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Autore: Woland in Moskau    08/01/2012    0 recensioni
"Ci sono tante di quelle storie che ognuna delle sette miliardi di persone che popolano la Terra potrebbe raccontare. Storie di amore, di odio, di guerra, di pace, banali, interessanti, brevi o lunghe. In ogni caso, ognuna di questa è un piccolo frammento di chi la racconta, che in un certo senso decide, per i più svariati e biasimabili (o non) motivi, di condividerla con chiunque abbia voglia di ascoltarlo.
Al che dirai, ebbene? Ebbene oggi sento che sia arrivato il mio turno di spartire qualcosa con una piccola -o grande- parte di mondo che abbia voglia di ascoltarmi, ossia tu."

(OC! Yaoi!)
Genere: Commedia, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: America/Alfred F. Jones, Francia/Francis Bonnefoy, Inghilterra/Arthur Kirkland, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo III
“un americano a Parigi”


 

 
 
“Ciao, non so perché sto dando retta a questa stupida iniziativa rappresentata da un barattolo rosa, il che è tutto dire. Non sentirti offesa per ciò, la mia critica è rivolta principalmente alla mia mano che sta scrivendo velocemente, quasi senza seguire un filo logico, soprattutto di sua spontanea volontà…”
 
Synister guardò meglio le righe che aveva buttato giù, poi, con un brusco movimento per girare la matita che stava utilizzando, ne cancellò velocemente un paio, sentendosi un emerito idiota.
Provava quasi un sadico piacere a strusciare con tutta la sua forza su quella carta giallastra l’inerme gommina rosastra, che chiaramente sarebbe stata in dissenso con le continue cancellature insicure.
Non era mai stato un tipo che si poneva particolari freni o remore, se una cosa voleva farla la faceva, se non voleva lasciava perdere all’istante. Non a caso ora si trovava lontano da Seattle –città in cui era nato, cresciuto e si era annoiato- a lavorare part-time in quel bizzarro negozio, gestito da un ancor più bizzarro francese. E cosa faceva nella vita? Mah, per ora si limitava a strimpellare un basso e a scrivere poesie macabre, nel suo piccolo monolocale dalle pareti antiche e scrostate.
 
“Cosa potrei dirti? Di sicuro la mia vita familiare non è entusiasmante quanto la tua. Cioè, in realtà non credo che il sesso dei genitori sia un fattore fondamentale per avere una vita movimentata. Anzi, veramente, da quel che ho capito, tu stessa ti annoi come noialtri ragazzi cresciuti dalla classica famiglia borghese con mamma, papà, fratellini impettiti e perché no un grosso cane di razza da compagnia.
Non a caso sono fuggito da quell’ambiente, già di mio ho sempre considerato la mia famiglia alquanto noiosa. Sì, noiosa. Non che io sia un tipo che si annoia facilmente, anzi. Solamente un giorno mi sono alzato con la voglia di bere un caffè in un locale vicino alla Torre Eiffel. Ed ora eccomi nel cuore della Francia a lavorare part-time in una bottega di antiquariato, il mio capo è più pazzo di me, altrimenti non mi avrebbe mai potuto assumere –ormai ne sono sicuro…”
 
-Francis! Francis!-
La porta del locale si spalancò e il giovane sovrappensiero cadde dal piccolo sgabello su cui era seduto, arrovellandosi su banalissime frasi di presentazione. In realtà, gli seccava risultare banale, era anche per quello che ci stava mettendo un secolo a scrivere qualche versetto infame. Non si era quasi accorto di essere caduto, preso com’era nel cercare di nascondere la carta rovinata e la matita consumata e masticata.
Si alzò senza alcuna inflessione sul viso e tentò di riprendere l’equilibrio, seppure desse sempre l’idea di stare per cadere da un momento all’altro. Posò i suoi occhi enigmatici sulla figura del giovane davanti a sé, chiedendosi perché avesse le gote bordeaux per l’imbarazzo.
-Scusami tanto! Non volevo farti spaventare a tal punto da farti cadere… Cercavo il fratellone Francis, comunque sono Feliciano piacere!-
-Synister, piacere mio.-
Il ragazzo, sbigottito, si ritrovò spiaccicato con l’addome sul bancone,dopo che  il piccolo italiano lo aveva afferrato per le spalle e lo aveva stritolato in un abbraccio euforico ignorando la mano tesa dell’altro. Che poi, si chiese, che senso avesse tutta quella felicità.

 

*


-Sì ho sentito, arrivo!-
Possibile che tutti dovessero disturbarla ogni volta che si accingeva a rilassarsi o a concedersi una “merendina” a base di chili di Nutella e litri di Coca Cola? Tirò giù di malavoglia i piedi dal tavolino e strisciandoli per terra raggiunse l’atrio, sentendo nuovamente il campanello di casa trillare.
-HO CAPITO!-
L’unica cosa che odiava quando aveva casa libera era che c’era tra il settanta e il novanta per cento di probabilità di ricevere visite indesiderate: parenti di cui aveva scordato l’esistenza  -o che peggio, ricordava per i pizzicotti assurdi che riceveva da bambina-, vecchiette che chiedevano qualche spezia come pretesto per sbirciare in quella casa così “moderna”, testimoni di Geova, venditori ambulanti e il postino che sbraitava perché ogni volta che doveva consegnare un pacco importante nessuno usciva a firmare la ricevuta. Sam perlomeno aveva la scusa di essere ancora minorenne!
Quando aprì la porta non fece in tempo a mettere a fuoco i visitatori che subito si ritrovò buttata a terra da una sorta di uragano umano, una furia omicida, che solitamente riconosceva come Peter Kirkland.
-Samanthaaa! Quanto tempo è che non ci vediamo eh? Hai ancora quel gioco strafigo per la PS3 dell’altra volta?-
Si rialzò dolorante ritrovandosi gli occhi brillanti di suo zio a qualche centimetro dal naso. Già, per quanto Peter non fosse affatto vecchio, o comunque non sembrasse assolutamente uno zio, in quanto fratello di Arthur svolgeva quella funzione, seppur bizzarra immaginata ricoperta da lui.
-Quante volte ti ho detto di non chiamarmi con quell’orrido nome?! E poi non è possibile che ogni volta che mi vedi rischi di mandarmi in coma farmacologico!-
Il ragazzo rise di gusto, spostandosi e aiutandola a rialzarsi, facendo scappare anche a lei una risatina. Se Arthur era pressoché musone e assolutamente indisponente, suo fratello era l’esatto opposto: solare, divertente, giocherellone, a volte anche fin troppo. Sembrava più imparentato con Alfred che con l’inglese per eccellenza, a pensarci la cosa fece sorridere Sam che realizzò solo in quel momento che Peter non era solo.
Effettivamente la sua teoria sulla sfiga non aveva tutti i torti, infatti insieme a Peter si trovava il suo altro zio, fratello di Alfred: Matthew. Certo, di sicuro ricevere una visita da quei due era molto più piacevole che sottostare alle storie sempre uguali di qualche vecchia zia vetusta, che ogni volta che ti incontra ti fa domande imbarazzanti sulla tua attiva vita sessuale. E le domande risultano ancora più imbarazzanti se la tua vita sessuale è tutt’altro che attiva. Sam scosse la testa e socchiuse gli occhi, constatando che le probabilità dell’esistenza di un’entità maligna portatrice di sfiga cronica era sempre più alta.
Poi si accorse dell’evanescente figura biondastra sull’uscio, che nonostante venisse quasi sempre notata poco, regalava a tutti un dolcissimo sorriso carico d’affetto.
-Ciao zio Matt! Come mai da queste parti?-
Lo abbracciò lievemente e  lo fece entrare in casa, constatando che Peter si era già messo alla ricerca di schifezze nella dispensa.
-Oh, ero di passaggio per lavoro e ho pensato di venirvi a trovare, dove sono i tuoi genitori? Vi ho portato dello sciroppo d’acero!-
Poggiò sul tavolo della cucina, orribilmente sporco e pieno di briciole e resti di cibo non meglio identificato, due bottiglione color miele, che fecero venire l’acquolina in bocca alla ragazza e anche a Peter.
-Grazie mille, troppo gentile come al solito! Comunque sono andati a fare delle commissioni, ho sentito Arthur blaterare qualcosa sul ferro da stiro che non funzionava e sulla pelle del divano che era sgualcita, quindi probabilmente è riuscito a trascinare Alfred in uno di quei posti orridi per casalinghe disperate e famiglie sclerate…-
Matthew ridacchiò piano, pensando a quanto la sua unica nipote fosse melodrammatica, ma assolutamente divertente nel descrivere le cose. Certamente le visite a Ikea e posti del genere non erano nemmeno la sua meta prediletta, quindi provò un po’ di compassione per il fratello.
-Restate per cena, così almeno salutate anche loro! Chiaramente a patto che Peter non renda questo posto più incasinato e sudicio di quanto sia…-
E lanciò un’occhiataccia allo zio, che già si era lanciato in quarta per preparare delle crepes da annegare totalmente nel dolcissimo sciroppo d’acero. Ma chiaramente le doti culinarie non erano una prerogativa della famiglia Kirkland e la cosa sarebbe finita in una tragedia.
 

*

 
Infine ho solo bisogno di un posto in cui trovarmi realmente a casa. Ma non mi serve molto, davvero. Sono annoiato Sam, raccontami qualcosa di bello, la tua vita mi ha affascinato davvero da quelle poche righe che ho letto. Non so se prenderai sul serio questa mia richiesta e non so nemmeno se tutto ciò durerà e sarà fruttuoso per entrambi. Nel caso tu voglia, comunque, in allegato c’è il mio indirizzo di posta (ah, sono stato attento a non divulgare il tuo, sei stata fortunata che la tua lettera non sia finita nelle mani di un maniaco). Preferirei che ci scambiassimo lettere e non e-mail, sai sono un po’ all’antica, e soprattutto non rivelarti la mia identità. Solo per un po’, capiscimi sono un tipo strambo. A presto.”
 

*

 


Ok, la mia follia sta raggiungendo livelli esilaranti e sono troppo felice che questa storia piaccia, davvero! E’ una cosa totalmente nuova anche per me: raramente scrivo cose che non siano prettamente tristi e alquanto deprimenti, perché è più facile far piangere che fa ridere come dice il saggio Woody Allen…
Ma tornando a noi, la storia in sé mi è nata come idea originale, ma la USUK implicita un po’ particolare l’ho presa da una mia esperienza personale, non io in prima persona, ma un’amica a me molto vicina viva la stessa situazione di Sam, bizzarro no? Be’ comunque quando mi parla della sua situazione mi trovo spesso curiosa e abbastanza intimidita, inesperta in materia. Allora ho deciso di analizzare la cosa mettendola su carta, notando che mi è anche relativamente più gestibile.
Ringrazio stratosfericamente per i preferiti e le recensioni! Sono anche io all’antica come il caro Synister, quindi vi risponderò qui:
Magnifica Me: grazie per aver letto e apprezzato anche il secondo capitolo! :) Sì be’, mi ricordo la prima volta che è arrivato a me, è stata all’incirca una tragedia a livello emotivo e mia madre mi ha preso in giro per almeno due settimane (dato che sono un tipo permaloso ahah), almeno a Sam non è capitata la stessa sorte! Un bacione, spero apprezzerai anche questo capitolo!
Kaida_ _ _: grazie mille per i complimenti! Dai sì detta da Francis la cosa non risulta nemmeno così strana, poi sarà che io il personaggio lo vedo molto lanciato in questa direzione ! AHAH no scusa quando ho letto di Arthur e Peter sono quasi morta, però devo dire che se io non fossi una scontatissima fan dello USUK era anche pensabile… o mamma, avrò gli incubi stanotte! E cavolo, ci hai preso su Synister! Non ti spoilero nulla ma si vede che è un tipo un bit inquietante… Solo dal nome che si ritrova! Un bacione,  a presto :)
Juliett_94: ciao cara, grazie grazie e grazie anche a te! Sono talmente lusingata di leggere commenti così trasudanti emozione e così ben disposti nei confronti delle mie idee pazzerelle! Sì, ammetto che Alfred e Arthur con una figlia sono una cosa straordinaria, ma anche alquanto impegnativa per non andare OOC o risultare banale… Spero di riuscire nel mio intento! Tanti saluti e baci spastici anche a te!
merokoIRONIC_: tutte queste lusinghe, addirittura un genio ja? Mi zento molto Einztein cava! Krazie mile! Ahah ok, scherzi a parte grazie mille davvero! Francis sarà il mio nuovo cupido, dato che ha riscosso così tanto successo in queste vesti e be’, sull’USUK non c’è molto da dire, penso sia il mio OTP (o come cavolo si dice in termine da otaku ahah), però mi dispiaccio che sia un po’ “odiato” per la popolarità, per la presenza di fangirls e per altre cose che spesso capitano; però mi fa piacere che ci siano persone come te, come me, come tante altre che ho avuto modo di conoscere che lo apprezzano realmente! Un bacione, alla prossima :)
Bene, direi che per oggi è tutto, mi accingo a studiare per una merdosissima verifica di chimica, che ho addirittura sognato stanotte… Dio che ansia il liceo scientifico!
 
N.B. Il titolo del capitolo, se non l’avete intuito, è un’opera del magnifico pianista Gershwin, che amo con tutto il cuore e che in un certo senso mi ha aiutato nell’ideazione della complessa figura di Synister
Se riesco posto un paio di disegni inerenti ai personaggi e alle ambientazioni, ditemi se si vedono e se vi piacciono! Un bacione, a presto!
Intanto vi lascio quello sul mio account di DeviantArt con solo i personaggi di Hetalia nell'ambito della mia storia:
http://virginmaryunblood.deviantart.com/#/d4llywo
  
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