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Autore: lovesme    09/01/2012    1 recensioni
                              I love him,but I think it's later.
 
Potevo scrivergli un poema ma gli scrissi solamente tre parole, potevo amarlo come volevo, avrei potuto anche schiaffeggiarlo,
ma gli ho negai l'unica cosa per cui lui viveva,il mio cuore.
Lui mi amava,era l'unico a farlo davvero,
ma io lo feci soffrire e solo ora riesco a capire che lasciarlo andare è stato il mio più grande errore...
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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                                              He loved me,one time.
Incontrai Matteo in aeroporto per la prima volta, quando da Napoli io e la mia famiglia ci trasferimmo a Bologna, lo conoscevo già da un anno e mezzo,ma ci sentivamo sempre via chat,chiamate,sms oppure videochat.
Io vedevo Matteo come l'amico che avrei sempre desiderato,non che a Napoli non avessi amici,ma con lui parlavo di tutto e quando lo sentivo un sorriso giocoso mi sgorgava sul viso,come quando il sole sorge in inverno e ti scalda il cuore, così io e lui ci incontrammo il dieci settembre del duemilaundici, ricordo che ero felice, come non mai,avevo mollato tutto ed ero pronta a cominciare una vita fantastica con Matteo al mio fianco, ma c'era un piccolo problema, lui mi amava, ma io no.
 
***
 
« Eleonor che ci fai ancora a letto?» mi sentì svegliare da un tonfo di libri e uno scossone,lui che mi faceva cadere dal mio mondo di illusioni e mi portava alla realtà,in modo crudele,crudo e freddo,completamente senza calore umano, in modo brusco e violento.
''Svegliati! Muoviti! Abbiamo scuola stamattina e muoviti!'' continuava ad urlarmi in testa di svegliarmi e mi ricordava che ieri sera invece di fare i compiti ero andata a ballare,fregandomene che fosse martedì,avevo bevuto e fumato,un invasione di emozioni improvvise mi fecero scoppiare in un pianto,lacerato dal mio e il suo dolore messi insieme, lui soffriva per me,ed io ora,soffrivo per lui.
Quando mi vide piangere,fece per andarsene,ma avevo bisogno di lui,più di quanto si aspettasse, avevo l'esigenza di lui, pretendevo tutto di lui,ed ero completamente annebbiata dal dolore,le lacrime cadevano,mentre stringevo il corpo teso di Matteo, ogni muscolo di lui era agitato e non aveva affatto intenzione di rilassarsi.
«Scusa» gli sentì sussurrare,ascoltando le vibrazioni che la sua schiena provocava «Hai un quarto d'ora,vedi di sbrigarti».
Sentì una stretta al cuore,era così freddo,quasi come se avesse congelato le sue emozioni e le avesse messe da parte,in un cassetto,chiuse a chiave. Mi alzai lentamente dal letto e uscì dalla mia stanza,lo vidi appoggiato al muro, lo guardai e i nostri sguardi per un attimo si scontrarono,ma poi in pochi secondi tutto finì, mi diressi verso il bagno e cominciai a lavarmi e a vestirmi, con dei semplici jeans e un maglione, senza trucco,solo con me stessa e con un anima fratturata che aveva bisogno di serie riparazioni, avevo bisogno di mettere sul mio cuore il cartello ''work in progress'',ma purtroppo questo cartello era riposto ancora nei miei più grandi sogni.
Scesi le scale velocemente sapendo che lui mi aspettava già giù e guardandolo sul motorino,mi spuntò un piccolo sorriso,era sempre bello guardarlo con i pochi raggi del sole di gennaio che gli illuminavano i capelli.
«Pronta!» urlai salando in sella.
Non mi guardò nemmeno,accese il motore e l'odore della città mi invase le narici e il cuore traballò da un grattacelo di venti piani.
«Perché sei arrabbiato?» chiesi curiosa, come se non sapessi il motivo per cui era arrabbiato.
«Prova ad indovinare?» chiese sarcastico.
«Non mi hai risposto» gli feci notare, ascoltando il rumore del traffico che c'è sempre alle otto di mattina in strada, tutti sono presi dai loro impegni,che non si accorgono nemmeno del mondo che li circonda,non si accorgono di ciò che la gente prova e sopratutto non si accorgono di ciò che loro stessi sentono dentro.
«Riesci sempre a rigirare la frittata! Comunque, ieri sera forse ti è passato di mente che era martedì,vero? O forse eri ad un corso avanzato per provare a dare le riposte esatte al compito di matematica che,guarda caso,abbiamo alla prima ora?» disse concentrandosi sulla strada,sorridendo soddisfatto.
D'improvviso,mi venne in mente di quel  compito,dello stramaledetto compito che mi doveva servire a recuperare,mentre invece come si metteva la situazione mi avrebbe portato ancor di più nella merda più totale.
«Oh, mi è passato di mente» cercai di recitare mentre ci dirigevamo verso la scuola.
«Non fare la parte indifferente con me,Eleonor! So che ti importa e che non vuoi perdere il quarto anno,ma non ti aiuterò» sospirò compiaciuto.
«Ma chi ti ha chiesto nulla!» gli urlai dietro mentre sparivo tra la folla in cerca di Melissa,la mia migliore amica,che quando serviva non trovavo mai.
Vagavo tra i corridoi affollati della scuola e non volevo assolutamente entrare in classe, guardavo spaesata la scritta 4 M affissa alla porta della mia classe e cominciai ad indietreggiare,fino a quando non scappai in cortile, al posto segreto, era una specie di panchina nascosta dietro un cespuglio che avevamo trovato io e Matteo, tutto mi riportava a lui, ma dovevo scollarmi quel pensiero ossessivo dalla mente.
«Idiota che fai?! Entra in classe!» sentì e mi voltai, lui era lì,sull'entrata della scuola,per farmi entrare, gli mimai un no,ma lui scese le scale e mi prese per un braccio.
«Mi fai male stupido!» gli urlai dimenandomi« non so un cazzo come faccio?» lo guardai negli occhi e lui mi prese per mano.
«Muoviti,ti do una mano» mi disse sorridendo e quel sorriso mi fece capire che ancora una volta lui,mi stava facendo innamorare,ma poteva,quel ragazzo amare ancora me?
 
 
 
Spazio autrice
Ciao,beh, innanzitutto vorrei ringraziarvi se avete recensito. Sono piuttosto nuova dell'ambiente, non scrivo da molto,ma mi piace e voglio provarci con questa storia, che nasce da una segreta realtà.
Vostra, lovesme.
  
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