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Autore: Keyshima Nagasaki    09/01/2012    1 recensioni
Tre ragazzi, una scuola in cui spariscono studenti, un solo modo di sopravvivere in una notte di terrore assoluto: astuzia e agilità. In una realistica giornata di studio, tre ragazzi dovranno sfuggire ad un'entità che cerca sangue e carne fresa e riuscire a scoprire l'arcano su ciò che circonda il mondo, senza però intaccarne e farsi scoprire.
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Darkness
 
 
Chapter 1: Nell’antro dell’inferno
 
In tutta la storia non si è mai riscontrato un vero testo nel quale si spieghi  in modo scientifico e con delle prove tangibili il perché dell’eterno terrore degli uomini verso l’oscurità. Nelle mitologie delle diverse popolazioni precedenti alla nostra si è sempre parlato di mostri che agiscono nell’ombra e attaccano gli uomini. La varietà di mostri che descrivono gli antichi, “esseri dell’ombra”, è davvero vasta: demoni vampiri serpenti mutanti e altre creature simili…
Ma la realtà era così semplice che a considerarla all’inizio non fosse possibile, anch’io stento ancora a crederci a questa pura semplice realtà: l’oscurità non è altro che l’ombra della morte, e qui posso raccontare cosa è successo un fatidico caldo giorno di giugno nella scuola superiore Shizuka.
È il tre giugno e sto camminando indossando la solita divisa scolastica rossa e bianca nella via che porta all’ingresso della mia scuola. Il mio nome è Akito Tetsura e ho quattordici anni, vado in una scuola al centro del quartiere est di Tokio in cui si è sparsa la voce da tempo di un presunto mostro che divorerebbe gli studenti. Mentre oltrepasso il cancello del cortile della mia scuola metto la mano nella mia borsa e prendo il giornale che avevo comprato poco prima e che avrei letto durante la pausa e mi cade l’occhio sul titolo della prima pagina, un ispezione nella mia scuola: “Visto il caso dell’esagerazione sulla presunta leggenda di un mostro nella scuola centrale Shimara, fondata nel 1987, è stata chiesta un ordinanza dal governo di fare un’ ispezione di tre giorni per mettere a tacere definitivamente le numerosissime lamentele verso la polizia che non avrebbe indagato a lungo su questo caso.”
“Proprio una cosa ufficiale quindi! Per come la vedo io non credo sia per niente necessaria una cosa del genere ma finché ci fanno saltare la scuola che facciano quello che vogliono quelli del governo.” Pensai tra me e me. “Ehi! Akito!”
Mi giro e vedo un ragazzo alto abbronzato con i capelli castani chiari e con occhi verdi e con la camicia scolastica rimboccata. Era il mio compagno di classe Hajime Kazuhiro, quattordici anni. “Ah ciao Hajime…”-“Stai bene? Sembri triste, spaventato per l’esame di fine anno? ”
“No non sono triste stavo solo pensando se ci daranno i tre giorni di vacanza.”-“Parli dell’ispezione qua a scuola? È molto probabile che ci lascino restare a casa per far lavorare in pace i poliziotti che verranno qui. Sta arrivando anche Fujino Tetsuki.” Mi giro nella direzione in cui stava guardando anche Hajime e vidi una ragazza dai capelli rossi corti con la divisa della scuola che ci stava venendo incontro, anche lei nostra compagna di classe nonché mia amica. “Ciao Akito, ciao Hajime! Come state?”-“Tutto bene te?” Rispose Hajime “Anch’io bene ma Akito mi sembra un po' preoccupato, stai bene?” Mi chiese Fujino. “Si stavo solo pensando alla storia dell’ispezione per il problema delle sparizioni legate alla leggenda del mostro della scuola…sai c’è una voce che circola che dice che qualche giorno fa c’è stata un'altra sparizione.”
“Non capisco come si possano inventare queste storie sulle sparizioni, però anche se fossero degli scherzi si capisce che stanno diventando cose sempre più serie nella società visto che si è arrivati fino ad un’ispezione totale della scuola.” Disse Fujino.
“Sarebbe bello se ci facessero saltare gli esami per queste storie hahaha!” Rispose Hajime. “Visto che avremo tre giorni di vacanza perché non andiamo al mare?” Chiese Fujino. “No.” Rispose freddamente Hajime. “Perché decidi così su due piedi?”-“E me lo chiedi anche? Lo sai benissimo che Makoto è gelosissima! Cosa pensi che direbbe se scoprisse che esco con te?”-“Guarda che io intendevo tutti e tre e poi perché non inviti anche lei?”-“Abbiamo già degli impegni, mi dispiace. Le avevo promesso di andare in una casa al mare fuori città noi due insieme. Perché non andate te e Akito?”-“P-per me va bene…”
DRIIIIIN!
“È già suonata. Andiamo o volete entrare dopo la seconda campanella?”-“Andiamo che così almeno ripassiamo per la prova d’esame.” Risposi.
“Ehi, Akito, io ci ho provato a convincerla a uscire con te ma mi sa che si vergogna.” Mi dice Hajime con un sorriso ironico. “Ch-ch-chi te l’hai mai chiesto nessuno di convincerla a uscire noi due da soli?! E poi perché?!”-“Andiamo, lo so benissimo che a te piace. Ammettilo.”-“Stai zitto e vai a ripassare se non vuoi che la tua bella gita venga sospesa dai tuoi per un votaccio a questo esame.” Gli rispondo arrabbiato. “Va beeeene, io un tentativo l’ho fatto.” Io, Hajime e Fujino entriamo dentro la scuola, essa è composta da sei piani e nell’ala sinistra ci sono le classi delle prime quattro sezioni del primo, secondo e quarto anno. Nell’ala destra invece ci stanno tra il quinto e sesto piano le classi delle quattro sezioni del quinto anno e nel terzo e quarto piano ci sono invece le aule di informatica, disegno, laboratorio chimico e un’aula con, all’interno un televisore per vedere dei film durante le ore buche. Nei piani più bassi ci stanno sei classi per i bambini delle elementari e purtroppo nell’ala centrale al quinto piano c’è la mia classe a cui è sempre una faticaccia arrivarci. Mentre le ore passano continuo a pensare alla possibilità che la storia del mostro sia vera, comprese le sparizioni. Se fosse veramente vero e se tutto fosse stato nascosto dalle autorità, allora anche l’ispezione sarebbe inutile visto che soltanto la polizia e i rispettivi familiari dei ragazzi scomparsi saprebbero la verità e quindi fare l’ispezione e cercare delle prove nella scuola sarebbe come cercare un posto senza ossigeno in un mondo come il nostro, che è contornato d’aria. Ma se questa mia teoria fosse sbagliata si potrebbe anche mettere in discussione un possibile collegamento tra il presunto mostro e i ragazzi scomparsi e le possibilità che sia tutto uno scherzo aumenterebbero vertiginosamente!
Una marea di possibilità mi balenano nel cervello e prima che mi accorgo sono già le dodici e ventinove e mentre fissavo fuori dalla finestra alla mia sinistra, completamente assorto nei miei pensieri, mi pare di sentirmi chiamare da una voce femminile dolce come un angelo. Alzo la testa e mi guardo intorno per vedere se la professoressa che sta invece spiegando o se qualcuno della mia classe mi stava chiamato. Invece, nessuno mi sta nemmeno guardando.
Penso tra me e me: ”Che abbia le allucinazioni?! ” Mi giro verso fuori la finestra e rimetto la testa tra le braccia. Dopo dieci secondi mi sento chiamare ancora dalla stessa voce ma con un tono più forte rispetto a prima. Mi giro di scatto ma neanche questa volta nessuno mi stava chiamando. Sento l’agitazione che saliva in tutto il mio corpo fino alla testa, faccio persino fatica a deglutire. Un'altra voce, che è più spaventosa rispetto all’altra mi dice di addormentarmi ed io, dopo pochi secondi cado con la testa contro il banco dopo aver inutilmente provato a resistere.
Mi sveglio e mi accorgo che sto andando giù in picchiata verso il fondo di una specie sentivo in un buco nero da cui non riuscivo più a uscire mentre andavo in picchiata giù…un tornado…no…sembrava più un portale nel cielo che se lo attraversavi entravi nel mondo umano mi sembrava fosse quello che vedevo. Il mio corpo non si muoveva ed io non urlavo ma fissavo questa luce in fondo a questo turbinio di tenebre che diventava sempre più grande. Davanti a me scorrevano come delle lastre, tutte collegate tra loro ma senza che fossero correlate fra esse, delle parti del tempo…parti della mia vita, felici e tristi…alcuni stracolmi di sentimenti come d’amore o di rabbia e altri che sembravano bianchi…completamente neutri…momenti della mia vita in cui non avrei mai voluto essere in un certo posto in un preciso momento. Queste suddette “lastre” mi accompagnarono nella caduta verso questa luce che tanto bramavo di sfiorare come se fosse Dio…
Non mi stavo ponendo nessuna domanda ad esempio cosa stava succedendo o perché dovesse succedere, esattamente come in un sogno in cui alcuni momenti sembra che hanno una ragione ma in realtà non ce l’hanno. La luce sta diventando sempre più vicina fino a investirmi completamente. Le lastre del tempo si sono fermate all’improvviso e subito dopo io attraverso il portale di luce. Nel guardarmi brevemente intorno mi accorgo che sono circondato dalle nuvole, come se stessi precipitando nel cielo. Con grande difficoltà riesco a girarmi con la schiena verso il basso e mi fisso involontariamente a guardare con aria inerte la luce che sta sopra di me ormai lontana da me quasi di un chilometro che compone il portale di luce. Le lastre non lo hanno attraversato ma più che altro in quel momento mi è parso che il portale assomigliasse ogni secondo di più al viso di Fujino che mi sembra mi stesse anche chiamando. Pian piano, la voce che mi sembra di sognare sta diventando sempre più forte e poi, come se mi colpisse qualcosa, diventa tutto nero.
…al mio risveglio vedo Fujino seduta nel banco davanti a me che mi guarda e mi chiama. L’immagine di lei si sta a poco a poco mettendosi a fuoco, con il suo splendido viso con i capelli rossi e gli occhi verdi scintillanti come stelle che mi guardano preoccupati, solo allora capii…che sto fantasticando su Fujino! Mi alzo di scatto e chiedo freneticamente e balbettando:”C-che ore sono?!”-“È l‘una e ventisette ma stavi dormendo sul serio? Hahaha e perché sei tutto rosso? Stavi forse sognando qualcuna che ti piace eh?”-“N-no! Ma che cosa stai dicendo? Perché mai dovrei fantasticare su una ragazza eh?! Comunque usciamo da scuola che voglio tornare a casa!” Sono rossissimo in faccia, non posso vederlo ma sento tutta la faccia che mi scotta e la pelle calda. “O-ok.” Mi risponde stando dietro di me. Dopo che abbiamo salutato Hajime ci dirigiamo verso il cancello della scuola mentre Fujino mi guarda con occhi straniti da diversi minuti. Dopo poco che prendemmo una strada conosciuta solo da noi due e che percorrevamo insieme perché eravamo vicini di casa Fujino si gira verso di me e mi dice:“Akito, oggi è la prima volta che ti addormenti in classe durante l’ora di chimica, e pensare che è la tua materia preferita. Hai dormito poco stanotte?” Il sudore non si accenna a fermarsi, anche se mi ha solo rivolto la parola le guance non smettono di essere rosse ma per fortuna non mi vede così. “N-no niente del genere. Ehm senti..” A stento riesco a formulare una frase. “…Prima che io mi addormentassi ho sentito una voce femminile molto dolce. L’hai sentita anche tu?”-“Voce? No, non mi sembra. Sei sicuro di non aver sognato la voce di qualcuna che ti piace tipo Minaho? Ho sentito dire che te a lei piaci ma non ha mai avuto il coraggio di parlartene.”-“Sm-smettila di dire queste cose. E adesso ciao! Devo andare a studiare.”-“Ok ciao! Se hai ancora bisogno di aiuto chiamami!”
Come potrei chiamare a casa mia una ragazza che mi fa battere il cuore così forte solo a camminare? Pensai tra me e me.
“OK grazie.” Arrivai a casa dove fortunatamente non c’era nessuno così avrei potuto mangiare davanti alla tv.
 Dopo aver mangiato e messo il piatto e le posate nella lavastoviglie salgo le scale e vado al secondo piano di casa, giro la maniglia della porta ed entro in camera mia dove mi ritorna in mente la storia della voce che avevo sentito prima in classe subito prima di addormentarmi, mi chiedevo soprattutto come una voce potesse controllare il mio cervello ma per come la rigirassi la situazione, mi sembrava sempre più una coincidenza e quindi ho preso FullMetal Alchemist 2 The curse of the Crimson Elixir e ci gioco per circa due ore, fino alle quattro circa del pomeriggio quando, mi accorgo di non avere il cellulare e mi balena in mente che l’avevo lasciato sotto il banco stamattina. Per chiamare Fujino per aiutarmi a studiare mi sarebbe bastato usare il telefono di casa oppure andare a casa sua visto che abita solo a qualche metro più in là di casa mia ma non mi fido nel  lasciarlo sotto il banco fino a domani. Anche se era una rottura dover uscire, verso le quattro e venti scendo le scale, mi allaccio le scarpe e dopo essere uscito di casa e aver chiuso la porta mi infilo il mio Ipod verde e comincio a camminare verso la fermata dell’autobus. Dopo circa dieci minuti ero già all’entrata della mia scuola, apro il cancelletto ed entro, per fortuna al pomeriggio a scuola ci sono gli studenti del corso di recupero delle varie materie per cui la scuola è sempre aperta fino ad una certa ora. La scuola mi sembra molto strana senza nessuno e neanche una voce di qualcuno tranne qualcuno che si sente attraverso i muri delle aule che stavo passando camminando per il corridoio dopo aver salito cinque faticosi piani di scale. Appena arrivato alla mia classe, apro la porta e mi avvicino al mio banco, tolgo una mano dalla tasca e mi chino per prendere da sotto il mio banco il cellulare, dopo averlo preso e aver guardato la schermata per vedere se avevo ricevuto eventuali messaggi e lo metto nella tasca sinistra ma nel farlo mi arriva una forte botta contro il collo e cado a terra.
La voce che avevo sentito stamattina mi sibilava nell’orecchio mentre la mia mente e il mio corpo vagano in uno stato di trans fino a che non mi sveglio, riapro gli occhi e mi ritrovo nel nero assoluto. La testa mi fa ancora male e mi sento tutto rattrappito, cerco di alzarmi ma mi accorgo che qualcosa mi aveva afferrato la gamba sinistra. All’inizio immagino che sia un banco o qualcos’altro della scuola ma nel cercare di liberarmi mi accorgo che si era attaccato alla mia gamba con fermezza e che stava cercando di trascinarmi per terra verso il fondo della classe. Lancio un urlo con aria terrorizzata e cerco di liberarmi continuando a scuotere la gamba fino a che non riesco a stapparla via dalla presa e a tastoni raggiungo la porta, la spalanco e mi trovo davanti Fujino e un altro ragazzo più piccolo e lei mi dice:”Akito! Che cosa ci fai qui?! Perché stavi urlando?”-“Ma come?! Non la vedi anche tu l’ombr…” mi giro verso la classe e con mio grande stupore vedo che la luce della classe era accesa.
“Fujino devi credermi! Mi sono risvegliato dopo una botta alla testa dopo aver sentito delle voci e mi sono risvegliato nella completa oscurità e poi ho sentito qualcosa che si era aggrappato alla mia gamba sinistra e che cercava di trascinarmi verso il fondo della classe!”-“Oscurità? Akito, guarda che tutta la scuola compresa la nostra aula come hai potuto vedere prima è ancora tutta illuminata! Piuttosto che ci fai a quest’ora di sera a scuola?”-“Perché, che ore sono?! ” Rispondo ancora sconvolto. “Sono le nove e quarantatre ma si può sapere perché sei ancora qui?”-“Ero venuto questo pomeriggio a riprendermi il cellulare che era rimasto sotto il banco e nel chinarmi qualcuno o qualcosa mi ha colpito violentemente la testa e mi sono risvegliato adesso! Te invece?! ”-“Mi ha chiamata tua madre e mi ha chiesto se avessi tue notizie, ho pensato allora che magari eri ancora qui a scuola e quindi siamo venuti qua, lui invece è Atasuke Hirotaka della terza sezione del secondo anno, è mio cugino e ho dovuto portarlo con me perché né i miei che i suoi genitori c’erano a casa.”
“Fujino, prendi tuo cugino Atasuke e scappiamo via di qui!” Le dico afferrandole il braccio. “Ma si può sapere che succede?! ”-“Non c’è tempo! C’è qualcosa a scuol…” In quel momento si spensero tutte le luci dell’intera scuola e Atasuke si avvicina a me spaventato e io sussurro:”Non muovetevi…”
Dopo qualche decina di secondi che stavamo fermi immobili si iniziano a vedere delle luci blu provenienti dai lampioni e dalla luna all’esterno oltre le vetrate delle finestre accanto a noi. All’improvviso, si sente arrivare dal fondo del corridoio tutto annerato dall’oscurità notturna uno strano rumore, come lo strisciare di diversi serpenti. Quasi istintivamente afferro la mano di Fujino e suo cugino e mi butto in picchiata dentro la nostra aula, mi rialzo e qualche secondo prima che una roba nera entrasse dalla porta la chiudo a chiave. “C-che cos’era quella roba nera?!”-“ Te ne stavo parlando prima! Dev’essere il demone della scuola che si dice dimori nelle fondamenta della nostra scuola!”-“Cosa?! Cioè, in pratica la leggenda della scuola sarebbe vera?!” Chiese Atasuke. “Esatto! E ora dobbiamo andarcene di qui!”-“Ma quest’aula ha solo questa porta e le finestre che danno sul cortile da quinto piano da cui ci troviamo!” Rispose Fujino. In un istante, mi balena in testa l’idea di chiamare aiuto e quindi infilo la mano frettolosamente nella tasca sinistra dei miei pantaloni e afferro il cellulare, lo apro ma vedo che stranamente non c’è campo e dico in preda all’ira:“Maledizione! Perché non prende?!” Nel frattempo che stavamo parlando si incomincia a sentire che la roba nera oltre la porta sta cercando di sfondarla colpendola più volte e per via dei colpi i cardini e il lucchetto si stanno per spaccare. Fujino indietreggia di qualche passo dalla porta e sussurra spaventata:”La porta non reggerà per molto…” Io mi giro verso i nostri banchi e dico:”Atasuke! Aiutami a spostare i banchi contro la porta!”-“S-si!”
In qualche minuto siamo riusciti a mettere tutti i banchi davanti alla porta mentre noi tre ci siamo messi attaccati al muro ai lati della porta. Il rumore, per via dei banchi, si sentiva da qualche minuto più leggero. Ad un certo punto i colpi contro la porta si interrompono all’improvviso. La cosa mi preoccupa ancor più dei colpi contro la porta. Dall’altra parte della porta, spuntano quattro punte nere grandi quanto un dito in quattro punti diversi della porta, poi con uno scatto velocissimo trancia da parte a parte tutta la porta facendone volare i rispettivi pezzi. A distanza di qualche millisecondo dalle punte affilate che protendono verso di noi urlo:”Abbassate la testa!!!” Per un capello di altezza Atasuke non viene colpito mentre io, dopo aver preso di nuovo le mani di Atasuke e Fujino istintivamente faccio una scivolata sotto le ombre fermandomi con i piedi contro il muro. Mi rialzo e urlo:”Correte!”
Con le gambe tremolanti e il cuore in mano corriamo per il corridoio increduli della oscura visione a noi mostrata. Mentre corriamo disperatamente verso l’oscurità dell’avanzare del corridoio giro la testa e vedo che le ombre ci stanno seguendo.
“Ci sta raggiungendo, sbrighiamoci!”- Si ma dove andiamo?!” Chiede Atasuke. “Dobbiamo andare in biblioteca! Là potremo barricarci con i libri e gli scaffali della scuola!”-“Va ben…” Improvvisamente, Atasuke inciampa e cade per terra ricevendo un forte colpo contro il gomito destro mentre l’ombra si avvicina sempre di più. Appena Fujino se ne accorge si gira e torna indietro per aiutarlo. Essendo poca la distanza che ci separa dall’ombra accorro anch’io per aiutarlo a farlo rialzare. Nello scatto per andare da Atasuke mi scivola dalla tasca il cinturino del cellulare a cui vi è attaccata una lampadina che, per il colpo subito con il terreno, si accende e punta verso l’ombra in arrivo. Mentre facevo sollevare da terra Atasuke tenendolo per il braccio sinistro mi accorgo che le ombre a pochi passi da noi si stavano sgretolando provocando un terribile sibilo o stridio e dopo pochi secondi tutta l’ombra di fronte a noi si è tramutata in polvere.“Cosa è successo Akito?”-“C-credo sia stata la luce della mia piccola pila del cinturino del mio cellulare a distruggerla.” Mi riprendo il cinturino e spengo la pila e lo attacco alla cintura. “Dobbiamo andare in biblioteca prima che torni, Atasuke riesci a correre?”-“Si per un po’ credo di farcela.” Dopo qualche minuto di corsa arriviamo in biblioteca e dopo aver fatto sedere su una sedia da una scrivania Atasuke chiudo la porta e con l’aiuto di Fujino riesco a spingere contro la porta alcuni scaffali più piccoli barricandoci dentro. Accanto alla porta c’è anche l’ufficio del preside in cui vi è il suo computer, la sua scrivania e una teca con alcune coppe vinte dalla scuola. Spalanco la porta con forza e accendo il computer del preside che per fortuna funziona con una batteria autonoma. Dopo essere entrato con l’account della scuola e vedo che sullo screen saver ci sono diverse cartelle che riguardano la scuola ma, la mia attenzione viene colpita da una cartella che portava il nome:”15 05 11”
 “Fujino vieni a vedere, ho trovato una cartella col nome 15 05 11 ma mi chiede una password, possibile che centri qualcosa con l’ombra?”-“È probabile ma non sono brava col computer.” Mi risponde Fujino.
“Ehm, potrei darci un’occhiata? Sono abbastanza bravo con le cose informatiche.” Mi chiede Atasuke. “Ma certo, è vero! Mio cugino ha dieci nelle materie scientifiche ed informatiche!” Atasuke si alza e facendosi aiutare da Fujino raggiunge la scrivania ed io lo faccio sedere sulla sedia. “Fujino, cerca un po’ di ghiaccio per tuo cugino mentre noi cerchiamo di entrare.”-“Si!”
“Il firewall della cartella è di trecento byte! Incredibile…”-“Lo riesci a craccare?”-“Non con il programma predefinito, cioè il Deep Inspection, che può arrivare al massimo a duecento. Devo cercare l’Application Layer Firewall che può arrivare fino a duemila byte.”-“E chi sei scusa, un hacker?” chiedo ironicamente ad Atasuke. “Una specie hahaha. Ecco, con lo Sleipnir sono riuscito a scaricarlo, anche se normalmente ci sarebbero volute almeno uno o due ore ma grazie al mio worm 20H13TNL sono riuscito a scaricarlo subito.”
“Mi spaventi Atasuke.”-“Beh di sicuro non sono peggio di quella maledetta ombra ma ti ringrazio Akito, comunque sono riuscito ad entrare.”
Appena Atasuke entrò nella cartella, una lunga serie di foto si stanno caricando una dopo l’altra. “Clicca la prima.” Dico ad Atasuke che schiaccia subito dopo col cursore sulla prima immagine. Mi sale dai piedi una tremenda che attraversa tutto il corpo come un’ondata di freddo gelido, gli occhi mi si dilatano e inizio a sudare freddo. Sia io che Atasuke, nel continuare a guardare le foto rimaniamo senza fiato e non riusciamo neanche quasi a parlare. Dopo che Fujino aveva preso da un minifrigo del ghiaccio, ritorna da noi e mi dice:”A-Akito, sei pallido, hai scoperto qualcosa?!”-“F-Fujino…sai da quando le voci sui ragazzi scomparsi hanno avuto inizio?” Chiedo a Fujino tutto scombussolato. “Mi sembra verso la fine di maggio mi sembra, il giorno preciso non me lo ricordo perché?” - “Il nome di questa cartella è la data del sedici maggio…pochi giorni prima dell’inizio della storia delle sparizioni…”-“C-cosa?! Fai vedere!” Mi risponde Fujino, affrettandosi a girare intorno alla scrivania per venire vicino a me.
“Ma queste…”-“Esatto…queste sono le foto vere dei cadaveri dei ragazzi scomparsi.” Dopo essermi girato mi accorgo che anche Fujino era diventata pallida alla visione di quelle foto e quindi mi affretto a cambiare immagine. “Questa invece è una foto in cui il nostro preside Tamaki firma un accordo con la polizia di ‘silenzio totale’ con la stampa e che terrà tutto il materiale della faccenda nel suo archivio in ufficio. Dobbiamo controllarlo!”
Mi alzo da terra e vado verso l’archivio alla sinistra della cattedra. Dopo vari tentativi di aprirlo mi accorgo con dispiacere che i cassetti sono tutti chiusi da un grande lucchetto di metallo. “C’è un lucchetto! Come facciamo ad aprirlo?!”-“Spostati.” Mi risponde prontamente Fujino che impugna saldamente un bastone di metallo. Mentre indietreggio vedo che Fujino sta prendendo la rincorsa e poco dopo vedo come un movimento fulmineo del bastone che colpisce provocando per un secondo delle scintille mentre la forza esercitata sul lucchetto lo spezza facendone volare i diversi pezzi sul pavimento. Dopo che si rialza da terra si gira verso di me e con aria orgogliosa mi dice:“Mai sottovalutare il capo del gruppo di lancia del secondo anno!”
Dopo essermi ripreso dalla sorpresa ritorno dalla cassettiera e dopo essermi chinato verso di essa la apro rivelando le diverse cartelle contenute in essa su cui ci sono su ogni cartella una data. Non sapendo quale prendere estraggo quella con la lettera T e dopo essermi seduto di nuovo sulla sedia del preside, col cuore in gola, apro con a destra Atasuke la cartella. All’improvviso, un’ondata fredda mi attraversa il corpo mentre si stende su tutta la superficie di esso una terribile pelle d’oca mentre le pupille, a poco a poco, mi si restringono. All’interno della cartella ci sono  tantissime foto in cui dei poliziotti esaminano il corpo di un ragazzo apparentemente privo si sensi coperto di sangue. “M-ma…che cosa sono…che cosa sono queste foto?!? CHE DIAVOLO SONO QUALCUNO ME LO SPIEGA?!?” Senza che neanche me ne accorgessi mi sono ritrovato ad urlare dallo shock. “Calmati Akito! Cosa ti prende?!” Mi chiede Fujino. “Calmarmi?! Guarda che cosa c’è in queste foto!” Mostro con furia a Fujino le foto senza neanche pensare che si potesse sconvolgere anche lei. Dopo aver visto bene le foto, Fujino non riesce a dire neanche una parola con lo sguardo di tristezza e ripugnanza verso quella scabrosa visione e poco dopo le lacrime le scivolarono giù dal viso e si appoggia alle spalle di suo cugino che mi dice:“Ma che cazzo ti è preso?! Non vedi che è già abbastanza sconvolta da questa storia? Perché le hai fatto vedere quelle foto?!” Mi dice Atasuke furioso. “Mi dispiace…io non volevo…”
“Io però non capisco, come hanno potuto nascondere delle cose del genere sulla scuola non solo agli studenti ma anche alle famiglie! Se delle notizie simili circolassero questa scuola sarebbe già stata chiusa!” Dice Fujino che cerca di asciugarsi le lacrime e di riprendersi. “Io credo che l’abbiano fatto appunto per questo. Se ci pensate, questa è la scuola centrale della città! Se venisse mostrato al pubblico questo archivio diverrebbe la prova schiacciante che la leggenda dei ragazzi che scompaiono esiste davvero e di conseguenza la scuola verrebbe chiusa. Però non capisco come le famiglie abbiano tenuto la bocca chiusa riguardo alla morte dei propri figli.” Rispondo io.“Però, un'altra cosa strana è questo giornale del 1991 che era nell’archivio.” Rispondo continuando il discorso. “Perché? Cosa c’è scritto?”-“Parla di un avvenimento accaduto nel sedici giugno del 1991 in un quartiere americano in cui esisteva una casa molto strana che si diceva che dei fantasmi di vecchi abitanti che guardavano da dentro la casa di fuori osservavano le persone che passavano. C’è scritto anche che è sparita una persona entrata una volta dentro questa casa, esattamente come nella nostra scuola però, successivamente ad un’investigazione sparirono anche tre poliziotti per due giorni e che furono ritrovati in un piano sotterraneo della casa fatti a pezzi.  La casa fu chiusa con delle spranghe di legno e sigillata ancora adesso. Tra le cose che furono ritrovate insieme ai cadaveri a pezzi della polizia vi erano delle piccole pile, dei primi modelli di cellulari e due magneti fosforescenti.”-“Ma…sono tutti oggetti che illuminano o che producono luce!” Mi risponde Atasuke. “Esatto! E anche prima, quando l’ombra si è sgretolata è stato proprio grazie alla pila attaccata al cinturino del cellulare che probabilmente l’avrà abbagliata!”-“Hai già provato a chiamare qualcuno?”-“Si, i miei genitori, mia sorella casa tua e la polizia ma non ha risposto nessuno.”-“E noi che cosa facciamo qui? Tra non molto l’ombra ci raggiungerà!” Mentre stiamo discutendo sentiamo la voce del nostro professore di chimica che ci chiamava. Io, Fujino e Atasuke corriamo verso le librerie e le spostiamo di tutta fretta. Alla fine siamo spossati ma avevamo ancora energia e apriamo la porta ci ritroviamo davanti il nostro professore di nome Tokuro Minata, alto un metro e settantanove con i capelli corti e neri che porta gli occhiali e indossa come alla mattina una giacca e dei pantaloni lunghi blu con righe azzurre con la cravatta allentata. “Tetsuki, Akito, Atasuke! Cosa state facendo qui a quest’ora?! E poi cos’erano quegli urli di prima?”-“Professore si sposti! Dobbiamo chiudere la porta presto!” Gli dico cercando di spingerlo via dalla porta. “Chiudere la porta? Ma che stai dicendo!? Perché mai dovremmo chiudere la porta?” Ci risponde perplesso Tokuro. “Dobbiamo chiudere la porta prima che torni l’ombra! È il mostro che secondo la leggenda della scuola fa sparire gli studenti! Si sposti la prego!” Gli rispose Atasuke.
“Mostro? Ma sono solo storie e leggende!” Ci risponde il professore uscendo dall’aula e indietreggiando nel mezzo del corridoio. “Mi dite dove sarebbe questo mostr…” All’improvviso un onda di oscurità falciò a pezzi il professor Tokuro facendo volare diverse gocce di sangue nella classe per poi spingere verso il fondo del corridoio inondandolo di nero. Durante l’impatto Fujino aveva urlato:“PROFESSORE!” Mentre Io e Atasuke siamo corsi dalla porta richiudendola con un lucchetto e spingendoci di nuovo le librerie chiudendoci dentro a nostro malincuore per il professore. Atasuke indietreggia ed io lo seguo e dopo un minuto e mezzo di totale silenzio un’enorme botta colpisce da oltre le librerie la porta e tutti e tre noi comprendiamo subito che si tratta dell’ombra che cerca di entrare nella biblioteca ancora una volta. “Merda! L’ombra tra poco sfonderà la porta con le librerie e ci farà a pezzi! Akito che cosa facciamo?!” Chiede Atasuke. “Lasciami pensare!” Gli rispondo risiedendomi e mentre sudo freddo per l’ansia inizio a pensare a cosa fare per scappare:”Cosa possiamo fare?! Non possiamo di certo tornare nel corridoio o moriremo subito, e poi Atasuke è ferito l’ombra lo prenderebbe sicuro! Un momento, sotto tutta la scuola c’è un condotto di ventilazione che oltrepassa da sopra passando in mezzo al soffitto tra il primo e secondo piano!”-“ Però se ci trovassimo davanti l’ombra anche lì dovremmo avere qualcosa per poterci difendere e la tua pila non basterà di sicuro per poterla usare in tre! Però qui…” Mi risponde Atasuke.
“Fujino! Portami la mappa della scuola dal cassetto del bancone della scrivania del preside Tamaki!”-“Va bene!” Fujino corre a prendermi la mappa e dopo averla posata su un tavolo in mezzo alla stanza aiuta suo cugino ad avvicinarsi al tavole dove io la sto consultando. “Dunque, i condotti di ventilazione sotto di noi passano sotto quest’aula ma non arrivano all’uscita, quindi dovremo uscirne dalla sala controllo nel seminterrato per poi accendere tutte le luci della scuola per distruggere l’ombra ma, c’è sempre la possibilità che l’ombra riesca a tagliare i fili interni per cui dovremmo correre subito verso l’uscita. Per arrivarci ci servono delle torce.” Dopo aver finito la frase mi avvicino all’armadio e lo apro dove trovo tra i vari oggetti scolastici anche due pile elettriche presumibilmente per le emergenze. “Fujino, Atasuke, prendete queste torce.”-“Aspetta! E tu?” Chiede Fujino. “A me basterà la pila del mio cinturino per il cellulare, quindi non preoccupatevi. Ora che abbiamo le torce siamo pronti ad andare.” Mentre parlavamo il rumore nel frattempo si fece sempre più forte e vicino. Mentre indietreggio il mio piede picchia contro una specie di rialzo sotto la moquette della stanza ed io mi giro e mi inginocchio davanti al rialzo e estraggo dal cinturino del porta-cellulare un coltellino con cui strappo velocemente la moquette tutta intorno a questa specie di quadrato rialzato rivelando così un’apertura per l’impianto di ventilazione della scuola fatta di ferro. Ripongo il coltello e con l’aiuto di Atasuke sollevo l’apertura della botola e faccio segno a Fujino di entrarci. Lei si avvicina timorosa verso l’apertura e io le accarezzo la chiesa come segno di non aver paura e dopo avermi guardato in viso per qualche secondo, aggrappandosi alle sporgenze entra dentro il condotto. Dopodiché aiutando io da sopra e lei da sotto riusciamo a far scendere Atasuke e dopo aver preso la bocca della botola e tenendola sopra la testa mi butto richiudendo mentre scendo botola. Dopo essere atterrato all’interno del tubo mi guardo velocemente intorno, il condotto è largo e non ci sono tracce ne di tagli ne di eventuali pressioni provenienti da forze esterne. Mi giro verso Atasuke e Fujino che stavano davanti a me e dico:”Accendiamo le torce e proseguiamo!”
I due le accendono e iniziamo quindi a strisciare in avanti verso la sala controllo delle luci. Dopo qualche minuto notiamo davanti a noi che delle spine molto appuntite stanno incominciando a perforare il tubo da sotto con il probabile intento di colpirci. Io urlo da dietro:”Punta la luce contro le ombre! Si dissolveranno!” Fujino alza la mano e punta la torcia contro l’ombra e, come in precedenza l’ombra si disintegra provocando lo stridio di prima e decomponendosi in micro particelle nere che fluttuano nell’aria per qualche secondo prima di sparire. “Dobbiamo muoverci!” Aggiunge Atasuke dopo aver visto la scena. Un secondo dopo una lama nera più larga di tutte le altre precedenti perfora il condotto più volte sfondandola e facendoci precipitare con il tubo contro il pavimento sottostante. All’ultimo secondo prima della caduta stringo tra le mie braccia Fujino attutendole la caduta. Ne per me ne per Fujino la caduta ci ha fatto granchè male e quindi lascio andare Fujino e guardo in su in cerca di Atasuke. Lui non è caduto e si era aggrappato ad una sporgenza del tubo rimasto attaccato e vedendoci salvi si lascia cadere sul pavimento. “Corriamo!” Urlo mentre l’ombra si sta ricomponendo dopo che le macerie gli erano cadute addosso. “Secondo la mappa dovremmo essere praticamente arrivati!” Risponde Fujino. Dopo aver girato un corridoio siamo arrivati ad un altro di cui la fine è la sala macchina, dopo averla vista tutti e tre siamo scattati usando tutte le forze che ci erano rimaste per arrivarci il prima possibile all’interno della stanza da noi tanto bramata. Guardo dietro di noi e vedo che l’ombra ci sta ancora inseguendo strisciando velocemente con attaccate delle lame come un uomo che tiene pronti diversi coltelli nella corsa per poi colpire la preda al momento opportuno. “Atasuke! Quando arriviamo dalla porta attaccati dal lato davanti a te, così chiuderemo subito la porta!”-“Va bene!” Risponde Atasuke con il fiatone. “Io?!” Chiede Fujino. “Te buttati dentro!”
A pochi metri dalla porta Fujino si butta dentro con una scivolata mentre io e Atasuke ci attacchiamo ai lati della porta bloccandoci. Prendiamo poi in mano la porta e, poco prima di chiudere la porta prendo in pochi secondi dalla mia tasca la mia torcia e la lancio contro l’ombra, successivamente a ciò chiudiamo velocemente la porta e la blocchiamo con un bastone di metallo usato come corpo di una scopa. Da oltre la porta arriva un rumore di esplosione e un fascio di luce che filtra da sotto la porta.
“Ch-che cos’era quella luce?” Mi chiede Fujino. “Quando eravamo ancora nella biblioteca ho adoperato un po’ delle mie conoscenze tecnologiche e ho creato una specie di granate di luce inserendo una lampadina più grande della norma dentro la pila del cinturino facendo i modo che, se riceve una grande pressione o si accende scoppi rilasciando una luce che dura qualche decina di secondi.” Sia lei che Atasuke mentre mi ascoltavano queste mie parole avevano in volto uno sguardo davvero sorpreso. “Sei…incredibile.” Mormora Atasuke. Un tonfo contro la porta ci segnala che l’ombra si è già rigenerata e che sta tornando all’attacco. “È arrivato il momento.” Dice Atasuke. “Già. Il momento di lasciare sto posto è arrivato.” Risponde Fujino. Mi avvicino all’interruttore principale e, dopo aver fatto un sorriso dalla felicità del momento, abbasso tre leve una di seguito all’altra con scritte le apposite zone di dove riaccendere la luce. Dopo pochi secondi si sente che le botte contro la porta si stanno affievolendo sempre più mentre si sente lo stridio dell’ombra mentre si sta sbriciolando. Mi avvicino alla porta e dopo aver aspettato che entrambi i rumori fossero spariti nell’immensità del silenzio riapro la porta facendomi inondare dalla luce della scuola essendo lo stanzino in cui eravamo nella  penombra. “Sbrighiamoci ad uscire, la luce sarà tornata ma l’ombra ci sarà ancora da qualche parte.” Dice con aria sicura Atasuke. “Ha ragione, muoviamoci.” Risponde Fujino. Ricominciamo a correre per il corridoio, verso quello principale che porta all’uscita. Dopo che abbiamo attraversato di fretta, anche se fiduciosi della luce una parte del corridoio sentiamo che da sopra, al soffitto, proviene un rumore come di qualcosa che striscia. A malincuore ci convinciamo che è l’ombra che stava proprio sopra di noi e quindi acceleriamo il passo e poco dopo svoltiamo a sinistra nel corridoio principale dove ci sono la reception della scuola, le bacheche delle diverse attività extrascolastiche come per esempio ginnastica artistica, disegno libero o le prove per entrare nel coro della scuola. Nello svoltare trovo molto faticoso frenarmi e a momenti finisco contro il muro a destra e anche Atasuke trova difficoltà e cade. Io e Fujino torniamo indietro per andarlo ad aiutare a rialzarsi ma quando sto per dire di rincominciare a correre, le luci si spengono di nuovo improvvisamente. Il mio cuore allora prende un ritmo quasi frenetico e inizio a muovermi in modo strano e le mie mani incominciano a tremare. Fujino e Atasuke accendono le pile e ci rialziamo tutti e tre, mentre io penso a cosa fare in quella situazione, ormai sono arrivato a due scelte: o io e gli altri tentiamo il tutto per tutto lanciandoci verso la porta o se rimanere fermi e attendere di vedere cosa fa l’ombra. Sento i miei muscoli pronti ad un improvviso scatto e faccio quasi fatica a non accelerare immediatamente. Ad un tratto due lance fatte dall’ombra ci arrivano addosso e una mi trafigge la gamba destra, anche se sono stato sfiorato. Cado per qualche secondo a terra sanguinante e Fujino si avvicina a me preoccupata e dice:”Akito stai bene?!”-“S-si non ti preoccupare…te piuttosto stai bene…?”-“Non ti pensare a me pensa a te stesso! La tua gamba…” Mi risponde Fujino incominciando a singhiozzare. Io non me ne ero ancora accorto ma Atasuke ha cominciato qualche secondo prima a tastare la parete a cui noi tre eravamo parallelamente a sinistra come in cerca di un tasto o di un estintore, poi il suo viso si riempie di gioia e sicurezza e dice:“Non preoccupatevi! Nessuno di noi morirà qui stanotte! La vera festa per questa scuola comincia ora!” Appena terminata la frase Atasuke preme con forza  un tasto sulla parete e subito dopo, la scuola si riempie all’istante di luce distruggendo l’ombra in arrivo dalle varie zone della scuola. Sia io che Fujino siamo completamente stupiti e io gli chiedo:”C-come hai fatto?!”-”Questo non è un bottone che accende tutte le luci normali della scuola, ma accende quelle di emergenza attivabili solamente se le luci normali sono spente, e semplicemente premendo uno di questi pulsanti situati quasi ovunque nella scuola fa partire le luci di emergenza che non necessitano di cavi e hanno una loro durata totale di circa 20 ore in ogni angolo dell’edificio!”-“Sei un genio Atasuke!” Gli risponde Fujino abbracciandolo vivamente. “Già! Adesso possiamo andarcene in santa pace da questo posto schifoso!” Rispondo io mentre mi rialzo. Dopo aver camminato, nona vendo più energie, fino alla porta, con gran forza la spingo e la apro tuttavia, mi giro verso l’interno della scuola e vedo che sta arrivando l’ombra a gran velocità nel probabile tentativo di colpirci un ultima volta prendendo la forma di una lancia gigante che si avvicina a noi ad una velocità spaventosa. Sento all’improvviso il sangue che inizia a circolare più velocemente del solito verso la mia mano destra, in parte sporca di sangue dalla mia gamba. All’improvviso una grande fonte di calore mi riscalda la pelle della mano destra. Mi guardo la mano e vedo che poco sopra di essa vi è sospesa una sfera di luce che sembra emanare speranza nel mio cuore. In quel momento comprendo tutto quello che stava succedendo e quindi, con determinazione lancio la sfera di luce accompagnandola con il braccio e quasi tutto il corpo contro la lama che era ormai a pochi metri da noi. Nei pochi ultimi attimi in cui la sfera non ha ancora colpito la lama vedo che al suo passaggio alcuni filamenti tracciano quest’ultimo come una scia luminosa. La sfera sovrasta completamente la lama catapultando i pochi residui rimasti dall’altro lato mentre la sfera continua il suo tratto perforando il muro in alto facendo cadere diversi pezzi dalla reception e dell’entrata a pochi passi da noi. Rientro improvvisamente in uno stato di caos calmo da cui però mi risveglio subito grazie a Fujino che mi sta chiamando. Mi sento strano, Fujino mi sta parlando ma non sento neanche una parola, mi tocco le orecchie ma non c’è niente di strano. Fujino mi prende per mano e mi costringe a correre via dalla scuola. Non riesco ancora a capire cosa mi sta succedendo e dopo essere uscito dalla scuola tutti e tre cadiamo sfiniti sul prato del cortile della scuola che dista a cinquanta metri dall’edificio. Faccio un ultimo sforzo alzandomi dal busto in su e guardo la scuola, essa aveva l’entrata e la prima parte dentro che è crollata mentre le fiamme si divampano da dentro verso l’esterno. Mi sento mancare e poco prima che cado sul prato Fujino mi trattiene e mi appoggia delicatamente al suolo, ci guardiamo negli occhi per diversi minuti mentre vedo con la coda dell’occhio che Atasuke si sta riposando sul prato. Mi sento perso nei suoi occhi mentre vedo dentro di essi la luce della luna. Ad un tratto mi sorride ma, pochi secondi dopo il suo viso cambia espressione e diventa triste e spaventata e mi urla qualcosa ma ancora non sento quel che mi dice. Io alzo la mano destra e le accarezzo la faccia mentre lei sta incominciando a piangere mentre mi guarda. Fujino sembra che chiami Atasuke che, infatti, poco dopo arriva. Vedo che la mia vista incomincia ad annebbiarsi mentre mi sento diventare sempre più freddo e il mio respiro diventa pesante. La mia mano scivola per terra e mi sento mancare il sangue in corpo e non riesco più a muovermi…Non riesco nemmeno a voltare lo sguardo e rimango quindi fisso a guardare il cielo notturno…tutto si sta annerendo come l’ombra…possibile che…ci abbia raggiunti…? Ho come l’impressione di stare per perdere tutto…la mia vita… i miei amici…e Fujino…sto forse…per morire…?
  
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