovo arrossire.

-G-grazie.-Disse,imbarazzatissima.

Proprio in quel momento la porta si spalancò.