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Autore: DarkRoundTheSun    09/01/2012    0 recensioni
A volte il desiderio può essere distruttivo. A volte invece no. E quando Blaine si troverà incatenato in una storia difficile, dovrà capire cosa vuole, cosa desidera così ardentemente. Ma non tutto il male vien per nuocere, perchè il desiderio gli farà anche vivere momenti indimenticabili.
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Blaine Anderson, Noah Puckerman/Puck, Quinn Fabray
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo
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La porta si chiuse in modo violento e rumoroso. Troppo spaventato e distrutto da quello che era appena successo, restai immobile, fermo sul letto, in penombra. Avevo l'istinto di piangere, ma qualcosa... di indefinibile mi diceva che non era giusto. Avrei voluto liberarmi di quel peso. Piangere e urlare. Ma non lo feci. Riuscii a resistere, quel tanto che bastò a farmi cadere in uno stato di incoscienza, tra la veglia e il sonno. Caddi addormentato, dimenticandomi, per un momento, di tutto e tutti. Il sonno non fu migliore della veglia. Rividi l'intera lite con Kurt, la rottura, senza avere la minima possibilità di scappare.  Mi svegliai di soprassalto, agitato, sudato e con le guance rigate dalle lacrime. Non smisi subito di piangere: era liberatorio. Fu qualcosa di miracoloso. Per un momento  riuscii a sentirmi come prima, ma poi... la realtà tornò a pesarmi sulle spalle. Semplicemente era successo. Sapevo che dovevo andare avanti ma... era difficile.

Ed era ora di andare a scuola, ma il ritornare li significava di sicuro rivedere Kurt. Era inevitabile. Avevamo gli stessi corsi, avevamo le prove del Glee Club. La scuola in se non mi dispiaceva.  Posso ritenermi un discreto studente, non troppo attaccato allo studio, ma abbastanza interessato. Ma quel giorno... andare a scuola era l'ultima cosa che mi andava di fare. Decisi di uscire lo stesso, per non fare insospettire mia madre. Feci una passeggiata in centro, sperando che qualcosa mi avesse aiutato a calmarmi, ad andare avanti. Ma tutto minacciava  questo nuovo precario equilibrio: un negozio, un bar, una panchina... tutto mi faceva ricordare, tutto mi faceva soffrire. Dopo pochi sofferti minuti, infine, decisi di allontanarmi, di andare via dal centro città. Decisi di andare in un parco, uno lontano. Per strada, mi fermai ad un bar per comprare un caffè.

Alla cassa, una parete colorata attirò la mia attenzione. Non ci avevo mai fatto caso, forse perchè non avevo mai avuto il bisogno.

''Cosa paghi?'' - mi chiese l'uomo al bancone, impaziente. Ormai la fila dietro di me stava aumentando.-
'' Un caffè. Ah... e anche uno di quelli.'' - risposi, indicando una fila di Lucky Strike impilata sietro l'uomo- ''Mi dia anche un'accendino'' – pagai il tutto ed usci di corsa. Sapevo di fare una cazzata ma... speravo che in qualche modo fumare potesse aiutarmi a sentirmi meglio. Arrivai al parco, sempre più impaziente. Scelsi una panchina isolata, non lontana dalla strada principale. Mi tolsi il giubbotto, rimanendo  solo con quel maglione color vinaccia, che mi piaceva tanto. Poi presi una Lucky Strike dal pacchetto e l'accesi. Inspirai. Poi tossii violentemente. Sentii qualcosa di umido colarmi lungo il viso. Una lacrima, seguita immediatamente da un'altra, ed un'altra, ed un'altra ancora, senza alcuna possibilità di fermarle. Inspirai ancora una volta, e riuscii a trattenermi dal tossire. Ma continuavo a piangere, lentamente ma costantemente. Era qualcosa di involontario, che non poteva essere controllato.
All'improvviso un'ombra oscurò il sole. Il contrasto tra luce e ombra non mi rendeva possibile riconoscere chi fosse. Però sembrava qualcuno di conoscente. Dopo pochi secondi l'ombra parlò.

  
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