Reset
La memoria è un presente
che non finisce mai di passare
Octavio Paz
Il fischio
nelle orecchie si fece sempre più forte, man mano che riprendeva conoscenza.
Quando aprì del tutto gli occhi, si accorse che quello non era il semplice
richiamo di un uccello: era il boato della folla, le urla adirate di migliaia
di uomini che avevano perso tutto, quel giorno.
Quelle urla
erano rivolte a lei. Urla piene di disprezzo, di odio: urla che chiedevano
giustizia e sangue.
“Dunque è
con questo che ci ripaghi…”
La voce di
un uomo anziano, familiare, le parlava imperioso dall’alto, con una nota di
rabbia. Come tutti, del resto.
Alzò gli
occhi. La vista era appannata e il cappuccio le impediva di vedere i lineamenti
di quel volto, ma non le era necessario conoscerne i tratti: sapeva chi le
stava parlando e chi sarebbe stato a infliggerle il castigo.
“Dopo che ti
abbiamo accolto nella nostra famiglia, che ti abbiamo istruito sugli
insegnamenti della Confraternita, che ti abbiamo chiamato sorella… È con questo, dunque, che ci ripaghi?!” urlò con rabbia Al
Mualim.
Nuovi
strepiti dalla folla, sempre più concitati. Ora ricordava dove si trovava: a Masyaf, nella Setta degli Assassini, con tutti i suoi
confratelli. E si ricordava anche cosa
aveva fatto, e perché era lì.
I due
assassini dietro di lei le tenevano entrambe le braccia ben strette e lei,
inginocchiata a terra, con la testa bassa appariva impotente. Anche se non li
vedeva, sapeva che la guardavano con sguardi ricolmi di odio e disprezzo.
“Tu non sei
un’Assassina, e non sei neanche una donna: sei una traditrice, la peggior
feccia dell’umanità!” disse, alzando il cappuccio e rivelando il volto della
donna.
“Che succede? Perché il collegamento è
andato?”
“Merda, ci sono delle anomalie!”
“Guardami
negli occhi, sgualdrina!”
La donna non
obbedì subito, ostentando a tenere lo sguardo basso. Lo schiaffo arrivò
all’improvviso, ma se lo aspettava; eppure, faceva più male del previsto e le
bruciava dentro. A quel punto, si costrinse ad alzare gli occhi inespressivi,
vuoti, e incrociò quelli vivi e infiammati di Al Mualim.
“Dobbiamo farla uscire, ORA!”
“Aspetta, forse sono in grado di ristabilire
la situazione…”
“No, non possiamo rischiare, altrimenti chi
ci rimette è lei! Falla uscire subito!”
“Non posso
tollerare il tradimento, soprattutto nel tuo caso…”
Mentre
diceva questo, Al Mualim estrasse la spada dal
fodero, alzandola in alto per mostrarla alla folla e rendere tutti più
partecipi di questo atto. La lama argentea scintillò al sole, lanciando
bagliori fugaci intorno.
“Maestro, aspetti!
Non è una traditrice, può dirvelo lei stessa…” una voce si sovrastò sulla
folla, senza però zittire il boato sempre più feroce.
La donna
riconobbe anche questa e trattenne un sospiro di sollievo quando capì che
almeno lui stava bene: non era morto,
grazie a Dio.
“Altair, non
ti intromettere! Lei è una traditrice e perciò deve pagare. Le azioni che
l’hanno spinta a voltare le spalle alla Confraternita non mi interessano”
“Se non
volete sentire lei, ascoltate almeno me e credete alle mie parole: non è una
traditrice!” gridò Altair, sempre più disperato.
Il Maestro
non lo ascoltò nemmeno. Alzò ancora di più la lama, pronto a colpire. Altair
tentò di gettarsi in avanti per fermare quel gesto, ma venne respinto dalla
folla e non poté più reagire. Le sue suppliche si smorzarono.
“Aspetta, forse ci sono…”
“Leonardo, deve uscire subito. Ora. In questo
istante. Non riesce a reggere il ricordo, così rischi di danneggiarle la
memoria e il cervello!”
“Ho capito… Abbi pazienza, ora la faccio uscire…”
“Potrai
redimerti solo con la morte. Ora, hai qualcosa da dire prima di lasciare questo
mondo?”
La donna
gettò uno sguardo vacuo alla spada e infine guardò dritto negli occhi Al Mualim, colui che fino a quel momento aveva chiamato Maestro. Stava per morire, ma non le
importava: il suo compito non era ancora terminato, ma continuava in un’altra
vita.
“La morte
non è che l’inizio di tutto” disse beffarda, con voce chiara e fredda,
riuscendo a farsi sentire da tutti in quel vociare.
Al Mualim non attese oltre e abbassò la lama. Altair tese un
braccio, tentando inutilmente di raggiungere quelle scena, di poterla fermare.
Di poter riportare ogni cosa indietro.
La lama
scese e colpì, trapassandole il petto. Gocce di sangue salirono in aria, come
piccoli rubini scarlatti che brillavano alla luce del crepuscolo. Il crepuscolo
della sua esistenza.
Il respiro
le si smorzò, ogni cosa perse di contorni e colori e il suo corpo cadde
pesantemente a terra. Nell’agonia che precedeva l’eterno sonno cercò con gli
occhi una figura precisa fra quelle che la circondavano; una figura ferma,
silenziosa, come aveva imparato a conoscerla. E quando la trovò, la morte la
prese e se la portò via.
Avrebbe
voluto portarsi quell’ultima immagine dovunque sarebbe andata, così da stare in
pace per sempre: ma ciò che vide fu solo una macchia bianca.
E poi calò
il nero.
“Ci siamo, è fuori. Il ricordo l’ha espulsa…”
“Ne risentirà? Lei, intendo”
“Forse sì, come può darsi di no. Vedremo
quanto ci rimetterà a riprendersi e soprattutto se si
riprenderà; per ora, non possiamo fare altro che aspettare, e sperare”
“Speranza… Non è forse questa che l’ha spinta
ad agire così?”
“No. Ciò che l’ha spinta ad entrare nell’Animus
è ben altro: disperazione, il sentimento più potente che guida ogni essere
umano. Ma come prima volta, non è andata male: ha resistito fino alla fine”
“Non scherzare. Ora andiamo, lasciamola
riposare. Lei più di tutti ne ha bisogno”
“Sì, hai ragione... Ehi, aspetta, cos’è
questa scritta sullo schermo?”
Reset.
Spazio dell’autrice:
eccomi qui,
a scrivere questa storia partorita dalla mia mente e a cui spero di poter
mettere poi la parola FINE. È la prima volta che scrivo su Assassin’s
Creed, un videogioco che amo e a cui purtroppo non
posso giocare spesso come vorrei, perché non ho né PS3 né XBOX, ma se voglio
giocarci devo per forza andare da una mia amica e passarci un pomeriggio intero
(grazie, Elena!) XD.
Spero che vi
divertirete a leggerla come io mi diverto a scriverla, soprattutto perché ho
deciso di farla sul mio personaggio preferito: Altair. Molti preferiscono Ezio
e talvolta sono d’accordo anch’io con loro, soprattutto per le armi, ma per me
rimane solo Altair, di cui mi sono innamorata fin dal trailer del videogioco :P…
Detto ciò,
vi aspetto al prossimo capitolo!